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La morale "fai da te" - editoriale del numero di F.C.

MessaggioInviato: 03/08/2010, 19:35
da lucameni
Non a caso il settimanale dei paolini è stato accusato di essere "comunista" e scaricato dalle stesse gerarchie ecclesiastiche.


http://www.famigliacristiana.it/Informa ... da-te.aspx

La morale "fai da te"

Anticipiamo l'editoriale del numero di Famiglia Cristiana in edicola giovedì 5 agosto: "Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Stupisce la mancata indignazione della gente".

03/08/2010

La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè – undici anni prima di Mani pulite – l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo. La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più.

Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza.

Se è vero, come ha detto il presidente del Senato Renato Schifani, che «la legalità è un imperativo categorico per tutti, e in primo luogo per i politici, e nessuno ha l’esclusiva», è altrettanto indubbio che c’è, anche ad alti livelli, un’allergia alla legalità e al rispetto delle norme democratiche che regolano la convivenza civile. Lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni. L’appello alla legittimazione del voto popolare non è lasciapassare all’illegalità. Ci si accanisce, invece, contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali. Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in “servitori”. Semplici esecutori dei voleri del capo. Quali che siano. Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il “dominus” assoluto.

Che ne sarà del Paese, dopo la rottura avvenuta tra Berlusconi e Fini? La scossa sarà salutare solo se si tornerà a fare “vera” politica. Quella, cioè, che ha a cuore i concreti problemi delle famiglie: dalla disoccupazione giovanile alla crescente povertà. Bisogna avere l’umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale. Soprattutto se si aspira alle più alte cariche dello Stato. Giustamente, i vescovi parlano di «emergenza educativa». Preoccupati, tra l’altro, dalla difficoltà di trasmettere alle nuove generazioni valori, comportamenti e stili di vita eticamente fondati.

Contro l’impotenza morale del Paese, il presidente Napolitano ha invocato i «validi anticorpi» di cui ancora dispone la nostra democrazia e la collettività. Famiglia, scuola e, soprattutto, mondo ecclesiale sono i primi a essere chiamati a dare esempi di coerenza e a combattere il male con più forza. Anche di questo si dibatterà a Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre, nella 46ª edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani. Dei 900 delegati, 200 sono giovani. Una scelta. Un investimento. Un piccolo segnale di speranza.

Re: La morale "fai da te" - editoriale del numero di F.C.

MessaggioInviato: 05/08/2010, 9:13
da franz
famigliacristiana ha scritto:La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più.

Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza.

A mio avviso Famigliacristiana, fatto 30, avrebbe potuto anche fare 31 e realizzare che la tracimazione del malaffare verso l'intera società di cui parla non è fenomeno nuovo ma ha radici nel dopoguerra democristiano (e qui quel settimanale mi pare sia sempre stato cieco e zitto). Le politiche clientelari messe in atto dalla DC hanno infatti due fronti: da un lato il politico che dispensa favori, posti di lavoro, pensioni di finta invalidità. Dall'altro centinaia di migliaia di "clientes" che ricevono prestazioni non sulla base del merito ma della conoscenza piu' o meno diretta del politico (sotto l'espicito contratto di voto di scambio). Ma il rappporto numerico è di un (politico) a molti (cittadini) e questo ha significato fin dagli anni 60 quel travaso nella società che l'ha corrotta a fondo. Quello che conta è che l'intercessione del potente ha scavalcato la logica del merito, nei concorsi, nelle università, nei posti pubblici, per avere la pensione, un reddito. Per non parlare poi degli aiuti di stato a particolari aziende, che anche loro hanno spianato la strada alla mentalità dell'aiuto agli amici degli amici (in cambio ovviamente di qualche cosa).

