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Ma come si fa???

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Ma come si fa???

Messaggioda ranvit il 02/07/2010, 12:24

Destra, sinistra, centro.....sono tutti dei veri farabutti!

Ma come si fa ad accettare una cosa del genere???

Vittorio



Dal corriere.it :


L’INCHIESTA
Viaggio nelle Regioni: ecco come spendono e quanto ci costano
Dalla burocrazia alle invalidità, chi spreca di più. I conti del federalismo



ROMA — Nelle cronache di allora non c’è traccia, ma alla metà degli anni Ottanta, nella riviera ligure di Ponente, deve essere accaduto qualcosa di veramente terribile. La gente ha cominciato a cadere improvvisamente dalle scale, a diventare cieca di colpo e, da un momento all’altro, a non sentire più neanche le campane delle chiese. Un’epidemia di invalidità. Oggi, a Ventimiglia alta e nei piccoli paesini dell’entroterra, come Calvo, Trucco, Bevera, un abitante su quattro riceve una pensione o un’indennità dallo Stato. Proiettando la Liguria ad un certamente poco invidiabile primato tra le Regioni del Nord. Il 3,7% dei liguri, per l’esattezza 79.158 cittadini, risultano assistiti dall’Inps come invalidi. Ben oltre la media nazionale, che è del 3,3% e di per sé è già altissima, essendo il doppio della Germania e della Francia. Lo stesso fenomeno, l’esplosione delle invalidità, si era abbattuto, qualche anno prima, sulla ricca Umbria. La ragione può essere diversa. Quella è terra di santi e di miracoli, ma il risultato non cambia: il 4,6% della popolazione riceve l’assegno. In Toscana, a due passi, la percentuale non arriva al 3,3%, nel Lazio è pari a quasi la metà, il 2,8%. In Trentino alto Adige, l’anno scorso, è stata concessa solo una, dicasi una, nuova pensione di invalidità. Possibile? Ed è sicuro che non esistano le Regioni virtuose, come sostengono i governatori che rifiutano, compatti, i tagli proposti dal governo? Che gli sprechi esistano solo nei ministeri? I bilanci delle Regioni raccontano altro. Parlano di un’Italia divisa in due, di un paese dove il peso della burocrazia può essere in un posto dieci volte più pesante che in un altro, di amministrazioni che funzionano bene e costano poco ai cittadini, e di apparati elefantiaci con dipendenti pagati a peso d’oro. Una divisione, come dicono i dati sulle invalidità, non poi così netta tra il Nord e il Sud. Anche se è soprattutto dai bilanci delle Regioni del Sud che emergono i dati più clamorosi. Quelli sul costo del personale, per esempio. Colletti bianchi a peso d’oro A ogni cittadino della Lombardia i dipendenti della Regione costano appena 21 euro a testa l’anno.
Quasi metà della media nazionale, che è di 44 euro per ogni italiano. Incredibile, ma vero, i siciliani sopportano un costo pari a quasi venti volte quello dei lombardi: 349 euro pro capite! Palazzo dei Normanni, del resto è generoso: per i 20 mila dipendenti della Regione, l’Assemblea stanzia la bellezza di 1,7 miliardi di euro l’anno. Una somma che non è poi tanto più bassa della spesa per il personale di tutte le Regioni italiane messe insieme, che è di quasi 2,4 miliardi di euro l’anno. Con una media di 42.500 euro di stipendio lordo, i dipendenti della Sicilia, aumentati di cinquemila unità tra il 2003 ed il 2008, guadagnano quasi il 40% in più dei ministeriali. Ma vanno in pensione molto prima e con assegni ben più consistenti, che la Corte dei Conti ha calcolato in 2.472 euro a testa. Il fatto che sia una Regione a statuto speciale c’entra poco: l’autonomia fa sì che la Sicilia abbia la titolarità delle funzioni, ma nei fatti non la esercita. A norma di Statuto sarebbe anche proprietaria dei beni demaniali, come lo stesso Palazzo dei Normanni, ma preferisce lasciarli alla gestione dello Stato, forse perché la manutenzione costa. Nelle Regioni a statuto speciale che esercitano davvero le funzioni attribuite, come la scuola, la situazione è del resto ben diversa: in Val d’Aosta l’amministrazione regionale costa 2.207 euro a ogni valligiano, in Trentino Alto Adige 1.775. I veri numeri del federalismo La classifica elaborata partendo dai bilanci regionali riclassificati con fatica dalla Commissione tecnica sul federalismo fiscale e consegnati al Parlamento, «i veri numeri del federalismo » come li definisce il presidente Luca Antonini, vede al secondo posto in Italia tra le Regioni a statuto ordinario il Molise, dove l’amministrazione pubblica costa 187 euro ad ogni cittadino. I molisani sono pochi, appena 321 mila, e questo può in parte giustificare il dato. Una scusa che non vale per il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, altre due Regioni autonome, ma quasi solo sulla carta, dove il costo pro-capite dei dipendenti è pari, rispettivamente, a 161 e 148 euro a testa. Sotto la media nazionale, in questo rapporto, ci sono solo la Lombardia, il Veneto (32 euro per abitante), la Liguria (34), l’Emilia- Romagna (36) e la Toscana (di un pelo, 43 euro contro 44). In tutte le altre il costo dell’amministrazione vola: 93 euro pro-capite per i lucani, 84 per gli umbri, 83 per i calabresi, 76 per gli abruzzesi, 71 per i campani, 64 per i marchigiani, 56 per i pugliesi, 53 per i laziali, 50 per i piemontesi. Ci sono Regioni dove il costo del personale pesa quasi quindici volte più che in altre. Il rapporto tra gli stipendi pagati ai dipendenti e la spesa corrente complessiva, che è poi il criterio che il governo ha proposto in Parlamento per definire la virtuosità delle Regioni e stabilire così chi tra loro dovrà sobbarcarsi il maggior contributo alla manovra antideficit (4,5 miliardi l’anno), della quale i governatori non vogliono neanche sentir parlare, è pari in Lombardia allo 0,85%. In Sicilia, manco a dirlo, arriva al 10,4%: un euro su dieci se ne va per pagare i dipendenti. La media delle Regioni a statuto ordinario è l’1,99% e solo sei sono sotto: la Liguria, il Lazio, l’Emilia Romagna, la Toscana e il Veneto. Tutte le altre sfondano allegramente la soglia.

