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I commenti dei giornali stranieri.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

I commenti dei giornali stranieri.

Messaggioda ranvit il 24/06/2009, 17:44

Da repubblica.it :

Scandalo delle ragazze a pagamento, nuovi articoli sul Times, NYT, Daily Telegraph
L'Indipendent: "Il premier largamente responsabile del disgusto per la vita politica"
La stampa internazionale non molla il caso
"In Italia c'è un una emergenza morale"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "L'Italia è nella morsa di un'emergenza morale", titola oggi il Times, riferendo in una corrispondenza da Roma gli ultimi sviluppi dello scandalo delle call-girls in cui è coinvolto Silvio Berlusconi. Il quotidiano londinese riferisce le critiche mosse al premier italiano dal settimanale Famiglia Cristiana, che ha giudicato il suo comportamento "indifendibile", e i timori dei suoi stessi sostenitori di un "calo di consnesi" da parte dell'elettorato cattolico. Il Times rileva in proposito che papa Benedetto XVI, lo scorso fine settimana, ha volutamente lodato Alcide De Gasperi, il leader della Democrazia Cristiana nel primo dopoguerra, come un esempio di "moralità in coloro che governano".

L'articolo è illustrato da una grande foto di Manila Gorio, il transessuale barese che conosce alcune delle donne che hanno frequentato la residenza romana di Berlusconi, ora a sua volta interrogato dagli inquirenti per fare piena luce sulla vicenda. Intervistato dal Times in un secondo articolo datato Bari, Gorio rivela dettagli su un nuovo personaggio emerso nell'inchiesta dei magistrati pugliesi, un trafficanti di droga gay descritto nelle indagini come "Nicola D", ben noto a Porto Rotondo, in Sardegna, dove il presidente del Consiglio ha una delle sue ville. Dice il transessuale al quotidiano di Londra: "Nic invita belle ragazze ai party. Organizza serate nei locali e ha molti contatti a Roma, a Milano, ovunque. Conosce uomini d'affari, politici, molta gente". Il Times scrive che apparentemente "Nicola D" viene citato più volte nelle conversazioni telefoniche del businessman Giampaolo Tarantini, ossia di colui che portò Patrizia D'Addario e altre ragazze a casa di Berluscono a Roma. L'avvocato di Tarantini, Nicola Quaranta, contattato dal Times, dice: "Non sappiamo chi sia (Nic). Non abbiamo commenti. Questo è gossip. Se c'è un'incriminazione formale, allora verificheremo le fonti e ci difenderemo".

Anche l'Independent dedica una pagina al caso Berlusconi. Un articolo fa il punto sul risultato del secondo turno delle amministrative, notando che "al di fuori dei confini dell'Italia sarebbe inconcepibile che un leader si comporti come un Imperatore di Roma antica senza pagare gravi conseguenze politiche", ma nel nostro paese Berlusconi ha ottenuto lo stesso una "convincente vittoria" alle elezioni municipali. Tuttavia il quotidiano londinese cita il sociologo Renato Mannheimer, secondo cui lo sviluppo più importante del voto è stato la crescita dell'astensione; e il fatto che Berlusconi sia largamente responsabile per il crescente "disgusto" dell'opinione pubblica verso la classe politica. Anche l'Independent osserva che lo scandalo sembra avere "fatto squillare campanelli d'allarme" tra i sostenitori di Berlusconi: "Nessun politico italiano vorrebbe inimicarsi il voto cattolico". Il giornale nota che la vicenda ha già obbligato Berlusconi a rinunciare al suo progetto di conquistare, alla scadenza del mandato da premier, la carica di presidente della repubblica. E la prossimità dello scandalo con il summit del G8, conclude l'Independent, risveglia spiacevoli ricordi per il primo ministro italiano: a un summit del G7, nel 1994, durante il suo primo mandato da capo del governo, gli fu servita un'incriminazione giudiziaria per corruzione, e "poco tempo dopo, diede le dimissioni".

Articoli sullo scandalo appaiono oggi anche sul Daily Telegraph, sul Sun, sul Wall Street Journal e sul New York Times. Quest'ultimo titola: "Diminuisce la tolleranza per i suoi peccatucci", notando che Berlusconi ha vinto le elezioni, ma con un margine più basso delle aspettative. La sua residenza romana ha acquisito un'immagine da "Playboy Mansion", continua il quotidiano newyorchese, alludendo alla villa dove il fondatore di Playboy si intrattiene con le sue "conigliette", e ciò "sta cambiando l'umore dell'Italia" nei confronti del premier. Il New York Times cita poi Stefano Folli, editorialista del Sole 24 ore, secondo il quale si avvertono "segnali di debolezza politica" nel premier, che ormai fa fatica perfino a "governare i propri alleati".

Il Wall Street Journal apre con la difesa del premier che "nega di avere mai pagato donne per trascorrere una notte con lui". Il quotidiano americano di proprietà di Ruper Murdoch, dopo avere citato le inchieste di Repubblica e sottolineato come l'intervista di Berlusconi sia stata rilasciata ad un settimanale di sua proprietà, Chi, il quotidiano ricorda i tanti scandali che hanno coinvolto il premier a 15 anni dalla sua discesa in campo. "E' stato accusato di tutto, dalla frode al falso in bilancio, ma è sempre stato assolto o prescritto per le leggi che lui stesso si è fatto".

Coomenti anche sul quotidiano di Singapore, Today: "Se Silvio Berlusconi teme di essere una 'anatra zoppa' per i prossimi 4, non lo ha certo messo in mostra lo scorso weekend mentre passeggiava per le strade di Milano, baciando i bambini e abbozzando al suo programma politico di fronte ad una folla di ammiratori". Citando le pagine di Repubblica poi aggiunge: "A Roma, il risultato dello scandalo sembra aver causato un irrigidimento delle posizioni tra gli italiani che amano Berlusconi e quelli che lo odiano".

