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Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda franz il 13/06/2008, 0:11

Quando l'Economist bacchetta Berlusconi non perdiamo l'occasione di sbandierarlo a 4 venti.
Giusto che sia cosi'.

Oggi invece e Veltroni ad essere al centro delle analsi critiche del noto e quotato quotidiano.

Italy's centre-left
Appeasement

Jun 12th 2008 | ROME
From The Economist print edition
Walter Veltroni risks being too nice to Silvio Berlusconi

IN HIS first speech to Italy's new parliament, Silvio Berlusconi declared that he and his colleagues were “breathing in deep this new air”. The prime minister was not talking of his big majority, but of the constructive engagement of the opposition leader, Walter Veltroni.

The legislature that emerged from the election in April has a tidier, British look. On the right is Mr Berlusconi's People of Freedom alliance, linked to the Northern League and a smaller Sicilian party. On the left is Mr Veltroni's Democratic Party (PD), yoked to a small anti-corruption party. In place of Britain's Liberal Democrats stands the Catholic Union of Christian and Centre Democrats. Mr Veltroni even has a Westminster-style “shadow cabinet”.

Yet Mr Veltroni's idea of opposition does not appear British at all
. He has passed up a string of opportunities to embarrass the government, thereby helping to boost Mr Berlusconi's popularity, which has risen since the election. One chance came when a journalist, Marco Travaglio, reminded television viewers that Mr Berlusconi's choice for Senate speaker, Renato Schifani, was once a business partner of people later convicted of Mafia involvement. Far from demanding more details, the PD's Senate leader, Anna Finocchiaro, called the remark “unacceptable”.

Then there is Alitalia. Mr Berlusconi promised to find an all-Italian consortium to save the airline. More than two months later—and €300m ($465m) poorer after a state loan to Alitalia—the country is still waiting. Yet this has scarcely been mentioned by the PD. The party has been just as restrained in attacking the government's harsh measures to deal with immigration and security, which have raised eyebrows in Brussels (and in the Vatican). Nor has it fussed about Mr Berlusconi's plan to ban most police phone-taps.

What is going on? Mr Veltroni says he is keen on “dialogue”. The advantages for Mr Berlusconi are clear: he can slough off his partisan image and re-emerge as a consensus man, perhaps a candidate for the presidency. But the benefits for the left are less evident. Even before the election, Mr Veltroni said he wanted to co-operate with Mr Berlusconi on electoral and constitutional reforms to make Italy easier to govern. A noble aim, except that it has been tried before, with disastrous consequences.

In the 1990s, at the insistence of Massimo D'Alema, leader of the biggest left-wing party, the centre-left government held off passing laws to break Mr Berlusconi's virtual monopoly on private television. Mr D'Alema hoped to win Mr Berlusconi's support for political reform. But Mr Berlusconi then torpedoed the project—and returned to power in 2001 with his media empire intact.

Yet appeasement has a strong appeal to Mr Veltroni, who is in a vulnerable position. One reason why the centre-left government of Romano Prodi began to flounder was that the PD's leader sought to distance himself from it after being chosen last autumn. His election strategy largely failed: he rejected an alliance with parties to the left, insisting that the PD must run alone. And his choice of candidate for mayor of Rome proved woefully wrong. Francesco Rutelli, who had already run the city twice, managed to reduce the centre-left's vote from 62% to 46%.

Dialogue, with its promised role in building a new Italy, precludes the tortured post-mortem that a defeated party might otherwise hold. Yet that may be what the left needs. Rooted in a discredited creed, Eurocommunism, and a discredited movement, Christian democracy, its main leaders—Mr Veltroni, Mr Rutelli and Mr D'Alema—have been rejected by voters, outwitted by Mr Berlusconi or both. The risk is that Italy may get not a shadow government, but a phantom opposition.
Immagine


Riassunto per i non anglofoni, trovato in rete:

L'idea di Veltroni di creare un governo-ombra per contrastare colpo su colpo
l'azione dell'esecutivo di Berlusconi, non convince l'Economist. Altro che
governo-ombra, sferza il settimanale britannico: in Italia il centrosinistra
si sta trasformando in «un'opposizione fantasma». Veltroni, stregato dalla
tentazione dell'«appeasament» è «troppo carino» (too nice) con Berlusconi ma
la cosa, più che contribure a migliorare il clima politico, rischia di
andare tutta a svantaggio del centrosinistra.

