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E’ un sondaggio che misura la popolarità dei più importanti leader mondiali, commissionato ad Harris Interactive dall’emittente televisiva francese France 24 e dall’International Herald Tribune.

Il sondaggio, è stato effettuato su un campione di 6.538 persone (età 16-64) in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti e in Italia, tra il 25 febbraio e il 3 marzo.

Il gradimento di Berlusconi è al 38% tra i telespettatori-elettori italiani ma decisamente inferiore in Europa e negli Stati Uniti: 16% negli U.S.A. e in Spagna, 13% in Inghilterra, 12% in Germania e addirittura solo il 7% in Francia.

Interessante che tra tutti i leader occidentali, Berlusconi è quello con la più grande differenza tra la popolarità interna (38%) e quella media tra i sei paesi (17%), con 21 punti percentuali di differenza.

[The big difference between Prime Minister Berlusconi’s popularity in Italy and
across the six countries surely reflects his control over much of the Italian media]

La classifica di popolarità dei principali leader mondiali (media dei sei paesi):

1. Obama 80%

2. Dalai Lama 74%

3. Merkel 51%

4. Blair 48%

5. Sarkozy 40%

6. Ratzinger (Papa Benedetto XVI) 39%

7. Brown 36%

8. Zapatero 35%

9. Ban Ki-Moon 33%

10. Barroso 30%

11. Lula 25%

12. Berlusconi 17%

13. Fidel Castro 16%

14. Putin 16% 15. Chavez 14%

16. Mednev 10% 17. Hu Hintao 9%

18. Al-Assad (Siria) 8%

19. Ahmadinejad 6%

Fonte:
http://www.harrisinteractive.com/news/f ... il2009.pdf

Adesso Dalema ha capito da chi si è fatto raccomandare.

pianogrande ha scritto:Adesso Dalema ha capito da chi si è fatto raccomandare.

tanto valeva puntare su Castro...

trilogy ha scritto:E’ un sondaggio che misura la popolarità dei più importanti leader mondiali, commissionato ad Harris Interactive dall’emittente televisiva francese France 24 e dall’International Herald Tribune.

Mi piacerebbe capire meglio cosa significa esattamente popolarità.

Inizialmente si puo' pensare che la popolarità di una persona sia solo legata alla sua notorietà, al fatto che il suo nome ed il suo voto è conosciuto da una gran massa di popolo. Piu' è conosciuto, piu' è popolare. Probabilmente pero' c'è anche un concetto di "apprezzamento" sulle qualità del personaggio (che quando manca diventa "impopolare").
Credo che tutto conoscessero di fama Bush come ora conoscono Obama ma il primo era molto meno popolare (piu' impopolare).
In realtà però questo piu' che un indice di popolarità andrebbe chiamato indice di gradimento dei leader internazionali.
Prova ne è che Fidel, che è sulla scena internazionale da decenni, quindi notissimo, non è gradito come Zapatero, apparso da pochi anni, ed è vicino a Berlusconi.

Appare interessante esaminare le domande fatte, per capire le risposte e questo indice.

“For each of the following people, please indicate whether you have a very good, somewhat
good, somewhat poor or very poor opinion of that person?”
Percent saying “Very/Somewhat good”

Si chiede quindi se hanno una opinione molto buona, abbastanza buona, abbastanza scarsa o molto scarsa, sulla persona. La popolarità si calcola come % delle risposte molto buona, abbastanza buona nella popolazione.
Mi sembra rilevante osservare come da noi risultino popolari, rispetto a pari giudizio negli altri paesi del sondaggio, persone come Fidel Castro (29% contro il 16% mondiale) e tanti altri della parte bassa della graduatoria.

Ho fatto un copia ed incolla dei risultati in un foglio di calcolo e risulta che la media generale di gradimento mondiale è pari circa al 31% con delle significative variazioni nazionali. In USA la media delle risposte molto buona, abbastanza buona a tutti i personaggi è del 25% ed ancora peggio fanno gli inglesi (22.6%). L'italia invece con il 41.7% dimostra che la popolazione italiana è propensa a dare giudizi positivi praticamente a tutti quei personaggi. Insomma, non siamo selettivi come gli anglosassoni per per noi sono buoni personaggi che all'estero lo sono molto meno.

In pratica tutti i leader internazionali sono aprezzati in Italia piu' di quanto siano apprezzati in tutti i paesi.
Siamo un popolo che apprezza i leader, quasiasi cosa facciano.

Insomma iniziamo a capire come mai uno come Berlusconi ha qui l'apprezzamento che ha ... ed anche Fidel.

Ciao,
Franz

franz ha scritto:Insomma iniziamo a capire come mai uno come Berlusconi ha qui l'apprezzamento che ha ... ed anche Fidel.
Ciao,
Franz

Si, Berlusconi è nella fascia di gradimento 14-17% assieme ad altri leader che in effetti hanno diversi elementi in comune con lui: Berlusconi 17% Fidel Castro 16% Putin 16% Chavez 14%

Leggendo le vostre curiose e interessanti osservazioni, mi è tornato subito in mente l'articolo che ho letto stamattina sull'analfabetismo dei nostri ragazzi, lamentato dalla generalità dei docenti universitari che se li ritrovano in aula, provenienti dalla scuola dell'obbligo.
Un fenomeno che forse c'entra con la faccenda della "popolarità", o forse no, ma a me sembra evidente che c'entri molto: l'analfabetismo dei giovani non è un fatto fine a se stesso, ma un sintomo di degrado generalizzato, che non può essere separato da fenomeni come la capacità o l'orientamento del giudizio della "opinione pubblica".
Una pubblica opinione che giustamente a Franz risulta assai poco selettiva, dominata in massima parte dalla pura e semplice "notorietà", la quale a sua volta è determinata soprattutto dalla dominanza della cultura televisiva.
Berlusconi Silvio, in arte il Cavaliere, prima o poi scenderà dal palco, ma le sue televisioni no, e quella cultura dominante nemmeno. E nemmeno i milioni di persone che lo hanno votato, applaudito e difeso.
Ma per molti, anche nel PD, il problema nazionale è e continuerà ad essere il "popolino" che scende in piazza, Di Pietro e la sinistra massimalista.

pierodm ha scritto:...
Un fenomeno che forse c'entra con la faccenda della "popolarità", o forse no, ma a me sembra evidente che c'entri molto: l'analfabetismo dei giovani non è un fatto fine a se stesso, ma un sintomo di degrado generalizzato, che non può essere separato da fenomeni come la capacità o l'orientamento del giudizio della "opinione pubblica"...

credo che il problema sia più serio... l'analfabetismo è un guaio, ma di per se non un dramma... uno può sempre imparare... qui è l'intelligenza ad essere resettata, operazione che non consente più nessuna possibilità di intervento.

I miei nonni paterni, classe 1883 lui e classe 1885 lei, non erano analfabeti, ma certo non avrebbero saputo rispondere alle domande poste agli universitari su chi fosse l'autore di "Delitto e castigo", però non erano cretini...

Il guaio italiano non è l'analfabetismo... è il cretinismo.