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una proposta per una scuola veramente gratuita

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Re: una proposta per una scuola veramente gratuita

Messaggioda pierodm il 05/03/2009, 10:52

La garanzia, il mantenimento e lo sviluppo dei posti di lavoro è un fattore determinante, ma dev'essere riposto in tutt'altra direzione che non la sopravvivenza forzata di cartelli aziendali o di settore, i quali a medio o lungo termine i posti di lavoro li sottraggono più che conservarli.

Il problema della gratuità del percorso scolastico si affianca ma non si esaurisce in quello editoriale.
La gratuità - ossia la volontà di rendere la scuola gratuita - è un problema politico: ammesso, tuttavia, che un governo volesse assolutamente e in totale buona fede promuovere questa riforma, si scontrerebbe però con alcune situazioni estranee alla scuola, che è difficile ridurre al caso specifico, in quanto derivano da meccanismi di carattere generale che interessano l'imprenditoria italiana, la comunicazione, la capacità di valutazione e vigilanza delle istituzioni, etc.
Intendo dire insomma una cosa abbastanza ovvia, che però rimane pesantemente vera: molte riforme, forse tutte, si possono attuare solo nella misura in cui lo consente il "sistema Italia", mentre al contrario molte riforme in teria buonissime rischiano di trasformarsi in un nulla o in un ulteriore guazzabuglio, quando viene immessa nel sistema.

E' chiaro, tuttavia, che il "sistema" si cambia attraverso le riforme: sembra un serpente che si morde la coda, ed in effetti è così, se non si riesce a elaborare una scala di priorità, in modo da smontare la perversità del sistema mentre se ne costruisce un'alternativa.

Per esempio, Internet.
Sarebbe perfetto per affiancare e integrare l'esercizio scolastico, in quasi totale gratuità.
Ma stiamo assistendo a tentativi di compressione della libertà del web e al mantenimento di diritti aziendali che sono oggettivamente un residuo del passato: il "cambiamento dei tempi" non riguarda solo la concezione dei posti di lavoro, ma anche il modo di fare azienda.
La disponibilità sul web di "testi" e di files, di ricerche e di contribuzioni intellettuali, non passa necessariamente nella presenza di Case Editrici. Intellettuali, autori, ricercatori, insegnanti potrebbero benissimo pubblicare sul web in prima persona, senza intermediazioni: gratuitamente o dietro un corrispettivo "professionale".
E' anzi probabile che - favorendo e regolamentando in modo "leggero" e intelligente il settore - si formerebbero associazioni e unioni di lavoro tra operatori scolastici, con la stessa funzione delle Editrici, ma senza prevalenti finalità di lucro.
Questo implicherebbe, però, una funzione assai più impegnativa per i singoli insegnanti, che dovrebbero filtrare o indirizzare le ricerche sul web.
E impicherebbe anche l'adozione di una presenza informatica e telematica nelle scuole molto più estesa di quella attuale.
Due elementi, questi, che investono appunto la qualità del sistema complessivo: volontà politica, capacità di gestione del corpo insegnante, logistica e attrezzature, burocrazia, etc

Ma - poiché il ruolo dei libri tradizionali rimane, per certi versi, insostituibile - eliminare la speculazione nel settore per ciò che riguarda la base didattica, indurrebbe a riportare la fruizione del "libro" ad una libertà e ad un'economicità pari a ciò che consente il mercato ordinario.
O anche, spingerebbe le Editrici classiche a produrre libri di qualità superiore, ossia a tornare a dare un senso culturale e non solo affaristico al ruolo dell'editore.
pierodm
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