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Facce di bronzo

MessaggioInviato: 30/11/2009, 16:10
da trilogy
Celli dice al figlio di andare all'estero, perchè qua è uno schifo....


Repubblica 2009
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito
"Figlio mio, lascia questo Paese"

(..)Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.(..)

http://www.repubblica.it/2009/11/sezion ... mentatutti

Bigliografia: 2008
Pier Luigi Celli "Comandare è fottere" Collana: IngrandimentiPagine: 108 Prezzo: € 15,
Nel suo nuovo libro "Comandare è fottere", definito un “piccolo vademecum per bastardi di professione”, l’ex presidente della Rai dice tutto quello che di solito in proposito si tace. Ovvero che, alla faccia dell’utopia delle pari opportunità, “nascere bene” aiuta eccome. Così come aiuta saper scegliere la persona giusta da servire per poi abbandonarla quando serve, selezionare alleati e nemici, usare l’arte della seduzione e della finzione. E quando arrivi poi, consiglia Celli, non guardarti indietro, sii sempre pronto a succedere a te stesso o a farti rimpiangere attraverso i successori......
L’autore
Pier Luigi Celli ha ricoperto tra gli altri gli incarichi di Direttore Risorse Umane dell’Eni, direttore generale della Rai, presidente di Ipse 2000, responsabile della Direzione Corporate Identity della Unicredit e direttore Personale e Organizzazione in Enel. Attualmente è direttore generale dell'università Luiss Guido Carli di Roma. Ha pubblicato numerosi libri di saggistica e narrativa, l’ultimo dei quali è Altri esercizi di pentimento (2008).

Re: Facce di bronzo

MessaggioInviato: 30/11/2009, 16:16
da Iafran
trilogy ha scritto:LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l'Italia fosse diversa e abbiamo fallito
"Figlio mio, lascia questo Paese"

(..)Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.(..)

verrebbe da aggiungere: "Guarda papà!"