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Intervista di Bossi a El Pais.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Intervista di Bossi a El Pais.

Messaggioda ranvit il 19/04/2010, 16:45

(I PARTE)

BOSSI : SONO STANCO DI RIMANERE TRANQUILLO " INTERVISTA ESCLUSIVA A " EL PAIS" PRESENTATA DA JULES PREVI

Jules Previ è giornalista freelance, divulgatore e traduttore news-online presso agenzie stampa internazionali. Collabora al progetto Finanzainchiaro.it dal 2007.

Il suo nome di battaglia è SENATUR, vale a dire “ Senatore” in dialetto lombardo. Umberto Bossi (Varese, 1941), camicia verde, una voce roca e una retorica ruvida, fondò il movimento della Lega Nord alla fine degli anni ottanta, in un periodo di caos per la già tormentata politica italiana.

In quei giorni, il partito comunista si stava interrogando su come cambiare strategia politica all'indomani della caduta del muro di Berlino, democristiani e socialisti erano stati spazzati via dalla corruzione portata alla luce dall'inchiesta Mani pulite, mentre un imprenditore noto per le sue reti televisive, di nome Silvio Berlusconi, s'era catapultato nell'arena politica.

La Lega Nord chiedeva l'indipendenza della Padania, l'area geografica che circonda il fiume Po, una regione che mai nella storia italiana è stata indipendente e tanto meno è caratterizzata da un'unità linguistica.

Quel bacino geografico include oggi le quattro regioni più ricche d'Italia: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Nonostante la sua vocazione indipendentista, Bossi ha sostenuto i tre governi Berlusconi e oggi è ministro per le Riforme.

Dopo il risultato nelle recenti elezioni regionali (28 e 29 marzo), l'ago della bilancia che misura gli equilibri interni della coalizione di governo si è spostato ancora più a destra. La Lega ha raddoppiato i propri consensi rispetto alle regionali del 2005, dal 6% al 12,3%.

L'alleato di Berlusconi ora mostra i muscoli e chiede di accelerare il cammino delle riforme sul federalismo fiscale, che permetterebbe alle regioni di aumentare il proprio potere di amministrare le tasse.

Dietro la sua grande scrivania in legno compensato, circondato da dipinti, le targhe e lettere incorniciate di auguri per i sui compleanni e ricorrenze, Umberto Bossi, in camicia verde pisello si serve Diet Coke e accende un sigaro dopo l'altro mentre ci concede questa intervista :


D. Il suo movimento iniziò lanciando slogan contro i privilegi di quella che lei chiama "Roma ladrona", vale a dire la classe politica centralista e le istituzioni dello Stato. Ma lei è stato per due volte ministro. Non è una contraddizione?

R. No, perché siamo nel governo della Repubblica per ottenere il federalismo. Senza l'alleanza con Silvio Berlusconi sarebbe stato impossibile ottenerlo.

D. Federalismo significa maggiore autonomia per le regioni, a cominciare dalla questione fiscale. Ma lo slogan ricorrente nei discorsi durante i vostri raduni è quello dell'indipendenza per l'Italia settentrionale. Se si dovessero creare i presupposti, Lei come immagina la Padania?
R. Come nazione. Inserita in qualsiasi contesto, ma sempre con la sua autonomia.

D. E l'Italia, poi ...?
R. Una nazione anch'essa, con la sua autonomia.

D. Ma senza il nord.
R. Siamo come schiavi, e serviamo per dar loro tutto il nostro denaro.

D. E per raggiungere questo uno deve rimanere e sostenere per 15 anni il governo centrale?
R. Per realizzare il federalismo, la Lega da sola non basta. Quello che funziona per raggiungere questo obiettivo è l'alleanza e i voti di Berlusconi.

D. E quando l'avrà ottenuto, lascerà il governo italiano?
R. Sì, forse. Il federalismo segna una pietra miliare. Ma non dobbiamo dimenticarci chi lo ha reso possibile.

