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Boicottiamo la Mondadori

MessaggioInviato: 21/08/2010, 15:20
da soniadf
Oggi, su Repubblica, è apparso l’articolo di un autore della Mondadori, che esprime il suo imbarazzo e i suoi dubbi etici nel far parte di una azienda che si è fatta confezionare una legge per sottrarre al fisco più di 300 milioni di euro.
Lo stesso autore lancia un appello agli altri numerosi e famosissimi autori della stessa casa editrice ad esprimersi su quanto accaduto.
Io penso che nella cosidetta “mobilitazione” di settembre, un capitolo vada senz’altro dedicato a lanciare dappertutto questo boicottaggio civile, che ricorda, è vero, l’appello di Berlusconi a non fare pubblicità su certi giornali, salvo che, in questo caso, una legge sottrae al fisco milioni di euro e una casa editrice alle regole della concorrenza.
Per non parlare dell’acquisizione truffaldina della stessa casa editrice, attraverso una conclamata corruzione di giudici.
Lanciamo un appello perché gli autori disdicano i contratti e i consumatori non acquistino i prodotti.
Anche solo parlarne può danneggiarli e aprire qualche spiraglio di luce su queste vergognose vicende, abilmente occultate nelle pieghe dell’informazione.

Soniadf

Re: Boicottiamo la Mondadori

MessaggioInviato: 23/08/2010, 12:12
da Gab
Certo che se la coscienza dei vari Corrado Augias, Pietro Citati, Federico Rampini, Roberto Saviano, Nadia Fusini, Piergiorgio Odifreddi, Michela Marzano ... li inducesse a fare il passo di lasciare la Mondadori allora si che potremmo dire che finalmente anche gli intellettuali incominciano a fare la loro parte!

In fondo uno straccio di editore con quei nomi lo troverebbero comunque.

Gab

Io, autore Mondadori e lo scandalo "ad aziendam"
di VITO MANCUSO

Da quando ho letto l'articolo di Massimo Giannini giovedì scorso 19 agosto non ho potuto smettere di pensarci. Ho provato a fare altro e a concentrarmi sul mio lavoro, ma dato che in questi giorni esso consiste proprio nella stesura del nuovo libro che a breve dovrei consegnare alla Mondadori, mi è sempre risultato impossibile distogliere dalla mente i pensieri abbastanza cupi che vi si affacciavano. La domanda era sempre quella: come posso adesso, se quello che scrive Giannini corrisponde al vero, continuare a pubblicare con la Mondadori e rimanere a posto con la mia coscienza? Come posso fondare il mio pensiero sul bene e sulla giustizia, e poi contribuire al programma editoriale di un'azienda che a quanto pare, godendo di favori parlamentari ed extra-parlamentari, pagherebbe al fisco solo una minima parte (8,6 milioni versati) di un antico ed enorme debito (350 milioni dovuti)? Come posso fare dell'etica la stella polare della mia teologia e poi pubblicare i miei libri con un'azienda che non solo dell'etica ma anche del diritto mostrerebbe, in questo caso, una concezione alquanto singolare?

Io sono legato da tempo alla Mondadori, era il 1997 quando vi entrai come consulente editoriale della saggistica fondandovi una collana di religione e spiritualità, poi nel 2002 ebbi l'onore di diventarne autore quando il comitato editoriale accettò il mio saggio sull'handicap come problema teologico, onore ripetuto nel 2005 e nel 2009 con altri due libri.

Conosco bene i cinque piani di palazzo Niemeyer a Segrate, gli uffici open-space, i corridoi interminabili dove si incontra chiunque (scrittori, politici, cantanti, calciatori, scienziati, matematici, preti, comici...), la mensa dove per parlare con il vicino spesso bisogna gridare, il ristorantino vip, lo spaccio dove si comprano i libri a metà prezzo, le redazioni dei settimanali e dei femminili, l'auditorium dove presentavo ai venditori i libri in uscita e di recente il libro che sto scrivendo. So dove si trovano le macchinette del caffè, luogo di ritrovi e di battute, e di gara con gli amici a chi mette per primo la monetina. Ecco, gli amici. Impossibile per me parlare della Mondadori e non rivedere i loro volti e non provare ancora una volta ammirazione e stima per la loro professionalità. Perché questo anzitutto la Mondadori è: una grande azienda di brillanti professionisti. Del resto a parlare sono i titoli e i fatturati, sono i lettori italiani che continuano a premiare con le loro scelte il lavoro di un'editrice che va avanti dal 1907. Un lavoro in grado di vincere anche in qualità, basti pensare alla collezione dei Meridiani, ai Meridiani dello Spirito, ai classici greci e latini della Fondazione Valla. E se uno avesse dei dubbi, prenda in mano il catalogo degli Oscar e di sicuro gli passeranno, perché si ritroverà tra le mani una vera e propria enciclopedia della scienza editoriale in compendio.

