franz ha scritto:disallineato ha scritto:... Se tu abiti in una nazione diversa dalla tua, devi rispettare le leggi di quello stato e non pretendere di creare uno stato nello stato, con la scusante che la tua religione, la tua cultura, la tua civiltà, la tua tradizione ti "impone" certi atteggiamenti.
Se io vado in inghilterra, piaccia o non piaccia, devo adattarmi a guidare al contrario di come sono abituato. Se non mi va bene, me ne torno a casa mia.
Ovviamente rispettare le leggi dello stato in cui mi trovo è un criterio normale in uno stato di diritto.
Mi chiedo pero' come faccia uno svedese, per esempio, a rispettare le 100'000 (forse piu') leggi, che nemmeno noi conosciamo. Ma tralasciamo il fatto delle leggi. Cosa c'entrano con la religione? Nulla. Se io vado a lavorare in arabia saudita, rispetto le loro leggi ma non devo per forza abbracciare l'islam. Ovviamente ho tutto il diritto a frequentare la mia comunità, dove poter vivere le mie tradizioni chi i correligionari. Ed ho il diritto, se la mia religione lo prevede, di fare proselitismo.
Non fanno cosi' i cattolici che sono in pasei in cui sono minoranza? Non creano una comunità? Non cercano nuovi credenti?
Guarda che il tuo ragionamento proprio non l'ho capito.
Franz
Mica tanto ovvio, sai Franz.
Ho enunciato alcuni concetti al riguardo nel post precedente in risposta a Cardiff
Vorrei invitarti a leggere, se hai la pazienza di farlo. Non si tratta di fare proselitismo o meno, si tratta di considerare prioritario il rispetto della propria religione sulla legge dello stato, anche quando questa entra in conflitto con lo stato stesso. Poligamia, infibulazione, capo coperto con veli integrali che nascondono l’identità, macellazione antigenica delle carni, considerazione nulla della propria donna.
Hai ragione sul fatto che è difficile rispettare tutto il fardello di leggi che abbiamo, ma gli islamismi fondamentalisti che delinquono, sanno bene che ciò che fanno è in contrasto con le nostri leggi. Non si tratta di ignoranza, ma di illegalità consapevole.