(24 giugno 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: I commenti dei giornali stranieri.

Messaggioda ranvit il 27/06/2009, 15:48

da repubblica.it :

Sia l'"Independent" che il "Times" tornano sulla vicenda del premier
"Segnali di pericolo sul suo futuro politico". E fanno il nome di Draghi per la successione
"Ultimi giorni alla corte di re Silvio"
I giornali inglesi ipotizzano le dimissioni
Intervista a Barbara Montereale che parla di "aria quasi competitiva"
tra le ragazze alle feste del Cavaliere. E conferma il regalo da diecimila euro

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - "Gli ultimi giorni della corte di re Silvio" s'intitola il paginone dell'Independent di oggi. E il Times ricostruisce su due pagine la vicenda con un grafico della "ragnatela di connessioni nel mondo di Silvio", ipotizzando che le pressioni per costringere il premier a dimettersi continueranno e indicando nel governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, un possibile primo ministro ad interim che ne prenda il posto.

Il caso Berlusconi continua dunque a rimanere al centro dell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica mondiale, in particolare in Gran Bretagna, dove la stampa nazionale sembra particolarmente colpita da una vicenda a base di "sesso, bugie e videotape", per parafrasare un noto film di alcuni anni or sono.

"Berlusconi sembrava immune dagli scandali, ma le sensazionali notizie di caroselli sessuali a base di feste, modelle e denaro stanno facendo sentire il loro peso sul premier", scrive l'Independent. L'inchiesta dell'ex-corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce gli ultimi sviluppi della faccenda, notando in particolare le crescenti critiche della Chiesa cattolica, "che sta cominciando quietamente a tenere Berlusconi a distanza" e "l'accumularsi di segnali di pericolo" per il suo futuro politico. L'articolo sottolinea che perfino uno dei suoi più fidati consiglieri, Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, ha recentemente tracciato "un'analogia tra l'attuale situazione di Berlusconi e quella di Mussolini il 24 luglio 1943", il giorno prima che il duce fu destituito dal re. "La defezione di Ferrara", nel fronte dei critici di Berlusconi, scrive Popham, "fa parte degli effetti collaterali del divorzio chiesto da Veronica Lario", poiché Il Foglio è parzialmente di proprietà della (ancora per poco, a quanto pare) moglie del leader del Pdl.

Anche il Times pubblica un paginone sul caso. Un articolo di Lucy Bannerman, inviata a Bari, ricostruisce la rete di amicizie dichiarate e sotterranee che portano dal capoluogo pugliese fino alla residenza romana di Berlusconi e alla sua villa di Porto Rotondo in Sardegna. L'articolo contiene tra l'altro una nuova intervista a una delle giovani donne che hanno fatto visita al premier in più occasioni, Barbara Montereale, la cui automobili è bruciata nei giorni scorsi per un misterioso incendio doloso, la quale dice al Times che quando fu invitata in Sardegna a metà gennaio "c'erano un sacco di ragazze che non si conoscevano tra loro" e parla di un'atmosfera "quasi competitiva".

La Montereale conferma quando affermato in precedenti occasioni, cioè che per la sua presenza in Sardegna ricevette 11 mila euro, mille dall'uomo d'affari pugliese Giampaolo Tarantini, che l'aveva accompagnata, e 10 mila come "regalo" da Berlusconi.

Un secondo articolo, un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, nota che, due mesi dopo l'inizio dello scandalo con la partecipazione al compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, Berlusconi cerca di mettere insieme una strategia, "mantenere la calma e andare avanti come niente fosse". Ma è "troppo tardi", la mancanza di una reazione convincente fino a questo momento hanno lasciato "la sua squadra in uno stato d'assedio". Per di più, scrive Owen, l'economia continua a declinare, con Mario Draghi, il governatore della Banca d'Italia, "indicato da alcuni come possibile premier a interim" se Berlusconi dovesse dimettersi, che questa settimana ha accusato il governo di "non avere una credibile via d'uscita" dalla recessione. L'articolo sottolinea che Berlusconi ha dovuto posticipare la discussione di una legge che dovrebbe multare severamente i clienti delle prostitute a causa dell'imbarazzo che provocherebbe un dibattito sul tema in parlamento alla luce degli incontri tra il premier e le escort e per la definizione che di lui ha dato il suo avvocato come "utilizzatore finale" di tali servigi.

Il Times rileva che Berlusconi affida sempre più spesso il compito di apparire in pubblico in sua vece al "fidato luogotenente Gianni Letta", dando la colpa all'artrite che lo affligge, per cui riceve iniezioni di cortisone. L'articolo si conclude ipotizzando che la salute "potrebbe essere una scusa" per rassegnare le dimissioni e prevede che le pressioni per dimettersi continueranno anche in autunno.

Il paginone del Times è illustrato da un ampio grafico che ricostruisce "la ragnatela" dei rapporti fra tutti i personaggi che ruotano attorno a Berlusconi e che sono coinvolti in qualche modo nello scandalo, da Veronica Lario alla cosiddetta "ape regina" Sabine Began, da Noemi Letizia alla escort Patrizia D'Addario; e un riquadro a parte cerca di spiegare ai lettori inglesi il significato di termini come "velina", "meteorina" e "valletta", il nuovo vocabolario della politica italiana al tempo di re Silvio.

(27 giugno 2009
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Anche Gianni Letta ha preso le distanze?

