La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Sta crollando il castello berlusconiano?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Sta crollando il castello berlusconiano?

Messaggioda franz il 11/07/2010, 9:56

Berlusconi pone la fiducia e dice ai suoi (ma quali?) che se perde si va tutti a casa.
Teme che i finiani lo incastrino ed invita l'UDC (che pero' smentisce) per avere forze nuove. Ha paura.
Bossi si mette di traverso e blocca l'UDC e Berlusconi si infuria.
Nel frattempo è proprio dalle regioni che sale la protesta per la manovra correttiva ... e non solo le ormai poche governate dal CS.
Insomma questa estate calda sembra regalarci il classico squallido spettacolo e promette un crollo, forse anche repentino, della coalizione che Berlusconi ha messo insieme.
Queste coalizioni (l'Unione fu un disastro e cadde dopo due anni) sono molto fragili.
Vedremo.
Franz


Stop Lega all'Udc, l'ira del premier
"Adesso ci si mette anche Bossi"

IL RETROSCENA
La rabbia del Cavaliere
" Ci si mette pure Bossi"

Berlusconi spiazzato, gelo con il Senatur dopo lo strappo della Lega sull'Udc: "Deve capire che servono forze nuove". Dietro lo stop del Carroccio la paura del federalismo in archivio
di CARMELO LOPAPA

ROMA - La tela con l'Udc che si lacera e il Cavaliere che perde la pazienza. È furente per lo strappo di Bossi, Silvio Berlusconi. Ci aveva lavorato con pazienza per settimane, la diplomazia di Gianni Letta, la mediazione della Curia romana. "Ma se ne riparlerà a ottobre, quanto si aprirà la partita sulla Finanziaria 2011 - si è confidato il premier Berlusconi con chi lo ha sentito a fine giornata, nella pausa week end lontano da Roma -. Umberto proverò a convincerlo io, certo questa poteva risparmiarmela, proprio in questa fase. Ci si mette pure lui. Non capisce che se si arriva alla rottura con Fini, quei voti di Pier conteranno, eccome?".

La trattativa, per il momento, si chiude qui. Azzoppata dalla mannaia leghista e dall'intransigenza del leader Udc. Ruggine che si aggiunge ad altra ruggine, nei rapporti tra Pdl e gli alleati del Carroccio, dopo l'imbarazzo creato appena due settimane fa dal caso Brancher, il ministro sponsorizzato proprio dalla Lega e poi costretto alle dimissioni, causa incombenze giudiziarie. Rapporti che si fanno tanto tesi tanto da convincere Berlusconi che forse sarà il caso di chiarire la faccenda con Bossi già oggi, al telefono.

Quel che il Senatur non confesserà al presidente del Consiglio però è il timore di fondo che ha indotto prima Maroni e poi lo stesso leader leghista a intervenire per uccidere sul nascere la trattativa con l'Udc. Il fatto è che l'eventuale rientro dei centristi entro il perimetro della maggioranza - raccontano i dirigenti del Carroccio - non sarebbe indolore. Intanto, perché Casini porrebbe sul piatto della bilancia, fin da subito, un ridimensionamento del potere del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Magari rivendicando un congelamento della riforma federalista. Bossi ricorda bene quel che accadde lo scorso 25 marzo alla Camera, quando in occasione del voto sul federalismo fiscale il Pd si è astenuto, l'Idv ha votato addirittura a favore, mentre Casini e i suoi hanno bocciato (unici con Rutelli) il ddl che sta più a cuore alla Lega. Ma dietro l'angolo dell'agganciamento dei centristi, il Carroccio teme pure le incognite nella corsa alla successione. Perché con "Pier" dentro, è evidente che assieme a Tremonti anche il leader Udc finirebbe nel bussolotto dei "papabili" del dopo-Berlusconi.

Il premier è più concreto e interessato all'oggi. E lo stop alla trattativa lascia l'amaro in bocca a lui e a tutto l'entourage che sogna ormai lo "smarcamento" da Fini. "Ma quale voto anticipato, come minaccia Maroni! La politica non si fa con gli altolà! La maggioranza trarrebbe solo giovamento da un supporto" protesta Osvaldo Napoli. Per adesso quel supporto centrista non ci sarà, riconosce con un pizzico di rassegnazione un ministro che con gli ex diccì ha una certa dimestichezza, come Gianfranco Rotondi: "Non resta che andare avanti con le forze in campo fino alla fine della legislatura. È destino che nella seconda repubblica non ci debbano esser due legislature consecutive con la stessa maggioranza, a Berlusconi toccherà sfatare anche questo tabù".

D'altro canto, nelle ultime ore anche dentro l'Udc il fronte ultra-cattolico inizia a rumoreggiare contro l'ingresso al governo. "Continuiamo a fare opposizione" intimano Carra e Pezzotta. "La situazione è drammatica ma avevamo detto che la via d'uscita era solo un governo di unità nazionale" ricorda Paola Binetti. E stando così le cose, chiosa Roberto Rao, braccio destro di Casini, "i rimpasti non ci riguardano, ognuno va per la propria strada".

