come avrete capito a me piacciono le discussioni pratiche, semplici, basate su dati precisi e su esperienze reali, piu' che quelle sui massimi sistemi.
Ieri sono andato a scuola di mio figlio. E' una high-school pubblica e gratuita. E quando dico gratuita intendo veramente gratuita.
Per esempio qui (in Galles e credo anche in Inghilterra e Scozia) i libri sono gratuiti e di proprieta' della scuola che li fornisce, o fornisce dispense autoprodotte a tutti gli studenti. Alle elementari anche gli articoli di cartoleria sono totalmente gratuiti cosi' che la scuola ha costo zero.
Se fossi il PD proporrei immediatamente questa ovvia e gia' sperimentata soluzione. Questo perche' l'idea di essere condonati dall'assurda spesa per libri nuovi e inutili renderebbe felici le famiglie ma porrebbe in grave crisi il capo del governo, proprietario di case editrici (ovviamente il volume dei libri scolastici, di fatto roba spesso di dubbia qualita' sovvenzionata dalle famiglie attraverso l'obbligo di acquisto, diminuirebbe).
Mi aspetto gia' qualcuno che dira' "si ma in Italia non si puo' perche' xxx". Giusto e rispettabile, ma io penso che o si fa uno sforzo e si rinuncia a storcere il naso ad ogni proposta che non sia gia' nell'armamentario dei partiti, oppure non se ne esce. Trovo la soluzione cosi' ovvia e giusta che mi chiedo come sia possibile che non ci si sia gia' pensato ovunque.
Per evitare malintesi, Io non sono affatto convinto che il sistema scolastico anglosassone sia migliore. Come al solito, preferisco l'approccio "nessuna idea preconcetta: pro e contro". Tra i pro pero' vedo delle infrastrutture piu' che decenti. La scuola di mio figlio che pero' e' la migliore della citta' (ci siamo dovuti spostare di casa ed affrontare un elevato affitto per entrare nella sua catchment area), e' un bel complesso di edifici (1500 allievi) anni 70, che sembra piu' la direzione di un'azienda privata che un istituto di istruzione. Ci sono laboratori, strutture, palestre, 2 campi di calcio in perfette condizioni, uno di astroturf e uno a prato. Alla reception una segretaria molto gentile consegna un badge per la visita. Il personale e' giovane, maschile e femminile, pagato bene. Tutto ha un'aria efficiente e pulita. La scuola rimane aperta fino alle 6 di sera (sebbene i ragazzi escano alle 15:30) e oltre per le attivita' di correzione compiti etc. La scuola consegna ad inizio anno un'agenda gratuita col suo logo, disegnata per funzionare da interfaccia studente/professore/genitore, che lo studente deve tenere perfettamente aggiornata. Anche questo fa parte dei suoi impegni. Gli studenti, che accedono all'high-school a partire da 11 anni, hanno un approccio piu' universitario, si spostano di classe in classe a seconda dell'orario di lezione secondo un programma piuttosto complesso. A pranzo possono anche andare a casa, altrimenti mangiano a pagamento (molto ridotto, 2.5 pound), ma coloro che sono al di sotto di un certo limite di reddito, o figli di genitori single, sono esentati.
Altra cosa che mi fa riflettere e' il forte senso di appartenenza. Nell'aula magna ci sono targhe che ricordano i nomi di tutti gli studenti (tra cui un Nobel per la Fisica, Josephson) che si sono distinti in qualcosa di preciso. La divisa della scuola (giacca, cravatta e pantaloni) ha un logo preciso. Mio figlio e' "fiero" di fare parte di questa scuola e non ama che io la critichi. Per me, italiano, questo fa un certo effetto perche' per noi la "fierezza" e' un termine dal vago sapore fascista e tardoromantico, ma qui il fascismo non e' andato mai al potere e questo porta a vedute molto differenti.
La disciplina e' piuttosto ferrea. C'e' un complesso di regole molto rigide e strutturate che portano a una serie di punizioni crescenti. Questo porta secondo me a degli eccessi, ma quando mio figlio vide "Caterina va in citta'" disse "se la meta' di questo succedesse in classe mia ti butterebbero fuori subito". Il curriculum e' complesso, meno incentrato sul nozionismo e piu' sull'apprendimento del metodo di lavoro, dell'analisi dei problemi, e sull'esperienza pratica in laboratorio. Tra i contro elenco l'assenza quasi completa di compiti a casa ed un carico di lavoro piuttosto blando nei primi anni, che pero' diventa pesantissimo agli ultimi, creando non pochi problemi di adattamento. Rimango poco convinto che il sistema "a progetto" sia preferibile a quello di fornire un background culturale completo.
Concludo con una storiella curiosa. Mio figlio ieri mi diceva che il suo migliore insegnante di quest'anno e' quello di inglese, aggiungendo che e' omosessuale. Gli ho chiesto che ne sapeva e che gliene fregava. Mi ha risposto semplice, e' sposato con un uomo, un altro insegnante.
E noi che stiamo ancora a discutere di Dico, Pacs etc...
saluti
pagheca
(in malattia in questi giorni)