Nonostante l'iniziativa del governo ombra, dice l'Economist, «l'idea di
opposizione di Veltroni non è affatto in linea con la tradizione britannica.
In diverse occasioni Veltroni ha rinunciato all'opportunità di mettere in
difficoltà il governo, col solo risultato di contribuire a rafforzare la
popolarità di Berlusconi».

Di queste occasioni mancante l'Economist fa alcuni esempi - dal caso
Travaglio, alla vicenda Alitalia - per poi passare a pesanti conclusioni. La
strategia dell'appeseasament, incalza il giornale, non sembra vantaggiosa e
già più volte «ha avuto conseguenze disastrose». «Evidente è il vantaggio
per Berlusconi meno chiari i benefici per la sinistra».

Impietoso il finale del pezzo: «il rischio è che più di avere un governo
ombra l'Italia si ritrovi con un'opposizione fantasma».


Ciao,
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda ranvit il 13/06/2008, 12:29

A parte il fatto che la traduzione è carente...mancano interi pezzi (p.es quello su D'Alema e quello sulla tesi del tracollo del governo Prodi ad opera di Veltroni)!
Leggendo il testo in inglese...viene da pensare che il pezzo dell'Economist sia stato scritto da un italiano molto vicino a Di Pietro/Travaglio o a Prodi....

E' chiaro che l'opposizione non deve essere fantasma, ma neanche fare un'opposizione di principio battendo sul chiodo della demonizzazione di Berlusconi. Ci abbiamo provato per 15 anni, abbiamo ottenuto solo di essere bocciati dagli italiani!
Vittorio
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda mammamaria il 13/06/2008, 12:47

Urge una domanda da parte mia: ma questa opposizione del PD vi sembra davvero tanto "ossequiosa"? A me no, semplicemente non la trovo urlata, ma porbabilmente sbaglio. Mi correggete con esempi?
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda franz il 13/06/2008, 13:22

mammamaria ha scritto:Urge una domanda da parte mia: ma questa opposizione del PD vi sembra davvero tanto "ossequiosa"? A me no, semplicemente non la trovo urlata, ma porbabilmente sbaglio. Mi correggete con esempi?

Hai ragione, non è urlata ... e questo è un bene.
Non so pero' se sia adeguata.
Lo scopriremo solo a conti fatti.
Come dicono gli americani "la prova è nel budino".
(La versione veltroniana potrebbe essere: "la prova è nella Nutella" :-))

Intanto per ora il sito di antonio di pietro, che appare essere portatore di una opposizione più incisiva, surclassa come accessi quello del PD.
Questo avviene dalla fine della campagna elettorale ..... circa da metà aprile.
Vedere: viewtopic.php?f=4&t=47&p=573#p567

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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda pinopic1 il 13/06/2008, 14:16

ranvit ha scritto:A parte il fatto che la traduzione è carente...mancano interi pezzi (p.es quello su D'Alema e quello sulla tesi del tracollo del governo Prodi ad opera di Veltroni)!
Leggendo il testo in inglese...viene da pensare che il pezzo dell'Economist sia stato scritto da un italiano molto vicino a Di Pietro/Travaglio o a Prodi....

