da cardif il 19/01/2010, 13:02
Se si chiarisce che qua si fa una discussione fuori dalla ragione sociale del sito (che, per quel che mi pare è di natura politica) si può discutere di tutto liberamente.
Ripeto che sono intervenuto solo per questo; non l'avrei fatto nel sito di un giornale cattolico, dove sarebbe ovvia la coerenza dell'argomento.
Importare in argomenti di natura politica la visione religiosa espressa dal Papa "ai suoi fedeli collaboratori" dei valori cristiani significa voler dare una determinata impronta alla politica, e, in definitica, allo Stato, alla Repubblica, che, invece, ritengo debba essere laica perché ci possano vivere pacificamente tutti senza l'imposizione di determinati "valori".
Sentivo giorni fa in una discussione in tv una signora che chiedeva, più o meno, ad una prete: "perché io non posso prendere la comunione, che mi dà sollievo, solo perché sono divorziata?". Già, perché? E questa limitazione di libertà la sentiva una cattolica. Figuriamoci come si potrebbe sentire limitato in altre libertà un non cattolico.
E questo è un altro esempio che mi fa convincere del fatto che la religione non debba influenzare la convivenza civile e la formazione delle sue regole.
"A questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi." Tanto per ri-citare il grande Kant. E non ci vedo proprio niente che possa portar male.
Magari si cercassero soluzioni a qualunque problema con l'uso della ragione, anzicché su basi ideologiche o religiose.
A quanto ha detto Franz aggiungerei che la Lumen Gentium, una delle costituzioni dogmatiche della Chiesa, ha al I Capitolo Il Mistero della Chiesa e della sua relazione con Cristo. Se è per parlarne sta bene. Se sulla base dei Misteri si vuol far discendere qualcosa di applicabile alle regole dello Stato italiano, non credo che vada bene.
Nel merito delle parole del Papa, ho già detto la mia, per quel che conta, pensando che potesse servire alla discussione.
Tra l'altro dice: "La legge morale naturale (che, anche se non è esclusivamente o prevalentemente confessionale quella è) .... tocca uno dei nodi essenziali della stessa riflessione sul diritto e interpella ugualmente la coscienza e la responsabilità dei legislatori."
Quest'ingerenza della morale religiosa nel diritto non la riconosco (nota: non la faccio mia)
Non è limitazione ma ampliamento della libertà (nota: la mia posizione).
cardif
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cardif il 15/02/2010, 13:35, modificato 1 volta in totale.
Ma mo' mi so' capito bene?