E' difficile spiegare cosa succede in Italia

L'INTERVENTO
Marchionne: "Il clima di violenza?
Qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo..."
Commentando l'intervista a Ichino pubblicata oggi da Repubblica, l'ad Fiat dice "L'accordo di Pomigliano non viola la Costituzione, si sta solo cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". E ancora: "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi"
FIRENZE - Ha difeso a spada tratta la legittimità dell'accordo di Pomigliano che, ha ribadito, "non azzera alcun diritto costituzionale": l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, intervenendo a un convegno della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, a Firenze, si è mostrato molto critico nei confronti degli accordi vigenti in materia di lavoro, e non solo in Italia, e non ha risparmiato critiche durissime agli oppositori dei piani del gruppo automobilistico. "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi", ha detto.Marchionne ha anche stigmatizzato gli episodi di violenza avvenuti negli ultimi giorni: "Il paese ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti. E' difficile andare in giro per il mondo a spiegare cosa succede in Italia. E' vergognoso".
Pomigliano e la Costituzione. "L'accordo di Pomigliano non sta azzerando nessun diritto costituzionale, lo posso garantire", ha rilevato Marchionne, commentando l'intervista a Pietro Ichino su Repubblica 1 (anche Ichino sostiene la legittimità dell'accordo). "La Fiat - ha proseguito Marchionne - non ha mai tirato in ballo la Costituzione". Marchionne ha sottolineato che si sta "cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". Nell'intervento al convegno, Marchionne si è soffermato sulle ragioni di Fabbrica Italia: "Non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha assicurato.
No alla violenza: serve convergenza. Nel suo intervento, Marchionne ha condannato con fermezza ''gli episodi di violenza che si sono verificati in questi giorni". "Dobbiamo prendere le distanze - ha detto - tutti quanti, da una cultura disastrosa che alza la tensione sociale e nega il dialogo''. ''Questa - ha insistito Marchionne - è una cultura che non ci appartiene e che serve solo a distruggere ciò che di buono stiamo tentando di costruire''. Al contrario, secondo l'ad della Fiat, ''oggi c'è bisogno di una convergenza forte, la più ampia possibile, che veda insieme tutte le forze positive di cui l'Italia dispone. C'è bisogno di condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici, in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale''. Dunque, ha concluso Marchionne, ''questo è il momento di accettare il cambiamento come la possibilità per creare una base di ripartenza sana, come un'occasione per iniziare a costruire insieme il Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni''.
"Fabbrica Italia non nasce per convenienza". Fabbrica Italia "non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha affermato Marchionne, rivelando che spiegare il senso dell'iniziativa agli analisti finanziari "è stata una delle cose più difficili" che ha dovuto fare negli ultimi tempi. "Le logiche economiche e finanziarie - ha proseguito l'ad della Fiat - ci spingerebbero verso altre scelte e verso altri paesi che offrono condizioni più vantaggiose e maggiori certezze. Ma credo che la Fiat abbia il dovere di guardare prima di tutto all'Italia, per quello che ha sempre rappresentato e per quello che significa ancora oggi per il Paese".
Buste paghe bizantine. L'ad della Fiat non ha risparmiato critiche anche più dure del solito a chi sostiene l'attuale sistema legislativo e di accordi in materia di lavoro: "In Europa si sta esternalizzando il welfare a carico delle aziende. Guardate il conto dell'Inps e chi sta pagando veramente la Cig". "Vi pare possibile - ha aggiunto - Noi investiamo 20 miliardi in Italia e poi prendiamo anche gli schiaffi?". "Leggere una busta paga, oggi, è un esercizio bizantino - ha proseguito Marchionne, continuando a difendere l'accordo di Pomigliano - L'elenco delle voci retributive, molte delle quali spesso incomprensibili agli stessi lavoratori, è il risultato di 40 anni di accordi, grandi e piccoli, che si sono sovrapposti. Quello che abbiamo fatto è stato semplificare l'apparato normativo che genera la busta paga, lasciando ovviamente invariata la parte retributiva".
Dati negativi ampiamente attesi. Marchionne ha anche commentato, rispondendo alle domande dei giornalisti, gli ultimi dati economici, molto negativi per l'auto, 2 sostenendo che "il dato era totalmente atteso ed in linea con le previsioni". "Il mercato - ha proseguito Marchionne - sta cercando di trovare stabilità. Finché non finisce questo processo di riallineamento tra domanda e offerta resteremo così. A soffrire naturalmente sono le parti basse della gamma, i segmenti A e B". Per Marchionne il dato "Era prevedibile, era aspettato, lo abbiamo incluso nelle nostre previsioni per l'anno. Per l'ad di Fiat, "Per avere una ripresa bisogna aspettare probabilmente l'inizio del 2011".
Alla domanda dei giornalisti di un commento alla notizia secondo la quale lunedì il premier Berlusconi nominerebbe finalmente il nuovo ministro per lo Sviluppo Economico, Marchionne ha risposto: "Il ministro dello Sviluppo Economico? Lo aspettiamo come lo aspetta lei".
