disallineato ha scritto:Per rispondere un pò alla cara wall e alle ultime affermazioni degli amici del forum.
Qualcuno obietta che la differenza sta nell'esposizione dei simboli religiosi nella proprietà privata o nei luoghi pubblici.
Credo che questo argomento meriti un capitolo a parte ed infati penso di aprire un argomento su questo affinche non venga dibattuto in modo promiscuo sul crocefisso e sull'opportunità o meno di esporre simboli di fede.
In sintesi, un simbolo della ns tradizione oltre che un atto di fede, non obbliga alla genuflessione ed al rispetto della fede che rappresenta, pertanto non vi sono reati o soprusi verso chi non è credente e quindi non vi sono ragioni razionali per obbligare la rimozione di questo simbolo cristiano. Probabilmente le ragioni potrebbe essere ideologiche, ma in assenza di soprusi, secondo il mio parere, la sentenza della Corte deovrebbe essere totalmente ignorata.
Che ne dite se apriamo un nuovo argomento riguardo l'esposizione dei simboli religiosi?
Cordialità
il semplice fatto che sia un simbolo cristiano e non nazionale (come il tricolore o la foto del presidente della repubblica) è un motivo più che sufficiente per rimuovere il crocifisso dai luoghi pubblici, intesi come luoghi della Repubblica italiana.
come fai a dire che non c'è sopruso se si pretende che un simbolo di parte (per quanto ampia sia questa parte) debba essere visto come un simbolo universale, della nostra (?) tradizione e inoffensivo?
il credente o il diversamente credente deve limitarsi ad accettare la presenza in un luogo pubblico di un simbolo di parte, solo perchè questa parte è storicamente la maggioranza del paese. non c'è sopruso semplicemente perchè non c'è violenza fisica?