D. E in cambio, cosa chiede Berlusconi? Che il Presidente della Repubblica sia eletto direttamente dal popolo e quindi abbia più poteri?
R. Il presidenzialismo è una riforma voluta dalla Lega. Berlusconi non ha insistito su questo punto. Ma, naturalmente, se approvata non la rifiuterebbe certo.

D. Mi scusi, ma che Le importa di come scegliere il Presidente della Repubblica italiana, se sta pensando alla Padania?
R. È che, con l'attuale legislazione il Presidente è eletto tra mille difficoltà in seduta comune dal Parlamento. Se Berlusconi aspira a quella carica, sa perfettamente che attraverso l'attuale iter non potrà mai arrivarci.

D. E Lei pensa che il Premier voglia diventare Presidente delle Repubblica?
R. Sì, certo.

D. Gianfranco Fini (fondatore del Partito della Libertà con Berlusconi e attuale Presidente della Camera) ha detto che intende avvallare un sistema presidenziale solo in presenza di una nuova legge elettorale nella quale si preveda il doppio turno, come in Francia.
R. Abbiamo già una legge. Noi non ne vogliamo un' altra.

D. Un'altra riforma che tocca Berlusconi è sulla giustizia. Lei, che è sempre stato giustizialista, è d'accordo su una legge che vieti le intercettazioni telefoniche?
R. Se si chiede alla gente: sei d'accordo che si intercettino le tue telefonate? La risposta sarà no.

D. E se si chiede: sei d'accordo che si punica l'autore di un crimine?
R. Devi intercettare le conversazioni dei mafiosi.

D. Le loro sì e quelle di Berlusconi no?
R. Intendo dire che si deve intercettare solo per reati gravi, e non, per esempio, per sapere se hai un'amante.

D. Tra l'altro ...
R. Non voglio parlarne.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Intervista di Bossi a El Pais.

Messaggioda ranvit il 19/04/2010, 16:45

(II PARTE)

D. Parliamo allora delle intercettazioni in cui Berlusconi ha chiesto la sospensione di trasmissioni sulla emittente televisiva pubblica.
R. In queste trasmissioni c'è una falsificazione continua e totale della realtà.

D. Le sembra proprio di una democrazia liberale occidentale che il Primo Ministro, che tra l'altro possiede tre stazioni televisive private e controlla quella pubblica, faccia pressione diretta per la chiusura di trasmissioni di approfondimento politico? In quale luogo al mondo si vieta il dibattito politico durante la campagna elettorale?
R. La televisione pubblica è pagata con i soldi dei cittadini. Ecco perché occorre prestare molta attenzione e rispettare tutte le forze politiche. Se la RAI è la cassa di risonanza della sinistra è chiaro che, dall'altra parte, ci siano reazioni. Berlusconi ha cercato di sistemare la situazione. Comunque, a me poco importa. Anzi, ogniqualvolta parlano male della Lega noi aumentiamo i voti.

D. In generale, in Europa si vede la sua formazione politica come un partito populista che fomenta in modo irresponsabile i peggiori istinti xenofobi delle persone.
R. Ci sono due modi di vedere la questione. Io dico che non bisogna ignorare quelle che sono le preoccupazioni e le paure della gente. Io me ne faccio carico e propongo soluzioni.

D. Per esempio?
R. La gente vuole mantenere il proprio posto di lavoro. La sinistra ci dice di accogliere tutti gli immigrati, ma ora non abbiamo lavoro per loro. Non è un discorso xenofobo di superiorità di una razza rispetto ad un'altra. Il problema è che non c'è abbastanza lavoro per tutti. E' questione di non creare situazioni che generano criminalità. E facile per coloro che non hanno lavoro, sono senza soldi, senza cibo, diventare delinquenti.