E' chiaro che l'opposizione non deve essere fantasma, ma neanche fare un'opposizione di principio battendo sul chiodo della demonizzazione di Berlusconi. Ci abbiamo provato per 15 anni, abbiamo ottenuto solo di essere bocciati dagli italiani!
Vittorio


Purtroppo non siamo noi che demonizziamo Berlusconi, ma i fatti. Ma se anche così fosse, siamo sicuri che non avremmo perso senza la "demonizzazione " di Berlusconi? Piuttosto a me pare che Berlusconi abbia saputo creare le condizioni per rendere praticamente impossibile la vittoria del CS aiutato anche da qualche nostro errore, da qualche nostro antico vizio (non sapere rimanere compatti quando si ha il potere), e dall'azione palese e meno palese di altri poteri forti.
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda pinopic1 il 13/06/2008, 14:24

mammamaria ha scritto:Urge una domanda da parte mia: ma questa opposizione del PD vi sembra davvero tanto "ossequiosa"? A me no, semplicemente non la trovo urlata, ma porbabilmente sbaglio. Mi correggete con esempi?


Per esempio sulle intercettazioni: ci opponiamo alla legge perché altre sono le priorità? Forse se non ci fossero altre priorità andrebbe bene?
Si può accettare che una legge sia giustificata dai dati taroccati riferiti dal ministro?
Opposizione responsabile significa che una migliore regolamentazione è necessaria per tutelate la privacy, l'onorabilità e comunque i diritti di tutti gli indagati non ancora condannati. Ma a partire da dati reali e nel rispetto anche di altri principi democratici, per esempio in relazione ai giornalisti.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda mammamaria il 13/06/2008, 15:03

pinopic1 ha scritto:
mammamaria ha scritto:Urge una domanda da parte mia: ma questa opposizione del PD vi sembra davvero tanto "ossequiosa"? A me no, semplicemente non la trovo urlata, ma porbabilmente sbaglio. Mi correggete con esempi?


Per esempio sulle intercettazioni: ci opponiamo alla legge perché altre sono le priorità? Forse se non ci fossero altre priorità andrebbe bene?
Si può accettare che una legge sia giustificata dai dati taroccati riferiti dal ministro?
Opposizione responsabile significa che una migliore regolamentazione è necessaria per tutelate la privacy, l'onorabilità e comunque i diritti di tutti gli indagati non ancora condannati. Ma a partire da dati reali e nel rispetto anche di altri principi democratici, per esempio in relazione ai giornalisti.


Veltroni all'attacco. "Con i limiti che il governo dice di voler mettere sull'uso delle intercettazioni - dice il leader del Pd - decine di indagini non sarebbero state possibili, tanti crimini non avrebbero trovato il loro colpevole, per i reati di corruzione o concussione, per quelli finanziari e persino per quelli legati alla criminalità organizzata che - come ci dice l'esperienza - spesso sono intrecciati a questi". Per Veltroni, insomma, "siamo davanti a provvedimenti gravi e sbagliati: i magistrati hanno il diritto di eseguire le intercettazioni ogni volta che lo ritengono necessario, qualunque sia il reato; quella che deve essere tutelata è la privacy dei cittadini che non sono sotto inchiesta e che non hanno commesso reati".
La Repubblica 8 giugno
La dichiarazione che riporti riguardo le altre priorità è solo ironia rispetto all'azione del governo, che avrebbe avuto ben altre priorità che pensare alle intercettazioni... e lo trovi qui:
La Repubblica 12 giugno
Suvvia, esempi più concreti di "malaopposizione".
mammamaria
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda annalu il 13/06/2008, 15:54

mammamaria ha scritto:
pinopic1 ha scritto:Per esempio sulle intercettazioni: ci opponiamo alla legge perché altre sono le priorità? Forse se non ci fossero altre priorità andrebbe bene?
Si può accettare che una legge sia giustificata dai dati taroccati riferiti dal ministro?
Opposizione responsabile significa che una migliore regolamentazione è necessaria per tutelate la privacy, l'onorabilità e comunque i diritti di tutti gli indagati non ancora condannati. Ma a partire da dati reali e nel rispetto anche di altri principi democratici, per esempio in relazione ai giornalisti.


