Un euro d’onore ! Rosario Amico Roxas
E’ difficile che ci possa essere qualcuno non abbia visto il celebre film “Un dollaro d’onore”, il western classico che ha nobilitato il genere, conducendo ad una morale di riscatto in nome dell’onore.
Quello sceriffo che le traversie della vita avevano portato alla resa, finendo nei meandri dell’alcoolismo. La gente intorno a lui, i profittatori, i vili, gli gettavano un dollaro dentro la sputacchiera, per infliggergli una ulteriore mortificazione e costringerlo a immergere la mano per raccattare quel dollaro, per soddisfare quello che per lui era diventato il suo stato di necessità.
Lo stato di necessità porta ad ogni forma di abbrutimento, costringe a subire, privando “della forza della ragione”, perché chi ha bisogno ed è spinto dallo stato di necessità, “ha torto a priori”.
Accade anche in questo nostro mondo dell’opulenza che una parte di questo mondo si ritrovi in quello stato di necessità, senza che nessuno si prenda la briga di risollevare dai bisogni per affrancarli da quello stato. Così viene buttato un euro, che viene considerato il prezzo della dignità e dell’onore. Poco più di un euro al giorno è, infatti, la vile moneta gettata nella sputacchiera, che i più bisognosi devono raccattare per ottenere una remota parvenza di soddisfazione dei bisogni.
Hanno anche trovato un nome illusivo, si chiama “social card” quella carta ottenibile solo dopo una lunga e tortuosa trafila di mortificazioni, per giungere alla esibizione pubblica del proprio stato di disagio per riscattare quel minimo di soddisfazione dei propri bisogni, al prezzo della propria dignità e del proprio onore.
Ora non se ne parla più…. Ma non per pudore, bensì per omertà; non se ne parla perché non si vuole riconoscere che per quell’euro d’onore sono stati sperperati milioni, elargiti agli amici più fedeli, mentre quella “social card” è sparita e non viene più esibita nei punti vendita convenzionati, perché la dignità e l’onore valgono molto di più di un euro.