Dal 5,45% del Molise, al 4,25% della Basilicata, al 3,8% della Calabria. Anche il Piemonte con un rapporto del 2,09%, è sopra la media. Campobasso come Parigi Naturalmente anche il peso del palazzo sulle tasche dei contribuenti è straordinariamente variabile nell’Italia che nega gli sprechi. Il record appartiene al Molise, ma stavolta il fatto che la Regione sia piccola c’entra solo fino a un certo punto. I 56 euro a testa (record battuto solo dal Trentino e dalla Val d’Aosta) dipendono forse anche dagli stipendi d’oro. Con 10.250 euro lordi al mese un semplice consigliere regionale del Molise guadagna più del presidente francese Nicolas Sarkozy, che non arriva a 6.800 euro, anche se è ancora lontano dai 144 mila euro annui dei presidenti della Regione e della Giunta regionale. Pure in Sardegna non si scherza. Lì, dove le Province si moltiplicano a vista d’occhio, il costo medio per abitante degli organi istituzionali arriva a 53 euro, contro una media nazionale di appena 11 euro, sotto la quale ci sono solo Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana (9 euro a cittadino). Diciassettemila sardi, nel 2005, avevano firmato una legge di iniziativa popolare per ridurre gli stipendi dei loro onorevoli rappresentanti. Che quest’anno l’hanno bollata come «non urgente», rinviandone l’esame a data da destinarsi. Ben oltre la media nazionale ci sono la Liguria, con 18 euro a testa, l’Abruzzo (22), la Basilicata (24), la Calabria (38), la Campania (16). E non potevano mancare la Sicilia (31 euro pro-capite) ed il Friuli Venezia Giulia (25). Peccato che non ci siano dati validi per la Puglia, l’Umbria e soprattutto per il Lazio, dove i 73 membri del Consiglio Regionale hanno un appannaggio di 10 mila euro, mentre i 13 assessori ed il Presidente arrivano a 12 mila. L’albero della cuccagna Il federalismo fiscale, con i trasferimenti dello Stato a piè di lista sostituiti da tasse che sindaci e governatori dovranno manovrare per far quadrare i loro conti, promette una rivoluzione. Ma per qualcuno sarà un vero e proprio incubo. I costi della sanità non saranno più calcolati sulla spesa storica, sulla quale negli anni si sono incrostati gli sprechi e il malaffare, ma sulla base dei costi standard, facendo riferimento alla spesa sostenuta dai più bravi. Andrà bene alla Lombardia, alla Toscana, alle Marche, all’Emilia-Romagna, all’Umbria, ma molto peggio da Roma in giù.