(02 ottobre 2010)
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ef=HREC1-2
Marchionne: "Il clima di violenza?
Qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo..."
Commentando l'intervista a Ichino pubblicata oggi da Repubblica, l'ad Fiat dice "L'accordo di Pomigliano non viola la Costituzione, si sta solo cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". E ancora: "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi"
FIRENZE - Ha difeso a spada tratta la legittimità dell'accordo di Pomigliano che, ha ribadito, "non azzera alcun diritto costituzionale": l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, intervenendo a un convegno della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, a Firenze, si è mostrato molto critico nei confronti degli accordi vigenti in materia di lavoro, e non solo in Italia, e non ha risparmiato critiche durissime agli oppositori dei piani del gruppo automobilistico. "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi", ha detto.Marchionne ha anche stigmatizzato gli episodi di violenza avvenuti negli ultimi giorni: "Il paese ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti. E' difficile andare in giro per il mondo a spiegare cosa succede in Italia. E' vergognoso".
Pomigliano e la Costituzione. "L'accordo di Pomigliano non sta azzerando nessun diritto costituzionale, lo posso garantire", ha rilevato Marchionne, commentando l'intervista a Pietro Ichino su Repubblica 1 (anche Ichino sostiene la legittimità dell'accordo). "La Fiat - ha proseguito Marchionne - non ha mai tirato in ballo la Costituzione". Marchionne ha sottolineato che si sta "cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". Nell'intervento al convegno, Marchionne si è soffermato sulle ragioni di Fabbrica Italia: "Non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha assicurato.
No alla violenza: serve convergenza. Nel suo intervento, Marchionne ha condannato con fermezza ''gli episodi di violenza che si sono verificati in questi giorni". "Dobbiamo prendere le distanze - ha detto - tutti quanti, da una cultura disastrosa che alza la tensione sociale e nega il dialogo''. ''Questa - ha insistito Marchionne - è una cultura che non ci appartiene e che serve solo a distruggere ciò che di buono stiamo tentando di costruire''. Al contrario, secondo l'ad della Fiat, ''oggi c'è bisogno di una convergenza forte, la più ampia possibile, che veda insieme tutte le forze positive di cui l'Italia dispone. C'è bisogno di condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici, in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale''. Dunque, ha concluso Marchionne, ''questo è il momento di accettare il cambiamento come la possibilità per creare una base di ripartenza sana, come un'occasione per iniziare a costruire insieme il Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni''.
"Fabbrica Italia non nasce per convenienza". Fabbrica Italia "non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha affermato Marchionne, rivelando che spiegare il senso dell'iniziativa agli analisti finanziari "è stata una delle cose più difficili" che ha dovuto fare negli ultimi tempi. "Le logiche economiche e finanziarie - ha proseguito l'ad della Fiat - ci spingerebbero verso altre scelte e verso altri paesi che offrono condizioni più vantaggiose e maggiori certezze. Ma credo che la Fiat abbia il dovere di guardare prima di tutto all'Italia, per quello che ha sempre rappresentato e per quello che significa ancora oggi per il Paese".
Buste paghe bizantine. L'ad della Fiat non ha risparmiato critiche anche più dure del solito a chi sostiene l'attuale sistema legislativo e di accordi in materia di lavoro: "In Europa si sta esternalizzando il welfare a carico delle aziende. Guardate il conto dell'Inps e chi sta pagando veramente la Cig". "Vi pare possibile - ha aggiunto - Noi investiamo 20 miliardi in Italia e poi prendiamo anche gli schiaffi?". "Leggere una busta paga, oggi, è un esercizio bizantino - ha proseguito Marchionne, continuando a difendere l'accordo di Pomigliano - L'elenco delle voci retributive, molte delle quali spesso incomprensibili agli stessi lavoratori, è il risultato di 40 anni di accordi, grandi e piccoli, che si sono sovrapposti. Quello che abbiamo fatto è stato semplificare l'apparato normativo che genera la busta paga, lasciando ovviamente invariata la parte retributiva".
Dati negativi ampiamente attesi. Marchionne ha anche commentato, rispondendo alle domande dei giornalisti, gli ultimi dati economici, molto negativi per l'auto, 2 sostenendo che "il dato era totalmente atteso ed in linea con le previsioni". "Il mercato - ha proseguito Marchionne - sta cercando di trovare stabilità. Finché non finisce questo processo di riallineamento tra domanda e offerta resteremo così. A soffrire naturalmente sono le parti basse della gamma, i segmenti A e B". Per Marchionne il dato "Era prevedibile, era aspettato, lo abbiamo incluso nelle nostre previsioni per l'anno. Per l'ad di Fiat, "Per avere una ripresa bisogna aspettare probabilmente l'inizio del 2011".
Alla domanda dei giornalisti di un commento alla notizia secondo la quale lunedì il premier Berlusconi nominerebbe finalmente il nuovo ministro per lo Sviluppo Economico, Marchionne ha risposto: "Il ministro dello Sviluppo Economico? Lo aspettiamo come lo aspetta lei".
(02 ottobre 2010)
http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ef=HREC1-2