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Magdi Allam, il nuovo crociato

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 04/03/2009, 20:25

Magdi Allam, il nuovo crociato di Rosario Amico Roxas

Il termine “lavoro nero” ha assunto il significato di lavoro nascosto, invisibile, per mimetizzarsi nelle cantine delle evasioni fiscali; ma è nel lavoro nero che si verifica ma maggior quantità di “morti bianche” il tutto con un utilizzo della scala cromatica, a dir poco paradossale.
Ma lavoro nero dovrebbe poter identificare anche un lavoro non chiaro, non identificabile nel suo realizzarsi; un lavoro poco onorevole e in quanto tale eseguito nascondendosi o elevando intorno a sé una barriera protettiva.
Chiamerei “lavoro nero”, in quest’ultimo senso, quello svolto da Magdi Allam ed esaltato a fini elettorali.

Ci fanno vivere nella costanza del paradosso, dell’improbabile e dell’improponibile; Magdi Allam, egiziano, musulmano, si è fatto cattolico e cristiano e organizza manifestazioni in difesa dei cattolici e del cattolicesimo, indicando la religione alla quale apparteneva, almeno sulla carta, come il pericolo maggiore per la sopravvivenza stessa del cristianesimo; ha già incassato l’appoggio incondizionato del pontefice che lo ha battezzato in mondovisione, e adesso incassa la candidatura al Parlamento europeo che gli offre Casini e l’UDC; nessuno lo identifica per quello che è: un apostata opportunista.
La strategia di Magdi Allam appare sempre più sconcertante; mentre l’intero pianeta tenta di scongiurare l’acuirsi delle guerre e la loro trasformazione in una reciproca “guerra santa”, il musulmano egiziano neo-cattolico con scorta e autista, getta benzina sul fuoco al solo fine di inasprire gli animi.
C’è chi lo manovra per documentare le sue aberranti tesi ?
C’è chi è interessato acchè le guerre preventive possano ricevere l’unzione della santità ?
Così si materializza il paradosso: la Chiesa viene difesa da un ex musulmano, il quale, proprio in tale veste accusa i suoi confratelli nella fede di nutrire programmi di distruzione di massa del mondo cattolico e cristiano.
Sono ben pochi i lettori che hanno seguito le evoluzioni di Magdi, transitato dall’estrema sinistra radicale ad una posizione opportunista.

Il governo Berlusconi lo dotò di scorta protettiva per una fatwa che sarebbe stata pronunciata contro di lui per le affermazioni contro l’Islam; così è diventato il più protetto nemico del mondo islamico, e non perde occasione per identificare nell’Islam il più grande pericolo per questo occidente, trascurando le aggressioni che l’Occidente organizza, ma esaltando l’efferatezza di quanti reagiscono alle aggressioni. Non l’ho mai sentito intervenire con toni di condanna, quando dalla stampa apprendiamo, con notizie veloci, da dimenticare, di bombardamenti nei quali centinaia di bambini perdono la vita. Ha avuto anche parole durissime contro il più grande teologo e storico dell’Islam Tariq Ramadan, colpevole di aver tracciato l’itinerario di integrazione della cultura e della religione islamica in Europa.
E’ stato Tariq Ramadan a chiarire che l’interpretazione della Jhiad come guerra santa è di tre o quattro secoli successiva al Profeta e alla nascita dell’Islam, con versetti che non fanno parte del Corano e che sono conosciuti più in Europa che nel mondo islamico; per queste ragioni il Magdi Allam, facendosi forte dell’autorità mediatica che gli viene concessa, stravolge anche l’evidenza per farsi portatore delle ideologie aggressive, fornendo loro una motivazione difensiva.
L’ideale di pace, di solidarietà, di integrazione non appartiene al linguaggio di Allam, perché deve dare corpo alle esigenze violente, alle aggressioni, trovando motivazioni costruite a tavolino, ma propagandate con scientifica attenzione.
Tramite Magdi Allam il cattolicesimo e il cristianesimo, tornano (o si vorrebbe che tornassero) nelle piazze per manifestare odio e propagandare l’esigenza di prosecuzione di quelle guerre che si vogliono far diventare nuove crociate; così un Magdi Allam, egiziano e musulmano, esalta il Dio degli eserciti, che sconfigge il Dio dell’Amore predicato da Cristo.
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda pierodm il 05/03/2009, 10:04

Magdi Allam è un esempio tipico di estremista e integralista, che cambia bandiera ma non la propria vocazione all'integralismo.
Io non so, però, se bisogna prendere sul serio la sua "conversione" - cioè se se il suo sia un caso da attribuire alla sola questione religiosa.