Sulla scrivania del premier resta una pila di dossier. E si riapre quello sul coordinatore Denis Verdini, coinvolto anche nelle indagini sulla "nuova P2". I finiani, dopo la battaglia vinta su Brancher, lo attendono al varco anche qui. Non cita il coordinatore, ma Italo Bocchino si riferisce anche a lui quando sostiene che il premier dovrà promuovere "una verifica interna perché è evidente che gli uomini che ha messo alla guida del partito stanno tradendo il mandato ricevuto". Ma dopo il forfait del ministro dei 17 giorni, Berlusconi fa sapere che non offrirà ancora una volta il fianco agli avversari.

Per non dire delle manovre più o meno alla luce del sole dei "pupilli" Gelmini, Frattini, Prestigiacomo e Carfagna. Nonostante gli strali del premier contro il correntismo rampante, le tre ministre hanno tenuto ieri a Siracusa la kermesse della loro fondazione "Liberamente". Il presidente del Consiglio ha snobbato l'iniziativa, nessuna telefonata. Piuttosto, ha inviato il suo messaggio audio con affondo sulla libertà di stampa ai "Promotori della libertà" della Brambilla, avversaria giurata dei quattro. Chiaro l'intento - sostiene un ministro ex forzista - di oscurare chi è troppo impegnato a ragionare del dopo-Berlusconi.

(11 luglio 2010) http://www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Il ritorno del Pentapartito

Messaggioda franz il 11/07/2010, 15:42

IL CASO
Il ritorno del Pentapartito
di FRANCESCO MERLO

MANZONI racconta che in una cena venne deciso il rapimento di Lucia. E non fu politica ma cosca. Allo stesso modo quello in casa Vespa non fa pensare ad un incontro di antico stampo democristiano, ma ad un summit. E solo in superficie il "sistema Berlusconi" ricorda i riti bizantini del pentapartito che tentava di governare l'ingovernabilità con le cene e i convegni più o meno segreti, appunto.

C'era saggezza in quel tempo senza tempo. E nei patti delle frittelle, delle crostate e nelle staffette, persino negli scambi inconfessabili, nel doppio gioco, nel dire per non dire, e in tutte le antiche forme del potere che si prolungava oltre gli orari e oltre i luoghi istituzionali, insomma nella potenza dell'impotenza c'erano le radici lontane del sissizio greco, dello stare assieme aristocratico e della tavola rotonda. Il banchetto era la risorsa dell'antropologia italiana.

Certo, è sorprendente che la politica sia ritornata ai nidi di vespa, con le offerte sottobanco (oggi a Casini, ieri al Pci,) con i ricatti, gli ultimatum e i penultimatum (ieri di Craxi e oggi di Maroni), con i salotti di regime (ieri nella casa-divano Angiolillo e oggi nella casa-covo Vespa), con il crescente ma irrisolvibile disagio morale (ieri del Pri e oggi di Fini). E però la differenza è enorme è non solo perché non erano mai stati segnalati ospiti stranieri come il segretario di Stato vaticano né altissime figure di garanzia come il governatore della Banca d'Italia, ma soprattutto perché è cambiata la natura della nostra ingovernabilità .

Una volta l'inconcludenza italiana era il frutto della incompatibilità di interessi sociali contrapposti: i ceti popolari e la razza padrona, la rendita e il profitto, lo Stato e le professioni liberali... E dunque si cercava di servire sulla tavola paraistituzionale dell'Angiolillo di turno le spezie senza odore, il sale scipito, il pomodoro bianco, insomma il salotto era l'impossibile ricomposizione dell'Italia anarchica, il disarmo delle sue ideologie perennemente contrapposte con sullo sfondo la politica dei blocchi, la cortina di ferro e la guerra fredda.

Alla fine i governi non governavano e sempre decidevano di non decidere perché erano assediati dalla lotta di classe e dalla divisione dei mondi. Oggi sono assediati dal diritto penale e a loro volta lo stanno contro assediando anche con il ricorso alle vecchie strategie conviviali. Il pentapartito non aveva una morale, ma almeno cinque: "I sei partiti del pentapartito..." fu l'incipit memorabile dell'articolo di fondo di un grande giornale. Adesso sono due i partiti del pentapartito: Pdl e Lega. Ma hanno un solo vuoto morale.

Ed è vero che Fini somiglia a un La Malfa di destra. Quello era il paladino del rigore in una corte di mollezze: sognava di accumulare ed era costretto a dissipare. Questo Fini sogna il classico ordine della destra ottocentesca ma è costretto al disordine, è il paladino della legge ma deve legittimare il delitto. Crede che la libertà di stampa non sia mai abbastanza e sta in un governo che la vuole imbavagliare.