Calcolare il costo della sanità per ciascun abitante è poco indicativo, perché non tiene conto della migrazione dei malati, che magari partono dalle regioni meridionali per curarsi in Lombardia (dove la sanità finanziata in modo completamente autonomo costerebbe quasi 2.700 euro a ogni cittadino) o nel Lazio (oggi la spesa sarebbe di 3.349 a testa per ogni abitante della Regione). La realtà di oggi è meglio fotografarla su altri numeri, quelli che parlano di quattro Regioni (Calabria, Campania, Lazio e Molise) commissariate dal governo ed altre quattro (Abruzzo, Liguria, Sicilia e Sardegna) obbligate ai piani di rientro del disavanzo, con uno sforamento complessivo che arriva a 4 miliardi di euro. Piani che fanno acqua da tutte le parti, tanto che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, l’altro giorno in conferenza stampa si è detto preoccupatissimo. Per avere i conti a posto forse bisognerà aspettare il federalismo, che obbligherà i governatori che sforano i tetti ad aumentare le tasse ai propri elettori molto più di quanto non possano o vogliano farlo oggi. O a chiudere veramente gli ospedali che non servono. Non come succede a Posillipo, la collina più ospedalizzata del mondo, dove ci sono quattro nosocomi e due cliniche universitarie per quattromila posti letto. Che vengono ridotti, un po’ qua e un po’ là, tirando via lenzuola, materassi e cuscini, lasciando però in piedi reparti di radiografia e sale operatorie con relativi medici e specialisti. Forse bisognerà aspettare il federalismo per capire, per dirla con il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che

Mario Sensini
02 luglio 2010
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda pianogrande il 02/07/2010, 15:05

Si può uscire da questa situazione con il voto?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda ranvit il 02/07/2010, 16:19

pianogrande ha scritto:Si può uscire da questa situazione con il voto?




NO! Sono tutti (quando dico tutti significa l'80%...) farabutti!

E' vero che evidentemente sono l'espressione del popolo che li elegge....ma una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe essere capace di fare da battistrada in positivo!


Un altro esempio di come destra e sinistra si equivalgono in termini di "farabuttismo" :

Da repubblica .it

Tremonti, attacco al Mezzogiorno
"Basta cialtroneria di chi prende solo soldi"
Il ministro dell'Economia elogia l'agricoltura dall'assemblea nazionale di Coldiretti: "E' la vera ricchezza. Ma la gestione dei fondi Ue delle regioni del Sud resta scandalosa". Pd: "I tagli mettono in ginocchio l'economia"

(Articolo cancellato da me perchè già riportato nell'altro 3d)
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda Stefano'62 il 02/07/2010, 22:34

Sono d'accordo:certe cose possono accadere SOLO con la complicità di tutti,anche dell'ultima ruota del carro.
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda ranvit il 04/07/2010, 11:10

