pinopic1 ha scritto:Una ingenuità (mia) al netto di ogni altra considerazione. Ma diminuendo gli stipendi al sud per adeguarli al costo della vita e aumentandoli al nord per adeguarli al costo della vita, quali vantaggi ne avrebbe l'economia del paese nel suo insieme?
E considerando separatamente il nord e il sud? Il mio pensiero ingenuo è che al nord il costo della vita salirebbe ulteriormente e al sud aumenterebbe la miseria e diminuirebbe ulteriormente il costo della vita fino al limite della non remunerazione dei prezzi e quindi scarseggerebbero ancora di più merci e servizi.
Se la pressione fiscale fosse adeguata a questo ragionamento che hai fatto, salirebbe al Nord e scenderebbe al Sud (rimanendo stabile ed equilibrata al centro).
Questo invoglierebbe molti a creare e trasferire aziende al Sud, dove la vita costa poco e la manodopera è abbondante e pagata poco.
Ovviemente bisogna che ci sia sicurezza, infrastrutture ed anche manodopera qualificata.
Certo che se non c'è nessuna delle tre cose, allora rivolto la domanda: come prentendi che il Sud si sviluppi senza sicurezza, infrastrutture e manodopera qualificata?
Infine se l''Italia fosse, come alcuni credono ancora, un paese in cui si fanno lauti guadagni (a volte sporporzionati, dice Piero) se l'Italia fosse questo paese del bengodi avremmo frotte di industriali da tutto il mondo, ansiosi di installarsi da noi per fare questi lauti guadagni. Avremmo anche milioni di lavoratori, qualificati e non, che arrivano da noi per offrire la loro competenza. Non mi sembra che tutto questo accada. Anzi non solo non arrivano capitali e capitalisti ma riprende l'emigrazione dei lavoratori. Quindi direi che oltre Babbo Natale ci sono in giro ancora favole dure e morire.
Franz