Persino la Chiesa, come ha detto recentemente il Papa, è piena di pericoli, e deve fare i conti più con se stessa che con i nemici esterni. È insomma un nido di vespa: dalla pedofilia alle case di Propaganda Fide, dalle complicità nel caso Boffo alla devozione della cricca di Stato e ai drammatici sospetti sul cardinale della più generosa, popolare e appassionata diocesi italiana, dove ci vuol poco a descrivere i fedeli come tarantolati e l'annuale miracolo del sangue che si scioglie come una superstizione medievale... Ebbene, con la Chiesa venata dai sospetti, il cardinale Bertone, come fosse un Verdini o un Bonaiuti, un Dell'Utri un Ghedini o un Blancher, partecipa al conclave degli inguaiati in casa Vespa, incredibile giornalista sensale, "Bel Ami" del Popolo della libertà. Negli anni del pentapartito i giornalisti potevano essere di parte ma non si ricordano mezzanie. Craxi e De Mita non trattavano in casa Zavoli. La Malfa e Berlinguer non fecero accordi alla tavola di Andrea Barbato.

Al vertice del nuovo pentapartito c'è ovviamente Berlusconi che sembra la Dc ma non ne ha la serietà né la ricchezza e la grandezza politiche. Il suo obbligato ritorno alla tecnica del pentapartito cerca solo di neutralizzare l'illegittimità dei comportamenti. Ecco perché questo neo pentapartito non è il pentapartito ma è un "un pendaglio" di partiti. Non un neo, ma un tumore della politica italiana.


(11 luglio 2010) www.repubblica.it
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Sta crollando il castello berlusconiano?

Messaggioda pianogrande il 11/07/2010, 15:52

In tutto questo garbuglio di contraddizioni, l'unica cosa chiara è Casini.
Perfetta cellula staminale è in attesa di decidere se trasformarsi in cuore o fegato o altre parti meno nobili ma pur sempre utili dell'organismo politico.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Sta crollando il castello berlusconiano?

Messaggioda franz il 12/07/2010, 17:02

pianogrande ha scritto:In tutto questo garbuglio di contraddizioni, l'unica cosa chiara è Casini.
Perfetta cellula staminale è in attesa di decidere se trasformarsi in cuore o fegato o altre parti meno nobili ma pur sempre utili dell'organismo politico.

Premesso che il tipo non mi piace affattto, se avesse voluto trasformarsi fin da subito in parti meno nobili sarebbe andato a far parte della Banda Bassotti, come hanno fatto Mastella e Dini.
Quindi fa parte del meno peggio, rispetto all'abisso berlusconiamo che inizia a perdere i pezzi.
Se non vogliamo avere la puzza sotto il naso (incomprensibile, visto i personaggi che stavano nella nostra armata brancaleone) allora un Fini ed un Casini sono meglio di Berlusconi e Bossi.
Discussioni comunque premature perché il castello non è ancora crollato e le alternative non sanno nemmeno su cosa dovrebbero unirsi (per fare cosa).

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Sta crollando il castello berlusconiano?

Messaggioda ranvit il 12/07/2010, 17:34

Dal corriere.it :

E' QUANTO EMERGE DALL'ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE FIRMATA DAL GIP DE DONATO
Inchiesta eolico, indagato anche Dell'Utri
Carboni voleva avvicinare i pm fiorentini
Nei guai anche il sottosegretario Cosentino. Carboni tentò un contatto con i magistrati che indagano su G8 e appalti


Il senatore del Pdl, Marcello Dell'Utri (Eidon)ROMA - Associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Per questi reati sono stati iscritti sul registro indagati della Procura di Roma, il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico per la quale è finito in carcere Flavio Carboni.
L'«AGGANCIO» AI PM DEL G8 - Dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata nei giorni scorsi dal gip Giovanni De Donato nei confronti di Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi si evince inoltre che i tre, accusati a loro volta di violazione della legeg Anselmi con il coordinatore del Pdl Denis Verdini, volevano avvicinare anche i magistrati della procura di Firenze che stavano indagando sui Grandi Eventi e sugli appalti legati al G8.



Flavio Carboni (Ansa)IL CONVEGNO MILANESE - Secondo chi indaga, il gruppo utilizzava l'associazione culturale «Centro studi giuridici per l'integrazione europea Diritti e Libertà» di Lombardi come strumento «per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell'ambiente della politica e della magistratura». Tra le iniziative, poi annullate in seguito al fallito intervento di fare accogliere il ricorso elettorale della lista «Per la Lombardia» di Roberto Formigoni e organizzate tramite l'associazione culturale, «l'invito al convegno milanese programmato per il marzo 2010 (e poi annullato) rivolto ai magistrati della Procura di Firenze dopo l'esecuzione di alcune misure cautelari ad opera di quell'ufficio, nel mese di febbraio 2010, in relazione ad alcune ipotesi di reato che coinvolgevano rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo politico e dell'imprenditoria». (Fonte: Agi)

12 luglio 2010
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 35 ospiti

cron