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Spero proprio che la Bonino si ritiri

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Spero proprio che la Bonino si ritiri

Messaggioda ranvit il 08/03/2010, 10:49

Quante belle teste a sinistra....

Ma come, ho appena messo su il 3d "Perdono colpi"?

Il problema si risolve quando gli italiani....o almeno la parte "centrale" degli elettori (i tifosi dell'una e dell'altra parte continueranno ciecamente a votare per i propri "paladini" anche quando si tratta di banditi collusi, corrotti, mestieranti della politica etc) ....si covinceranno che a sinistra ci sono le potenzialità di governo!


Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Spero proprio che la Bonino si ritiri

Messaggioda raffaele leone il 08/03/2010, 16:49

non si tratta solo di potenzialità di governo,si tratta anche di contrapporre dei valori forti,sentiti,come scrive il "Popolo Viola" "Onesti Unitevi" ad esempio.Non solo un' alternativa di governo ma soprattutto un'alternativa di valori.La Legalità e il rispetto delle leggi fanno presa su molti elettori e questa si sta dimostrando sempre più la via da perseguire,molto più di un "nuovismo"esteriore e di una capacità pragmatica di governare alla meno peggio Stato e Regioni.
Il PD soprattutto non convince sul piano dei Valori secondo me.
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Re: Spero proprio che la Bonino si ritiri

Messaggioda cardif il 08/03/2010, 16:57

Io credo che si sbagli a identificare i politici del Pdl con tutti coloro che li hanno votati. C'è una parte di costoro che non li vota per fede, che li ha votati ma s'incomincia a ricredere. E' a costoro che ci si deve rivolgere per guadagnare consensi.
Pensare ai politici e voler dare uno schiaffo morale uno schiaffo morale a chi morale non ne ha, non mi pare abbia senso.
Una squadra di calcio dovrebbe uscire dal campo se subisse un torto da parte dell'avversario?
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Spero proprio che la Bonino si ritiri

Messaggioda pianogrande il 08/03/2010, 17:16

Facciamo un Aventone Franz che mi prende sempre troppo sul serio non so se perché mi stima troppo o troppo poco.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Spero proprio che la Bonino si ritiri

Messaggioda franz il 08/03/2010, 19:09

pianogrande ha scritto:Facciamo un Aventone Franz che mi prende sempre troppo sul serio non so se perché mi stima troppo o troppo poco.

Per che dici che ti prendo troppo sul serio?
Io prendo sul serio ogni intervento (che non sia manifestamente surreale) e "sul serio" significa "sul serio": non troppo e non poco. Quindi è implicita la stima (ne poca ne troppa) nella serietà di chi scrive.
Poi sull'aventone ecco che qui fatico a prenderti sul serio ed in questi casi l'unica cosa che posso dire è che non ho molto da replicare, se non riportare uno scritto del 1996 di Lucio Villari sull'Aventino (preso da repubblica) in occasione della minaccia di Berlusconi (allora all'opposizione) di ritirarsi con tutti i suoi dal parlamento.
Se lo ha minacciato Berlusconi 14 anni fa allora il nostro riproporlo oggi non sarebbe da furbi ma piu' da fessi (per non usare altro).
Ciao,
Franz


AVENTINO, COLLE PLEBEO
Repubblica — 13 novembre 1996 pagina 11 sezione: COMMENTI
L' INTENZIONE si è capita, ma manca la parola. Assenza, astensione? Un po' poco. Secessione? Troppo. Come definire allora il proposito dei parlamentari dell' opposizione di non partecipare ai lavori e alla discussione sulla legge finanziaria? Aventino. Ecco il nome che si sussurra in queste ore. Un nome scomodo, fastidioso, inafferrabile. Evoca un episodio della nostra storia tra i più sofferti: un atto politico compiuto da una ben diversa opposizione nel giugno 1924, tredici giorni dopo la scomparsa del deputato socialista unitario Giacomo Matteotti. Nello sgomento e nello sdegno di quei giorni, mentre Matteotti sembrava sparito nel nulla e il governo Mussolini e molti autorevoli liberali ostentavano indifferenza, tutti i deputati dell' opposizione decisero di abbandonare i lavori della Camera in segno di protesta e di riunirsi altrove.

Quell' ' altrove' fu chiamato Aventino in ricordo del gesto dei rappresentanti della plebe romana che, in lotta contro i patrizi, nel V secolo avanti Cristo si ritirarono su quel colle per non partecipare alla conduzione dello Stato. Non è del tutto sicuro che sia andata proprio così: ma questa è la tradizione storica della Roma repubblicana. Il gesto era bello e pare che la secessione plebea sia avvenuta ben due volte in quel secolo. E' possibile che avvenga due volte anche nel nostro?

Ce lo chiediamo, da cittadini responsabili, con una certa apprensione. E non perché c' è la famosa boutade della prima volta come tragedia e della seconda come farsa. Infatti, questo doppio esito non è per nulla scontato: un evento drammatico si può ripetere più volte e provocare sempre lo stesso risultato drammatico. L' Aventino del 1924 fu un grave errore politico delle opposizioni di sinistra e democratico-liberali. Fu abbandonato il ' terreno' , cioè il luogo politico più alto e visibile della lotta politica, il Parlamento, in nome di una protesta morale, giusta ma inerte. Il capo dell' Aventino, Giovanni Amendola, pagherà con la vita la nobile intransigenza dell' opposizione antifascista, ma Antonio Gramsci capì l' errore di lasciare l' istituto democratico per eccellenza, il Parlamento, in mano ai fascisti e nel novembre dello stesso anno abbandonò l' Aventino e tornò a battersi alla Camera.

Era solo però, con pochi suoi, e pagherà pure lui. La minaccia di Berlusconi e dei suoi alleati è dunque quantomai imbarazzante e inquinante delle regole della democrazia; e non tanto per l' analogia con i fatti del 1924 (una analogia rovesciata: ora è la destra a volere commettere lo stesso errore) quanto perché questa decisione, se verrà presa, non ha niente a che vedere con il vigente sistema democratico e con la tradizione storica parlamentare dei maggiori paesi del mondo. Né in Europa né negli Stati Uniti è mai successo che l' opposizione si sia sottratta al proprio dovere. Ecco perché non esiste la ' parola' , né il relativo istituto giuridico. Può darsi che l' opposizione di destra sia sincera nell' essere indignata contro le deleghe e le scelte fiscali del governo, ma la storia dimostra che l' indignazione non basta. Nel 1926 Mussolini fece decadere dal mandato parlamentare i deputati assenti.

Se ci fosse un nuovo Aventino Prodi non potrebbe far questo, appunto perché l' Italia è una democrazia che ha bisogno di un Parlamento funzionante e di un governo pungolato da una responsabile opposizione. La secessione del 1924 agevolò grandemente la dittatura fascista. Ma la secessione parlamentare del 1996 potrebbe ferire a morte questo delicato passaggio storico e etico-politico della democrazia italiana. - di LUCIO VILLARI
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