D. E poi, gli immigrati regolari che lavorano, potranno votare?
R. No, no per niente. Votano i nostri. E votano Lega.

D. Sono queste le proposte che vi han fatto passare dal 4% al 12% dei voti in cinque anni?
R. No, la nostra forza è la Padania. La gente del Nord è stanca di questa Italia che non sente più come la propria nazione. Il Nord vuole essere padrone nella propria casa e chiede che questa casa sia riconosciuta.

D. Ma la riforma che sta maturando a Roma, non parla di indipendenza, ma di una maggiore autonomia fiscale. "Il Nord si accontenta di questo?”
R. Sì, se sono io che la porto a compimento. I cambiamenti rivoluzionari passano attraverso l'opera di alcuni uomini normali, in questo caso, io e i dirigenti che hanno avuto l'intelligenza di proporli e concretizzarli.

D. Questo significa che gli altri partiti sono troppo avviluppati sulla figura del loro leader, come per il PDL di Berlusconi, o per la mancanza di un leader, come il Partito Democratico?
R. Gli altri partiti non hanno una classe dirigente, quindi sono deboli. Si cannibalizzano al loro interno.

D. E così gli elettori di centro-destra, tra i PDL di Berlusconi e la Lega di Bossi, preferiscono il suo partito?
R. Noi non rappresentiamo più il voto di protesta, confluito ormai in altri partiti. Chi vota Lega non è deluso dal PDL. La nostra gente vuole un vero cambiamento, l'autonomia. Sia nel nord che nelle regioni rosse.

D. Che metodo seguirà per fare le riforme?
R. L'approccio naturale. Il Ministro sono io. Le riforme le faccio io.

D. Lo ha detto a Berlusconi?
R. Sì, certo, Berlusconi lo sa e mi ha detto che gli sembra giusto. Mi ha fatto Ministro delle Riforme proprio per questo.

D. Berlusconi ha appena detto che sarà lui a dirigere questa fase, non la Lega.
R. Mi ha assicurato che sarò io a farlo, con Calderoli (Ministro per la Semplificazione, anche lui della Lega). Siamo una coppia ben formata. Abbiamo poi parlato con Berlusconi e Giulio Tremonti (Ministro delle Finanze), e presenteremo infine il pacchetto riforme al Consiglio dei Ministri.

D. E al Parlamento?
R. Alla fine. Se qualcosa non va potrà essere modificato.

D. Napolitano, il Capo dello Stato, chiede un ampio consenso per cambiare la Costituzione. Non ha intenzione di negoziare con il Partito Democratico, per esempio?
R. Sì, negozierò. Ma dopo l'approvazione del Consiglio dei Ministri.

D. E Fini? Anche lui ha espresso il timore che il suo movimento sia il motore delle riforme costituzionali.
R. Abbiamo un sacco di voti. Senza di noi, loro sono deboli. Fini sa fare i conti e quindi sa che la Lega è necessaria. E' perfettamente consapevole che fuori dalla coalizione di Governo non ha posto. Almeno, non con lo stesso peso.

D. Un altro problema è trovare il denaro necessario per fare le riforme.
R. Il federalismo non costa. In un primo momento serve solo per salvare.

D. Sembra che Tremonti non sia del tutto d'accordo.
R. Se funziona il federalismo, il Sud finalmente imparerà a non sperperare il denaro. Basta governare bene. Perché una benda a Milano costa 50 centesimi e al Sud 10 volte più? Qualcuno prende la differenza. Io vi dico che per loro è un'opportunità.

D. Quando dovrebbero essere pronti i decreti per attuare il federalismo?
R. Nel mese di dicembre, quando sarà approntata la legge di bilancio. Che i comuni del nord si tengano quello che loro spetta. Si sono stancati di aspettare.

D. Negli ultimi nove anni, la Lega è stata per sette al Governo senza dare un briciolo più di autonomia alle regioni. Perché è così sicuro che questa volta sarà diverso?
R. Abbiamo raccolto un sacco di voti. E noi siamo in crescita.