Messaggioda ranvit il 28/06/2009, 15:31

Da repubblica.it :

Nuovi articoli sul Sunday Times e Telegraph. Le dichiarazioni della D'Addario sulle feste
Altri interventi sul Novel Observateur in Francia e su El Pais in Spagna
La stampa inglese e lo scandalo di Silvio
"Anche Gianni Letta ha preso le distanze"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Gianni Letta, sottosegretario e più fidato collaboratore di Silvio Berlusconi, ha preso le distanze dal premier e rifiuta i suoi inviti a cena. Lo scrive il Sunday Times, citando fonti anonime dall'interno del governo. L'indiscrezione fa parte dell'ampia copertura che la stampa britannica continua a dedicare agli scandali che coinvolgono il primo ministro italiano. Sia il Times che il Telegraph della domenica gli dedicano una pagina intera. E l'Independent parla della vicenda in un editoriale.

Il Sunday Times, più diffuso trai domenicali "di qualità" con circa due milioni di copie vendute, scrive in una corrispondenza da Bari dell'inviato John Follain che "insiders", ovvero fonti dall'interno, fonti che conoscono bene Berlusconi e il suo entourage, "dicono che Gianni Letta si è distanziato dal premier e da alcuni mesi declina i suoi inviti a cena". Un collaboratore "disamorato" del presidente del Consiglio dichiara al giornalista inglese: "Berlusconi si è trasformato nell'opposto di re Mida, sporca tutto quello che tocca". Notando anche le critiche al suo comportamento espresse dalla chiesa cattolica, il giornale afferma che le rivelazioni sulla sua vita privata hanno indebolito politicamente il leader del Pdl, e sebbene non ci sia una minaccia immediata, "alleati nella sua coalizione di centro destra si azzardano in privato a contemplare un'era post-Berlusconi".

L'articolo contiene anche una serie di dichiarazioni di Patrizia D'Addario, la escort pugliese che ha visitato due volte Berlusconi a Palazzo Grazioli e vi ha trascorso una notte con lui. "Non ho mai dormito", racconta la donna di cui Berlusconi sostiene di non ricordare il volto, "era instancabile, un toro". Secondo la sua ricostruzione, il premier la condusse in camera da letto quasi alle 4 del mattino, dopo che le altre ragazze se n'erano andate. La D'Addario dice che Berlusconi fece mezza dozzina di docce ghiacciate durante la notte e lei lo raggiunse sotto la doccia a sua richiesta. A un certo punto, secondo quanto la donna ha raccontato in seguito a un amico, "d'improvviso smise di muoversi e pensai fra me e me, grazie a Dio, si è addormentato. Ma non durò molto".

La escort confida di essersi sentita imbarazzata quando un membro dello staff del premier entrò in camera da letto al mattino, con un vestito per Berlusconi, ricordandogli che doveva fare una dichiarazione pubblica sulla vittoria di Barack Obama, eletto presidente quella notte. La D'Addario lo attese in bagno, dove scattò varie foto. Più tardi accese il registratore del suo telefonino, dove si sente la voce di un uomo che dice: "Vuoi tè o caffè?" Lasciò la residenza di Berlusconi alle 11, ma mentre tornava a Bari lui le telefonò: "Bambina mia!", le disse, chiedendo poi perché avesse la voce roca. E lei gli spiegò: "Per via delle docce".

Il Sunday Times riferisce anche il contenuto di una successiva telefonata fra la D'Addario e Barbara Montereale, un'altra partecipante alla cena a Palazzo Grazioli. "Ti ricordi come mi carezzava mentre eravamo sul sofà? E come carezzava te e guardava me?", chiede la D'Addario. E la Montereale replica: "Era disgustoso, faceva tutto di fronte alle guardie del corpo". Il domenicale inglese riporta poi le rivelazioni del settimanale L'espresso sulle conversazioni telefoniche in cui Berlusconi avrebbe descritto all'uomo d'affari pugliese Giampaolo Tarantini che tipo di donne voleva invitare a Roma e in Sardegna, compreso il colore dei capelli e le misure, con dettagli spesso "spinti" su cosa succedeva ai party notturni.

Il Sunday Telegraph pubblica invece un ritratto di Berlusconi (e dell'Italia), a firma dello scrittore inglese Tobya Jones, che vive da un decennio nel nostro paese, autore del libro "The dark heart of Italy" (Il cuore tenebroso dell'Italia). Come mai, si chiede Jones, Berlusconi è ancora primo ministro, nonostante tutti gli scandali del passato, le accuse di falsa testimonianza, di ostruzione della giustizia, di collusione con la mafia, di appartenenza a una loggia massonica, di evasione fiscale e di corruzione di pubblici ufficiali, alle quali si aggiungono ora le notizie sulle sue feste con decine di giovani fanciulle? Lo scrittore dà una serie di motivazioni. Primo, l'Italia è talmente abituata agli scandali, che non ci fa più caso e anzi non ne può più. Secondo, almeno per qualcuno, le infedeltà del premier suscitano invidia e ammirazione. Terzo, Berlusconi si presenta come un "uomo qualunque, una persona semplice che non appartiene alla elite snob della politica, uno a cui piacciono le cose che piacciono a tutti, il denaro e le donne". Quarto: la sinistra è fragile e divisa, per cui non offre un'alternativa valida. Quinto: essere "furbi" e "spregiudicati", in Italia, è considerata da alcuni una virtù. E sesto, le critiche dei media stranieri possono ottenere l'effetto di rinsaldare il sostegno verso Berlusconi, perlomeno in quella parte della popolazione che, dopo secoli in cui l'Italia è stata dominata da potenze straniere, è determinata a tenere gli stranieri fuori dai propri affari.

Il commento di Sarah Sands, columnist del quotidiano Independent, suona come un corollario delle ragioni offerte da Jones sul Telegraph: "Forse ogni nazione ha lo scandal, o che si merita. In un paese famoso per la sua televisione pornografica, la sua indifferenza per il processo politico e per la sua storicamente rilassata visione dello stupro, Berlusconi non è un mostro". Ma poi conclude che, anche in un paese simile, l'atteggiamento del premier va oltre i limiti della dignità.

