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La pistola sul tavolo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La pistola sul tavolo

Messaggioda pierodm il 03/10/2010, 10:45

Era da tempo che stavo covendo il sospetto, ma solo negli ultimi anni ne ho avuto la certezza: un ritardo colpevole, dovuto al fatto che sono, tutto sommato, un ottimista.
Mi riferisco al potere che nei decenni scorsi ha avuto la presenza dell'URSS nello svolgimento dei rapporti sociali in Occidente: lo stesso potere che aveva, nel west, la pistola esibita sul tavolo del poker.
Un potere arrogante e minaccioso, che però scoraggiava i prepotenti e incoraggiava il tentativo di mettersi d'accordo con il dialogo e talvolta perfino il rispetto dell'altrui diversità di pensiero, e d'interessi: per quanto arrogante, quel potere<era l'unico veramente rispettato in un contesto senza legge, se non quella del più forte e del più spregiudicato.

Probabilmente la presenza e il peso dell'orso sovietico non sono nemmeno rubricabili come "causa" del comportamenti dell'occidente, in particolare degli ambienti capitalisti e filo-capitalisti, ma certo la contestualità dei vari fenomeni appare ben di più che una coincidenza: le riforme socialdemocratiche, la fortissima spinta alla democratizzazione complessiva della società, l'affermazione non solo fattuale ma anche ideale, culturale, della giustizia sociale e dei diritti civili, una cultura solidamente diffusa d'impronta umanistica e idealistica, contrapposta se non altro all'ipotesi di un "socialismo reale" materialistico, etc, hanno caratterizzato le democrazia occidentali, contenendo il dilagare dell'ideologia capitalistica e aziendalistica.

Cessato l'allarme sovietico, sono venuti a mancare i freni: mutuando il concetto liberale della "concorrenza", è venuto a mancare il competitor e il materialismo capitalista, aziendalista, efficientista è stordito dal proprio stesso potere senza più limiti, nemmeno quelli - per altro labili e incerti - dell'etica, del buon senso e del buon gusto.
Uno sbracamento totale. Senza vergogna.
Come sottoprodotto di questo sbracamento senza vergogna - uno dei diversi sottoprodotti - c'è il fenomeno della transumanza di molti che un tempo erano fanatici o almeno cinici sostenitori dell'ipotetico "sol dell'avvenire" sovietico sotto le bandiere del neo-capitalismo liberista e finanziario globale, ovviamente conservando la propria impronta cinica e fanatica.
Senza vergogna. Uno sbracamento totale.
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda ranvit il 03/10/2010, 11:36

Naturalmente condivido in parte l'analisi (pero'....dal 1989 ce ne è voluto di tempo! Tipica analisi della sinistra, in ritardo dei canonici vent'anni), ma vorrei far notare che qualsiasi cambiamento epocale nei rapporti di forza tra le Nazioni ha determinato, nel corso della Storia umana, notevoli accadimenti spesso anche cruentissimi.

Resta il fatto che Russia, Cina e vari Paesi dell'Est solo ora stanno viaggiando verso forme piu' o meno di democrazia e sviluppo economico.
Insomma, era si una pistola sul tavolo per gli altri, ma anche una cappa opprimente, triste e grigia per gli esseri umani che l'ospitavano.

E, comunque, non abbiamo la controprova : se quella pistola non fosse mai stata sul tavolo forse oggi non ci sarebbe lo sbracamento....

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda Loredana Poncini il 03/10/2010, 11:37

Adesso, la pistola sul tavolo da poker che è la politica partitocratica,da chi è potenzialmente impugnata ?
Il potere del denaro, il turbocapitalismo attuale, la spettacolarizzazione di tutto e tutti, attraverso l'informatizzazione ci globalizzano espropriandoci ed alienandoci da ogni reale azione che abbia risvolti pubblici.
Occorre prendere atto che con la fine del '900 è finita un'era, sbrigativamente già percepita come postmoderna.
Il medioevo prossimo e venturo che noi nati nel '900 stiamo vivendo vedrà nascere un umanesimo nuovo ed un nuovo rinascimento.
Sta a noi tutti, insieme, trovare il coraggio e il modo per smettere di giocare a poker, di uscire dai bar dei talk show televisivi per cercare di costruire quell'uguaglianza di diritti-doveri che la nostra Costituzione sancisce. :!:
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda pianogrande il 03/10/2010, 11:45

