Giornata triste tra Favara e Milano.
A Favara una famiglia povera, per difendersi dal freddo e dalla pioggia, è costretta a stare in un fabbricato abbandonato, che crolla e uccide due bambine.
Il sindaco PdL dal maggio 2007 (ma senza togliere responsabilità al precedente del CS), già "vicino alle posizioni di F.I. di cui ha condiviso le battaglie per l'affermazione dei principi di libertà, in tutti i campi, la giustizia, lo sviluppo, il rispetto per la persona e la democrazia dell'alternanza", nel 2000 "ha costituito un movimento politico culturale denominato "Città Nuova", di cui è stato presidente, che aveva come scopo principale riavvicinare i cittadini alle istituzioni e renderli compartecipi di un progetto politico – amministrativo di cambiamento, di innovazione, di legalità e giustizia sociale.", dice che ha convocato l'unità di crisi al Comune dopo il crollo della palazzina che ha provocato la morte di due bambine.
Dice che «La famiglia Bellavia non era in graduatoria per l'assegnazione dei 56 alloggi popolari di contrada Piana dei Peri. Case che da dieci anni attendono di essere consegnate agli aventi diritto e che purtroppo sono state vandalizzate e dunque al momento inutilizzabili. Ci stiamo attivando anche per l'eventuale ricovero delle tre persone che vivono in case vicine a quella crollata e che eventualmente dovranno essere evacuate. A tal riguardo aspettiamo ancora la comunicazione da parte dei vigili del fuoco e dei funzionari della protezione civile.
Quanto è accaduto nel quartiere di Favara è una tragedia - aggiunge - ma lì ci sono decine di stabili fatiscenti. Case pericolanti, vecchie catapecchie che rischiano di crollare da un momento all'altro. Potremmo fare un'ordinanza di demolizione, ma si tratta di immobili abitati da gente indigente che non avrebbero i soldi per demolire e non avrebbero alternativa di residenza». «Non sappiamo, almeno per il momento, come muoverci - conclude - Una cosa è certa abbiamo bisogno di aiuto per scongiurare che si ripetano tragedie analoghe nel nostro centro storico».
Ora, dopo queste morti innocenti.
A Milano una familgia ricca, per difendersi dalle accuse di appropriazione indebita, frode fiscale e riciclaggio, è costretta a stare in un fabbricato adibito a Palazzo di Giustizia per ascoltare la richiesta di rinvio a giudizio.
Si tratta di roba da trasmettere in tv, fatturata anni fa centinaia di milioni di dollari da portare come spesa, ma pagata molto meno, con conseguente arricchimento per evasione fiscale e potersi pure vantare di essere ricchi.
Nicolò Ghedini dice che ''la Procura di Milano ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi" quando si sa che il popolo lo ha votato e quindi assolto.
Certo, il ministro dell'ingiustizia Alfano lo assolve: ''Conosco Berlusconi da anni e anni, non si occupa delle proprie aziende, ma solo del bene del paese" (ah ah ah)
Boldi (pardon Bondi) dice: ''Di questo passo muore il senso della giustizia''.
Forse ha ragione, ma certo non sa in quale senso.
Che schifo le politiche di questi grandi statisti, che vogliono pure ridursi le tasse!
Mentre operai e pensionati non arrivano a fine mese!
cardif