In Europa. Il settimanale francese Nouvel Observateur sottolinea come i nuovi scandali abbiano fatot precipitare il gradimento di Berlusconi sotto il 50 per cento per la prima volta da quando è ritornato al governo nel 2008. "Malgrado tutto - scrive il settimanale francese - chi lo sostiene di più sono proprio i cattolici".

"Le donne del G8 boicotteranno Berlusconi?". A chiederselo è un altro autorevole settimanale francese, L'Express, che dà spazio alla richiesta di 4 docenti universitarie che in vista del G8 di Genova stanno raccogliendo firme per chiedere a Carla Bruni e a Michelle Obama tra le altre, di boicottare il summit dei Grandi all'Aquila. "Finora - si chiede L'Express - hanno ottenuto 6,500 firme. Cresceranno?"

Lo spagnolo El Paìs invece dedica un reportage agli "scandali di Berlusconi", intitolandolo "Le pericolose amicizie di Papi". Nel pezzo vengono riassunti i rapporti di Berlusconi con Tarantini, Patrizia D'Addario e Barbara Montereale. "Tra soli 12 giorni - prosegue il corrispondente da Roma, Miguel Mora -, il politico e magnate milanese accoglierà i leader del G8 dove si riscriveranno le regole della finanza globale tra gli scandali che ne stanno minando la credibilità".

(28 giugno 2009)
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Re: Anche Gianni Letta ha preso le distanze?

Messaggioda franz il 28/06/2009, 15:43

ranvit ha scritto:Da repubblica.it :
"Anche Gianni Letta ha preso le distanze"

In effetti ieri ho notato che Berlusconi è apparso in TV in una di quelle classiche tavolate italiche in cui sono in 6586 attorno ad un tavolo in dimensione da stadio, stipati all'inverosimile nell'ansia di apparire, su piu' file e piu' piani, come i double decker inglesi. Era un classico incontro con le parti sociali e di fronte a Berlusconi ho riconosciuto i soliti volti dei sindacalisti. Il fatto notevole è che alla destra di SB mentre lui parlava c'erano due sedie vuote ed un'altra alla sua sinistra. Mi ha dato un'impressione di solitudine, di un uomo lasciato solo da chi dovrebbe essegli piu' vicino ed i cui posti sono solitamente riservati tra quelli immediatamente piu' vicini. Sono segnali che bisogna saper cogliere, cosi' come il costante profilarsi di Draghi sulla stampa di questi giorni.

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Re: I commenti dei giornali stranieri.

Messaggioda franz il 29/06/2009, 16:59

Dall'Independent al Wall Street Journal, la stampa internazionale
continua a seguire le inchieste giudiziarie giorno per giorno

"Gli scandali di Berlusconi
alla prova del G8"

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - Un giornale lo paragona a "un imperatore romano, che si lancia in iniziative lontano da casa propria per distogliere l'attenzione dai suoi problemi domestici". Un altro ipotizza che i problemi domestici lo seguiranno anche quando si occupa di affari internazionali, con la possibilità che i magistrati baresi lo "chiamino a testimoniare" alla vigilia o nei giorni del summit del G8. Un terzo riporta che la sua popolarità è scesa rapidamente "sotto il 50 per cento", e che continua a perdere consensi, in particolare tra "donne, giovani e cattolici praticanti".

Sono alcuni degli articoli sul caso Berlusconi che appaiono oggi sulla stampa straniera. Interessati alla vicenda fin dall'inizio, i media stranieri la mettono ora sotto una lente d'ingrandimento per la prossimità con il vertice del G8, che richiamerà inevitabilmente l'attenzione del mondo sul paese ospitante, l'Italia, e sul suo leader, che ha la presidenza di turno del "club più esclusivo del mondo", come viene soprannominato il Gruppo delle democrazie più ricche della terra.

E' il quotidiano Independent di Londra a fare un paragone tra Silvio Berlusconi e gli imperatori di Roma antica: "Allo stesso modo, confrontato da una serie di scandali interni che farebbero imbarazzare l'imperatore Tiberio, il primo ministro italiano sale sul palcoscenico mondiale", oggi annunciando il programma del G8, poi partendo per la Libia dove incontrerà Gheddafi, quindi la settimana prossima ospitando il presidente Obama e gli altri leader del G8 all'Aquila. "Voci in patria e all'estero si chiedono se i suoi problemi interni diminuiranno la sua capacità di affrontare importanti questioni globali", come l'immigrazione, il cambiamento climatico, la crisi iraniana, scrive Michael Daly da Milano, ricordando le indiscrezioni dei giorni scorsi secondo cui Berlusconi avrebbe detto al premier israeliano Netanyahu che Obama è "debole" sull'Iran, un commento che non è certo stato gradito a Washington, e altre recenti prese di posizioni del leader del Pdl che hanno suscitato irritazione tra i nostri alleati.

Il Times di Londra riporta che il presidente del Consiglio potrebbe essere chiamato a deporre, come testimone, nell'indagine su Giampaolo Tarantini, l'uomo d'affari pugliese che portava modelle ed escort alle sue feste in Sardegna e a Roma, il quale è ora inquisito non solo per "incitamento alla prostituzione ma anche per traffico di cocaina. Il quotidiano londinese scrive che gli inquirenti pugliesi stanno esaminando dichiarazioni rese alla polizia di Olbia, in Sardegna, l'estate scorsa, da due donne che dissero di "essersi sentite male" dopo un party nella villa di Tarantini, che è vicina a quella di Berlusconi, apparentemente dopo avere preso della droga. E l'inchiesta, aggiunge il Times, si sta allargando al possibile reclutamento di "donne straniere", dopo che Barbara Montereale, una delle invitate a Villa Certosa, ha affermato di avere visto in un'occasione numerose "donne slave o dell'Est Europa che sembravano di casa" alla villa del premier. Convocare Berlusconi come testimone "è possibile ma è al momento solo un'ipotesi", dice Marco Dinapoli, uno dei magistrati che indagano, citato dal Times. Il giornale scrive che, secondo la polizia, Tarantini e Berlusconi si parlavano "circa 20 volte al giorno" l'estate scorsa prima e dopo le vacanze di Ferragosto.