Lo ripeto qui.
Dopo l'esperienza, per fortuna non fatta direttamente, del socialismo reale, stiamo, ora, provando, questo noi direttamente, il liberalismo reale.
Al dilà delle diatribe di parte (dove il terzo gode) la vera esperienza che accomuna tutto è la politica reale.
Il reale uso del potere (l'occasione che fa l'uomo ladro) in nome di ideali tutti bellissimi ma che, evidentemente, fanno morire dal ridere chi va al potere in loro nome.
A morire di altre cose sono sempre i soliti.
Nessun ideale terrà lontani i ladri dal potere.
L'unico ideale che conta è l'equilibrio dei poteri (a nessuno è venuto in mente niente di meglio finora).
I ladri ci saranno sempre.
Inutile illudersi di avere al potere solo persone oneste.
E' importante fare in modo che ci siano gli strumenti per gestire la situazione al meglio.
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda franz il 03/10/2010, 11:53

pierodm ha scritto:Era da tempo che stavo covendo il sospetto, ma solo negli ultimi anni ne ho avuto la certezza: un ritardo colpevole, dovuto al fatto che sono, tutto sommato, un ottimista.
Mi riferisco al potere che nei decenni scorsi ha avuto la presenza dell'URSS nello svolgimento dei rapporti sociali in Occidente: lo stesso potere che aveva, nel west, la pistola esibita sul tavolo del poker.

Certo che aveva potere, ci mancherebbe altro.
Lo avrebbe avuto anche Hitler, se fosse stato confinato in un grande impero impenetrabile e dotato di armi nucleari.
Il problema non è questo. Il problema è capire perché l'URSS è caduto. Anzi, crollato.
Capire perché il pistolero, malgrado la pistola sul tavolo, ha perso potere, potenza, prestigio, ... infine si è accasciato sul tavolo ed è crollato a terra. E capire cosa in questi anni è successso a Russia e Cina. Come mai sono risorti, pur tra mille difficoltà. Maggioroi in Russia (dopo 70 anni di comunismo a partire dal 1917) e minori in Cina (dopo un periodo piu' breve, dal 1949).
Capire queste cose (magari serviranno altri 20 anni) forse puo' risolvere l'altro enigma, quello della trasnumanza.
Secondo me il mistero è quello opposto, e cio' di come si faccia a non trasumare, di come si faccia a perseverare nell'errore.
Ma in fondo non è nulla di grave. C'è chi crede negli oroscopi (1/3 della popolazione) e chi è rimasto sostenitore dell'ipotetico "sol dell'avvenire" sovietico o di sue varianti idelogiche sotto diverso nome (molti ma molti di meno).

Franz
Ultima modifica di franz il 03/10/2010, 12:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda franz il 03/10/2010, 12:01

pianogrande ha scritto:Lo ripeto qui.
Dopo l'esperienza, per fortuna non fatta direttamente, del socialismo reale, stiamo, ora, provando, questo noi direttamente, il liberalismo reale.

In Italia direi proprio di no.
Ecco, forse in UK, in CH, per certi versi in Svezia (che sta diventando uno dei paesi piu' liberalizzati d'europa) puoi parlare di una certa dose considerevole (mai 100%) di liberalismo reale.
Già in USA il liberalismo è parziale e a macchia di leopardo (molto dipende dagli stati) mentre Russia e Cina sono ancora poco liberalizzati. Sempre a metà strada sono Canada, Giappone ed Australia,
Ma per l'italia parlare di liberalismo (reale o immaginario) è una barzelletta.
Ne dobbiamo fare di strada per raggiungere solo la Svezia. E sarebbe una strada irta di scoperi, blocchi, manifestazioni.
Noi a differenza dell'URSS, non siamo ancira caduti. E non abbiamo nessuna pistola.
Siamo sulla buona strada ma si confida che il burrone sia bello distante.

