Pompata mediaticamente non credo.
Fossimo all'estero per molto molto molto meno un premier che avesse fatto una centesima parte di quello che ha fatto B. (e mi riferisco ai precedenti 15 anni di sua vita politico-imprenditoriale) si sarebbe dimesso.
Questione di decenza innanzitutto, da parte di una persona che si è riempita la bocca con family-day e affini, oltre che mentire a raffica su tutto e di più.
Ci sono però due aspetti in contraddizione.
Da un lato il vittimismo in Italia paga e su questo B. ne è maestro, oltre che ballista d.o.c. (ricordare le sue ricorrenti affermazioni sul "dialogo", in quanto a lui importa solo che ci sia un'opposizione che non sia tale. Il resto non conta).
Dall'altro lato è dovere dell'informazione informare, che piaccia o meno.
Anche di tutte le incredibili balle che in merito ci ha raccontato.
Che dovevano fare i giornali liberi e ancora non condizionati dall'ossequio al premier dei miracoli?
Certamente non potevano ignorare qualcosa che altrove avrebbe avuto spazio ancora maggiore, in quanto non è solo questione di "privacy". E questo penso lo capiscano tutti.
Altrimenti non si spiegherebbe la furia per chiudere l'indecente capitolo intercettazioni.
(tra l'altro, pur avendo letto per bene il testo che stanno tentando di far passare, mi rendo conto come qui un noto e cattivissimo non giurista la spieghi meglio di tanti prof. :
http://www.youtube.com/watch?v=eUhVZqL_T0o )
Cito da siciliainformazioni su Minzolini: "Ai telespettatori del Tg1 non può essere sottratto il diritto di essere informati come cittadini ancor prima che come abbonati ad un canale televisivo del servizio pubblico.
Se questo diritto Minzolini non lo concede perché le sue convinzioni personali lo inducono a sostenere il contrario, i telespettatori hanno tutte le buone ragioni per arrabbiarsi e pretenderlo.
Minzolini peraltrp gode di grande discrezionalità nel confezionare le notizie, non ha davvero bisogno di sostituirsi al giudice: può riferire ciò che accade con ogni cautela possibile, dando spazio a tutti coloro che istruiscono l’indagine ed a coloro che la subiscono. Può suggerire perciò ai suoi giornalisti grande cautela su una particolare vicenda se il protagonista della storia è il capo del governo.
Può perfino decidere di rappresentare l’indagine come una anomalia, costruendola in modo da evitare che i suoi telespettatori gli diano eccessivo peso e che il Capo del Governo ne abbia un danno d’immagine.
Ciò che non può fare è nascondere la notizia. E non perché dirige un telegiornale del servizio pubblico, ma semplicemente perché fa un mestiere che gli impone di raccontare tutto ciò che avviene nel mondo, sia che avvenga nel condominio di casa sua, sia che capiti in Siberia.
L’omissione di una notizia, beninteso, costituisce un incidente di percorso piuttosto usuale per qualsiasi giornalista, per pigrizia o modesta professionalità.
L’incidente viene generalmente tollerato quando accade la prima volta, provoca qualche irritazione la seconda, suggerisce decisioni drastiche la terza.
Qui ci troviamo davanti ad una anomalia, un caso senza precedenti. Il giornalista decide di non fare sapere perché ritiene che la notizia non sia meritevole di essere conosciuta.
Meritevole, dunque.
La qualcosa implica un giudizio di merito, che non spetta affatto ai giornalisti dare.
Se passasse questa tesi, ogni giornalista potrebbe decidere di volta in volta che cosa fare della notizia che arriva sul suo desk, ed avere la facoltà di censurare ciò che ritiene immeritevole, ingiusto, inutile o sbagliato.
I cittadini che vivono in uno stato dispotico non devono sapere nulla di ciò che accade a casa loro se non è gradito al regime. Le implicazioni della singolare presa di posizione di Minzolini sono molteplici, e tutte preoccupanti.
Il Presidente della Rai, Garimberti, giornalista, ha dovutio ricordare con una dichiarazione di principio che le notizie devono essere complete e diffuse, sia che piacciano sia che non piacciano."
E' che noi ormai ci siamo abituati alla camomilla berlusconiana e ci facciamo dettare i tempi e i modi da lui.
Comprendo che il PD e comunque l'opposizione (il PD non so se sia vera opposizione oppure un molle scendiletto come del resto auspicano i terzisti fasulli alla Panebianco) debba usare toni civili, ma questo non vuol dire che questi non debbano essere fermi e intransigenti quando si tratti di legalità, principi basilari del vivere civile (informazione compresa).
Altrimenti, anche nel caso di questa puttanopoli, ci si allinea come al solito, ai desiderata berlusconiani di autocensura.
Almeno l'informazione faccia il suo dovere, dando pure un grande spazio a queste vicende se vuole, ma comunque informi con fatti.
E la politica faccia il suo di mestiere.
Non vorrei che di questo passo, nel considerare un presunto antiberlusconismo (che nei fatti, visto quello che B. ha fatto, sta facendo, con tanto di leggi ad personam mai abrogate e salvo qualche affermazione rabbiosa proprio non vedo) il principale problema della politica italiana, la vera opposizione del PDl diventino i leghisti che si mettano di traverso e Giuliano Ferrara che è arrivato a criticare la puttanopoli imbastita dal suo capo.
E il PD a far esercizio di bon ton britannico davanti a una tazzina di the.
Anzi di camomilla.