Pagina 1 di 1
La crisi in Sicilia.

Inviato:
26/05/2009, 12:26
da Rosario Amico Roxas
La crisi in Sicilia. Rosario Amico Roxas
Non è una crisi politica.
Non è una crisi economica.
Non è una crisi istituzionale.
E’ una crisi clientelare.
Tutto ruota intorno alla fattiva e coraggiosa azione di governo nell’ambito della sanità, proposta dall’assessore Massimo Russo e avallata dal governatore Lombardo. Il ridimensionamento della sanità in Sicilia, aveva, come continua ad avere, una valenza etica, più che economica, in quanto si è vissuti nell’assurdo di far proliferare interessi privati sulla pelle dello stato di necessità dei siciliani, mantenendo e foraggiando una pletora di strutture private e di posizioni apicali di sottogoverno, assolutamente inutili alla collettività, costosissime e fonte di connivenze tra politica, mafia (con i colletti bianchi) e collettori di voti.
La soluzione dell’assessore Russo e del presidente Lombardo ha prospettato la visione del “bicchiere mezzo pieno”, vantando un risparmio di oltre 400 milioni, da destinare al miglioramento delle strutture e ad una più efficiente fruizione pubblica.
Ma gli oppositori hanno visto il “bicchiere mezzo vuoto” , interpretando quel risparmio come la sottrazione di capitali al circuito degli interessi clientelari.
La crisi l’hanno pretesa e determinata proprio gli interessati, pur tecnicamente estranei alla politica; i deputati regionali che si sono offerti a portare alle estreme conseguenze la situazione, sfociata nell’azione di forza di Lombardo, non contano niente, anzi molto meno di niente; sono solo gli esecutori materiali degli ordini impartiti dai loro protettori.
Non serve nessuna ricerca politica, o analisi economica; ci vorrebbe una rigorosa indagine della magistratura, per aprire una breccia in questo fetido bubbone e far uscire tutto il marciume che sta ammorbando l’intero corpo.
In prima linea l’UDC, che in Sicilia appartiene a Cuffaro e promette quel pacchetto di voti indispensabile al raggiungimento nazionale della barriera del 4% alle prossime europee.
Casini se ne è, pilatescamente, lavato le mani; non è vero !
Casini sa bene di non avere alcun potere, surrogato da Cuffaro, a sua volta condizionato dalle pressanti richieste che deve soddisfare.
Appresso naviga a vista il PdL, diviso da due componenti: una che aspira a subentrare a Lombardo, l’altra che tenta il recupero forzoso di un potere che tende a diminuire.
Giocano di rimessa anche ben identificati personaggi del PD, a suo tempo condizionati dal riconoscimento al diritto di usufruire, per i propri protettori, di taluni posizioni apicali (uno di quelli inutili e costosi).
Ma la sanità in Sicilia, il diritto dei cittadini, le esigenze della popolazione ???
E chi se ne frega….!
C’è da recuperare il malloppo sottratto che rappresenta anche un bel pacchetto di voti, che consentirà di mantenere lo status quo e i privilegi per i soliti notissimi.
Poi verranno a dirci che tutto ciò si chiama “democrazia partecipativa !” Il danno e la beffa !
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
26/05/2009, 15:58
da pianogrande
Sta succedendo a Lombardo quello che è successo a Soru?
Ma questi "governatori" non possono decidere proprio niente?
noi ipotizziamo l'eliminazione delle province ovvero delle regioni e, magari, i "poteri locali" sono di tutt'altra natura?
Quelli come si fa ad eliminarli?
Roxas ipotizza una azione della magistratura (ahi ahi ahi, il giustizialista che fa uso politico ....).
Per il futuro della Sicilia non ci resta che sperare in una mafia illuminata?
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
26/05/2009, 18:39
da Rosario Amico Roxas
X pianogrande il oggi, 14:58
Stiamo assistendo al cedimento alle imposizioni di quei poteri che da decennio condizionano la Sicilia. Altro che giustizialismo e uso politico della magistratura.
Quando non si ha nulla da temere, non c'è ragione di temere la magistratura.
La lotta interna al governo siciliano è iniziata con il rigoroso dimensionamento dei costi della sanità e dei posti apicali negli ospedali.
In nove province c'erano 29 USL, con 29 presidenti, 29 auto blu, 29 direttori generali, 29 auto blu, con 29 direttori sanitari, con 29 direttori acquisti. Tutte posizioni di nomina politica.
