Ragazze, potere e mamma
Quanto maggiore è il potere di Silvio Berlusconi, tanto più l’opinione pubblica s’interessa del suo rapporto con le donne. Un capo del governo come seduttore e prodotto di marca: malgrado gli scandali, il miliarda-rio possessore di mezzi di comunicazione ha tutte le possibilità di restare conservato al suo Paese.
Lui rimarrà sempre sospetto ai Tedeschi. Il 24 febbraio, Silvio Berlusconi sta accanto al presidente della re-pubblica francese, davanti alla stampa di tutto il mondo. Sarkozy parla del riconoscimento bilaterale di di-plomi universitari. Berlusconi si china improvvisamente verso di lui, gli sussurra qualcosa nell’orecchio e ha subito dopo un ghigno a doppio senso sul volto. Sarkozy sorride un po’ tormentato e dice: “Mm, non so, se devo restituire…”
Più tardi la televisione francese fa effettuare la lettura labiale di Berlusconi. Secondo essa,egli ha detto: “Io ti ho dato tua moglie…”
La frase non ha nulla a che vedere con diplomi, nulla con la situazione, tanto meno con la realtà. Fa solo in-tuire a che cosa questo uomo pensa quando è accanto al consorte di Carla Bruni, italiana di nascita.
Silvio Berlusconi è ossessionato dal potere, quindi dal sesso. Come ama parlare dei suoi lifting o delle radici trapiantate dei suoi capelli, Berlusconi parla in pubblico della salute del suo amichetto [cazzo].
Nell’ottobre scorso lo si è scoperto all’alba davanti a una discoteca milanese. Belusconi aveva appena lascia-to alle spalle il vertice parigino sulla crisi finanziaria e voleva stare ancora fra la gente. “Se dormo tre ore ho poi sufficiente energia per fare l’amore ancora per tre ore.” Questo ha dichiarato agli astanti il capo del go-verno della repubblica italiana, Paese membro fondatore dell’Unione Europea. Ha ora 72 anni.
Continuamente viene colto dal pensiero proveniente dal suo basso ventre/apparato genitale. Così promise in gennaio, dopo una serie di cavi di violenza carnale, di provvedere affinché ci sia più sicurezza. Ma: “Do-vremmo avere tanti soldati quante belle ragazze ci sono in Italia. Credo che non ce la faremo mai.”
Per Berlusconi il corpo è diventato un mezzo di comunicazione di massa, che lui usa senza esitazione così come usa le sue emittenti televisive. L’apparenza conta, la superficie è il messaggio. In tal modo occuparsi del corpo del Cavaliere è divenuto un vero e proprio ramo della sociologia.
Nel novembre dello scorso anno è apparso il libro “Il Superleader”del milanese Federico Boni, studioso delle comunicazioni. La settimana scorsa si è aggiunta la ricerca iconografica “Il corpo del Capo”, di Marco Bel-politi. Da lungo tempo ci sono studi specifici sul “Sorriso di Berlusconi” o il suo utilizzo della simbologia religiosa. Si decifra il corpo del potente, si tenta di leggerlo e d’interpretarlo, come se in lui fosse celato il segreto del suo successo. Forse è davvero così. Lui è l’antipolitico al potere, lo showman come uomo di sta-to, il buffone come Duce. Tutto e il suo contrario.
Di Mussolini è noto come egli assumesse i ruoli più diversi, posasse una volta come contadino, poi come ca-valiere, imprenditore, guerriero o padre. “Tuttavia”, dice Federico Boni, “nel caso di Mussolini l’immagine reggeva. Il Duce al servizio dello stato, della nazione. Al contrario, Berlusconi è un supereroe senza qualità. Come un personaggio dei fumetti lui può assumere ogni forma: allenatore di calcio, messia, superdotato ses-suale e uomo di famiglia, reggitore dello stato e pianista di pianobar, pio cattolico e libertino, boss dell’industria o operaio.”
