La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda ranvit il 20/07/2009, 11:54

L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Sergio Romano, rispondendo ad una lettera di Enzo Bianco, Antonio Meccanico e Valerio Zanone (che sostenevano la necessità di superare l’immobilismo politico attuale attraverso il consolidamento del progetto del Pd) nota che a differenza di altri liberali quelli italiani “sono condannati a essere lievito di torte fabbricate da altri cuochi”.

La risposta di Sergio Romano sul Corriere della Sera del 18 luglio mi offre un’altra occasione per ribadire il punto di vista del sottoscritto e dei suoi (pochi) amici.

Sergio Romano non dice che è una condanna all’ergastolo, quindi potrebbe anche cessare. Anzi se all’estero i liberali sono stati capaci di incidere un po’ (“in Germania potrebbero andare al governo, nella prossima legislatura, con la signora Merkel. In Francia hanno avuto una considerevole influenza durante la presidenza Giscard e i governi di Raymond Barre e Edouard Balladur. In Gran Bretagna sono sfavoriti dalla legge elettorale, ma hanno conquistato 62 seggi nelle elezioni del 2005, con un aumento di 10 seggi rispetto alle elezioni precedenti. E a Strasburgo, infine, il gruppo parlamentare dei liberali e dei democratici conta 84 deputati”) perché mai in Italia i liberali debbano essere sempre il lievito di altri partiti piuttosto che il lievito della democrazia?

Ammetto che in Italia i liberali hanno fragili radici. Dopo l’avventura risorgimentale e i rivoluzionari governi della Destra storica, la pratica governativa e la paura dei socialisti hanno indotto comportamenti ultramoderati e conservatori lasciando, così, spazio a quello che appariva nuovo ossia ai populismi ed ai socialismi.

Oggi di fronte a quello che appare nuovo (prima Forza Italia e Alleanza Nazionale ed ora Popolo della Libertà, da una parte, Democratici di Sinistra e Margherita ora nel Partito Democratico, tralasciando la Lega, il soggetto di Di Pietro e gli eredi della vecchia DC) i liberali non sanno che far di meglio che confondersi con questi soggetti “nuovi” ma privi e refrattari alla cultura liberale.

Non è solo la responsabilità di Bianco, di Maccanico e di Zanone, ma anche quella di Martino, Urbani e Della Vedova e degli altri liberali che perseguono strategie di ospitalità per mera sopravvivenza personale, o che si limitano ad essere “guardoni” della lotta politica. Per carità nessuno di questi avrebbe le carte in regola per mettersi alla testa di una riscossa liberale: troppi errori hanno commesso. Le loro scelte attuali li individua come coloro che condannano oggi i liberali “a essere lievito di torte fabbricate da altri cuochi.”

E se al vetusto confronto “destra-sinistra” si sostituisse quello tra “partiti del nord e partiti del sud”, innescando una sindrome “belga” (valloni versus fiamminghi), non si realizzerebbero le premesse per una grave crisi dell’unità nazionale che ci allontanerebbe sempre più dall’Europa avvicinandoci a regimi mediorientali?

Non è una lettura particolarmente originale, anche Luca Ricolfi paventa i pericoli di un confronto nord-sud (La Stampa del 19/07/09), ossia di un confronto tra la questione settentrionale e quella meridionale.

I liberali avrebbero, perciò, il ruolo dei riformatori portatori di una cultura politica che punta più sul come “controllare chi comanda” piuttosto che su chi debba comandare, e quindi più favorevole al clima di coesione sociale, presupposto essenziale per affrontare serenamente i problemi del nuovo millennio.

I novemilioni di cittadini che sono stati rivelati dal recente referendum elettorale è un target che sarebbe attento a questa nuova offerta politica. Ma anche i predetti liberali, prima indicati, potrebbero essere indotti a cambiare atteggiamento. Anche solo per interesse personale.