Sempre sul Times, che pubblica in un riquadro a parte la nuova versione delle "dieci domande" presentate al premier italiano da "Repubblica", ci sono indicazioni sul calo di popolarità di Berlusconi, il cui indice di gradimento secondo un sondaggio pubblicato lo scorso fine settimana sarebbe sceso "sotto il 50 per cento", con un calo particolarmente forte "tra donne, giovani e cattolici praticanti".

Un altro giornale inglese, The Age, dedica a Berlusconi un lungo ritratto, chiedendosi che peso avranno le polemiche degli ultimi due mesi sul summit del G8 e più in generale se il premier riuscirà a conservare il potere. A Berlusconi dedica oggi una pagina anche l'americano Wall Street Journal, con un'inchiesta da Porto Rotondo su un altro filone dello scandalo, passato in questi giorni in secondo piano ma non tramontato: il rapporto tra Berlusconi e Noemi Letizia, e soprattutto le foto di Antonello Zappadu, il fotografo autore degli scatti delle feste a Villa Certosa, alcuni dei quali sono stati pubblicati dal quotidiano spagnolo El Pais.

(29 giugno 2009)
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La D'Addario parla con El Paìs e altre news

Messaggioda franz il 05/07/2009, 14:01

La D'Addario parla con El Paìs

http://tv.repubblica.it/copertina/la-d- ... 4730?video
http://tv.repubblica.it/copertina/la-d- ... 4731?video
http://tv.repubblica.it/copertina/la-d- ... 4732?video

http://www.repubblica.it


gli scatti di zappaddu
Il Times: «In arrivo altre foto
scattate a Villa Certosa»

Le immagini sarebbero pubblicate poco prima del G8: tra queste il finto matrimonio di Berlusconi e un bacio saffico

Villa Certosa
MILANO - Il britannico "Times" annuncia altre foto scattate a Villa Certosa in arrivo «subito prima dell’inizio summit» del G8, mercoledì, «per ottenere il massimo impatto». Questo, perlomeno, sarebbe l'obiettivo di «varie pubblicazioni europee» che stanno cercando di acquistare le fotografie realizzate da Antonello Zappaddu nel 2007 e 2008.

SCATTI - Secondo il domenicale del "Times", tra gli scatti che «minacciano di imbarazzare il premier italiano alla vigilia del vertice G8» ce n'è uno che riprende un bacio saffico di fronte a Berlusconi, all’epoca capo dell’opposizione. Oltre a fotografie del «finto matrimonio» di cui si è molto vociferato.

05 luglio 2009
http://www.corriere.it
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Re: I commenti dei giornali stranieri.

Messaggioda ranvit il 05/07/2009, 20:46

da repubblica.it :

Lunga e polemica nota di Palazzo Chigi dopo l'ultimo articolo del Sunday Times
con l'ipotesi di un'imminente pubblicazione degli scatti di villa Certosa in pieno G8
Berlusconi: "Dalla stampa estera campagna morbosa, foto manipolate"

ROMA - Palazzo Chigi interviene con un lunga nota su quella che descrive come "una morbosa campagna" della stampa estera - tra cui cita il servizio del Sunday Times, "del gruppo Murdoch" - a proposito del fatto che si starebbero per pubblicare "a ridosso del G8, alcune foto asseritamente scattate a Villa Certosa". Nella nota del governo si sottolinea che "nessuna immagine scattata a Villa Certosa può avere alcunché di imbarazzante per il presidente Berlusconi", si aggiunge che le foto di cui ha parlato il giornale inglese tuttavia "non corrispondono a fatti avvenuti e sono certamente frutto di manipolazione o di fotomontaggi digitali". E si conclude che, in ogni caso, pubblicare foto scattate a Villa Certosa "è inibita" da un provvedimento del Garante sulla Privacy.

'La scorsa settimana aveva copiato alcune frasi dell'Espresso riportandole come proprie e attribuendole a fonti anonime. Anche stavolta - prosegue la nota - questa stampa si fa portavoce di personaggi definiti 'ben informati', ma riprende in sostanza articoli già pubblicati in Italia. Siamo di fronte, con tutta evidenza, ad un gioco di rimbalzo, ad un attacco concertato, ad una morbosa campagna di stampa che però non ha elementi fondati sui quali basare le proprie accuse".
(5 luglio 2009
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Febbre alta a Palazzo Chigi

Messaggioda franz il 06/07/2009, 8:24

La possibile pubblicazione di nuovi scatti di Zappaddu desta le maggiori
preoccupazioni. Il premier respinge gli inviti alla prudenza: "E' uno stillicidio"

Febbre alta a Palazzo Chigi
"Reagiamo subito, prima del G8"

di FRANCESCO BEI

ROMA - È bastato un articolo del Sunday Times ha provocare un nuovo corto circuito a palazzo Chigi. Segno del nervosismo che si respira tra gli uomini che circondano il premier, sempre sul chi vive, pronti a sventare imboscate vere o immaginate da parte della stampa estera. Perché questo ormai è il vero cruccio di Berlusconi, i giornali stranieri, che non riesce a controllare e considera ostili più di quelli italiani. "È uno stillicidio - si è sfogato dopo l'ennesimo articolo del Times - interveniamo adesso una volta per tutte. Dobbiamo dare una risposta forte, perché non abbiamo nulla da nascondere e non accettiamo di essere minacciati".

