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Insospettabile Gad.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Insospettabile Gad.

Messaggioda pierodm il 17/10/2010, 12:26

Da La Repubblica

Il valore del lavoro
e la politica distante[/b
]
di GAD LERNER

L'ingiustizia plateale di cui è vittima il lavoro dipendente nel nostro paese - rimossa dal governo, trascurata dalla sinistra - si sta riprendendo da sola l'attenzione che le spetta.

[b]Solo un establishment miope, che ha lucrato per decenni sulla crescita delle disuguaglianze sociali senza peraltro compensarla con alcun vantaggio per l'economia, può liquidare la piazza romana gremita di lavoratori metalmeccanici come una manifestazione di estremismo politico.
Da trent'anni una distribuzione squilibrata del reddito - che a differenza da altri paesi neppure la fiscalità e il welfare riescono a correggere - provoca un'imponente decurtazione della quota di ricchezza nazionale destinata alle buste paga. E come se questo non fosse un problema, ogni rara volta che viene ipotizzato un nuovo investimento nell'apparato industriale, esso viene preceduto dalla richiesta di concessioni normative a vantaggio dell'impresa. Quasi non provenissimo da decenni di moderazione sindacale e di concessioni rimaste senza contropartita alcuna per i lavoratori.
... il suo collega Sacconi, novello apprendista stregone, ha sproloquiato vaneggiando di un inesistente "clima da anni Settanta".
...L'argomento secondo cui la Fiom Cgil mobilita grandi numeri solo perché intorno a lei si radunano forze radicali, precari della scuola e studenti estranei al mondo della fabbrica - il "nuovo antiberlusconismo" di cui parla Nichi Vendola - denota una visione politicista che elude la sostanza del problema: chiedere deroghe ai dipendenti in materia di malattia e diritto di sciopero, addirittura disdettare un contratto nazionale prefigurando ovunque normative svantaggiose, viene percepito come un'ingiustizia da chi molto ha già dato senza ricevere nulla in cambio.
Certo, dalla nuova posizione di forza acquisita, anche la Fiom Cgil dovrà avvertire la responsabilità di operare per una nuova unità sindacale, sedersi di nuovo ai tavoli delle trattative, vincendo la tentazione di un isolamento dorato.
Il Partito Democratico soffre più di chiunque altro questa divisione sindacale e paga il prezzo di non aver saputo delineare un suo impegno politico diretto nel mondo del lavoro, influenzando anche le dinamiche interne alle tre confederazioni. Magari fosse solo una questione diplomatica. La verità è che l'intera classe politica del centrosinistra, qualunque sia la sua matrice culturale, si è macchiata di un'inadempienza storica. Rescisso il legame esistenziale con gli operai, interrotto il circuito virtuoso per cui la rappresentanza delle classi subalterne si tramutava anche in leadership espresse direttamente dal mondo del lavoro, non ha allontanato solo il suo tenore di vita e la sua sensibilità dal popolo delle formiche. La classe dirigente del centrosinistra si è autoconvinta che un'adesione acritica alla cultura neo-liberale fosse il requisito indispensabile per candidarsi al governo del paese, supportata dal consenso di un establishment che nel frattempo si arricchiva spogliando risorse, anziché promuovere lo sviluppo.
Saranno necessari un cambio di mentalità, drastiche correzioni organizzative e di comportamenti, affinché l'attenzione al reddito e alla condizione operaia riacquisti il giusto peso nella politica del centrosinistra.
Non è un ritorno all'antico, ma un'adesione moderna alla vita quotidiana di chi fa fatica, il messaggio urgente che piazza San Giovanni rivolge a una politica distante.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda flaviomob il 17/10/2010, 13:19

La vittima è il lavoro dipendente ma ancor più, oggi, il lavoro precario, a cui il padronato può aver buon gioco a fare la faccia feroce e tornare ad antiche logiche di sfruttamento bieco e vergognoso. L'ottusità generale, anche nel cs, porta poi a nascondere la più semplice delle verità: il lavoratore vessato, sempre più privato di diritti e adeguata remunerazione, peggio che mai se precario, sarà obbligato a contrarre sempre più quei consumi essenziali a mettere in moto l'economia. Questi signori non si rendono conto che stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, che se non si attuano politiche radicali non torneremo mai ai mitologici "livelli precedenti alla crisi", perché prima della crisi c'era la politica, ora non c'è più.


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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda pierodm il 17/10/2010, 16:17

il lavoratore vessato, sempre più privato di diritti e adeguata remunerazione, peggio che mai se precario, sarà obbligato a contrarre sempre più quei consumi essenziali a mettere in moto l'economia.