In tempi non sospetti, alcuni anni fa, una sera, ho avuto una discussione con amici, quando in un TG - o in talk show politico, non ricordo bene - comparve Allam e mi venne naturale dire che quel personaggio non mi piaceva per niente e che non capivo quale gioco stesse giocando.
Confesso che nel pensarla in quel modo non pesavano solo alcune perplessità circa la sua evidente tendenza al fanatismo, ma anche una valutazione politicamente scorrettissima, ma che personalmente mi è spesso stata utile e veritiera: la sua faccia, la sua espressione, il suo stile, il linguaggio. Insomma, una profonda e istintiva antipatia.
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 05/03/2009, 10:33

x pierodm
Le sensazioni epidermiche dell'apostata, che genera per la sicumera che cerca di imporre, rappresentano solo l'aspetto esteriore; quello più importante è l'aspetto reale che mette insieme valori di cui ignora la portata. Quello che mi lascia perplesso è l'atteggiamento del Vaticano e del pontefice, che si sta dibattendo tra un apostata integralista, al quale ha concesso una visibilità in mondo visione, con un battesimo nel quale lo stesso pontefice ha recitato il ruolo di spalla di un prim'attore che si esibiva al centro di un palcoscenico illuminato più di uno spettacolo di Wanda Osiris, e quindi un ateo razzista al quale concede la sua autorevolezza presentando quel pessimo volumetto "Perchè dobbiamo dirci cristiani", accettando ed esaltando l'identificazione del liberismo con il cristianesimo.
Rimane condannata la Teologia della Liberazione, colpevole di identificare Cristo nei poveri, negli emarginati, mentre vengono assolti i negazionisti di Lefebvre. Una vera e sofferta conversione sarebbe stata credibile se passata sotto silenzio, con un battesino in una sperduta cappella di campagna, lontano dai clamori dei media; ma così è stato uno spettacolo blasfemno, al quale si è prestato la massima autorità della cristianità, che non ha dato lustro all'opportunismo dell'apostata ma ne ha perso tantissimo agli occhi del mondo dei credenti.
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda lucameni il 05/03/2009, 11:44

E' anche vero che questa "antipatia" precede e di molto la sua conversione più o meno sincera o mediatica.
Le sue argomentazioni, anche se voi non le ritenete tali, per forza di cose hanno da sempre irritato molti degli uomini di sinistra e più che altro i militanti di sinistra: anche più della Fallaci, la quale pure fu benevolmente redarguita dallo stesso Allam per i suoi eccessi verbali.
Come dire: che Allam sia criticato pesantemente per i suoi flirt politici è un conto. Che lo sia stato anche negli anni passati per i suoi moniti nei confronti dell'UCOII - tanto per dire - o del cosidetto "terzomondismo" di parte dell'intellighentia (presunta) è altro discorso, che da parte di una sinistra che si dice laica (ma a quanto pare solo con i cattolici) non mi pare poi così coerente e limpido.
Tant'è.
De gustibus.
A me non piace nè Allam (ultima versione), nè mi sono mai piaciuti i suoi critici (sopratutto quelli passati) tanto zelanti nel criticarlo appunto, immagino anche con alcune ragioni, quanto disinteressati nel valutare i suoi obiettivi polemici (tipo gli "antiimperialisti" dell'omonimo "Campo" o personaggi "moderati" come la D. Valent).
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda matthelm il 05/03/2009, 14:39

Rosario, qualcosa contro l'estremismo dei pasdaran mussulmani? in polituica, contro le donne, contro la libertà?

Coraggio, se Magdi Allam è arrivato a questo punto non vederci solo la malafede o l'opportunismo, in fin dei conti era vice direttore del Corriere della sera, non del secolo d'italia, ed era pure mussulmano!