"Non abbiamo paura di niente - ostenta sicurezza il portavoce Paolo Bonaiuti, - siamo tranquilli. Ce l'abbiamo semmai con certa stampa estera, ben individuata". Ma è un fatto che nessuna testata straniera, come è prassi, abbia ancora pubblicato un'intervista al presidente di turno del G8. Un vero assedio, che preoccupa più di un'inchiesta - quella di Bari sul filone escort - che, secondo le ultime voci raccolte dal Pdl, non dovrebbe riservare grosse sorprese per il Cavaliere. Su questo a palazzo Chigi hanno fiducia che l'appello di Giorgio Napolitano a una "moratoria" abbia almeno avuto un effetto sulla magistratura.

Ma se le conferenze stampa del G8 si dovessero trasformare in un calvario? Se, in contemporanea con il summit dell'Aquila, dovessero veramente essere pubblicate foto compromettenti scattate a villa Certosa? A palazzo Chigi è scattato l'allarme rosso, anche perché Berlusconi sembra restio ad ascoltare l'invito dei tanti amici che gli consigliano prudenza, understatement, basso profilo. E che lo implorano, come ha fatto ancora ieri Giuliano Ferrara, di "darsi una calmata".

Convinto che sia in corso una caccia grossa di cui egli stesso è l'unica preda, Berlusconi reagisce a modo suo. Attaccando a testa bassa. E l'obiettivo è ancora Rupert Murdoch, i suoi giornali. Considerato "il mandante" degli attacchi, non a caso il nome del tycoon australiano compare in chiaro, fatto inusuale, nel comunicato ufficiale di palazzo Chigi. "Un avvertimento a scopo preventivo", come lo definisce Nicolò Ghedini, che ha collaborato insieme a Bonaiuti alla stesura della nota.

Il capitolo degli scatti del fotoreporter Antonello Zappadu è quello che desta più preoccupazioni. Le fotografie in questione, quelle citate dal Sunday Times come potenzialmente in grado di "mettere in imbarazzo" il presidente del Consiglio alla vigilia del G8, sono le stesse visionate e descritte da Repubblica lo scorso 26 giugno. E' la primavera del 2007. Il premier è in compagnia di cinque ragazze, quelle immortalate sulla copertina di Oggi. Una è Angela Sozio, barese, già ospite del Grande Fratello. Sotto un gazebo Angela Sozio bacia un'altra ragazza. Berlusconi, che è lì accanto, osserva divertito e intanto tiene sulle ginocchia altre due ospiti. In un'altra sequenza il presidente del Consiglio e le sue ospiti passeggiano nel parco della villa. Lui ne tiene per mano una molto giovane. "Poco dietro - scriveva Repubblica - Angela Sozio e le altre due amiche cantano una marcia nuziale. La Sozio raggiunge i due finti sposi e porge a lei un bouquet di fiori. L'altare è il parco dei menhir. Che, a questo punto, lo mostra alla prescelta. Le altre ragazze aspettano all'ingresso. Giugno 2008. La Canon di Zappadu zoomma su una piscina. Due ragazze. Una mora e una rossa. Si baciano sotto la doccia, sotto lo sguardo di una terza fanciulla e di due addetti alla sicurezza".

Insomma già ce n'è in abbondanza, senza tener conto delle voci non confermate su altri scatti imbarazzanti o più o meno "hard" di Topolanek che sarebbero contenuti tra le cinquemila fotografie che Zappadu ha conservato nel suo archivio segreto. A far da argine a quella che Berlusconi considera "una montagna di spazzatura" resta solo la convinzione che nessuno, né in Italia né all'estero, potrebbe impunemente pubblicare quelle foto.

"È tutto materiale di provenienza illecita - mette in guardia Nicolò Ghedini - non può uscire. Anche per la legislazione estera, che abbiamo studiato a fondo, l'eventuale pubblicazione presuppone l'acquisto di quello che chiaramente è materiale illecito. Sarebbe come comprare merce ricettata. In Spagna è addirittura un reato penale".

(6 luglio 2009)
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Nel dossier Usa sette righe su Silvio

Messaggioda franz il 09/07/2009, 7:57

Nel kit ai cronisti americani: pagine di biografie per ogni leader ma non per Berlusconi

di GIAN ANTONIO STELLA

Laggiù, a Washington, qualcuno non lo ama
. Ricordate lo sfregio dell’anno scorso, quando le note consegnate ai giornalisti americani al G8 in Giappone traboccavano di accuse, malignità e veleni al punto da costringere la Casa Bianca a scusarsi? Bene: qualche cosa, al Silvio Berlusconi, è andata storta anche stavolta. Proprio nel giorno in cui incassava i sorrisi e l'abbraccio di Barack Obama, portato in maniche di camicia tra le macerie di questa città così bella e gentile, il malloppo di fogli dato ai giornalisti Usa per «infarinarli» intorno ai protagonisti del viaggio presidenziale rifilava al Cavaliere una nuova stilettata. Sette-righe-sette di micro biografia. Data e luogo di nascita, nazionalità, professione, ultima vittoria elettorale, data d'inizio del nuovo governo. Fine.

Uno sberleffo, in rapporto allo spazio dato a tutti gli altri. Certo, la massima sintesi a volte può essere un segnale di sobrietà. Basti ricordare come Eugenio Montale, coprendo automaticamente di ridicolo tanti suoi colleghi che descrivevano le proprie piccole faccende con sdiluvianti ricostruzioni di pagine e pagine quasi avessero da raccontare le gesta di Alessandro il Grande, riassunse se stesso sulla «Navicella» parlamentare: «Montale Eugenio. È nato a Genova il 12 ottobre 1906 e risiede a Milano. Dottore in lettere, giornalista, scrittore, poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1975». Questa asciuttezza ha un senso, però, se è scelta dal protagonista. Non se viene usata da una manina altrui per marcare maliziosamente un distacco. Per tentare di capirci qualcosa occorre appunto ripartire dall'anno scorso.