Questo è vero se consideriamo l'economia in uno specifico paese.
Ma credo che questo sia un concetto superato: al sistema aziendale non interessa che a "consumare" siano i lavoratori, diciamo pure i cittadini, del paese dove hanno sede le aziende stesse, dato questi possono essere sostituiti dai milioni di cittadini dei paesi emergenti, che sono in genere gli stessi nei quali è indirizzta la delocalizzazione.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda franz il 17/10/2010, 18:48

Da trent'anni una distribuzione squilibrata del reddito - che a differenza da altri paesi neppure la fiscalità e il welfare riescono a correggere - provoca un'imponente decurtazione della quota di ricchezza nazionale destinata alle buste paga.

Certo. Decurtazione. Ma chi la fa? Il 42% di contributi, il 12% di imposte. Totale 54% di decurtazione. Ma la fa lo Stato.
E peri decurtazione viene fatta sugli ultili aziendali, quando ci sono.
Mi chiedo se Gad queste cose le sapia.
Parla di un imponente decurtazione ma non dice chi la fa, come se fosse Diabolik.
E non dice cosa viene dato in cambio di questo prelievo: pensoni da fame, scuola sottofinanziata, pochissima ricerca, malasanità, una rete ferroviaria e stradale che al sud è insufficente, insicurezza ovunque, soprattutto al sud, ingiustizia.

Le vittime sono non solo i lavoratori ma tutti. Qualcuno pero' intercetta quel flusso economico e ci campa.

Franz
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda ranvit il 17/10/2010, 19:09

franz ha scritto:
Da trent'anni una distribuzione squilibrata del reddito - che a differenza da altri paesi neppure la fiscalità e il welfare riescono a correggere - provoca un'imponente decurtazione della quota di ricchezza nazionale destinata alle buste paga.

Certo. Decurtazione. Ma chi la fa? Il 42% di contributi, il 12% di imposte. Totale 54% di decurtazione. Ma la fa lo Stato.
E peri decurtazione viene fatta sugli ultili aziendali, quando ci sono.
Mi chiedo se Gad queste cose le sapia.
Parla di un imponente decurtazione ma non dice chi la fa, come se fosse Diabolik.
E non dice cosa viene dato in cambio di questo prelievo: pensoni da fame, scuola sottofinanziata, pochissima ricerca, malasanità, una rete ferroviaria e stradale che al sud è insufficente, insicurezza ovunque, soprattutto al sud, ingiustizia.

Le vittime sono non solo i lavoratori ma tutti. Qualcuno pero' intercetta quel flusso economico e ci campa.

Franz



E andrebbe anche detto CHI ha determinato questa situazione!

Io credo che vi abbiano partecipato TUTTI!

Ma la soluzione non è certo di continuare a partecipare al "gioco" sempre allo stesso modo.

Il centrodestra sta cambiando. La sinistra?

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda lucameni il 17/10/2010, 19:26

A me pare che nella cacca siano semmai i precari e non tanto la cosidetta classe operaia.
Pomigliano temo abbia fatto perdere di vista il vero dramma del lavoro in Italia e il fatto che fino ad ora i sindacati si sono dedicati molto ma molto molto poco a chi davvero non ha diritti. I precari.
La difesa dell'esistente e dei "diritti" tanto sbandierata è parziale e si trova in contraddizione tra pretese di chi ha un lavoro a tempo indeterminato (vedi età pensionamento) e chi non ha prospettive (e nessuna pensione).
Temo che, a fronte di un sindacato sospettabile a buon ragione di troppa accondiscendenza (quella CISL alla quale sono pure iscritto), il sindacato più duro e puro abbia sbagliato bersagli o quanto meno priorità. Purtroppo non in buona fede.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda pierodm il 18/10/2010, 0:44

Caro Luca, stai sbagliando prospettiva.
Certamente, quando si cerca di difendere i diritti, si difendono i diritti di quelli che ne godono concretamente.
Ma la difesa vale per tutti.

Ricordo che al tempo della legge sul divorzio esisteva una posizione polemica da parte degli anti-divorzisti, che parlavano di una legge che favoriva le classi abbienti, i radical-chic, quelli insomma che "potevano permettersi" di divorziare, in quanti porttori di uno stile di vita libertino e di una vita sessual-sentimantale lontana dai costumi più "popolari".
Inutile dire che quella battaglia, sul divorzio, era non solo valida in se stessa, ma esemplificativa di un intero capitolo di diritti civili e di laicità.