Io leggo e registro i suoi comportamenti ma leggo e registro anche quelli dei mussulmani estremisti che non usano solo parole!
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 05/03/2009, 15:45

x mathelm

Il fatto stesso che il fenomeno integralista e fondamentalista sia esploso in forme violente dopo gli episodi delle guerre del Golfo (prima e seconda) e dell’Afghanistan, ci dimostra come si sia trattato di fatto reattivo e non attivo.
Per avallare le guerre preventive, gli USA hanno messo avanti l’11 settembre, trascurando che la prima guerra del Golfo di Bush padre ebbe inizio molti anni prima e non ebbe mai occasione di finire, in quanto la presenza americana e i bombardamenti sull’Iraq non ebbero mai soluzione di continuità. La reazione fondamentalista, sbrigativamente chiamata “terrorismo” nacque come risposta contro l’imperialismo americano, e fu, inizialmente, gestita dall’alta borghesia nazionalista che vedeva minacciati i propri interessi di privilegio; si trattò allora dei vari “signori della guerra”, in realtà capi delle tribù che tutt’ora dominano l’Iraq, l’Afghanistan, l’Iran, il Pakistan e la Siria, Giordania e Arabia Saudita: Fra di loro divisi da differenti interpretazioni dell’Islam e ognuno con una propria legittimazione, trasportarono il loro dissenso dalla politica alla religione, per attirare le masse islamiche fin allora solo vittime di entrambe le parti.
L’integralismo islamico, sorto agli inizi dello scorso secolo, era sciita e riuscì a radicarsi nel tessuto sociale favorito dalle minacce che arrivavano dall’Occidente.
L’adesione popolare alle forme fondamentaliste e integraliste acquistò un significato politico, staccandosi dai valori esclusivamente religiosi; in pratica si trattò di un regresso verso l’antica tradizione religiosa e sociale, che comprendeva anche il rapporto tra le classi, con una forma di accettata sudditanza della classe popolare a quella medio e alto borghese.
Ma dall’Occidente arrivarono anche i principi del capitalismo che portava in sé i germi della crisi che provocarono un sempre maggiore accentramento del potere economico nelle mani degli USA, in termini internazionali, e nelle mani di capitalisti privi di scrupoli sociali nelle singole nazioni.
Il lancio imposto della globalizzazione dei mercati sanzionò la frattura tra classi e tra nazioni.
Tra le classi si disegnò il confine tra produttori e consumatori, tra proprietari dei mezzi di produzione e prestatori d’opera, tra creditori e debitori, dilatando la forbice dei consumi con eccesso del superfluo e mancanza del necessario.
A livello internazionale la frattura divise il mondo in nazioni opulenti, nazioni in via di sviluppo, terzo mondo e quarto mondo, queste ultime ricchissime di materi prime ma prive del potenziale culturale ed economico per lo sfruttamento in proprio delle loro ricchezze, diventando preda dei famelici “esportatori di democrazia.
Nell’ambito della globalizzazione emersero nuove esigenze dell’apparato capitalistico, primo fra tutti la disponibilità di manodopera a basso costo, flessibilità del lavoro, decrescenti garanzie sindacali e, a volte, totalmente carenti. La conseguenza diretta fu la distruzione e, a volte la non formalizzazione dello Stato sociale, privatizzando i servizi essenziali che diventarono così non più costi dello Stato, bensì proventi dei privati; la classe lavoratrice è stata attaccata sul terreno normativo e salariale, quindi su quello assistenziale.
Mentre tutto ciò accadeva a livello internazionale, molte nazioni, fra cui l’Italia, imitarono tali modelli in nome di un rinato liberismo che avrebbe migliorato le condizioni disagiate delle classi più deboli, favorendo un maggiore arricchimento delle classi capitalistiche, in quanto tale arricchimento si sarebbe dilatato anche alle fasce più povere.
Iniziò la pretesa esportazione della democrazia, facendo credere alle masse popolari prese di mira che tale forma di governo, partendo dalla base popolare diventava garantista nei confronti delle classi emarginate.