Quando il «Press kit»
preparato dall'ufficio stampa della Casa Bianca (con impresso in copertina il sigillo del presidente) a uso dei giornalisti americani al seguito di George Bush al G8 di Hokkaido, in Giappone, era piuttosto «inusuale» nel mondo ovattato dei vertici internazionali. Diceva infatti che il premier italiano «è uno dei leader più controversi nella storia di un Paese conosciuto per la corruzione e il vizio del suo governo». Lo liquidava come «un dilettante della politica che aveva conquistato la sua carica importante solo mediante l'uso della sua notevole influenza sui media nazionali», ricordava che era stato accusato di «corruzione, estorsione e altri abusi di potere che lo costrinsero a dimettersi nel 1994», rideva degli anni giovanili quando «aveva cominciato a fare soldi organizzando spettacoli di burattini a pagamento» e «faceva i compiti di scuola ai compagni di studi in cambio di denaro». Per non dire della iscrizione alla «sinistra loggia massonica P2 che aveva creato uno Stato dentro lo Stato». Parole pesanti. Soprattutto rispetto agli assai più moderati profili di certi presidenti africani al potere da decenni. Come il ritratto dedicato nel «Press kit» attuale all'uomo forte dell'Angola Josè Eduardo Dos Santos, di cui si racconta asetticamente che si è laureato in ingegneria petrolifera nell'Urss, che è diventato presidente dell'Angola dopo la morte di Agostino Neto nel 1979 (trent'anni fa: in un Paese martoriato dalla guerra civile...) e che è sposato con "lady Anna Paola dos Santos" che gli ha dato tre figli... Ma sproporzionate soprattutto rispetto a quello che era allora il capo della Casa Bianca, quel George W. Bush che aveva con l'«amico Silvio» un rapporto speciale. «I sentimenti espressi nella biografia non rappresentano il punto di vista del presidente, del governo americano o del popolo americano», si precipitò a scrivere Tony Fratto, il vice portavoce della Casa Bianca, riconoscendo che quel profilo usava «un linguaggio che insulta sia il premier Berlusconi che il popolo italiano».

E proseguiva: «Ci scusiamo con l'Italia e col premier Berlusconi per questo spiacevole errore». Il Cavaliere accettò le scuse: pietra sopra. Tutto poteva immaginare, quindi, tranne il nuovo sgarbo di ieri. Che è tutto nel confronto coi ritratti degli altri protagonisti e comprimari del viaggio di Barack Obama a l'Aquila, a Roma e in Ghana. Una pagina e mezza viene dedicata al presidente della Commissione dell'Unione africana Jean Ping, del quale si ricorda che si è laureato a Parigi in scienze economiche, che ha lavorato all'Unesco ed è stato ministro delle poste del Gabon. Due al presidente algerino Abdelaziz Bouteflika. Due abbondanti al successore di Mandela alla guida del Sudafrica Jacob Zuma, quasi due e mezzo al turco Recep Tayyp Erdogan, due al brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, tre al cinese Hu Jintao e all'egiziano Hosny Mubarak, compresa la lista delle medaglie, delle decorazioni militari e delle lauree ad honorem ricevute in giro per il mondo. Due al presidente del Ghana John Atta Mills, nel quale si specifica che è originario di Ekumfi Otuam, che si è diplomato alla scuola secondaria Achimota, che ha studiato a Stanford e pubblicato una dozzina di libri tra cui «L'esenzione dei dividendi dalla tassazione sul reddito: una valutazione critica». E Berlusconi? Come dicevamo: sette righe. Contro le tre pagine di Giorgio Napolitano. Con la precisazione, vagamente offensiva, che quelle poche note sono tratte da BBC News e da un'agenzia della Associated Press. Come se l'anonimo autore della schedina non si fidasse del sito Internet ufficiale di palazzo Chigi (dove l'epopea berlusconiana viene ripercorsa, diciamo così, record dopo record) neppure sulle date. Dirà forse il Cavaliere, facendo buon viso a cattivo gioco: sono così famoso da non avere bisogno di piccole biografie. Sarà. Ma anche il Papa è abbastanza noto. Eppure il «Press kit» ha ripreso integralmente quattro pagine biografiche del sito ufficiale vaticano: dalla madre cuoca alla tesi di laurea ("Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di Sant'Agostino"), dalla fondazione della rivista di teologia "Communio" alla laurea ad honorem del College of St. Thomas in St. Paul in Minnesota...

Gian Antonio Stella
09 luglio 2009
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Re: I commenti dei giornali stranieri.

Messaggioda franz il 10/07/2009, 17:31

IL CASO
Maschere, spaghetti e mafia
I (pre)giudizi sul Cavaliere

La stampa estera e quei luoghi comuni buttati addosso all'Italia

«Perché mai il Cielo invia tali ricchezze a gente così poco in grado di apprezzarle?», si chie­deva Donatien- Alphon­se- François marchese de Sade. Oltre due secoli dopo, quel sen­timento di sottile pregiudizio verso gli italiani, di ammirazio­ne sempre smorzata da una cer­ta incredula ironia, di amicizia venata da un pizzico di diffiden­za, continua a riaffiorare anche dietro i giudizi degli stranieri su Silvio Berlusconi.

Intendiamoci: le critiche al Cavaliere, anche le più dure, so­no legittime. E i lettori sanno che questo giornale non ha mai fatto sconti. Ed è vero che qual­che volta lui stesso se le va a cer­care. Un esempio? L'invito agli imprenditori americani a inve­stire da noi perché c'è il sole e «oltre al bel tempo e alla bellez­za dell'Italia, abbiamo anche bellissime segretarie». Per non dire dell'insistenza sul nostro essere «i più simpatici del mon­do». Nessuno sceglie un dentista o un chirurgo perché è «simpa­tico ». E così il socio in un gros­so investimento industriale.