Il vaccino per i tumori all'utero costavano 110 euro; è bastato obbligare la gare per ridursi a 38 euro; ovviamente il precedente fornitore, collegato con il direttore generale, collegato con il presidente, collegato con il politico di zona... si è incazzato . Ridotte le USL a 18, ci sono 11 presidenti incazzati, 11 autisti della auto blu incazzati, 11..... 11...... 11..... 11.... per finire a 11 politici incazzati.
Poi si transita alla sanità privata, dominata da un senatore del trapanese, banchiere, armatore, costruttore, plurisanitario, ovviamente massone (nel precedente governo del cavaliere anche componente della commissione antimafia !!!!) adesso "solo" sottosegretario, in forza al PdL.
Le cliniche private sono, percentualmente, le più numerose di altre regioni; il cattivo funzionamento organizzato delle strutture pubbliche, obbliga al privato, che necessita del pubblico per esami particolari, trasfusioni, consulti, tutto va a carico del malato, perchè l'obiettivo prioritario è il guadagno, il potere, la difesa corporativa della casta.
Tutto ciò è ben noto, ma lo si vuol far passare come un contrasto ideologico, mentre è materia elettiva della Procura della Repubblica... è uno dei motivi per cui si vuole imporre la divisione delle carriere e affidare le indagini a carabinieri e polizia, in quanto dipendenti dal Ministero degli interni.
Una magistratura indipendente non piace, ma non piace ai delinquenti.
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
26/05/2009, 19:13
da ranvit
Ma come mai Lombardo ha tentato di ridurre (cosa sacrosanta) gli sprechi sanitari?
Sapeva benissimo cosa sarebbe accaduto!
E' uno sprovveduto, un galantuomo o cosa altro c'è sotto?
Vittorio
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
26/05/2009, 23:12
da Rosario Amico Roxas
ranvit
E' uno sprovveduto, un galantuomo o cosa altro c'è sotto?
**********
Credo che la risposta sia già implicita nella scelta di un assessore come Massimo Russo. assente dalla politica attiva, magistrato, PM alla DDA di Palermo.
Ritengo che conosca molto bene "uomini e cose" ruotanti intorno al governo e al sottogoverno siciliano.
Non c'è alcun dubbio che lo stesso Assessore Russo è alieno da possibili ricatti, in quanto lo avrebbero già giubilato.
Deduco che sia stata la volontà di fare pulizia in un settore fin troppo inquinato e da troppo tempo.
La nomina di Russo fu, peraltro, molto contrastata, proprio dalla maggioranza nelle persone dei capigruppo dell'UDC e del PdL; ad un certo momento sembrò che venisse dirottato ai Lavori pubblici (tanto non c'è movimento di denaro perchè non ci sono progetti regionali !). L'insistenza di Lombardo fa pensare ad una ben precisa volontà di mettere ordine nel settore della sanità. L'esordio fu burrascoso, ma deciso; la prima manovra vide la diminuizione delle USL, cosa che provocò una lunga serie di rimostranze per la perdita dei posti di sottogoverno, ormai promessi ai "grandi elettori" di quelli che poi furono eletti. Quindi tagli alle convenzioni, con tetti annuali; fu il caso dei laboratori di analisi, che presentavano alla Regione fatture per lunghe e periodiche analisi cliniche, effettuate sugli stessi pazienti...nulla di eccezionale, se quei pazienti non fossero deceduti da anni. Poi il mantenimento delle restrizioni personali a quel "re mida" della sanità Aiello, gran dispensatore di cointeressenze attraverso fatturazioni gonfiatissime nel lungo elenco delle sue case di cura, dentro le quali c'è anche un senatore PdL che non teme esposizioni personali perchè considerato al di sopra di ogni ...legge.
Tutto il resto rimarrà nell'alveo delle parole... Lombardo segnerà il punto a suo favore se riuscirà a mantenere l'assessore Russo al suo posto, diversamente significherà che ha vinto il compromesso e il cedimento ai voleri mafiosi.
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
27/05/2009, 11:29
da ranvit
Scusa ma non hai risposto alla mia domanda...per carità non che sia obbligatorio rispondere, ma se è vero che Lombardo ha tentato di tagliare le mani ai vari ladri che operano in Sicilia, allora le domande vengono spontanee : Lombardo sapeva benissimo che si sarebbe scontrato con il "suo" mondo....perchè lo ha fatto?