Ma cosa sta accadendo in realtà ?
La democrazia, già a breve termine, se non tenuta rigorosamente nell’alveo della vera pluralità, produce il capitalismo, perché ne ha bisogno per generare lavoro e dilatare il benessere all’interno di uno sviluppo equilibrato dell’economia, ma quando il capitalismo arriva ad avere il sopravvento non ha bisogno di democrazia e promuove una deriva autoritaria, la sola che può imporre il mantenimento dei privilegi che il mondo capitalista.
L’esigenza dell’Occidente di manodopera a basso costo si è aggravata nel secolo scorso con la pretesa occidentale di controllare le fonti energetiche per averne il monopolio.
Combinate in questo modo, le due esigenze messe insieme, e sostenute anche con guerre chiamate “preventive”, hanno consentito agli USA sia di gestire la forza lavoro di interi continenti per sfruttare la delocalizzazione produttiva, sia di impadronirsi della rendita parassitaria delle risorse petrolifere.
Le conseguenze per le popolazioni sono state, sono e diventeranno sempre più devastanti, perché alle già precarie condizioni ambientali, il cui sviluppo è stato mortificato dalle colonizzazioni, si aggiungono le condizioni disumane e affamanti della globalizzazione dei mercati.
E’ l’impostazione dell’imperialismo, sia di quello democratico occidentale che di quello socialista orientale; entrambi hanno rinnovato quella colonizzazione che nei secoli scorsi fu militare, con la nuoca colonizzazione economica.
Questo è stato il brodo culturale nel quale il fondamentalismo prima e l’integralismo poi hanno fatto proliferare il nazionalismo arabo, coniugandolo con la religiosità.
La religione diventa supporto delle esigenze sociali mortificate prima dal colonialismo su base militare di conquista, ora dell’imperialismo che vuole imporre il suo “nuovo ordine” su base economica e di sfruttamento di intere popolazioni, sia sotto il profilo del lavoro che delle materie prime.
La realtà odierna si scontra con la sua stessa storia che trova nei secoli l’accoppiamento religione-potere, con una continuità nel tempo che non trova riscontri nei governi occidentali.
Le borghesie islamiche di tutte le etnie, che hanno detenuto il potere nelle sue varie forme, ma sempre centralizzato e assolutistico, hanno utilizzato i precetti coranici per supportare il loro potere politico, economico e sociale.
Trattandosi , per lo più, di sciiti nell’area medio - orientale, ogni etnia si è sempre richiamata ad una pretesa discendenza diretta dal profeta, identificandosi con una confessione che fornisce il suggello al dominio di classe.
Gli esempi non mancano, suggellati da ragioni storiche, da antiche consuetudini e da radicate convinzioni.
• I sovrani del Marocco vantano la diretta discendenza da Maometto.
• I sovrani della Giordania preferiscono definirsi “re degli hascemiti” piuttosto che dei giordani; gli hascemiti appartengono alla tribù di appartenenza di Maometto, e vantano il diritto di essere considerati “custodi delle città sante”, che si trovano in Arabia, sotto la dinastia Saud che ne rivendica l’appartenenza, con una insanabile frattura tra le due case regnanti.
• A loro volta i Saud legittimano il loro potere con l’appartenenza alla confessione Waabita, alla quale, per motivi di cartello petrolifero, hanno aderito gli emiri del golfo, gli Al Sabbah del Kuwait, e i gli Yemeniti e i teocratici Omanidi.
• La Siria ufficialmente è una repubblica presidenziale ma presidenziale al punto da non potersi distinguere da una monarchia assoluta, anch’essa avallata dall’appartenenza alla confessione alawita.
• Anche il laico libano di Jhumblat è governato in nome di una enclave drusa che trae origine da Al Darazi, che secoli fa fondò una delle tante scissioni sciite che approdò ad un movimento politico del quale oggi Walid, come prima di lui il padre, è signore e padrone.