Per questo il mio dubbio, dopo l'articolo di Giannini, è pesante. Leggendo ho appreso che non si tratta più di accettare una proprietà che può piacere oppure no ma che non ha nulla a che fare con le scelte editoriali, cioè con l'azienda nella sua essenza. Stavolta è la Mondadori in quanto tale a essere coinvolta, non solo il suo proprietario per i soliti motivi che non hanno nulla a che fare con l'editoria libraria. Quindi stavolta come autore non posso più dire a me stesso che l'editrice in quanto tale non c'entra nulla con gli affari politici e giudiziari del suo proprietario, perché ora l'editrice c'entra, eccome se c'entra, se è vero che di 350 milioni dovuti al fisco ne viene a pagare solo 8,6 dopo quasi vent'anni, e senza neppure un euro di interesse per il ritardo, interessi che invece a un normale cittadino nessuno defalca se non paga nei tempi dovuti il bollo auto, il canone tv o uno degli altri bollettini a tutti noti.

Eccomi quindi qui con la coscienza in tempesta: da un lato il poter far parte di un programma editoriale di prima qualità venendo anche ben retribuito, dall'altro il non voler avere nulla a che fare con chi speculerebbe sugli appoggi politici di cui gode. Da un lato un debito di riconoscenza per l'editrice che ha avuto fiducia in me quando ero sconosciuto, dall'altro il dovere civico di contrastare un'inedita legge ad aziendam che si sommerebbe alle 36 leggi ad personam già confezionate per l'attuale primo ministro (riprendo il numero delle leggi dall'articolo di Giannini e mi scuso per il latino ipermaccheronico "ad aziendam", ma ho preso atto che oggi si dice così). A tutto questo si aggiunge lo stupore per il fatto che il Corriere della Sera, gruppo Rizzoli principale concorrente Mondadori, finora abbia dedicato una notizia di poche righe alla questione: come mai?

Nella mia incertezza ho deciso di scrivere questo articolo. Spero infatti che a seguito di esso qualcuno tra i dirigenti della Mondadori possa spiegare pubblicamente cosa c'è che non va nell'articolo di Giannini, perché e in che cosa esagera e non corrisponde a verità. Io sarei il primo a gioirne. Spero inoltre che anche altri autori Mondadori che scrivono su questo giornale possano dire come la pensano e cosa rispondono alla loro coscienza. Sto parlando di firme come Corrado Augias, Pietro Citati, Federico Rampini, Roberto Saviano, Nadia Fusini, Piergiorgio Odifreddi, Michela Marzano... Se poi allarghiamo il tiro alle editrici controllate interamente dalla Mondadori (il che, in questo caso, mi pare oggettivamente doveroso) arriviamo all'Einaudi e a nomi come Eugenio Scalfari, Gustavo Zagrebelsky, Adriano Prosperi... Sono tutte personalità di grande spessore e per questo sarei loro riconoscente se contribuissero a risolvere qualcuno dei dubbi sollevati da questa inedita legge ad aziendam nella coscienza di un autore del Gruppo Mondadori.

Re: Boicottiamo la Mondadori

MessaggioInviato: 23/08/2010, 12:29
da Gab
Intanto vi sono le prime defezioni!

da corriere.it ha scritto:..
Corrado Augias, che del suo rapporto con Mondadori vuole parlare con il pubblico di Mantova, dove presenterà il suo nuovo libro I segreti del Vaticano, ha dei dubbi anche sull'efficacia di una fuga di massa da Mondadori: «Certo, l'uscita di dieci autori porterebbe un danno economico all'azienda, ma credo che non sposterebbe molto dal punto di vista della democrazia. Il vero problema è il conflitto di interessi, anche perché ancora oggi molte persone non sanno esattamente di che cosa stiamo parlando».


Non sposterebbe molto dal punto di vista della democrazia?????
Intanto caro Augias incomincia a fare la tua parte di rottura forte e violenta come fa' da tempo chi vuole rappresentarci tutti, poi il risultato finale in termini di democrazia lo valuteremo dopo.

Gab