Si dice che ci sia addirittura qualcosa di femminile in lui: “Il viso liscio, l’odio per basettoni e barba, l’igiene un po’ ossessiva, il narcisismo, l’aspetto sempre curato e perfetto, fanno pensare ad uomo femminilizzato, incipriato”, afferma lo studioso di Berlusconi Stephen Gundle. Come la maggior parte delle sue elettrici, Berlusconi sta a dieta, si fa depilare i peletti e fa eliminare dal chirurgo estetico rughine e cuscinetti adiposi.
Berlusconi è seduttore, ed è merce. Ha fatto di sé un articolo di consumo, un prodotto di marca, il cui unico messaggio è: Prendimi! Quanto maggiore è la potenza di Belusconi, tanto più l’opinione pubblica sembra in-teressarsi al suo corpo o piuttosto al suo basso ventre.
L’estate scorsa sono emerse a Napoli intercettazioni, tra cui una presunta telefonata di due donne membri del governo. Si parlava di tecniche con cui si poteva indurre il capo del governo a fare concessioni durante dibat-titi sul bilancio. Nel mentre dev’essere stata usata la parola “pompetta”, piccola pompa. Ciò diede adito da una parte a dicerie su una protesi al pene del Capo. La nota attrice comica Sabina Guzzanti dichiarò invece chiaro e tondo e pubblicamente. “Non si può nominare una persona ministro per le pari opportunità solo per-ché ha succhiato il cazzo ad uno.”
La citata ministra ha sporto denuncia per diffamazione. Il padre della Guzzanti, un ex senatore proveniente dallo schieramento di Berlusconi, ha preso le parti di sua figlia e ha nel frattempo lasciato “Forza Italia”.
Sarebbe una piccolezza, se l’aneddoto non fosse ricondotto a una comprensione della politica che non separa più minimamente tra privato e pubblico e che in Italia è ancora più diffusa che nella Francia di Sarkozy.
Berlusconi ha reso l’intrattenimento politica e la politica un reality-show.Il suo avvocato è stato nominato ministro della giustizia, il suo medico di famiglia deputato, accanto a diversi altri impiegati e compagne. E una ex show-girl e ragazza –copertina difende in parlamento gli interessi delle donne.
Prima che Mara Carfagna facesse carriera nel governo, era occupata nell’emittente televisiva di Berlusconi. Ancora non molto tempo fa, informava gli spettatori sulle sue misure e il suo risultato all’elezione di “Miss Italia”. Su You Tube circola un video sul quale la futura ministra fa volteggiare la sua gonna su fino ai fian-chi e sotto non indossa nulla di visibile. Una delle prime iniziative della Carfagna fu di rimproverare alle pro-stitute la svendita del loro corpo.
Berlusconi ha liberato la televisione italiana dal giogo dei vescovi e l’ha condotta nella terra promessa del consumismo. Questo è il suo merito storico. Il suo canale “Italia 1” scoprì nel 1983 il fenotipo della “velina”, di quell’essere con grande seno e lunghe gambe, che da allora sta in quasi tutti gli spettacoli televisivi, in ge-nere accanto a signori che parlano in continuazione e che hanno le gambe corte.
Nel frattempo ci sono concorsi per veline. Un’alta percentuale di ragazze italiane vorrebbe diventare velina, per poi poter sposare un calciatore o una popstar.
Indimenticata è una telefonata intercettata fra Berlusconi e il suo consigliere particolare Marcello Dell’Utri, la notte di S. Silvestro del 1986. In essa Berlusconi si lamentava perché due ragazze dello spettacolo “Drive In” avevano tirato un bidone a lui e al capo del Governo Bettino Braxi: “Significa che non chiaveremo più. Se l’anno inizia così, non chiaveremo più”.
Tuttavia non fu così terribile.