L’immobilismo merita una risposta liberale. (bl)

------------------------------------------------------------------

E-mail: adams@libero.it http://pernonmollare.blog.tiscali.it

http://groups.yahoo.com/group/liberali_veneti http://venetoliberale.ilcannocchiale.it

-----------------------------------------------------------------
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda ranvit il 21/07/2009, 11:16

Sotto sotto sono sempre stato liberale...non a caso ho sempre avuto una netta pozione di distacco nel pensiero economico dalla sinistra che ho sempre votato.
Condivido molto quanto si legge nel post di apertura di questo 3d (che forse meriterebbe un po' piu' di attenzione).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda mariok il 07/08/2009, 10:17

... una cultura politica che punta più sul come “controllare chi comanda” piuttosto che su chi debba comandare ...


Mi sembra il punto centrale da affrontare di fronte all'attuale deriva... sudamericana.

Da Berlusconi fino a Ferrero ed allo stesso Di Pietro, il focus è su chi governa e sulla propria superiorità, vera o presunta, rispetto agli altri.

Nessuno che ponga il problema e soprattutto indichi soluzioni su come "controllare chi comanda".
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda pianogrande il 07/08/2009, 10:56

mariok ha scritto:
... una cultura politica che punta più sul come “controllare chi comanda” piuttosto che su chi debba comandare ...


Mi sembra il punto centrale da affrontare di fronte all'attuale deriva... sudamericana.

Da Berlusconi fino a Ferrero ed allo stesso Di Pietro, il focus è su chi governa e sulla propria superiorità, vera o presunta, rispetto agli altri.

Nessuno che ponga il problema e soprattutto indichi soluzioni su come "controllare chi comanda".


Giusto. Nessuno pone il problema.
Quanto alla soluzione è ben nota.
E' lo stato democratico con il suo equilibrio dei poteri.
Quell'equilibrio che il berlusca sta ridicolizzando trovando ben poca reistenza anche da parte del Quirinale (vedere cene con esponenti della Corte Costituzionale).
Quell'equilibrio che non deve concedere tutto a chi è stato eletto dal popolo se no, la prossima volta, non ha più neanche bisogno di essere eletto.
"Dio me l'ha data" e guai a chi me la tocca!" Disse quel tale a cui il nostro "premier" ogni tanto si ispira.
Il popolo mi ha eletto e chi mi pone qualche limite è un sovversivo.
Questa è la teoria che il berlusca canalizza attraverso i suoi lacchè vestiti da parlamentari o da ministri della Repubblica.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda lucameni il 07/08/2009, 20:56

Magari ci fosse stata e ci fosse una risposta "liberale".
Tra l'altro il "liberale" Romano non è che sia mai stato particolarmente critico con B. (magari l'ha pure votato) e in questo di liberalismo vedo poco.
Non parliamo poi di Panebianco e compagnia cui ha risposto benissimo sul Corriere Franco Monaco.
I cosidetti "liberali", fermo restando la difficoltà nel definirsi, nel definire e dare sostanza ad un concetto, fossero coerenti dovrebbero essere i più feroci oppositori di Berlusconi, molto più di quegli esponenti della sinistra che hanno visto in un polo di destra un modo più agevole per legittimarsi come politici moderni e non ideologici (aspetto ben diverso dall'avere la legittimazione elettorale); e per un semplice motivo:B. col liberalismo non ha nulla a che fare, ovvero è un usurpatore.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda mariok il 07/08/2009, 22:06

Scriveva Piero Gobetti nel suo "La rivoluzione liberale" del 1924:

Nel nostro secolo il primo insegnamento dell'industria dovrebbe consistere nella dimostrazione di uno spirito e di una necessità non grettamente nazionali, ma europei e mondiali; da questi orizzonti ormai l'attività inventrice e produttrice degli uomini non può più prescindere.
Invece la nuova economia italiana nel Nord sorgeva come industria protetta rinnegando ogni senso di dignità.