Detto questo, perfino gli av­versari più critici avrebbero buoni motivi per essere infasti­diti dal costante riemergere, at­traverso il berlusconismo, di vecchi, rancidi, insopportabili stereotipi che hanno fatto soffri­re e arrabbiare i nostri padri, i nostri nonni, i nostri bisnonni. Lo ammise tempo fa, proprio sul «Corriere», anche l'ex diret­tore dell'Economist Bill Em­mott: «Non vediamo l'ora di tro­vare una scusa per riproporre i soliti pregiudizi e luoghi comu­ni sull'Italia e gli italiani. Voglia­mo parlare di sesso e belle don­ne, e della mania italiana per il calcio. (...) gongoliamo addirit­tura se si tratta di menzionare la mafia».

Donne, sesso, calcio, mafia
. Non c'è argomento usato con­tro il Cavaliere che non sia sta­to automaticamente buttato ad­dosso a tutti gli italiani, compre­si quanti berlusconiani non so­no. Ed ecco Der Spiegel fare una copertina sul leader della destra col titolo «Der Pate» (il Padrino) e bollarlo come «Al Ca­fone ». Ecco la Bbc dedicare un documentario all'Italia berlu­sconiana con la colonna sonora del film di Francis Ford Coppo­la.

Ecco Eva Erman, sul quoti­diano svedese «Dagens Nyhe­ter», scrivere che «la saga ma­fiosa di oggi, con Don Berlusco­ni nel ruolo principale, non ha lo stesso pathos nel racconto. Costui è semplicemente un 'pa­drinowannabe', un aspirante padrino. (...) Don Corleone per costruire il suo impero e proteg­gere la sua famiglia violava spesso la legge e corrompeva i politici, se non li ammazzava. Creava delle proprie regole e una propria morale. Don Berlu­sconi invece modifica la legge. Se è sotto processo per falso in bilancio fa modificare la legge sui tempi di prescrizione».
Conclusione: «Forse è davve­ro giunto il momento di un par­ricidio per cercare di fare entra­re un po' di aria fresca nello sti­vale dell'Europa e togliere l'odo­re del più puzzolente sudore del piede».

Puzza che il premio Nobel José Saramago avverte ancora più forte: «Ma nella ter­ra della mafia e della camorra, che importanza può avere il fat­to provato che il primo mini­stro sia un delinquente?» Va da sé che il giudizio sul Cavaliere ricade su chi lo ha messo in sel­la. «Ci sono Paesi che non si me­ritano i loro governanti. Quasi nessuno. Però l'Italia, per poco che stimi la politica, dovrebbe comportarsi più degnamente», accusa un giorno Antonio Gala su «El Mundo». Conclusione? «Impossibile credere in un po­polo che vota un simile mostro. A meno che non lo abbia eletto per scherzo...». «El País» concorda. E come titola un servizio sul nostro Paese? Tirando in ballo la pa­sta, i maccheroni, gli spa­ghetti. Titolo: «La espague­ti- democracia». Occhiello: «L'Italia rivive la sua leg­genda di anomalia euro­pea».

D'altra parte, cosa aspettarsi da un Paese che ha prodotto Pulcinella e Arlecchi­no e tante maschere che hanno reso grandi la nostra comme­dia, i nostri teatri dei pupi, la nostra letteratura? «Dobbiamo ammettere che i nostri scandali mancano di brio rispetto a quel­li dei nostri vicini. Per esempio noi potremmo cercare invano un personaggio così pittoresco come Berlusconi», spiega Ge­rard Dupuy su «Liberation» do­po il primo trionfo elettorale. Certo, ammette che «è un vez­zo francese quello di fare la mo­rale e guardare gli altri dall'alto. Il classico complesso di superio­rità. Lo facciamo anche con al­tri Paesi». Ma «con l'Italia è più facile, dato il personaggio al go­verno ». Qual è dunque l'aggetti­vo scelto anni dopo dal Times per schiaffeggiare il Cavaliere? «Buffone».

Sempre lì si finisce. Sui buffo­ni, le maschere, gli spaghetti, la mafia, il sole, il mandolino o se volete la chitarra di Apicella... E poi l'italiano furbo e magari a volte genialoide ma inaffidabile come quando Montesquieu scri­veva che «ognuno non pensa che a ingannare gli altri, a men­­tire, a negare i fatti». E poi Ro­dolfo Valentino e l'italiano ga­lante e l'italiano donnaiolo immer­so in una società ipocrita e corrotta come ai tempi in cui Flaubert mette­va nero su bianco che le donne napole­tane «sono sempre in eccitazione, fotto co­me un asino sbarda­to ».

E la mamma? Niente sull'Italia il Paese mam­mone, di cocchi di mam­ma e di mamme che «so­lo per te la mia canzone vola»? Ma certo: non ci è stato fatto mancare neppure questo. Ci pensò sei anni fa il New Yorker: «Nella letteratura ufficiale, que­sta straordinaria ascesa è trasfi­gurata, nella visione di Silvio, come la creazione di un mondo sicuro e libero per Rosella (...) Lei è l'emblema della mamma italiana. Spunta pressappoco in ogni conversazione con gli uo­mini della sua cerchia intima, una donna dalle omelie così im­probabili che potrebbe essere la June Allyson dei malinconici anni Cinquanta...». Di più: «Se è vero il cliché che le più dure­voli istituzioni dell'Italia - la Ma­fia e la Chiesa ne sono ovvi esempi - debbano il loro succes­so al prototipo della grande, au­toritaria famiglia italiana, piena di minacce e pietismi, allora do­vete guardare all'Italia di oggi come alla 'eredità di Rosella Berlusconi'».

Gian Antonio Stella
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