http://www.ilgiornale.it/interni/il_dop ... comments=1

Il dopo Cavaliere? Uno scenario che mette i brividi
di Marcello Veneziani


Allora, portiamoci avanti nel programma, affacciamoci nel futuro e facciamo un’ipotesi, o forse due. Immaginiamo che il sogno di oppositori, tramatori, dissidenti e casta mediatico-intellettuale si realizzi: va a casa il governo Berlusconi. Le soluzioni a questo punto sono di due tipi: un governo istituzionale, che valorizzi tutti i terzini della Repubblica, da Fini a Casini, da Rutelli ad Amato, più gli outsider, da Montezemolo a Draghi, e la benedizione di Napolitano. Oppure votando, nella ferrea logica bipolare dell’alternanza, un vero governo delle opposizioni, un centrosinistra Bersani-Di Pietro, con recupero di zombie, da Prodi a D’Alema, da Veltroni alla Bindi; e se volete come gadget pure Pecoraro Scanio.
Dopo aver pensato alla cosa essenziale, mandare a casa Berlusconi, pensate ora a quel fastidio aggiuntivo da sbrigare: governare gli italiani e affrontare le emergenze reali del Paese. Pensate che succede. Prendo dal cilindro alla rinfusa sei o sette conigli: la crisi economica e la necessità dei tagli, la disoccupazione giovanile, il federalismo e la riforma della pubblica amministrazione, la libertà d’informazione e il sostegno alla cultura e alla ricerca, alla scuola e l'università, la giustizia e la sanità. Ci fermiamo? Fermiamoci qui.
Beh, immaginate all’opera i successori di Berlusconi e di Tremonti, di Maroni e di Sacconi, di Brunetta e della Gelmini, di Alfano, Letta e Bertolaso; sia del versante sinistro sia del versante terzisti. Pensate che riuscirebbero a fare tagli più seri nella pubblica amministrazione, a dimezzare la casta, le Province, i Comuni, la spesa pubblica? Pensate che riuscirebbero a infierire meno sugli italiani e senza spremere Comuni e Regioni? Pensate che riuscirebbero ad arrestare più mafiosi, una volta assodata la responsabilità di Dell’Utri, o che riuscirebbero a bonificare la casta, una volta celebrato il processo a Brancher? Pensate che la giustizia sarebbe più rapida, meno fallibile e non lascerebbe ancora impunito il 95 per cento dei reati, una volta processato alla grande Berlusconi? Pensate che gli statali senza Brunetta lavorerebbero di più e si assenterebbero di meno, e così i professori sarebbero meglio pagati e più motivati, dando di più alla scuola e ai loro alunni? Che a Napoli e all’Aquila sarebbero più efficaci con immondizia e sisma senza Bertolaso?
E ancora: pensate che la cultura italiana, mortificata da questo governo, avrebbe un suo rinascimento miracoloso; e ripristinati i finanziamenti a enti e fondazioni degli amici ci sarebbe la fioritura di opere, musei, biblioteche, una volta scacciato il Tiranno Silvio, il tirannello Tremonti e l’aguzzino Bondi? Pensate che ci sarebbe più pluralismo e libertà di stampa? Pensate che la disoccupazione scenderebbe, gli italiani figlierebbero, l’Italia funzionerebbe di più, l’immigrazione sarebbe una festa come il Gay pride, gli ospedali funzionerebbero meglio, il federalismo si farebbe ma quello buono; meno droga, vizi e malaffare, e magari l’Italia in semifinale ai mondiali? Pensate che si riscoprirebbe, senza Bossi e Silvio, l’identità nazionale, che si celebrerebbero alla grande l’amor patrio e l’Italia unita, e ci sentiremmo una comunità viva, alla riscoperta delle sue tradizioni? Non dico il paradiso, ma almeno un miglioramento relativo rispetto al presente?