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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda pierodm il 03/10/2010, 13:46

Lo avrebbe avuto anche Hitler, se fosse stato confinato in un grande impero impenetrabile e dotato di armi nucleari.
Il problema non è questo. Il problema è capire perché l'URSS è caduto. Anzi, crollato.


Per te, Franz, il Problema è sempre questo, solo questo: probabilmente perché sei convinto di aver trovato una risposta in bella copia solo a questo, e ti piace sfruttarla ai limiti del possibile.
Ragione per cui ti confido un segreto, che spero non ti sconvolgerà: esistono anche altri fenomeni e altri problemi, alcuni (molti?) dei quali assai più prossimi a noi che non l'Urss a te sì cara.

Naturalmente condivido in parte l'analisi (pero'....dal 1989 ce ne è voluto di tempo! Tipica analisi della sinistra, in ritardo dei canonici vent'anni)

Ma che ne sai tu, piccolo Rancit, di quando e di che cosa sono fatte le mie analisi. Sciocchino ...
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda pianogrande il 03/10/2010, 14:49

Ma per l'italia parlare di liberalismo (reale o immaginario) è una barzelletta
Franz

Perfettissimamente daccordo!
Era proprio quello che volevo dire.
Intendo per socialismo reale o liberalismo reale ciò di cui i potenti (magari alternandosi) si riempiono la bocca per giustificare le loro ruberie e nefandezze varie.
Quello che distingue i paesi che tu citi dall'Italia è, sopratutto, la politica reale.
Sono, evidentemente, paesi in cui si riesce (e non per opera dello spirito santo ma per loro costituzione) a tenere a bada i ladri.
Ti assicuro che i ladri ci sono anche in Norvegia.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda franz il 03/10/2010, 16:00

pianogrande ha scritto:Sono, evidentemente, paesi in cui si riesce (e non per opera dello spirito santo ma per loro costituzione) a tenere a bada i ladri.
Ti assicuro che i ladri ci sono anche in Norvegia.

Tecnicamente parlando i ladri tendono ad esistere ovunque. Pero' in diverse quantità.
Dove c'è molto sviluppo e tutti (o quasi) lavorano, di ladri ne troviamo pochi.
Rubare è un rischio. Il rischio che ti becchino. E poi rubare cosa? Una scorza di limone?

Se c'è sviluppo e lavoro c'è anche maggior reddito, quindi incentivo a lavorare, non a rubare.
Diciamo anche che dai livelli bassi (in cui sono obbligati in caso povertà omogenea) alcuni (pochissimi) si spostano su livelli piu' alti. Ma bisogna studiare, o almento far finta, avere appoggi.

A meno che uno non sappia fare nulla, se non rubare portafogli (che è un'abilità anche questa e non si improvvisa).
La "costituzione" che tiene a bada i ladri, è lo stesso sviluppo ed i controlli ch eun sistwma sano sa mettere in atto.
A tuti i livelli.

Dove non c'è sviluppo, non c'è lavoro, non c'è merito, allora per sopravvivere ecco che il furto diventa un'opportunità per tanti, una necessità per molti . Diventa endemico. Anche in politica. Come il furto di parlamentari.

Questo non c'èntra pero' con il nostro pistolero, che si è accasciato sul tavolo e poi è crollato sul pavimento del saloon.
Io la mia idea sul perché sia crollato ce l'ho da tempo ... anche se posso capire che non piaccia a tutti.
Lo capisco. Se dovessi chiedere all'ultimo soldato giapponese, trovato settantenne nella jungla indonesiana, se ha capito perchè l'impero giapponese è crollato, o capisce di colpo e si mette a piagere dalla gioia o non capisce e mi odierà per tutta la sua vita.

Franz
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Re: La pistola sul tavolo

Messaggioda ranvit il 03/10/2010, 17:19

Ma che ne sai tu, piccolo Rancit, di quando e di che cosa sono fatte le mie analisi. Sciocchino ...



Ne so quel tanto che basta a farmi dire le cose che dico!
Del resto non ci vuole molto....

Vittorio
Ps Non riesci proprio a controllarti ... segno di grande debolezza amico mio!
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