E Fini crea Azione nazionale

da ilgiornale.it :
Roma -
Oggi parla lui. Messo alla porta, proverà a rientrare dalla finestra. L'atteso discorso del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è in programma questo pomeriggio alle 15 all’hotel Minerva di Roma. Dopo la rottura finale di ieri sera tra Berlusconi e Fini il presidente della Camera si prepara a dare vita a gruppi autonomi. E, nonostante l'invito del presidente del Consiglio, dice di non voler lasciare la guida di Montecitorio.
Il nuovo gruppo
C'è attesa per conoscere il nome del nuovo gruppo: "Nazione e libertà" o "Azione nazionale"? Si deciderà tra questi due. Non è stato preso in considerazione il nome "Generazione Italia" perché non tutti i parlamentari finiani, com'è noto, sono vicini all’area organizzata da Italo Bocchino. Il nome del nuovo gruppo alla Camera sarà annunciato nel pomeriggio nell’aula di Montecitorio, mentre al Senato al momento non si è raggiunto il numero di 10 senatori necessario alla costituzione del gruppo a Palazzo Madama. Favorito Azione nazionale per mantenere la sigla An.
Numeri a Montecitorio
Alla Camera il gruppo dei finiani potrebbe raccogliere oltre 30 adesioni, un numero tale da creare notevoli difficoltà al governo, mentre a Palazzo Madama arriverebbe a 14 senatori. Il Pdl conta ora 271 deputati che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora dei finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati. Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati. Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l’Italia, sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche. Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente. L’Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo.
Berlusconi vede la Lega
Silvio Belusconi, dopo aver presenziato il Consiglio dei ministri, sta incontrando a Palazzo Chigi i vertici della Lega. Il premier è a colloquio, secondo quanto riferiscono fonti governative, con Umberto Bossi e Roberto Calderoli. All'uscita Bossi esclude l’ipotesi di elezioni anticipate e lo fa con il suo tradizionale modo diretto di esprimersi: quando i giornalisti in Transatlantico gli chiedono se la rottura tra Berlusconi e Fini possa portare al voto anticipate il leader della Lega mostra il dito medio. Quindi sul divorzio tra i due cofondatori del Pdl Bossi dice: "Speriamo che tutti e due usino il cervello e il cuore".
La squadra di governo
"Gli amici di Fini al governo lavorano bene, non ho dubbi sulla loro lealtà e non ho ragione di modificare la squadra di governo. Quindi si prosegue così". A margine del consiglio dei ministri, il premier ha ripetuto al ministro Andrea Ronchi il concetto già espresso ieri quando, annunciando alla stampa la rottura con Fini, aveva spiegato che sulla permanenza dei finiani al governo avrebbe deciso il governo, ma per quanto lo riguardava personalmente non avrebbe avuto difficoltà a continuare la collaborazione con i "validi ministri" finiani.
Roma -
Oggi parla lui. Messo alla porta, proverà a rientrare dalla finestra. L'atteso discorso del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è in programma questo pomeriggio alle 15 all’hotel Minerva di Roma. Dopo la rottura finale di ieri sera tra Berlusconi e Fini il presidente della Camera si prepara a dare vita a gruppi autonomi. E, nonostante l'invito del presidente del Consiglio, dice di non voler lasciare la guida di Montecitorio.
Il nuovo gruppo
C'è attesa per conoscere il nome del nuovo gruppo: "Nazione e libertà" o "Azione nazionale"? Si deciderà tra questi due. Non è stato preso in considerazione il nome "Generazione Italia" perché non tutti i parlamentari finiani, com'è noto, sono vicini all’area organizzata da Italo Bocchino. Il nome del nuovo gruppo alla Camera sarà annunciato nel pomeriggio nell’aula di Montecitorio, mentre al Senato al momento non si è raggiunto il numero di 10 senatori necessario alla costituzione del gruppo a Palazzo Madama. Favorito Azione nazionale per mantenere la sigla An.
Numeri a Montecitorio
Alla Camera il gruppo dei finiani potrebbe raccogliere oltre 30 adesioni, un numero tale da creare notevoli difficoltà al governo, mentre a Palazzo Madama arriverebbe a 14 senatori. Il Pdl conta ora 271 deputati che scenderebbero a circa 240 se si confermasse la diaspora dei finiani. Considerato che gli alleati della Lega Nord contano 59 deputati, il rimanente Pdl più la sola Lega non riuscirebbe a raggiungere la maggioranza assoluta a Montecitorio, che è di 316 deputati. Di vitale importanza per il governo, se volesse fare a meno dei finiani, diventerebbe quindi confermare ed eventualmente ottenere nuovi consensi nel gruppo Misto, che comprende 31 deputati. Di questi otto sono del partito di Francesco Rutelli, Alleanza per l’Italia, sei del Partito liberale italiano, tre dei Repubblicani regionalisti, 4 dei Liberal democratici, 5 del Movimento per le Autonomia e 3 delle minoranze linguistiche. Ci sono infine due deputati non iscritti ad alcuna componente. L’Mpa ed altri 5 deputati del misto hanno finora sostenuto il governo.
Berlusconi vede la Lega
Silvio Belusconi, dopo aver presenziato il Consiglio dei ministri, sta incontrando a Palazzo Chigi i vertici della Lega. Il premier è a colloquio, secondo quanto riferiscono fonti governative, con Umberto Bossi e Roberto Calderoli. All'uscita Bossi esclude l’ipotesi di elezioni anticipate e lo fa con il suo tradizionale modo diretto di esprimersi: quando i giornalisti in Transatlantico gli chiedono se la rottura tra Berlusconi e Fini possa portare al voto anticipate il leader della Lega mostra il dito medio. Quindi sul divorzio tra i due cofondatori del Pdl Bossi dice: "Speriamo che tutti e due usino il cervello e il cuore".
La squadra di governo
"Gli amici di Fini al governo lavorano bene, non ho dubbi sulla loro lealtà e non ho ragione di modificare la squadra di governo. Quindi si prosegue così". A margine del consiglio dei ministri, il premier ha ripetuto al ministro Andrea Ronchi il concetto già espresso ieri quando, annunciando alla stampa la rottura con Fini, aveva spiegato che sulla permanenza dei finiani al governo avrebbe deciso il governo, ma per quanto lo riguardava personalmente non avrebbe avuto difficoltà a continuare la collaborazione con i "validi ministri" finiani.