Beh, sono pronto a mettere la mano sul fuoco che l’Italia non starebbe neanche un filo meglio di come sta adesso, sia se ci fosse il governo dei tecnici e dei terzini, sia se ci fosse un governo di centrosinistra. Starebbe peggio, salvo da un punto di vista: è vero, avremmo sicuramente meno sesso e colore in politica, meno escort e giudici eccitati. Vi basterebbe questo per dirvi soddisfatti? A me no, a me interessa tutto il resto che dicevo prima.
E non sono felice di dire che con loro sarebbe peggio, perché se solo ci fosse la possibilità concreta di migliorare le cose sarei pronto a rischiare. Ma conosco quelle facce, quelle alleanze, quelle mentalità, so di che figuri, figurini e mezze cartucce stiamo parlando, abbiamo esperienze precedenti. Né penso che sia possibile avere condizioni migliori di quelle presenti in termini di maggioranza numerica e di mandato popolare. Anzi, fa rabbia proprio questo: sapere che con quei numeri, con un premier popolare, molte spanne più su degli altri che sono sul mercato, l’Italia arranca e perde fiducia.
Arrivo a dire che l’arma segreta del centrodestra, la vera forza del governo Berlusconi, è proprio nel paragone con le altre ipotesi in campo. Allora dico due cose: la prima è che gli italiani devono fare affidamento su se stessi, mettersi sotto, non aspettare niente da nessuno, disporsi a sacrifici e rischi, cioè esser pronti a rinunce e conquiste, difesa e attacco. La seconda è la sveglia al governo: non basta crogiolarsi sui sondaggi o sulla consolazione che gli altri sono peggio, si deve riprendere la fiducia di modificare, di avviare riforme vere, strutturali, avendo il coraggio di andare avanti o di ritirare le decisioni infelici. Con una nota speciale e controcorrente per Berlusconi: decida di più, assuma di più il comando.
Non venitemi a raccontare che il problema dei problemi italiani è Berlusconi col suo governo. A parte la crisi internazionale, il problema italiano è la muffa: questo Paese ha la muffa. Voglio dire che questo Paese è avariato, ha frutti degenerati; è invecchiato, corrotto, alterato, emana un cattivo odore, una patina putrefatta divora la sua buccia e attacca la sua polpa. Certo, la muffa rare volte può dare anche gusto, come nel gorgonzola; o se ben usata può rivelarsi perfino terapeutica, come la penicillina. Ma la muffa narra di un Paese andato a male. È la muffa il Nemico Principale, non Berlusconi, e nemmeno i giudici, Fini o Di Pietro, Marcello Lippi o Marcello Dell’Utri (che periodaccio per i Marcelli). Poi qualcuno favorisce il propagarsi della muffa e altri meno. Ma la muffa è la vera emergenza d’Italia, e con l’inerzia cresce. O lo capite o finisce male.

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Condivido quasi tutto, ma c'è un problema (ed è drammatico che anche una mente pensante come Veneziani non se ne renda conto) : Berlusconi è la muffa piu' aggressiva!

Vittorio
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda franz il 04/07/2010, 14:25

ranvit ha scritto:
pianogrande ha scritto:Si può uscire da questa situazione con il voto?

NO! Sono tutti (quando dico tutti significa l'80%...) farabutti!

Leggendo (nemmeno tanto) tra le righe ..... "si puo' uscire da questa situazione con la democrazia?"
Risposta, tra le righe: "no, se la maggioranza (50% + 1) è farabutta".

Ora io non credo nelle divisioni manichee e dicotomiche in santi e farabutti, fessi e furbi ... e via dicendo.
In realtà le cose sono molto piu' complesse e le divisioni possono essere non solo in due gruppi ma in tre, quattro (come quella degli stupidi , intelligenti, banditi e sprovveduti), sette, quattordici. Con infinite gradazioni. Ed anche i farabutti possono smettere di essere tali se convinti che non conviene. Come possono aumentare se premiati e convinti a perseverare. Vero anche che una maggioranza farabutta non puo' prosperare a lungo (come diceva Beppe Grillo secoli fa "ma a chi rubano, se sono tutti ladri?") per cui prima o poi i nodi vengono al pettine.

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Re: Ma come si fa???

Messaggioda pianogrande il 04/07/2010, 14:42

No no Franz.
Io, tra le righe, non ho scritto niente.
Intendevo proprio con il voto.
Con la democrazia sì che si può uscire.
Ma è proprio quella che ci manca sempre di più a partire, appunto, dal sistema elettorale.
Sono il primo a sostenere che ogni furbo ha bisogno di una consolidata e convinta maggioranza di fessi.
Tutti furbi nessun furbo, potrebbe essere la massima.
L'errore di Berlusconi, sotto questo punto di vista, per me, è stato di aver voluto, per rispettare le dette proporzioni, passare nell'ambito dei "fessi" gente che non ha voluto starci (Fini in testa).
Alla fine, non solo non è possibile che il berlusca ci faccia tutti ricchi (una delle prime chimere elettorali).
Non è neanche possibile che il potere (quello vero) possa essere condiviso con così tanta gente (dalle veline, ai portaborse, su, su fino alla corte vera e propria).
Quella di Berlusconi, l'ho sempre vista come una lotta contro il tempo.
Arrivare ad avere i poteri che dice lui prima che la banda si accorga che quel potere non è per tutti.
Queste considerazione mi sembrano, persino, una delle sorgenti (non di quelle nobilissime) della democrazia.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda franz il 04/07/2010, 14:44