Veltroni all'attacco. "Con i limiti che il governo dice di voler mettere sull'uso delle intercettazioni - dice il leader del Pd - decine di indagini non sarebbero state possibili, tanti crimini non avrebbero trovato il loro colpevole, per i reati di corruzione o concussione, per quelli finanziari e persino per quelli legati alla criminalità organizzata che - come ci dice l'esperienza - spesso sono intrecciati a questi". Per Veltroni, insomma, "siamo davanti a provvedimenti gravi e sbagliati: i magistrati hanno il diritto di eseguire le intercettazioni ogni volta che lo ritengono necessario, qualunque sia il reato; quella che deve essere tutelata è la privacy dei cittadini che non sono sotto inchiesta e che non hanno commesso reati".
La Repubblica 8 giugno
La dichiarazione che riporti riguardo le altre priorità è solo ironia rispetto all'azione del governo, che avrebbe avuto ben altre priorità che pensare alle intercettazioni... e lo trovi qui:
La Repubblica 12 giugno
Suvvia, esempi più concreti di "malaopposizione".


Non riesco a condividere la tua fiducia, Mammamaria.
La "malaopposizione" si vede da molti atteggiamenti, primo fra tutti la tendenza a dialogare direttamente con la persona Berlusconi, per lo più in colloqui privati ed a volte segreti, piuttosto che in campo aperto e pubblico, cioè in Parlamento, come dovrebbe essere in una vera democrazia.

E poi, gli esempi che porti degli interventi di Veltroni sulle intercettazioni come esempio di opposizione "dura", non mi convincono affatto.
L'opposizione reale e paarzialmente vincente sulle intercettazioni l'ha condotta la Lega, ed è della Lega il merito di quel poco di ammorbidimento che è stato inserito nel disegno di Legge.

Tra i compiti dell'opposizione c'è anche quello di chiarire alla gente i motivi per i quali si fa opposizione.
Questi chiarimenti sono stati forniti in modo assolutamente convincente da Travaglio e da Di Pietro, Veltroni si è accontentato di commenti piuttosto "morbidi", che tra l'altro sono venuti in seguito alla constatazione che la popolazione era in larga maggioranza contraria al provvedimento.

Quindi:
1. Sul piano parlamentare, l'opposizione efficace è stata condotta dalla Lega (e dal Presidente della Repubblica, per quel che riguarda i "colpi di mano");
2. Sul piano dela comunicazione, l'opposizione efficace è stata condotta da Di Pietro e da Travaglio.
Il PD mi sembra abbia semplicemente seguito. E questo non è il massimo.

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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda mammamaria il 13/06/2008, 17:23

Sinceramente le constatazioni di Veltroni le ho lette, anche sul sito, fin da subito.
Che la comunicazione di Travaglio e Di Pietro sia più efficace lo noto: la preferisco meno, ma bisogna dare atto del fatto che raggiunge di più.
La verità è che avrei voglia di sentirmi in un paese normale, dove l'opposizione può essere seria ma non urlata. Perchè, per quanto comunicata meglio neanche l'opposizione efficace di Di Pietro sarebbe servita a molto se alla lega fosse andato bene il disegno di legge sulle intercettazioni.
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Re: Appeasement (l'Economist critica Veltroni)

Messaggioda franz il 13/06/2008, 17:38

mammamaria ha scritto:La verità è che avrei voglia di sentirmi in un paese normale, dove l'opposizione può essere seria ma non urlata.

Io questa voglia (insoddisfatta) l'ho da un paio di decenni.
Due ostacoli si frappongono.
1) un paese che sostanzialmente ascolta piu' le sirene della destra che il nostro pacato agire (ricordo che Prodi non ha mai urlato, se non una sola volta con qui tre NO a Bologna nel '98, per cui il metodo odierno del PD di oggi non è affatto una novità)
2) una struttura ed indole dei media che fa da cassa di risonanza piu' a quanto urlato che a quanto ragionevolmente proposto.

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