Il Pd lancia una petizione in difesa della democrazia e delle famiglie
"Tasse, sicurezza, istruzione, Berlusconi non rispetta le promesse"
Veltroni: "Cinque milioni di firme
Bisogna fermare questo governo"
ROMA - No alla piazza di Di Pietro, sì alle firme. Cinque milioni, per la precisione. Per dire no "ad un governo che non rispetta le regole democratiche, forza la mano sui temi della giustizia e non fa nulla per far crescere salari e pensioni mentre l'Italia vive una pesante crisi e le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese". Stretto tra la fine del dialogo con la maggioranza, i nuovi attacchi di Berlusconi, e le spinte a un'opposizione "barricadera" di Antonio Di Pietro, il Pd si muove. E lo fa annunciando la volontà di far partire, dalla prossima settimana, una petizione "che punta a raccogliere milioni di firme tra gli italiani che stanno vedendo come il governo non mantiene gli impegni". Vede un Paese "inchiodato al passato" il leader del Pd, un'Italia "che non riesce a uscire da una condizione di scontro". Berlusconi ha rivolto accuse ai magistrati che un presidente del Consiglio di un altro Paese non avrebbe mai fatto. Il governo è dominato dal rapporto con la magistratura" continua Veltroni.
Che elenca le promesse "mancate" dell'esecutivo. Dalle tasse ("avevano detto che le tasse sarebbero scese invece aumenteranno per tutta la legislatura"), alla sicurezza ("avevano fatto una campagna elettorale promettendo più sicurezza e ora tagliano le risorse proprio alle forze di polizia"), all'istruzione ("parlavano di innovazione e la scuola avrà centomila insegnanti in meno").
Promette un'opposizione di lungo periodo il segretario del Pd, "non la fiammata di un giorno" (e il riferimento sembra proprio alla manifestazione dell'8 luglio organizzata da Di Pietro) ma una campagna capillare che andrà dove gli italiani vivono".
Si parte con la petizione che, assicura Veltroni, sarà alla base "della grande manifestazione che il Pd ha promosso per l'autunno, tenendo insieme la difesa della democrazia, della nostra costituzione, il rispetto delle regole e la necessità di un intervento immediato e forte per dare respiro e risorse alla famiglie, per rilanciare l'economia".
Di Pietro: "Nessuna conta". "L'8 luglio non sarà il giorno della conta: a chi sta pregando che ci sia poca gente in piazza dico che quello sarà il giorno per riflettere sull'uso strumentale delle istituzioni e sulla menomazione della democrazia. Senza, ribadisco, nessuna conta". Antonio Di Pietro torna così sul rapporto con il Pd e sulla non adesione del partito di Veltroni all'iniziativa contro il governo Berlusconi e le sue iniziative in materia di giustizia. Uno strappo che ha fatto rumore e che ha messo in chiaro il diverso modo di fare opposizione del Pd. Ma Di Pietro smorza i toni: "Tutti quelli che parteciperanno potranno sentirsi a casa, la piazza non sarà contro nessun partito".
(4 luglio 2008)
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