(Parte 1°)
Rosario Amico Roxas
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 05/03/2009, 15:46

x mathlem

Parte seconda

Fu la piccola, media e alta borghesia che pilotò le rivendicazioni anticolonialiste, ma non poterono dirottare l’attenzione verso un sistema democratico, ritenuto emanazione di quello stesso Occidente che aveva esercitato il colonialismo sfruttatore.
I movimenti indipendentisti si lasciarono influenzare dalle rivendicazioni socialiste o pseudo - socialiste, dovendo scegliere una delle due parti in quel momento in piena guerra fredda: Est e Ovest del pianeta.
La religione divenne il valore aggiunto che richiamava le masse popolari, che non hanno mai chiesto “democrazia”, “libertà”, ma solo di essere ben amministrati e ben guidati, per dare in cambio la loro fedeltà al sovrano o al presidente.
C’è da notare che il termine "libertà", così come intendiamo noi dopo l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, è intraducibile in arabo; per l’arabo la libertà si contrappone alla schiavitù, ma non comprende quei valore per i quali l’Occidente ha combattuto aspre battaglie.
Il tentativo, già dalla fine della seconda guerra mondiale, era quello di fondere insieme le basi della religione con il naturale nazionalismo arabo; ma per ottenere ciò ognuno dei “capi” doveva rappresentare una propria visione della religione, per cui spuntarono le più svariate confessioni delle quali si è fatto cenno nella seconda parte (I signori delle religioni).
La religione acquistò un uso strumentale, in grado di motivare l’esercizio del potere di fronte alle masse popolari e anche di giustificare gli antagonismi sociali.
Nacque, così, quella “armonia” sociale in grado di giustificare ogni repressione, ogni tentativo di cambiamento, perché non è lecito cambiare ciò che discende direttamente da Dio.
Le masse popolari finirono con l’accettare questo condizionamento, rifiutando di valutare il gioco conservatore e reazionario delle borghesie, che trovarono nell’identificazione tra religione e nazionalismo l’elemento di controllo.
Il coinvolgimento borghese è globale; non riguarda soltanto quella borghesia che si trova al potere, ma anche quella che vorrebbe arrivarci.
Si ripete, a distanza di alcuni secoli e di poche migliaia di kilometri, la realtà vissuta in Europa con i tre stati: aristocrazia, clero e popolo, nelle stesse proporzioni che portarono l’Europa alla Rivoluzione identificata storicamente come francese, ma in realtà europea.
Ovviamente, stante codeste proporzioni, l’idea democratica è combattuta con ogni mezzo, anche contro quelle nazioni che vorrebbero esportare la democrazia, ma non nell’interesse dei popoli che devono continuare a essere sfruttati, ma nell’interesse diretto che provoca l’indebolimento dell’intera struttura statale e sociale, per proporre un neo-colonialismo di marca moderna: l’imperialismo capitalista.
Quando riesce a spirare flebilmente il vento della democrazia, allora è la stessa borghesia che riesce a servirsi delle masse popolari per neutralizzarne gli effetti, facendo appello ai valori della religione che gli esponenti dell’alta borghesia rappresentano.
Emerge l’uso del potere per il potere, per salvaguardare il contenitore finanziario delle rendite petrolifere e dell’indotto che genera, il tutto riservato ai pochi esponenti di quelle caste che, attraverso la predicazione religiosa impongono le loro dittature, perché il loro potere “discende da Dio”.
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 05/03/2009, 15:51

x mathelm
Se mi fai avere la tua mail, posso inviarti il materiale che ho già pubblicato
raroxas@libero.it

La mia permanenza ultradecennale in un paese arabo, anche se fortemente occidentalizzato come la Tunisia, e un periodico, ma costante, movimento interno in molti paesi islamici, mi ha consentito di conoscere svariati personaggi del mondo politico, economico e anche religioso.
Ma la conoscenza e il contatto diretto non poteva risultare sufficiente per esprimere un parere, sia pure personale, anche se suffragato da motivazioni frutto di una sintesi delle varie esperienze che ho avuto occasione di maturare.
Non c’è dubbio che l’elemento più importante da studiare e valutare è quello del fondamentalismo islamico e il suo accreditarsi, ogni giorno di più, come movimento nazionalista e autonomista, in contrasto con il neo-colonialismo che vorrebbe mantenere, in tutta l’area del Medio Oriente e del Nord-Africa, un predominio politico, sociale che diventa predominio economico, che prevede una sudditanza dei popoli mediorientali e il mantenimento di manodopera a basso costo e sfruttamento delle materie prime.
Sorge il dubbio che l’andamento attuale non sia frutto di spontanea reazione nazional-popolare, ma sia frutto di una ben studiata strategia da parte del pianeta Occidente, per giustificare il soffocamento delle istanze che premono verso una migliore qualità della vita di popoli che vengono mantenuti in condizioni sub-umane.
Non emerge nessuna vocazione alla “democrazia”, anzi, proprio la democrazia viene intesa come emanazione dell’Occidente che ha portato i frutti che quei popoli sono costretti a subire; da qui la “paura” del mondo islamico verso la democrazia occidentale e il rifiuto del modernismo occidentale.
Allora emerge una nuova esigenza di analisi; un’angolazione diversa della visuale che si vuole imporre di un mondo Occidentale minacciato, costretto a difendersi con “azioni preventive”.
Questa analisi, certamente non facile da impostare in poche pagine, (necessariamente poche per non ingolfare il problema rendendolo di difficile approccio) porta a considerazioni fin qui poco approfondite, ferme alle nozioni che i mass media occidentali spargono a piene pagine, trascurando l’ipotesi di diverse condizioni di interpretazione.
Sarà necessario frazionare il problema nei suoi vari aspetti, cosa che apparirà frammentaria e disunita ma utile per valutare i diversi aspetti e poter giungere ad una sintesi.
Il fatto che il fondamentalismo si afferma in ben identificati strati sociali, obbliga a valutarne le ragioni:
• Il fondamentalismo islamico ha relazioni con la lotta di classe ?
• La religione islamica e la sua affermazione, è il fine del fondamentalismo oppure è lo strumento per dominare il classismo e mantenerlo nello status quo ?
• L’approccio delle forze integraliste e fondamentaliste è indirizzato verso l’elevazione socio-culturale del proletariato musulmano, oppure è il mezzo di controllo in chiave anti-proletariato ?
• Le masse proletarie islamiche si muovono verso l’integralismo e il fondamentalismo, oppure avviene in contrario, come una chiamata a raccolta delle masse islamiche in nome della religione, ma con fini totalmente opposti ?
• Non si pone il dubbio che l’adesione delle masse islamiche al fondamentalismo rappresenti il segnale che la trappola è scattata e che le istanze e le aspirazioni nazional-popolari in chiave antimperialista e anticolonialista, saranno represse e vanificate, stroncando sul nascere ogni istanza di civile convivenza, in quanto l’Occidente ha tutto l’interesse di identificare il fondamentalismo con il terrorismo e, di conseguenze, assimilando al terrorismo quelle masse popolari che aderiscono alle rivendicazioni sociali e culturali ?
• L’assenza di un partito politico in grado di portare il dibattito nelle naturale sede della politica e della diplomazia non rappresenta quella trappola che la borghesia integralista, cointeressata alle sorti in quell’area delle mire occidentali, ha teso alle masse popolari, le quali si muovono illudendosi di avanzare rivendicazioni legittime, mentre favoriscono i disegni che li penalizzeranno ?
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda matthelm il 05/03/2009, 22:47