Ma è ora di affrontare gli argomenti protezionisti nel loro stesso campo prediletto, dimostrando i danni politici del loro sistema, che ha inaugurato in Italia un'epoca di corruzione e di decadenza nei costumi del proletariato e della borghesia. L'elevazione morale degli operai era negata inizialmente dall'umiliazione di dover limitare propositi e ideali intorno a un problema di disoccupazione; la borghesia per salvarsi dall'errore delle premesse doveva cercare dei complici e pagare con una politica di concessioni la sua tattica di sfruttamento dell'erario. Così venivano a mancare i due nuclei essenziali di reclutamento per un partito liberale d'avanguardia che tendesse a rinnovare la vita politica facendovi affluire continuamente nuove correnti libertarie disciplinate intorno a una morale di autonomia. La parola d'ordine delle classi inferiori era la ricerca di un sussidio. Il krumiraggio non era che un simbolo dell'immaturità desolante dello spirito proletario e della psicologia primitiva, da corsari e da speculatori schiavisti, delle classi industriali. Per l'inconsistenza dei fini non si poteva costruire la fibra dei combattenti. All'individualismo si sostituiva la morale della solidarietà, una specie di calcolata complicità nel parassitismo.

Protezionismo ed assistenzialismo, due facce della stessa medaglia, sui quali si è consolidata in Italia una lunga alleanza, prima che politica, culturale, tra borghesia e classe operaia.

Le due "chiese (quella cattolica rappresentata dalla DC e quella marxista rappresntata dal pci, legate da un patto consociativista) nel secondo dopo-guerra hanno fatto il resto.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
mariok
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 2943
Iscritto il: 10/06/2008, 16:19

CHE FARA’ LA BONINO DA GRANDE?

Messaggioda ranvit il 08/08/2009, 9:33

CHE FARA’ LA BONINO DA GRANDE?

Da http://groups.yahoo.com/group/liberali_veneti 4/08/2009 e da http://venetoliberale.ilcannocchiale.it 5/08/2009

Il salotto cortinese dei coniugi Cisnetto ha ospitato, lunedì 3 agosto, Emma Bonino che ha conversato con Francesco Delzio e il padrone di casa Enrico Cisnetto.

Cisnetto non poteva presentare il vicepresidente del Senato in modo migliore. Sul sito dell’iniziativa “Cortina InConTra” si legge: “Una delle donne che maggiormente hanno saputo coniugare la passione politica con le rivendicazioni di diritti ritenuti fondamentali si racconta sul palco di ‘Cortina InConTra’, spaziando, senza confini, su tutti i temi caldi di questa stagione di ‘crisi’: dalla riforma della previdenza, sulla quale ha posizioni ben più innovative di governo e sinistra tradizionale, alle questioni relative a sicurezza e immigrazione, fino alle vicende internazionali che rimodellano i rapporti di forza delle potenze mondiali, un confronto schietto che si propone di illustrare una visione mai banale e sempre estremamente lucida. Un incontro con una delle personalità più carismatiche dell’intera scena politica italiana, un’opportunità imperdibile di conoscere una donna ‘radicalmente’ controcorrente”.

La Bonino non ha deluso le aspettative. In una serata da lupi – il calo della temperatura dovuto ad un temporale estivo ha fatto battere i denti ai presenti – la Senatrice radicale ha manifestato tutta la sua genuina passione politica. Evitando di polemizzare sulla circostanza se in Italia c’è o non c’è democrazia, ha sottolineato la necessità di una svolta riformatrice per affrontare l’attuale fase politica. Innanzi tutto la necessità di una riforma elettorale che vede elemento centrale l’opportunità di introdurre, a qualsiasi livello, il collegio uninominale. Collegare l’eletto al territorio significa avvicinare i cittadini alla politica in quanto si sentirebbero protagonisti di scelte piuttosto che strumentalizzati per ratificare scelte altrui, come accade oggi con il “porcellum”.

La presenza di Francesco Delzio, già leader dei giovani di Confindustria, autore di un libro sul disinteresse, nei confronti della politica, da parte dei giovani, ha permesso alla Bonino di fare un raffronto tra i giovani della sua generazione - quella del divorzio, dell’aborto e dei diritti civili - con quella attuale tutta rifugiata nel presente e priva di qualsiasi sogno. Infatti di fronte ai nodi dell’economia, alla crisi del welfare e del sistema pensionistico i giovani, principali vittime assieme alle donne, ai vecchi ed ai malati, sembrano indifferenti.

La crisi, o meglio la globalizzazione può essere una opportunità ma per coglierla occorre avere strumenti adatti. Le attuali organizzazioni internazionali, ad esempio il Fondo Monetario Internazionale o il G 8 sono organizzazioni obsolete, o meglio superate dai tempi. Anche l’Unione europea come organizzazione intergovernativa è obsoleta. Quello che occorre è una Europa all’altezza dell’utopia del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni.