Nella Pasqua del 2007 un paparazzo aveva fatto foto della residenza estiva di Berlusconi in Sardegna. Si ve-deva il vecchio di buon umore con cinque veline.
Un'altra telefonata intercettata dell’inizio dell’estate 2007 si può sentire ancora su You Tube. Berlusconi pre-ga l’allora direttore dell’emittente televisiva di diritto pubblico Rai Fiction, Agostino Saccà, di fargli un pia-cere.Saccà: “Lei è l’unico che non mi ha mai chiesto qualcosa…” – “Se non donne di quando in quando per tirare su lo stato d’animo del Capo”, replicò Berlusconi. Poi viene al dunque: “Sto cercando di ottenere la maggioranza al Senato.” E allo scopo si potrebbe forse trovare un incarico per una attricetta che sta a cuore a un senatore della sinistra, con il quale a sua volta lui, Berlusconi, era al momento in trattative.
Alcuni mesi dopo cadde il governo Prodi, perché gli era mancata la maggioranza al Senato. Il politico dell’opposizione Di Pietro disse al proposito che Berlusconi trascorre più tempo a sistemare le sue ragazze che ad occuparsi dei problemi del Paese: “Questa è bona, quella è bella, questa ha grandi tette…”
Quando la telefonata venne pubblicata nell’”Espresso” Berlusconi dichiarò unicamente che per diventare qualcuno nella Rai “ci si deve prostituire oppure far parte della sinistra”. E il liberale di destra “Libero” lo sostenne così: “Anche Mussolini aveva le sue donne. Abbiamo bisogno di un capo del Governo, non di un monaco trappista.”
A quanto sembra, questo tenere le gambe larghe non danneggia il Cavaliere presso gli elettori. E neppure le elettrici sono scappate urlando. Berlusconi ha raccontato una volta che le donne in campagna elettorale l’avevano già trattato come una reliquia vivente: “La gente mi tira la giacca, donne incinte mi pregano di mettere la mano sul loro ventre. Oppure sugli occhi, perché vedevano male.”
Il papa del gossip romano Roberto D’Agostino ritiene che l’agitazione per il machismo di Berlusconi sia un’ipocrisia.: “Ognuno vorrebbe avere quello che ha Berlusconi. Voi Tedeschi non capite. Noi siamo Latini, non Calvinisti. Il moralismo non ha fatto perdere nulla nella politica. Tutti sapevano ad esempio delle orge di Gianni Agnelli, anche sua moglie. Ma i due rimasero assieme. Così come Silvio e Veronica Belusconi. Noi ammiriamo una cosa simile.”
La (seconda) moglie di Berlusconi , Veronica Lario, conduce da molto tempo la sua propria vita e sa difen-dersi quando si tratta del bene dei figli in comune. Nel gennaio 2007 il quotidiano di sinistra “La Repubbli-ca” pubblicò una lettera aperta di Veronica al suo Silvio, in cui lei per la prima volta si lamentava a proposito dei “momenti dolorosi” della loro vita coniugale ed esigeva “rispetto per la dignità di una donna”.
Il pretesto è stata una galanteria di Berlusconi nei confronti proprio di quella Mara Carfagna, che più tardi è diventata ministro per le Pari Opportunità: “Se non fossi già sposato… la sposerei subito.”
Come la sua potenza, questo uomo di stato vorrebbe eternare anche il suo corpo. Si scola elisir contro l’invecchiamento, non fuma ed evita la carne. Recentemente Berlusconi fece persino cancellare un appunta-mento col Capo del governo del Baden-Württemberg Günther Oettinger , in quanto era atteso in una beauty farm in Umbria per un trattamento a 360 gradi secondo i metodi del dottor Messegué. Di sé offre il ritratto stilizzato di un animale da lavoro, che si occupa di tutto e che è onnipresente: “Lavoro sempre e non dormo più di due ore per notte.”
