Veltroni a Milano

Dal Corriere della Sera (http://www.corriere.it/politica/08_magg ... aabc.shtml)
Veltroni: «Tra 5 anni governiamo noi. Adesso dobbiamo cambiare le regole»
«Nel 2006 abbiamo fatto finta che il risultato delle elezioni dicesse una cosa che, però, non era vera»
Mi spiace, sarà certamente un mio limite personale, ma certe affermazioni di Veltroni proprio non riesco a condividerle.
Prima di tutto, l'affermazione certa che alle prossime elezioni vinceremo noi, mi sembra troppo simile agli slogan sulla rimonta e sul "Si può fare" della campagna elettorale appena terminata. Se è vero che fare una campagna elettorale dichiarandosi in partenza sconfitti non è positivo, è anche vero che sbandierare certezze irrealizzabili suona parecchio falso, e ricominciare con la stessa musica in preparazione di una campagna elettorale che si svolgerà probabilmente tra cinque anni, a mio parere limita ulteriormente la credibilità di ciò che viene detto.
Quanto poi all'insistenza con la quale si rimarcano errori - veri o presunti - compiuti dal governo Prodi, mi sembra del tutto ingiusto, oltre che inopportuno.
In democrazia, chi ha la maggioranza, anche di un solo voto, governa. Questo Prodi ha cercato di fare, tra mille ostacoli.
Certo, le varie sinistre di lotta si sono dimostrate inadatte ad essere anche sinistre di governo, ma Prodi è caduto per un attacco finale dall'ala centrista di Dini e Mastella. E perché non cominciare a pensare seriamente che chi critica tanto ora, non sia stato altrettanto critico prima, indebolendo in qualche modo le fondamenta su cui il governo Prodi si fondava?
Se le elezioni si fossero tenute anche solo nel 2009, sono certa che sarebbe stato molto diverso.
I risultati del risanamento delle finanze dello stato, e una prima redistribuzione del reddito in favore dei meno abbienti, avrebbe evidenziato la calunniosità di molte affermazioni della destra, consentendo al PD una "discontinuità" che non fosse una rottura col passato, passato di cui non mi sembra ci sia da vergognarsi.
Ma rinvangare il passato è inutile.
E' certo che per le riforme istituzionali non ci può non essere trattativa e dialogo tra maggioranza e opposizione, ma è anche certo che l'opposizione deve mantenere salde le proprie rivendicazioni in campo economico, sociale e di costume.
E poi, dialogo e confronto devono avvenire nella sede istituzionale, in Parlamento, dove il dibattito è pubblico e si svolge alla luce del sole.
Troppi colloqui riservati tra due soli leader, mi preoccupano.
La maggiranza ha ampiamente i numeri per governare come vuole, non ha bisogno del nostro soccorso, che può solo fornire ulteriori elementi di confusione.
annalu
Veltroni: «Tra 5 anni governiamo noi. Adesso dobbiamo cambiare le regole»
«Nel 2006 abbiamo fatto finta che il risultato delle elezioni dicesse una cosa che, però, non era vera»
Mi spiace, sarà certamente un mio limite personale, ma certe affermazioni di Veltroni proprio non riesco a condividerle.
Prima di tutto, l'affermazione certa che alle prossime elezioni vinceremo noi, mi sembra troppo simile agli slogan sulla rimonta e sul "Si può fare" della campagna elettorale appena terminata. Se è vero che fare una campagna elettorale dichiarandosi in partenza sconfitti non è positivo, è anche vero che sbandierare certezze irrealizzabili suona parecchio falso, e ricominciare con la stessa musica in preparazione di una campagna elettorale che si svolgerà probabilmente tra cinque anni, a mio parere limita ulteriormente la credibilità di ciò che viene detto.
Quanto poi all'insistenza con la quale si rimarcano errori - veri o presunti - compiuti dal governo Prodi, mi sembra del tutto ingiusto, oltre che inopportuno.
In democrazia, chi ha la maggioranza, anche di un solo voto, governa. Questo Prodi ha cercato di fare, tra mille ostacoli.
Certo, le varie sinistre di lotta si sono dimostrate inadatte ad essere anche sinistre di governo, ma Prodi è caduto per un attacco finale dall'ala centrista di Dini e Mastella. E perché non cominciare a pensare seriamente che chi critica tanto ora, non sia stato altrettanto critico prima, indebolendo in qualche modo le fondamenta su cui il governo Prodi si fondava?
Se le elezioni si fossero tenute anche solo nel 2009, sono certa che sarebbe stato molto diverso.
I risultati del risanamento delle finanze dello stato, e una prima redistribuzione del reddito in favore dei meno abbienti, avrebbe evidenziato la calunniosità di molte affermazioni della destra, consentendo al PD una "discontinuità" che non fosse una rottura col passato, passato di cui non mi sembra ci sia da vergognarsi.
Ma rinvangare il passato è inutile.
E' certo che per le riforme istituzionali non ci può non essere trattativa e dialogo tra maggioranza e opposizione, ma è anche certo che l'opposizione deve mantenere salde le proprie rivendicazioni in campo economico, sociale e di costume.
E poi, dialogo e confronto devono avvenire nella sede istituzionale, in Parlamento, dove il dibattito è pubblico e si svolge alla luce del sole.
Troppi colloqui riservati tra due soli leader, mi preoccupano.
La maggiranza ha ampiamente i numeri per governare come vuole, non ha bisogno del nostro soccorso, che può solo fornire ulteriori elementi di confusione.
annalu