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le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 11:17
da franz
Unità, fiducia, realismo: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

di Mario Ajello

ROMA (13 aprile) - Il terremoto sta terremotando la politica. Ma non nel senso catastrofico del termine. Tutt’altro. E’ come se un effetto politicamente positivo sia stato sprigionato da questa immane tragedia.
Il sisma sta dando ai leader, alle istituzioni, ai partiti, una quindicina di lezioni. Grazie alle quali, la vita pubblica potrebbe risorgere, dopo Pasqua, con un’immagine migliore.

LEZIONE NUMERO 1. Il terremoto insegna, al governo e all’opposizione, la virtù della moderazione. Ovvero, li sta spingendo ad approdare a una dimensione del confronto non esasperata, non divisiva e non conflittuale.
Ciò che gli italiani chiedono, invano, da oltre un decennio.

LEZIONE NUMERO 2
. E’ la coda della precedente. Perché siamo di fatto, da lunedì scorso, in piena fase di governo (o di sub-governo) di solidarietà nazionale. Simboleggiata, fra l’altro, dalla stretta di mano tra Franceschini e Berlusconi, ai funerali di Stato.

LEZIONE NUMERO 3. L’anti-berlusconismo, che è stato l’alfa e l’omega della sinistra da oltre quindici anni, è superabile. E non è detto che questa guarigione dalla sindrome dell’Orco di Arcore non possa durare anche oltre l’emergenza terremoto ed estendersi in altri campi.

LEZIONE NUMERO 4. Il coraggio delle emozioni. Il Fattore Umano, come direbbe Graham Green, esplode a reti unificate. Le lacrime dei leader. La commozione di Stato.
Per gli abruzzesi, gente sobria, le emozioni dei politici vanno bene ma non devono essere guastate dalla volontarietà della lacrima. L’equilibrio fra dolore vero e dolore esibito è assai sottile, ma finora è stato rispettato.

LEZIONE NUMERO 5. Sta nella riscoperta della lezione di Norberto Bobbio. Il quale diceva che la democrazia è quel sistema che permette ilmaggior avvicinamento possibile fra le ragioni della morale e le ragioni della politica.
Per essere forte, infatti, la democrazia ha bisogno del più largo rapporto di fiducia reciproca fra cittadini e Stato.

LEZIONE NUMERO 6. Fiducia, appunto. Chiedere fiducia, dare fiducia. La fiducia come legame che accorcia lo spazio fra Paese e Palazzo.

LEZIONE NUMERO 7. Il terremoto insegna alla politica a fare unbagno di realtà e a prestare attenzione (anche attraverso la presenza fisica dei leader) al territorio. Da questo punto di vista Berlusconi, è super-edotto e ha passato la Pasqua fra gli sfollati.

LEZIONE NUMERO 8. Nelle calamità naturali si forgiano le leadership e si decide la sorte positiva o negativa degli uomini di Stato.
Pio XII, se non fosse immediatamente andato nel quartiere di San Lorenzo dopo il famoso bombardamento, la sua immagine storica sarebbe stata molto meno viva e positiva.

LEZIONE NUMERO 9. La ”politica del fare”. La concretezza al posto del bla bla. Le cartine topografiche (qui ricostruiamo in questo modo e lì ricostruiamo in quell’altro) al posto delle dispute.
E le decisioni che superano le mediazioni a vanvera. Siamo finiti su Marte?

LEZIONE NUMERO 10. Lo Stato c’è.

LEZIONE NUMERO 11. Il terremoto può spingere a una maggiore virtuosità finanziaria. Cioè a gestire meglio le risorse, e a trovare quelle necessarie per rimettere in piedi la vita e l’economia abruzzese così ridotta: il Pil dell’Aquila è tornato ai valori di 15 anni fa, ferme 12.000 imprese e 30.000 dipendenti rischiano il posto.

LEZIONE NUMERO 12
. Il sisma insegna il legame fra cristianesimo e populismo. Che in quella parte dell’Abruzzo è fortissimo. E fa capire alla politica che le famose radici cristiane non significano soltanto ossequio alle gerarchie della Chiesa ma anche condivisione di un’etica del sacrificio e di una fede di tipo popolare che sono assai ramificate in questa gente di montagna, molto devota nel senso bellissimo della parola.

LEZIONE NUMERO 13. L’anti-politica non va più.

LEZIONE NUMERO 14. Che, come diceva l’abruzzese Ignazio Silone, parlando dei suoi ”cafoni”, «siamo sempre al venerdì santo».
Cioè alla via crucis sociale e politica. Questa immagine è sbattuta addosso ai rappresentanti del governo e dell’opposizione, e li sta facendo crescere.

