Mi pare che il dibattito attorno all'articolo di Ostellino si sia sviluppato attorno alle seguente considerazione:
Ostellino non considera che l'Italia non è un paese normale.
Ora non possiamo sapere se Ostellino lo considera oppure no ma è comunque vero che l'Italia non è un paese normale.
Questo è un dato di fatto che osserviamo giornalmente in tante cose, grandi e piccole, anche del nostro quotidiano.
Il problema credo sia comunque di partire da questo per compredere (di questo si discute) la qualità della nostra opposizione.
Infatti il nostro obiettivo di governo (basta leggere il programma) è di trasformare il paese portandolo verso una normalità europea.
Ma non siamo al governo. Siamo all'opposizione. E tuttavia il nostro obiettivo teso alla normalità credo rimanga.
Si tratta allora di capire, per esempio, se per ottenere la normalità noi si debba seguire un percorso di opposizione che sia quello nornalmente seguito all'estero, oppure se la nostra anormalità-paese condiziona anche il nostro agire imponendoci modi di fare opposizione che sono quelli non ortodossi. Il rischio è (forse) che avvitandoci in risposte che sono "normali" solo nella nostra situazione di paese "non normale" anche noi concorriamo a perpetuare la nostra non-nornalità.
In sintesi, noi per dare un esempio di come ci si dovrebbe comportare in un paese normale, cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo quasi non considerare la nostra situazione di paese non normale, oppure dobbiamo continuamente prestarci al gioco che dura da decenni della opposizione urlata (come fa il centrodestra quando tocca a loro fare l'opposizione).
MI pareva che con la costituzione del governo ombra noi si fosse su una strada molto "brittish", anche se mancando la luce dei fari dei media il nostro governo ombra lo si vede in po' poco (al buio le ombre non si vedono).
Io credo che forse la soluzione stia nel mezzo ma che noi si debba forzatamente fare una opposizione nettamente e radicalmente diversa da quella che ha fatto il centrodestra nelle varie occasioni in cui è stato in minoranza al parlamento.
Una opposizione responsabile non puo' non denunciare cio' che va denunciato e non puo' usare toni "soft" quando vanno usati toni netti e chiari su quando sta facendo questo governo.
ma rileggendo a questo punto l'inizio dell'intervento di Ostellino ...
Ostellino ha scritto:In un Paese «normale », l'opposizione esercita in Parlamento la propria funzione, anche la più dura, ogni qual volta il governo presenta un provvedimento che essa ritiene inaccettabile. Ma evita di tradurre un singolo episodio parlamentare in una «teoria generale del crimine», e di sostenerla davanti al Paese, per dimostrare che con un governo criminale è impossibile instaurare un rapporto fisiologico. La distinzione è sottile, ma fa tutta la differenza fra un'opposizione che si candida a forza di governo — evitando di criminalizzare l'avversario e di tagliarsi alle spalle tutti i ponti di una possibile collaborazione per le riforme — e una che si connota come forza di pura agitazione. È anche la differenza fra una opposizione riformista e una con pulsioni rivoluzionarie. Ma, in democrazia, una forza rivoluzionaria o fa coerentemente la rivoluzione, e caccia con la forza l'«usurpatore», o perde credibilità e, con essa, le elezioni.
mi pare che almeno fin qui abbia ragione.
Il fatto che non si sia in un paese normale non puo' essere alibi per comportarci anche noi secondo i canoni di questa anormalità.
Altrimenti il grande giocatore ci gioca e noi ci facciamo giocare.
Ciao,
Franz