Attualmente c'è la prospettiva di una restrizione dei diritti civili, non solo quelli legati al lavoro, e non si può fare una distinzione tra l'uno e l'altro in base a ipotetici - e discutibili - vantaggi per una categoria o l'altra.
In gioco, principalmente, c'è la possibilità stessa di poter sostenere i diritti e l'esistenza di una politica che sia capace di farsene carico.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda lucameni il 18/10/2010, 17:04

L'idea che difendere i diritti degli uni si difendono i diritti anche degli altri in teoria non è sbagliata, ma nel caso specifico dei contratti di lavoro attuali, sopratutto se pensiamo alla coperta corta che riguarda le pensioni, trovo che il contrasto ci sia eccome. Entrano in gioco bilanci statali e non, molto più rispetto alla concreta esecuzione di diritti civili come il divorzio.
Non penso neppure che i vari Ichino della situazione si siano travestiti da uomini di sinistra mentre siano in realtà dei destri imberlusconiti, come spesso vengono tacciati (qui ancora non credo). Ma qui si aprirebbero lunghi discorsi sul significato di sinistra etc etc.
Sarà pure questione di risorse mal distribuite, ma mi fanno pensare le barricate per evitare l'innalzamento dell'età pensionabile e poi il nulla che dovrebbero (non) avere i precari.
La questione non è avulsa dalle rivendicazioni salariali e dalla difesa del proprio posto di lavoro.
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda pierodm il 19/10/2010, 1:20

Non penso neppure che i vari Ichino della situazione si siano travestiti da uomini di sinistra

Se bastasse dichiararsi o avere una patente di sinistra per essere non-contestabili, la vita sarebbe facile e tutto sommato non varrebbe nemmeno la pena che esistessero luoghi come questo forum, dove si discute di politica e varia umanità.
Io non so se Ichino sia imberlusconito. Prto dal presupposto che non lo sia. Succede però che, semplicemente, non mi trovo d'accordo con lui, quando leggo ciò che scrive: capisco i suoi argomenti, ma non mi convincono, anche setra questi argomenti ce ne sono alcuni interessanti e altri incontestabili.
Mi sembrano però, complessivamente, i discorsi di un ministro tecnico, nei quali manca la politica, ossia la prospettiva, l'alternativa, o più precisamente la soluzione politica.

Quanto al resto, ovviamnte non intendevo proporre un parallelo di merito tra i diritti sul divorzio e la situazione attuale.
La questione è di metodo, e in questo caso un metodo che diventa in pieno questione politica.
I diritti si voglioni detrarre non per concertazione, per accordo e per consenso, ma in punta d'autorità.
Questo implica che non si ha alcun controllo su quali diritti si andranno a detrarer, e su ciò che è destinato a sotituirli: oggi si tratta di questo, domani di altro, secondo logiche e interessi non contrattabili.
E' insomma un confronto di poteri, non un discussione sui bilanci.
pierodm
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Re: Insospettabile Gad.

Messaggioda franz il 19/10/2010, 8:42

pierodm ha scritto:I diritti si voglioni detrarre non per concertazione, per accordo e per consenso, ma in punta d'autorità.
Questo implica che non si ha alcun controllo su quali diritti si andranno a detrarer, e su ciò che è destinato a sotituirli: oggi si tratta di questo, domani di altro, secondo logiche e interessi non contrattabili.
E' insomma un confronto di poteri, non un discussione sui bilanci.

Che sia un confronto di poteri è normale, come avviene sempre nella società.
Sotto ci sono diverse visioni e diversi interessi.
E c'è sempre nell'ombra anche il mitico "interesse generale", di cui è bene dire che recentemente se ne parla poco.
Nel senso che c'è almeno il pudore di affermare che il proprio interesse è il propro interesse e basta, non quello generale.
Infatti proprio chi parla spesso di "sostenibilità" sa che se i diritti (e gli oneri contributivi) di 12 milioni di dipendenti fissi fossero estesi a tutti e 22 i milioni di lavoratori, il sistema non sarebbe sostenibile e crollerebbe.
Non siamo quindi nella situazione di ottimalità per cui il sistema riesce a migliorare la posizioni di alcuni senza peggiorare la situazione di altri. Per questo si parla di riequilibrio, sia nei diritti e doveri, sia nei conti previdenziali.
Un sistema con 22 milioni di lavoratori dotati degli stessi diritti e degli stessi oneri prevede quindi che alcuni (che hanno un po' di piu') debbano cedere qualche cosa a chi ha di meno. Il risultato sarebbe un sistema piu' equo sia in termini di diritti sia in termini di oneri e prestazioni ma almeno oggi chi si oppone a questo processo (non da oggi, lo fa da sempre) non ha la faccia di tolla di dire che lo fa nell'interesse generale del paese.
Poi siccome si oppone semplicemente dicendo di NO nelle trattative, è chiaro che la strada della concertazione, del consenso e del confronto diventa lunga e difficile. Infatti dura ormai da un paio di decenni. Il malato sta morendo, l'Italia mostra sotto vari aspetti i sintomi della decomposizione sociale, politica e dello sfaldamento economico. È evidente che non c'è molto tempo.

Franz
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