Vittorio
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
27/05/2009, 13:41
da Rosario Amico Roxas
ranvit
Non è compito mio indagare la ragione per la quale lo avrebbe fatto; da siciliano che ama la sua terra, posso registrare che lo ha fatto e rallegrarmene, anche se intuisco possibili reazioni, in quanto quei poteri, che hanno controllato il passato, controllano il presente ed esigono controllare il futuro, non possono registrare una sconfitta, sarebbe come accettare l'inizio della fine.
A Caltanissetta abbiamo le amministrative; svolgerei la mia attività nel promuovere il MPA, per dare un segnale a Lombardo; ma proprio in questa città il MPA è alleato con l'UDC e presentano un candidato comune, già assessore regionale per l'UDC; proprio quell'UDC che oggi avversa Lombardo, tramite il capogruppo a Palazzo d'Orleans, che è di Caltanissetta.
Rimane il fatto che è stata scoperchiata una pentola in bollore; forse sarà ricoperta e tutto messo a tacere; si ricomincerà daccapo o si cambierà registro, almeno in parte ?
Però la Sicilia che ha voluto guardare dentro quella pentola ha visto tutto ciò che bolle dentro; potrebbe essere una ragione di riscatto, ma ci credo poco.
Questa è la terra di Pirandello, dove un candidato a Termini Imerese si presenta nell'UDC al consiglio comunale, ma è nella rosa dei nomi di assessori del candidato sindaco del PdL; gli piace vincere facile !!!
Fosse la terra di Kafka ci sarebbero maggiori speranze, ma qui finirà a risata generale, magari con un riso amaro.
Per la festa di Sant'Agata a Catania vengono esposti i "cannelora"; si tratta di portacandele enormi, portate a braccia da quattro persone. Nella trave centrale ci sono attaccati degli angioletti, tutti sorridenti. Per evitare che possano rovinare a terra sono trannenuti da lunghi chiudi che partono dalla parte opposta a quella visibile dell'angioletto. Uno di questi chiodi, impietosamente, si infila, senza equivoco, nel deretano dell'angioletto.... e questi ride....!!!"
E' nata, così, l'affermazione, invero pirandelliana della "risata de l'anciuliddi".
Così riderà la Sicilia, esponendo un rassicurante sorriso, mentre un lungo chiodo ne viola, dolorosamente, le parti intime.
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
27/05/2009, 16:49
da pinopic1
Effettivamente la realtà siciliana si può descrivere con i titoli di commedie e romanzi di Pirandello.
Sicilia pirandelliana
Chi è Lombardo?
Uno, nessuno, centomila
Azzera la giunta?
Così è se vi pare... Ma non è una cosa seria.
Il centrosinistra in Sicilia....
Personaggi in cerca d'autore.
Come andrà a finire?
Come prima meglio di prima.
Ma cosa manca nella politica siciliana?
Il piacere dell'onestà.
Come uscirne?
Non si sa come.
(Dal mio blog)
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
31/05/2009, 11:06
da ranvit
Dal corriere.it :
DAL TRIONFO AL NON GOVERNO
L'assurda faida della Sicilia
«Mi sto divertendo molto », ridacchia Raffaele Lombardo. Certo si divertono meno gli sbigottiti elettori del centrodestra. Che si chiedono: com’è possibile che proprio lì, nell’isola del mitico «cappotto» alle politiche del 2001 (61 parlamentari a 0), delle 9 province su 9 oggi in pugno ai «moderati», del trionfo (65%) alle ultime regionali, sia scoppiata nella coalizione, a pochi giorni dalle Europee, la «guerra termonucleare»? Perché così è stato definito dai suoi stessi protagonisti lo scontro che sta squassando la traboccante maggioranza (61 seggi contro 29) che potrebbe dominare incontrastata l’Assemblea Regionale Siciliana: una «guerra termonucleare ». Dove da settimane i protagonisti si scambiano insulti d’ogni genere, da «sleale » a «farabutto», da «delirante » a «stigghiularu», venditore ambulante di budella. Dove velenosi dispetti avevano esclusi dal ricevimento in onore di Napolitano in visita perfino il presidente del Senato Renato Schifani e il Guardasigilli Angelino Alfano. Dove un sotto-segretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, in rotta coi vertici del Pdl, arriva a dire: «Mi dovranno sparare per fermarmi».
