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La sinistra riformista che dialoga

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La sinistra riformista che dialoga

Messaggioda lucameni il 06/12/2009, 14:55

Storico esempio, molto bello e rassicurante, di una sinistra riformista - ovviamente - che dialoga e che mostra senso delle istituzioni.

http://www.youtube.com/watch?v=LVK06FQ8WXU

Difatti Latorre, e si rammenti che è onorevole, ha aperto all'ipotesi di modifica sulla legge dei pentiti (peraltro già modificata nel 2001).
Coerentemente.
Considerando che l'onorevole è un ex PCI, già PDS e DS, perciò non certo un moderato, che è nemico giurato del giustizialismo (anche se non ci ha mai spiegato cosa vuol dire), direi che siamo in ottime mani.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Perché Fini

Messaggioda pierodm il 06/12/2009, 20:12

Non si sa bene per quale ragione o per quale scopo Fini si stia comportando come si comporta: dalla perfetta buona fede al calcolo politico più contorto, ogni ipotesi è buona - anche se personalmente tenderei ad accreditare la buona fede, benché non così perfetta.
Ma indubbiamente - diciamo pure oggettivamente, a prescindere dalle sue ragioni soggettive - Fini riempie un vuoto.
Un vuoto che esiste a destra, ma che di riflesso è avvertito anche a sinistra.
Però, prendendo questa nuova posizione, Fini rischia di creare problemi proprio al PD, più che a Berlusconi - o, se si preferisce, problemi duraturi al PD, mentre quelli a Berlusconi sono destinati ad essere contingenti.

Tutto nasce dal fatto che il centro-sinistra, in questi anni, si è lentamente ma inesorabilmente spostato verso destra - o verso il centro, che è lo stesso per chi parte da sinistra.
Una scelta, questa, che in parte possiamo considerare assurda o cinica o semplicemtente sbagliata, ma che da un'altra angolazione è lecito definire inevitabile: una destra come quella che è sempre stata in Italia - fascista, post-fascista, peronista, pidduista, sostanzialmente eversiva se non golpista tout court, etc - ha sempre lasciato ampio spazio a centrismi torbidi e capziosi, che riuscivano ad apparire "democratici" e costituzionali solo grazie all'assenza di una destra liberaldemocratica seria.
Centrismi capziosi e confusi, non solo di stile democristiano, ma di ogni sfumatura e tendenza, compresa quella che sia il socialismo craxiano prima, sia il PDS/DS/PD poi hanno praticato, o cercato di praticare.
Con il Fini attuale succede allora che, non appena il nostro eroe si sgancia dal berlusconismo peronista, e in generale dall'osservanza tradizionale della destra fascistoide italica, si trova subito a calpestare le stesse zolle del PD, se non ad apparire meno capzioso e meno inciucista, diciamo perfino più "a sinistra" del PD stesso - o almeno di alcune sue componenti di spicco.
Così facendo - mentre denuncia la vera natura del berlusconismo, e diciamo pure dei suoi sostenitori - mette a nudo anche il paradosso di un paese che ha rinunciato (scientemente, dolosamente rinunciato, aggiungiamo) ad avere una sinistra, lasciando non solo una parte significativa di elettorato , ma anche una serie di idee e di posizioni, senza rappresentanza.
Senza rappresentanza, e diciamo pure senza la vitalità di evoluzione.

Naturalmente, ciò che Fini non dice, non può dire e non ha interesse a dire, possiamo aggiungerlo noi, a margine di tutto questo.
Dopo che per cinquant'anni il potere e i governi di questo paese sono stati dominati dalla logica DC, o dal consociativismo, e, a sinistra, da una sinistra assolutamente "centrista" e rigorosamente legalitaria, moderata e accomodante, gli anatemi modernisti e la "rivoluzione delle idee post-comuniste" non ha "ripensato" il moderatismo o il centrismo della tramontata stagione politica, ma si è inventato un massimalismo e un radicalismo assai dubbi, se non inesistenti, da immolare sugli altari della "nuova stagione" e in nome del "partito nuovo".
E' questo il peccato originale del "riformismo" del PD.
pierodm
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Re: La sinistra riformista che dialoga

Messaggioda pianogrande il 07/12/2009, 0:08

C'è un discorso di fondo (di metodo) che la sinistra attuale non vuole proprio capire.
I voti alla destra non si portano via spostandosi a destra.
I voti alla destra si portano via convincendo l'elettorato di destra (sopratutto gli "indecisi") che le idee (se vogliamo scomodiamo pure gli ideali) della sinistra sono migliori.
Naturalmente, i primi a doverne essere convinti sono i "venditori" di queste idee.
E lì sta il vero punto dolente.
I "leaders" della sinistra non sanno più neanche che minchia stanno vendendo.
Vogliono vendere una "alternativa di governo" senza avere il coraggio (o meglio la capacità) di illustrare a qualcuno che tipo di governo proporrebbero.
Finora, nel post rivoluzione di ottobre, l'unica cosa che ho capito è che per proporre una alternativa di governo non si può partecipare alla manifestazione anti Berlusconi.
Dopo tanta tragica gestazione, tutto qua?
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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