Ma Emma Bonino, con la sua passione, da grande, potrà essere il leader del partito europeo riformatore dei liberali e dei democratici? (bl)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

COME LA CATTIVA POLITICA CONTINUA A SOFFOCARE L’ITALIA

Messaggioda ranvit il 08/08/2009, 9:37

“LO STATO CANAGLIA”

OVVEROSSIA COME LA CATTIVA POLITICA CONTINUA A SOFFOCARE L’ITALIA

Un Paese paralizzato da un numero spropositato di leggi e regolamenti; soffocato da una cultura burocratica invasiva e ottusa; gestito da una pubblica amministrazione pletorica, costosa e inefficiente e, non di rado, corrotta; vessato da un sistema fiscale punitivo per chi paga le tasse e distratto nei confronti di chi non le paga; prigioniero di corporazioni e interessi clientelari; nelle mani, da Roma in giù, della criminalità organizzata. Un Paese in inarrestabile declino culturale, politico, economico, che non è ancora precipitato agli ultimi gradini tra i Paesi industrializzati dell' Occidente solo grazie allo spirito di iniziativa e alla proiezione internazionale della media e piccola imprenditoria. Questa è l' Italia oggi. […]

Non è l' elogio dell' antipolitica, oggi tanto di moda. Anzi. Ci mancherebbe, soprattutto da parte di un liberale. È, piuttosto, la denuncia dell' invasività della sfera pubblica nella sfera privata. La descrizione di come la nostra politica non sia più, e da tempo, ammesso lo sia mai stata, al servizio dei cittadini, ma li abbia posti al proprio servizio. Dello «Stato canaglia». L' eccessiva estensione della sfera pubblica - che la cultura statalista e dirigista tende a spacciare come veicolo di equità sociale - è, infatti, più accrescimento del potere degli uomini a essa preposti sulle libertà e sulle risorse dell' individuo, che criterio di governo. La leva fiscale, per alimentare una spesa pubblica riserva di caccia di interessi estranei a quelli generali, ne è lo strumento, anche se non il solo, di oppressione. Non occorre essere marxisti per sapere che lo Stato non è neutrale, ma è il braccio armato degli interessi di chi ne detiene il controllo, se non è controbilanciato da principi e interessi alternativi, fra loro in competizione. È sufficiente essere liberali. Del resto, in questo continuo confronto fra differenti concezioni del mondo, senza che nessuna abbia la pretesa di essere la Verità e di imporla agli altri, è dalla pluralità di interessi in conflitto - mitigato solo da regole del gioco che non consentano a nessuno di impedirne la libera manifestazione e la corretta realizzazione - che si sostanzia la società aperta. Il liberalismo non è una dottrina chiusa - che dice agli individui quale è il loro interesse e ne prescrive i comportamenti - ma la dottrina dei limiti del potere e della società aperta, all' interno della quale ciascuno si presume sappia quale è il proprio interesse e, di conseguenza, lo persegue in autonomia. Il guaio è che di liberalismo, nella vita pubblica degli italiani, non c' è traccia. E ci vorranno, forse, generazioni perché vi si affacci.”

(di Piero Ostellino, dall’introduzione a “Lo Stato Canaglia” Rizzoli, Milano 2009, pagg. 7-10)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: L’IMMOBILISMO MERITA UNA RISPOSTA LIBERALE

Messaggioda lucameni il 08/08/2009, 13:43

Ostellino predica bene e razzola male. Anzi il più delle volte predica anche male descrivendoci un'Italia che non esiste.
Esempio: la legge sulla intercettazioni.
Mica è entrato nel dettaglio e nel merito: a differenza di quanto scriveva Ferrarella, sulla base degli articoli di legge e della reale situazione italiana, delle indagini, del codice di rito, il nostro nn ha avuto pensieri che per la sinistra e il suo "moralismo".
Non una parola sul merito della legge, le motivazioni per la quale viene emanata.
Se questo è un liberale che ci fa pure lezione, siamo messi davvero male.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
lucameni
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1679
Iscritto il: 22/06/2008, 1:36


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 31 ospiti