Rosario Amico, ho letto quanto hai scritto.

Non vorrei, e non posso, scrivere un trattato sui diversi aspetti che differenziano islam e cristianesimo.
In sintesi penso che l’islam debba ancora, volente o nolente, compiere un percorso che il cristianesimo pur con errori e tragedie ha già compiuto in parte. Certo “il cammino dell’uomo” è in atto e sicuramente non concluso.

Il “date a Cesare quello che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio” è però uno dei nodi principali che prima o dopo l’islam dovrà affrontare. E’ un percorso ineludibile e fondamentale.

Nel frattempo l’occidente dovrà comunque difendersi e nel contempo, senza una politica aggressiva ed imperialista come quella dei vari Bush , aprire strade al dialogo ed al confronto.

Rimane, in democrazia, insopprimibile ed indispensabile la presenza di tanti “uomini di buona volontà” ma anche di chi come Allam, che non è un estremista, pensa che sia utile non rinunciare a posizioni decise verso chi può interpretare la società occidentale come un coacervo di corruzione da distruggere come il male assoluto compreso il tanto di positivo che ha portato alla storia dell’umanità.

Credo che il nuovo Presidente americano intenda aprire altre strade che possano aiutare la comprensione tra le varie visioni della vita.
I “nemici” di questo percorso sono gli estremisti e gli ignoranti che si trovano in tutti gli schieramenti.
Importante è certo la reciproca conoscenza.

Questo anche se espresso un po’ confusamente è quanto penso.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Magdi Allam, il nuovo crociato

Messaggioda Paolo65 il 06/03/2009, 17:54

Ho scritto per 2 anni nel forum di Magdi Allam sul Corriere ed ho letto 2 suoi libri. Non l'ultimo. La persona è seria e animata da buone intenzioni e crede in quello che dice.

Sull'integralismo islamico che gli è valsa la fatwa ha ragione al 200% e sul pericolo che correremmo se non tenessimo gli occhi aperti pure.

la sua discesa in politica mi dispiace perchè da giornalista di razza qual'è avrebbe reso un servizio migliore al paese.

Se qualcuno ritiene che Allam sia un integralista cieco quando si scaglia contro quello islamico,si legga il libro di Ayaan Hirsi Ali,la somala emigrata in olanda, dalla quale è dovuta andare via e "scappare" negli USA.

Lei da musulmana è passata all'ateismo ma la solfa di quello che dice contro l'integralsimo mussulmano resta lo stesso.

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