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La Produttività: un esempio

MessaggioInviato: 28/08/2010, 20:45
da franz
Dal blog di noisefromamerika, dove sono da tempo impegnati nella diffusione di un libro ferocemente anti-tremonti (Tremonti, istruzioni per il disuso) ecco uno spunto per una discussione sulla competitività, in occasione della presentazione del libro alla festa dell'unità di Alessandria, ieri.
Raccomando il libro, che ho letto e fatto leggere, ma se fosse troppo, almeno questo thread.
Franz


La produttività: un esempio, di giulio zanella, 28 Agosto 2010
Un estemporaneo appunto di viaggio, un insignificante episodio che però significa molto.
http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1992

Ieri sera io e Alberto abbiamo presentato il libro alla Festa del PD ad Alessandria. Ad ascoltarci è venuto anche (appositamente, da Milano!) un coraggioso collaboratore di nFA. Sono ripartito con due pesanti scatoloni pieni di copie del libro. No, non era la differenza tra le vendite attese e le vendite effettive (abbiamo venduto tre copie, come ci aspettavamo).

Dovete sapere che da due mesi circolano per l'Italia questi scatoloni, che contengono le copie destinate ai sostenitori della Fondazione. Per metterci sopra almeno tre firme (la mia, quella di Alberto e quella di Michele) i pesanti pacchi hanno viaggiato da Napoli alle Dolomiti, poi a Venezia, poi ad Alessandria (dove hanno rischiato di arrivare in moto) e adesso me le sono riportate a Bologna.

Stamattina, tornando da Alessandria, sono sceso dal treno con questi due pesanti pacconi, al binario 6. Sapete com'è fatta la stazione di Bologna: devi prendere il sottopassaggio per arrivare all'uscita se non sei già sul primo binario. Quindi ho fatto la cosa normale: ho cercato l'ascensore sul binario per scendere giù, dove avrei trovato l'ascensore corrispondente per risalire su e non farmi venire l'ernia al disco. Trovato l'ascensore mi accosto e premo il pulsante: mi riprende una dipendente di Trenitalia: "No! Deve usare quello dietro, questo è per i disabili soltanto". Ah, ok, procedo tre metri sul binario, dove trovo l'ascensore per tutti. Premo il pulsante. Mi ri-riprende la dipendente: "No! Deve aspettare l'addetto, che ha visto e sta arrivando dal binario 8." Ok, aspetto (e penso che meno male non c'era un treno in sosta al binario 7 se no l'addetto non mi avrebbe visto!).

Mentre aspetto l'addetto chiedo alla dipendente: "Perché non posso usare l'ascensore da solo?" Non mi risponde e se ne va. La domanda era in buona fede, dev'esserci qualche motivo di sicurezza, avevo pensato. Dopo tre minuti si aprono finalmente le porte dell'ascensore, con l'addetto dentro. Saluto, salgo sopra, ringrazio. Mentre il lento ascensore scende chiedo all'addetto: "Perché non posso usare l'ascensore da solo?". "Non lo so", risponde. Provo a dare un input: "È per motivi di sicurezza?". "Non lo so", risponde. Ho capito, ma non glielo dico che non è mica colpa sua.

Che cosa ho capito? Questa è la morale. Non posso usarlo da solo quell'ascensore (come invece si può fare in altre stazioni e in tutti gli aeroporti) perché se no lui non ha niente da fare. Badate che non sto dicendo che questo è un lavoratore inutile che deve rimanere disoccupato. Sto dicendo che questa è una risorsa umana impiegata in modo pessimo.

Cosa c'entra questo con la produttività? C'entra perché ieri sera durante la presentazione del libro io e Alberto ci siamo resi conto che c'è una fondamentale confusione in Italia (o nella sinistra, per lo meno) su questo tema. Noi dicevamo "il problema è la produttivita' che non cresce da 15 anni, bisogna fa crescere la produttivita'", loro capivano "il problema è la produttività che non cresce da 15 anni, bisogna spremere i lavoratori." Abbiamo provato a spiegare che in un paese inefficiente come l'Italia la produttività si fa crescere migliorando l'organizzazione della produzione, la pubblica amministrazione (scuola, università, giustizia, servizi amministrativi, burocrazia), gli incentivi, la concorrenza, eccetera. Tutto quello che chiamiamo TFP (total factor productivity), insomma.

L'addetto all'ascensore può essere impiegato in maniera molto più produttiva e molto piu' gratificante per lui (che è una cosa molto importante), magari in un'altra occupazione, e gli ascensori possono essere operati dagli utenti più rapidamente e più convenientemente (ne scenderà di gente con pacchi pesanti dai treni a Bologna!). Mettete insieme centinaia di migliaia di casi come questi et voila': la produttività che in Italia non cresce.

E non ditemi che queste "altre occupazioni" non esistono e che questo è il male minore: il modello superfisso è bandito su nFA.

Conclusione: il libro arriverà.

Re: La Produttività: un esempio

MessaggioInviato: 28/08/2010, 21:14
da ranvit
Mamma mia! Vorresti quindi licenziare il povero ascensorista? :lol: Apriti cielo!

Re: La Produttività: un esempio

MessaggioInviato: 28/08/2010, 22:03
da franz
ranvit ha scritto:Mamma mia! Vorresti quindi licenziare il povero ascensorista? :lol: Apriti cielo!

Si vorrebbe fargli fare qualche cosa di meglio ;)
Per lui e per tutti.
Franz

Re: La Produttività: un esempio

MessaggioInviato: 28/08/2010, 23:04
da pierodm
Se il massimo dell'orgasmo è licenziare, si potrebbe licenziare colui che organizza il lavoro nella stazione.

Sono contento, comunque, di vedere che a mano a mano si moltiplicano le opinioni nelle quali si mette in evidenza la complessità e la necessità di agire sull'intero sistema - come con ovvietà ho sostenuto nelle discussioni di questo periodo, quasi con le stesse parole: abbiamo provato a spiegare che in un paese inefficiente come l'Italia la produttività si fa crescere migliorando l'organizzazione della produzione, la pubblica amministrazione (scuola, università, giustizia, servizi amministrativi, burocrazia), gli incentivi, la concorrenza, eccetera.

Re: La Produttività: un esempio

MessaggioInviato: 29/08/2010, 7:41
da Loredana Poncini
Trovo poco produttivo, nel 2010, portare dei pacconi di libri qua e là, per stazioni, aeroporti ed in moto, mentre si vuol tramettere l'idea che siamo bloccati da vecchi Tremonti che sono vecchi come il millennio in cui son nati!
Benededetti neo-economisti (simpaticissimi nel loro sito !9 , ma poco economici nel loro agire...
In quanto al lavoro dell'addetto all'ascensore, non è detto che il suo lavoro non faccia parte di un sistema di si siscurezza che dopo la strage avvenuta alla stazione di Bologna mi pare spiegabilissimo !
Forse l'addetto all'ascensore non ha rispoto alla domanda per il semplice motivo che non aveva voglia di rinvangare la tragedia provocata da un "pacco" abbandonato !
Ecco un piccolo esempio dei limiti di un razionalismo economicistico astorico ! :)