franz ha scritto:pinopic1 ha scritto:La lotta alla mafia sarà tale solo quando saranno toccati i nodi che caratterizzano la mafia e la fanno diversa dalla comune criminalità più o meno organizzata.
D'accordo su tutto ma mi potresti esplicitare questi"nodi".
In cosa la mafia (o la camorra o la 'ndrangheta, o cosa nostra) è diversa dalla "comune criminalità" piu' o meno organizzata?
E sorattutto cosa intendi con comune criminalità più o meno organizzata? Una banda isolata di delinquenti, come quelle che imperversavano negli anni 60 a Milano (banda Cavallero ed anche Luciano Lutring)? Era criminalità organizzata e quando i banditi tornavano nel loro quartiere erano accolti (si dice) tra gli applausi. C'era un contesto di parziale appoggio popolare.
La banda della magliana? Oppure questa per gli agganci politici (forse anche vaticani) rappresenta un ulteriore salto?
La Mafia poi ha in parte appoggio popolare, appoggi politci, istituzionali, bancari, finanziari.
Dove stanno i nodi e quali sono?
Grazie,
Franz
Tre sono le caratteristiche peculiari della mafia:
1. La collusione con il potere politico e l'appoggio del potere politico stesso.
2. Il controllo del territorio per consenso, convenienza o paura che rafforza il primo punto. Cosa che, unita al punto 1 ne fa non l'antistato ma l'
altro stato: quello che conta.
3. La capacità di investire i capitali derivanti da attività illecite in attività lecite anche di notevole portata con il conseguente appoggio del potere bancario e finanziario.
Per criminalità comune più o meno organizzata intendo esattamente gli esempi che hai fatto anche se non condivido l'analisi che ne fai e soprattutto sono cosa ben diversa dalla mafia.
Non so (e non credo) se i banditi della banda Cavallero venivano applauditi nel loro quartiere. Ma se ciò avveniva era per qull'alone di rivoluzionarismo, di vendicatori del popolo oppresso che potevano avere. Un pò come i briganti meridionali dell'ottocento che non sono da confondere con la mafia. Inoltre dalla banda Cavallero o di quella di Lutring, arrestati i componenti non è rimasto nulla. Non ci sono eredi; e la distinzione tra stato e quelle bande è sempre stata netta.
La banda della Magliana si è avvicinata parecchio al concetto di mafia, probabilmente perché legata ad organizzazioni mafiose tradizionali. Non so se di quelle vicende fosse la principale protagonista; anzi credo di poter dire di no. Era sostanzialmente mano d'opera come dimostrerebbe il caso di Emanuela Orlandi. L'oggetto della storia sarebbero, a quanto pare, i soldi della mafia malamente gestiti da coloro ai quali erano stati affidati. Semplicemente la mafia siciliana non era ben radicata a Roma e serviva un appoggio in loco. Vale anche per altre vicende.
Anche la banda della Magliana sembra estinta. Invece la mafia nonostante i tanti arresti e le tante morti violente dei loro esponenti è sempre lì da qualche secolo. Ed è sempre la stessa mafia sostanzialmente.
Un piccolo esempio: se davvero la mafia fosse in difficoltà (sulla base di quanto scritto sopra) non si discuterebbe nemmeno di certe candidature a governatore di regioni. Ma non per motivi di moralità pubblica; semplicemente perché sarebbero perdenti. Sese ne discute è perché si ha la sensazione che potrebbero essere vincenti. Ma vincenti in virtù di quali grandi meriti? Bohh
Troverei più significativa la notizia che i vigili urbani sono entrati in un certo quartiere di Napoli e hanno fatto una sfilza di multe che l'arresto di un latitante numero due della camorra come tutti i latitanti che vengono arrestati. Son sempre il numero due, al massimo il tre. Secondo il ministro e secondo la stampa.