LEZIONE NUMERO 15
. Sapere che tutte queste belle lezioni, finora applicate, possono essere vanificate. Ma non sia mai.

da ilmessaggero.it
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app ... &desc_sez=

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 11:34
da lucameni
Non condivido.
Mi pare un'analisi che non è analisi ma riassuntino di innumerevoli editoriali che possiamo leggere ovunque.
Consolatorio e non veritiero.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 13:23
da Stefano'62
Un riassuntino con mezze verità oltretutto,e che fa finta di non capire il viscido calcolo di alcuni che propugnano la politica del fare (oggi) come negazione di quella del pensare (al domani).

Ciao

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 13:31
da lucameni
Sembra un bignamino degli editoriali di Panebianco e Ostellino.
No, francamente non mi piace e mi pare davvero qualcosa che non corrisponde alla realtà italiana.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 13:32
da Stefano'62
Metto le mani avanti e prevengo alcune obiezioni strumentali.
La politica del fare oggi,giusta e necessaria per rispondere in concreto alla gente deve,e sottolineo deve.....essere in sintonia con ciò che si pensa di fare per il futuro,di gran lunga più importante.
Non può in alcun modo esserne in antitesi,come sembra che invece qualcuno finga (freudianamente) di dimenticarsi.
Se il tanto decantato 'fare' non si ispira ad un precedente e primario 'ragionare',diventa un inutile demagogico e pericoloso sparo nel buio.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 15:17
da franz
condivido solo pochi punti e solo in parte.
Quelli dal cinque al nove li condivido abbastanza, anche se approfondendo si sarebbe molto da chiarire.
Non condivido assolutamente il 10. Lo Stato non c'è. Ci sono invece decine di migliaia di volontari che con preparazione, dedizione ed insonnia sopperiscono - ma solo in parte - alla latitanza dello Stato.
Se lo Stato ci fosse (stato) quel terremoto non avrebbe fatto quasi 300 vittime.
Il resto dei punti mi lascia indifferente. Forse l'autore doveva arrivare a 15.

Franz

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 15:28
da pianogrande
Le "lezioni " vere aspettiamole con più calma.
Siamo ancora in un momento in cui i copioni sono scontati, le lacrime (vere e false) scontatissime, la presenza dei politici obbligatoria.
Cominciamo a vedere la ricostruzione "vera" ed il perseguimento dei colpevoli "vero".
Una volta "spenti i riflettori" .......... andiamo a vedere.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 13/04/2009, 15:58
da cedrodellibano
Cosa non fare:
1 - non confondere la politica col personale dell'uomo politico, ovvero un politico che non avesse la ricchezza di Berlusconi non potrebbe offrire ville ai terremotati. Allora il politico si astiene_: infatti un'opera buona diventa un opera cattiva, ossia demagogica.
2 - Essere vicino a chi soffre: ma con umiltà, modestia e discrezione. La mancanza di questi atteggiamenti è ancora demagogia.
3 - Far vedere che lo stato c'è è importante, anzi essenziale. Far vedere che ci sono io (anche se rappresento lo stato) è demagogia.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 14/04/2009, 8:41
da carlo gualtieri
D'accordo su alcune cose, ma l'impostazione generale ricorda la morale azionistica, che, da quando è stata adottata dalla sinistra (con conseguente abbandono del metodo gramsciano, e qui risaliamo a responsabilità antiche e mettiamo in discussione il mito Berlinguer) ci ha gradualmente portato alla rovina. Per agire su un territorio bisogna individuare i fattori che sono in sintonia con l'antropologia culturale di un popolo, e non dedicarsi a un moralismo astratto, e tanto meno alla cultura della diversità.

Re: le 15 lezioni del terremoto abruzzese alla politica

MessaggioInviato: 14/04/2009, 10:58
da franz
carlo gualtieri ha scritto:D'accordo su alcune cose, ma l'impostazione generale ricorda la morale azionistica, che, da quando è stata adottata dalla sinistra (con conseguente abbandono del metodo gramsciano, e qui risaliamo a responsabilità antiche e mettiamo in discussione il mito Berlinguer) ci ha gradualmente portato alla rovina. Per agire su un territorio bisogna individuare i fattori che sono in sintonia con l'antropologia culturale di un popolo, e non dedicarsi a un moralismo astratto, e tanto meno alla cultura della diversità.

Interessante. Puoi specificare meglio, eventualmente in un nuovo ed apposito thread?
Grazie,
Franz