Qui nasce la "morale fai da te". E siccome non esistono pasti gratis, quando il sistema non è stato piu' in grado di stare in piedi visto l'enorme debito pubblico che generava, è caduta la prima repubblica (anche come conseguenza della caduta del muro). La seconda poteva anche avere tutte le migliori intenzioni del mondo (e per me non è detto che le avesse) ma di fatto poggiava su una base ormai corrotta, che continava a reclamare favori, posti, finte pensioni, vere pensioni di anzianità, agevolazioni nei concorsi, appalti truccati. Come tanti uccellini nel nido con la bocca spalancata, chiedevano a gran voce il cibo che avevano sempre ricevuto (chiamandoli in alcuni casi "diritti acquisiti").

A mio avviso si è anche sbagliato a scambiare la reazione popolare a tangentopoli (il popolo dei fax) per un vasto movimento di reazione, di non rassegnazione. Probabilmente quella che sembrava la cima (assai visibile ed agitata) di un iceberg aveva poco o nulla sotto. Anche la stagione dei referendum di Segni degli anni 90, che diedero vita alla seconda repubblica (abolizione quota porzionale al senato, delle preferenze alla camera, maggioritario nei comuni sotto i 5000) videro a conti fatti circa 27 milioni di SI su 47 milioni di iscritti alle liste. Il SI fu il 57% del corpo elettorale ma c'era già un 43% che dormiva rassegnato. Mi sa che oggi, a venti anni di distanza le parti si sono invertite ma è chiaro che il fenomeno era iniziato da tempo.
Questo Famiglia Cristiana, che ne sia consapevole o no, non lo dice.

Una cosa sulla morale fai da te. Dice FC: "Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza.".
Chiarito che è stata la stessa DC (da sola o in governo con altri) a creare il fenomeno qui descritto, quello che è grave secondo me è che l'interesse individuale (o del gruppo, grande o piccolo) è stato promosso non sulla base del merito ma sulla base del clientelismo e delle conoscenze. Questo perché la DC aveva un suo interesse particolare che era quello di continuare a governare. In una visione liberaldemocratica non c'è nulla di male se ognuno (individuo o gruppo) persegue il suo interesse particolare. È proprio della visione liberale, della sua teoria, identificare il bene comune proprio dall'interazione degli interessi individuali (la famosa "mano invisibile"). Questo pero' - non è un mistero - cozza contro la visione ideale politica cattolica (sempre al governo) e socialista (al governo per alcuni decenni insieme alla DC). I governi DC e del CAF hanno quindi loro piegato la realtà verso criteri di utilità, interessi e convenienza (il proseguimento del loro potere) e lo hanno fatto costruendo ed amplificando un sistema in cui gli interessi particolari erano filtrati e coinvogliati tramite clientele, scavalcando la legge e i diritti degli altri. Lo hanno fatto in barba al diritto. Questa è la parte grave (che FC tace). Le finte pensioni, i finti concorsi, gli appalti truccati, la corruzione, il malaffare, le raccomandazioni. Sono tutti casi in cui per affermare gli interessi di alcuni si infrangono le regole, si scavalcano altri che meriterebbero di piu'. In questo senso ha ragione chi dice che è stata costruita una società illiberale.
Ma anche questo Famiglia Cristiana non si sogna nememno di dirlo.

Franz

Re: La morale "fai da te" - editoriale del numero di F.C.

MessaggioInviato: 05/08/2010, 14:27
da lucameni
Vabbè ma non si può nemmeno imputare ai paolini, nelle strette di un articolo di fondo che per forza di cose si occupa dell' attualità più contingente, tutta questa mancanza di autocritica.
E' semmai una critica dura, questa si.
Le considerazioni in merito alla DC, a certa cultura e ad interessate omissioni possono essere più che legittime, anzi doverose.
Stesse considerazioni che ritengo siano da farsi a sinistra per aspetti simili o parimenti importanti.
Autocritica e analisi della propria storia sono importanti per capire dove si vuole andare a parare nel futuro.
Ma a me pare già molto positivo, nel silenzio e nel giustificazionismo dei vertici CEI e vaticani, che dal mondo cattolico si levi una voce di schifo.
Il che non vuol dire che non siano necessarie altre considerazioni e magari anche recriminazioni.
Penso solo che nell'Italia del 2010 una presa di posizione intransigente, anche se può apparire meno credibile visti i precedenti, sia comunque importante.