Per non parlare dello stesso governatore che, vittima anni fa dell’intimidatoria affissione di manifesti listati a lutto, si è spinto a evocare la lontana e oscura uccisione dell’indipendentista Antonio Canepa: «Non escludo di fare la stessa fine». Parole che, in una terra segnata da una spaventosa catena di delitti «politici », non vanno prese troppo metaforicamente. Cosa succede? Il nodo, forse, è proprio nell’eccesso di sicurezza d’una coalizione che da tempo, anche a causa di una sinistra via via evaporata in un lamento vittimista («perché i siciliani non ci capiscono?») e ridotta qua e là a numeri di testimonianza, vince ogni elezione a mani basse. E non sembra avere ormai altri avversari che se stessa. La rivendicazione del rapporto esclusivo con Roma. La voglia di affermare un tasso più alto di combattività sicilianista. Gli appetiti insaziabili di notabili che controllano ettari di territorio, blocchi di contrade, pezzi di partito, pacchetti di voti. Scommettiamo: anche per il Cavaliere sarebbe meglio un’opposizione più forte che una guerra tra galli per il dominio di un pollaio.
«Zucchero non guasta bevanda», ha detto mesi fa il sindaco uscente di un paese agrigentino con un «comunale» ogni 13,7 abitanti, spiegando che se avesse potuto avrebbe assunti altri dipendenti ancora. Ecco: può darsi che a ricandidare uomini così si possano vincere le elezioni. Ma poi? Non basta vincere e neppure stravincere: poi occorre governare. Questa è la lezione che arriva da Palermo. E in un momento di difficoltà come questo in cui più acute si fanno le gelosie dei «lumbard» sui soldi «dovuti» al Nord e di Lombardo per quelli «dovuti» al Sud, lo spettacolo indecente offerto dalla insanabile faida dentro la trionfante ma litigiosissima destra isolana, al di là delle ragioni e dei torti, esige una risposta. Che non va data solo ai siciliani.
Gian Antonio Stella
29 maggio 2009
Re: La crisi in Sicilia.

Inviato:
31/05/2009, 11:07
da ranvit
Dal corrire.it :
Sicilia, il Pdl sospende i tre deputati che sono andati con Lombardo
Dopo l'adesione alla nuova giunta di Lombardo, contrariamente all'invito proveniente dalla sede nazionale
ROMA - Il Comitato di coordinamento nazionale del Pdl, composto dal senatore Sandro Bondi, dall'onorevole Ignazio La Russa e dall'onorevole Denis Verdini, ha sospeso in via cautelativa dal Movimento e ai sensi dell'articolo 48 dello statuto, i deputati siciliani Gianfranco Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile. Lo rende noto un comunicato.
IL COMUNICATO - La decisione del coordinamento nazionale del Pdl è stata presa «vista la nota dei coordinatori regionali della Sicilia, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania, in cui si segnala l'adesione dei tre deputati siciliani alla nuova Giunta regionale siciliana, contrariamente all'invito proveniente dalla sede nazionale e da quella regionale del partito di non aderire e di rinviare ogni decisione a dopo le elezioni europee».
DDL ANTI-LOMBARDO - Intanto è stato depositato in Senato il ddl «anti-Raffaele Lombardo» per silurare il governatore della Sicilia mantenendo in piedi la maggioranza dell'Ars. A presentarlo è stato il gruppo del Popolo della libertà a Palazzo Madama. Si tratta di un disegno di legge di riforma costituzionale, che modifica l'articolo 10 dello Statuto della Regione Sicilia, a firma del presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini. Il disegno di legge costituzionale, si legge in una nota del Pdl, «vuole rafforzare la logica che ha ispirato la riforma dello Statuto siciliano del 2001, eliminandone quegli aspetti che hanno dimostrato di essere incoerenti rispetto al modello». Il ddl, infatti, prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di trasformazione della maggioranza che sostiene il governo, quest'ultimo possa essere sfiduciato e sostituito con un nuovo presidente eletto dall'Assemblea, nell'ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni. «In questi anni- spiegano i firmatari- in Sicilia, si è corso il rischio di passare in talune occasioni da una democrazia governante a un regime autoritario. Cessata, e a volte tradita, la volontà popolare, interessi personali e di gruppo sono stati perseguiti a scapito dell'interesse personale. Questo disegno di legge ha lo scopo di garantire che l'elezione diretta del capo del governo contenga dei meccanismi di salvaguardia contro rischi di degenerazioni autoritarie. Il gruppo del Pdl, «vista la priorità dell'argomento, farà propria questa proposta per poter chiedere fin dalla prossima seduta del Senato un iter più rapido, come previsto in questi casi dal Regolamento del Senato stesso».
30 maggio 2009