D. Cosa succede se il federalismo non è approvato entro dicembre?
R. Vedo che la gente della Lega è nervosa. Ci si arrampica sulle pareti. Io stesso sono stanco di rimanere tranquillo.

Fonte: www.elpais.com
Autore dell'intervista: Lucia Magi
Traduzione/ editing per Finanzainchiaro: Jules Previ
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Re: Intervista di Bossi a El Pais.

Messaggioda Stefano'62 il 19/04/2010, 23:50

Bossi è una persona squallida (ringraziamo El Pais che ce lo ha ricordato) che prende un sacco di voti in Italia solo perchè chi si somiglia si piglia,come diciamo in romagna,alla faccia delle sue velleità da grande statista,bleah.....
Ma non demoralizziamoci troppo per lo squallore dell'Italiano medio del nord,perchè anche se continua a dire che ha un sacco di voti,basta fare una semplice operazione aritmetica mettendo nel conto anche chi si rifiuta di votare,per capire che questi voti non sono poi così tanti quanto si vuol far credere.
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Re: Intervista di Bossi a El Pais.

Messaggioda franz il 20/04/2010, 9:15

Stefano'62 ha scritto:Bossi è una persona squallida (ringraziamo El Pais che ce lo ha ricordato) che prende un sacco di voti in Italia solo perchè chi si somiglia si piglia,come diciamo in romagna,alla faccia delle sue velleità da grande statista,bleah.....
Ma non demoralizziamoci troppo per lo squallore dell'Italiano medio del nord,perchè anche se continua a dire che ha un sacco di voti,basta fare una semplice operazione aritmetica mettendo nel conto anche chi si rifiuta di votare,per capire che questi voti non sono poi così tanti quanto si vuol far credere.

Non credo che il giudizio di squallore sui personaggi politici italiani e dell'elettorato ci metta del tutto in salvo in caso di confronto accurato :o ... e l'operazione matematica che proponi in fondo vale anche per tutti quei piccoli partiti a destra come a sinistra che sono sotto il 10% (percentuele che tutti quelli che non hanno vorrebbero avere e superare).

Piuttosto sottolineo l'approccio bossiano alle riforme politiche.

D. Che metodo seguirà per fare le riforme?
R. L'approccio naturale. Il Ministro sono io. Le riforme le faccio io.


Deve essere l'approccio imparato alla scuola radio elettra ... Permettemi quindi l'ennesima considerazione sul fatto che in fondo la qualità dei nostri politici e del loro popolo di riferimento (come dici: " chi si somiglia si piglia") è uno specchio fedele del nostro sistema scolastico, della nostra educazione e civiltà. Permettimi quindi di demoralizzarmi un po'.

Franz
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Re: Intervista di Bossi a El Pais.

Messaggioda mauri il 20/04/2010, 12:46

franz ha scritto:Deve essere l'approccio imparato alla scuola radio elettra ... Permettemi quindi l'ennesima considerazione sul fatto che in fondo la qualità dei nostri politici e del loro popolo di riferimento (come dici: " chi si somiglia si piglia") è uno specchio fedele del nostro sistema scolastico, della nostra educazione e civiltà. Permettimi quindi di demoralizzarmi un po'.
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sù col morale perchè è un dato di fatto, noi siamo così e nessuno cerca di farci cambiare, purtroppo nemmeno l'opposizione fà più proposte decenti sull'istruzione,

"Tra coloro che non sanno leggere e scrivere e chi ha solo licenza media o elementare, oltre la metà della popolazione è in condizione di difficoltà Quasi sei milioni di analfabeti e il 66% degli italiani è a rischio"
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni ... tismo.html

l'art è del 2005 ma non credo siano migliorate le cose anzi saremo andati verso quel 66 o superato
credo però che le persone ignoranti si annidino di più tra i "colti"
il problema del nostro declino è questo e peggiora se unito alla televisione
ciao mauri
mauri
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