Il suo medico personale Umberto Scapagnini definì già Berlusconi come “tecnicamente pressoché immorta-le”: “Il suo fisico e la sua mente hanno dimostrato una forza di resistenza davvero sovrumana. Lui è geneti-camente fuori dall’ordinario.”
Nulla depone a sfavore dunque del fatto che Berlusconi si trasferisca ancora, dopo questa legislatura e fino alla fine della vita, nella sede della carica di presidente della repubblica. Poi, nell’anno 2013, Silvio Belusco-ni avrà plasmato l’Italia per vent’anni. Il Paese si è specchiato in lui anche quando lui non era in quel mo-mento al potere. Berlusconi ha fissato i temi, la lingua e lo stile della politica. Senza di lui non ci sarebbe il sistema dei due schieramenti, il blocco sociale e probabilmente neppure una sinistra riformista.
Finora ha visto sfilare davanti a sé sette capi dell’opposizione. Dopo il ritiro di Walter Veltroni, avvenuto re-centemente, che ancora poco tempo prima era ritenuto un concorrente con molte possibilità, ci sono poche forze avverse.
Il Vaticano stesso ha tirato dalla sua parte il miliardario totalmente mancante di spirito religioso (e inoltre di-vorziato). E’ bastato dichiararsi al momento giusto contro la tecnica di procreazione assistita e l’autodeterminazione della morte.
“Gli Italiani sono presi da uno strana voglia di servitù”, si è espresso recentemente il precedente presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Secondo lui, in mancanza di alternativa accettano tutto, preferiscono parlare delle attricette del capo del governo anziché del suo ridotto senso dello stato. Per il politologo britan-nico Colin Crouch l’Italia è l’esempio del modello di una “società post-democratica”.
Può essere. In fin dei conti la democrazia non ha nulla a che vedere con la competenza, bensì con il consen-so. E difficilmente un politico europeo è una macchina da consenso più efficiente di questo uomo liftato, spudoratamente popolare, col sorriso stampato
In Germania la politica di Berlusconi viene per lo più percepita come una grossolana scemenza. Berlusconi è quello che in un incontro al vertice a Trieste si nasconde dietro a una colonna e spaventa la Cancelliera col grido “cucù”.
Nel far questo si dimentica che Berlusconi, da buon populista, ha piazzato i suoi ministri proprio su quelle piaghe che facilmente devono fare da esempi di tipica incapacità nell’Italia “Stivale puzzolente” (così il Ma-gazin della “Süddeutsche Zeitung”): gli scioperi selvaggi, i rifiuti a Napoli, la prostituzione sulla strada e il bizantino furore di regole, il centralismo, i fannulloni negli uffici pubblici e la lentezza della giustizia. Que-sto ha successo. Tanto più che tutti sanno com’è difficile dovere riformare un Paese in cui le regole vengo-no facilmente intese come offesa alla propria intelligenza.
Malgrado tutta la sua potenza mediatica, Berlusconi è stato destituito due volte. Ogni volta, la sinistra aveva l’opportunità di far meglio, entrambe le volte è fallita per contrasti interni. Berlusconi non è stato rieletto un anno fa perché l’elettore vede troppa tivù, ma la contrario, perché è disilluso. Berlusconi era l’unico candida-to che aveva la possibilità di una maggioranza capace di governare. Così è stato eletto, non per amore, ma per pragmatismo e obiettività. Per intelligenza politica, dunque.
Berlusconi ha conquistato questo Paese, perduto, riconquistato, x-volte tradito e di nuovo sedotto ancora. Lui ha veramente amato solo un’unica donna. Solo per una lui ha sempre interrotto i colloqui al vertice, solo una ce n’è stata, i cui consigli di buon senso lui ha subito riferito a Putin, Bush, Blair e al Papa: “la mamma Ro-sa”, la sua Mamma Rosella, venerata sopra ogni cosa, morta un anno fa con le condoglianze di mezza nazio-ne.
“Der Spiegel”, numero 11, 2009