Allora dico due cose: la prima è che gli italiani devono fare affidamento su se stessi, mettersi sotto, non aspettare niente da nessuno, disporsi a sacrifici e rischi, cioè esser pronti a rinunce e conquiste, difesa e attacco. La seconda è la sveglia al governo: non basta crogiolarsi sui sondaggi o sulla consolazione che gli altri sono peggio, si deve riprendere la fiducia di modificare, di avviare riforme vere, strutturali, avendo il coraggio di andare avanti o di ritirare le decisioni infelici. Con una nota speciale e controcorrente per Berlusconi: decida di più, assuma di più il comando.
Non venitemi a raccontare che il problema dei problemi italiani è Berlusconi col suo governo. A parte la crisi internazionale, il problema italiano è la muffa: questo Paese ha la muffa. Voglio dire che questo Paese è avariato, ha frutti degenerati; è invecchiato, corrotto, alterato, emana un cattivo odore, una patina putrefatta divora la sua buccia e attacca la sua polpa. Certo, la muffa rare volte può dare anche gusto, come nel gorgonzola; o se ben usata può rivelarsi perfino terapeutica, come la penicillina. Ma la muffa narra di un Paese andato a male. È la muffa il Nemico Principale, non Berlusconi, e nemmeno i giudici, Fini o Di Pietro, Marcello Lippi o Marcello Dell’Utri (che periodaccio per i Marcelli). Poi qualcuno favorisce il propagarsi della muffa e altri meno. Ma la muffa è la vera emergenza d’Italia, e con l’inerzia cresce. O lo capite o finisce male.

La muffa per sopravvivere ha bisogno di alleati, di un <contesto quadro> (umidità, oscurità, ....) ed essendo una creatura che sopravvive da miliardi di anni è abbastanza "intelligente" da avere alleati tra chiunque vinca, anche se preferisce alcuni difensori ad altri. Condivido con Veneziani l'analisi che vede il paese al centro (sempre lo stesso, con mutazioni lente) piu' che la sua leadership di turno (che cambia più spesso). Anche noi al governo ci siamo scagliati contro certi nemici esterni (il parassistimo delle caste corporative dei tassisti, dei notai, dei farmacisti) liberalizzando il mercato (che in Italia è il 48% del PIL) ma nulla abbiamo fatto sul versante del 52% del PIL (che è guidato dalla casta del potere bubblico). Invece chiunque govrni deve agire su entrambi i fronti. Corporativismo privato in salsa fascista e statalismo pubblico in salsa socialcomunista. Un mix che unito sta avvelenando il paese da decenni.

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Re: Ma come si fa???

Messaggioda franz il 04/07/2010, 14:54

pianogrande ha scritto:No no Franz.
Io, tra le righe, non ho scritto niente.
Intendevo proprio con il voto.
Con la democrazia sì che si può uscire.
Ma è proprio quella che ci manca sempre di più a partire, appunto, dal sistema elettorale.
Sono il primo a sostenere che ogni furbo ha bisogno di una consolidata e convinta maggioranza di fessi.
Tutti furbi nessun furbo, potrebbe essere la massima.

Rispondevo a Ranvit ma il concetto non cambia. Voto e democrazia non sono concetti diversi, visto che non esiste una democrazia perfetta ed un perfeto sistema di voto (teorema di arrow). Lo so che non è una lettura semplice, da novella 2000, ma suggerisco http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Arrow (per la cronaca Arrow è un premio Nobel, non l'avventore di un bar che spara frasi ad effetto come posso essere considerato io, a ragione).
Infatti sappiamo che non a caso la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora. Berlusconi ce lo conferma ogni giorno.
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Re: Ma come si fa???

Messaggioda ranvit il 04/07/2010, 17:56

Non c'è bisogno di leggere arrow....sappiamo bene che la democrazia non è perfetta!

Cosi' pure il mio "farabutti" non è perfetto. E' ovvio!

Ma come si fa a tollerare per decenni e decenni le schifezze che ci sono (riportavo a inizio 3d alcuni casi....ma ce ne sono tanti altri!), senza che una classe dirigente non senta il bisogno di fare un po' di pulizia e ordine?
E parlo di classe dirigente tutta. Destra e sinistra è la stessa solfa! Lo dicono i fatti!

E' chiaro che ci sono mille sottospecie, ma con "farabutti" ho solo voluto grossolanamente sintetizzare.

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