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Se il Pdl diventa il Pil...

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Se il Pdl diventa il Pil...

Messaggioda ranvit il 29/07/2010, 17:14

http://www.repubblica.it/rubriche/busso ... ref=HREA-1


La cronaca politica scorre, sempre più tumultuosa, tutta dentro alla maggioranza. D'altronde, quel che avviene al di fuori di essa, oggi, conta poco. Basta leggere, a caso le notizie degli ultimi giorni. Il sottosegretario Cosentino si è dimesso. Come, prima di lui, due ministri: Scajola e Brancher. Quest'ultimo, prima ancora di entrare in carica. Il coordinatore del Pdl, Verdini, invece, è ancora al suo posto. Non si sa per quanto. Lui e Cosentino - ma ora anche il sottosegretario Caliendo - sono indagati. Accusati di avere agito in un comitato occulto - definito, non a caso, P3 - per condizionare le decisioni del CSM e, in generale, la vita politica. Senza porsi troppi scrupoli. A costo di screditare gli avversari politici. E non solo gli avversari. Visto che tra i bersagli più "bersagliati" incontriamo il governatore della Campania. Caldoro. Designato dal PdL. Eletto nelle liste del PdL. Dopo l'esclusione di Cosentino.

Appunto: Cosentino. Costretto a rinunciare a favore di Caldoro. Appunto. Contro cui la P3 ha tramato, per coprirlo di fango. Del PdL fanno parte anche Bocchino e Granata. I quali negli ultimi giorni hanno sostenuto - e ripetuto - che nel partito esiste una "questione morale". Da affrontare senza indulgenza. Suscitando la reazione di autorevoli leader del PdL. Ad esempio, La Russa. Loro compagno di partito. Oggi, nel PdL. Ma anche ieri, quando militavano, tutti insieme, in AN. La Russa è intervenuto, come altri esponenti del PdL. Per esempio, Lupi. Senza indulgenza. Appunto. Hanno invitato i probiviri del partito a occuparsi di loro. Non di Verdini e Cosentino. Ma di Bocchino e Granata. Appunto. E insieme a molti altri - Cicchitto, Bondi, Lupi, Gasparri: tutti del PdL (appunto) - hanno esortato Fini a lasciare la carica di Presidente della Camera. Magari, se possibile, anche il PdL. Dove è ritenuto, ormai, un corpo estraneo. Lo scrive il Giornale da mesi e mesi. Fini è un traditore. Eletto con i voti del PdL al Parlamento, ma anche alla Presidenza della Camera, ora agisce - e parla - come uno di sinistra. Mosso da rancore personale. Contro Berlusconi. E contro i suoi vecchi compagni (si fa per dire...) di AN. I suoi colonnelli, che 3 anni fa, quando il Cavaliere, dal predellino, lanciò il PdL, lo lasciarono solo. E passarono nell'esercito di Berlusconi. Così Fini fece buon viso a cattivo gioco. E divenne, a sua volta, socio fondatore del PdL. Per trasformarsi, presto, in un critico implacabile. Secondo Berlusconi: un capo corrente. E nel PdL le correnti non sono previste. A Berlusconi non piacciono. Anzi non le sopporta. D'altronde, non gli piace - e non sopporta - neppure Fini. Lo ha ripetuto molte volte, negli ultimi giorni. Senza troppa cautela. Sempre negli ultimi giorni, Giulio Tremonti, superministro dell'Economia, ha proseguito la sua faticosa lotta con i ministri del "suo" governo. E con i governatori e i sindaci, compresi quelli del "suo" partito. In nome del "rigore", del controllo dei conti e del bilancio. Anche se, dicono molti compagni di partito, Tremonti userebbe il rigore come un'arma per ricattare il ceto politico locale e centrale. O meglio: per rafforzare solo se stesso. Anche di fronte a Berlusconi. In fondo, dicono che il vero premier sia lui, Tremonti. E, per questo, è guardato con crescente insofferenza anche da Berlusconi.

In questa storia di conflitti politici quotidiani, tutta interna alla maggioranza, ma soprattutto al PdL (appunto), il partner più affidabile di Berlusconi è la Lega. Che non è afflitta da correnti e dissensi personali. Comanda solo uno, con la collaborazione dei suoi fedeli. Dopo di lui comanderanno i suoi figli. Eppure neanche la Lega appare affidabile come un tempo. Per esempio, di fronte agli scandali che investivano il ceto politico e i ministri del PdL non ha garantito a Berlusconi un sostegno convinto. Nella vicenda della legge sulle intercettazioni non ha eretto le barricate. Preoccupata di non farsi coinvolgere in faccende untuose, che ne potrebbero indebolire il ruolo di opposizione nel governo. D'altra parte, perché sputtanarsi mentre i sondaggi la danno in ulteriore crescita? Però, anche la Lega ha i suoi problemi. Il progetto federalista è contraddetto dall'opposizione dei sindaci e dei governatori. Che accusano il governo di svuotare, insieme alle risorse, anche l'autonomia degli enti locali. Così ricorre, anch'essa, alla strategia dell'annuncio. Bossi promette che IVA e IRPEF passeranno, presto, sotto il controllo di Comuni e Regioni. Ma poi Calderoli smentisce. Il suo leader non ha mai detto nulla di tutto ciò. Hanno capito male i giornalisti. Sempre loro. I Nemici del governo e della maggioranza.
Bossi e la Lega, poi, si inquietano ogni volta che Berlusconi dialoga con Casini e l'UdC. Perdono le staffe. E minacciano: noi o loro. Il Nord o il Centro.

Temo che i lettori si saranno stancati di fronte a questa rassegna di notizie degli ultimi giorni. Eppure consumate. Perché le notizie politiche girano su se stesse. Sempre nuove. E sempre vecchie. Cambiano e si ripetono. Sempre uguali. I fatti, gli eventi, insieme ai nomi. Cosentino, Caldoro, Bondi, Cicchitto, Granata, Verdini, Brancher, Calderoli, Maroni, Scajola, Formigoni, Bocchino, Lupi, Gasparri, La Russa. E, ancora, Fini, Schifani, Bossi, Tremonti. Berlusconi. Sempre gli stessi. Protagonisti, comparse e comprimari - a seconda delle occasioni - di conflitti incrociati. Perenni. Che si riproducono lungo linee di demarcazione non troppo rigide, non sempre chiare. Perché, in politica, da tempo tutto avviene dentro i confini della maggioranza. L'altro versante resta perlopiù nell'ombra. Al massimo partecipa ai conflitti del centrodestra. Tifa per Fini oppure asseconda le polemiche interne al PdL. Dove tutto evoca una vita spericolata, per citare un noto osservatore della vita politica e sociale, Vasco Rossi. "Ognuno a rincorrere i suoi guai. Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso e ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi."

In questo Paese, dove la virtù più praticata è l'arte di arrangiarsi, dove ognuno antepone a tutto il resto gli interessi personali e della propria famiglia, del proprio borgo, della propria fazione e frazione. Nessun dubbio. Questa maggioranza costituisce l'unica, vera rappresentanza possibile. Più che il PdL, il PIL. Più Che il Popolo della Libertà: un "Popolo in Libertà".
(28 luglio 2010)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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