Liliana Segre: "L'equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta"La senatrice a vita sul Corriere: in un anno come questo il 25 aprile sarà difficile intonare Bella Ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno 'trovato l'invasor'21 Aprile 2022 alle 08:40
Si augura al più presto la pace in Ucraina, la senatrice a vita, sopravvissuta all'Olocausto, Liliana Segre. Intervistata dal Corriere della Sera, però, precisa: "L'equidistanza non è possibile, il popolo ucraino è stato aggredito dai russi e la sua resistenza va sostenuta". La storia, dice, "mostra che la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i Paesi basata sul diritto e sul rispetto".
In Italia ci si appresta a celebrare la Festa della Liberazione. "Sarà un 25 aprile diverso quest'anno in cui la guerra è tornata nel cuore dell'Europa", premette la senatrice sopravvissuta ad Auschwitz, la quale ritiene "difficile in un anno come questo intonare 'Bella ciao' senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno 'trovato l'invasor". E precisa che "ciò non vuol dire ovviamente essere contro il popolo russo, vittima delle decisioni disumane del suo leader".
Segre condivide la scelta di far salire sul palco del 25 aprile a Milano una donna ucraina. "Lo vedo anche come un segno di solidarietà verso i tantissimi anziani, donne, bambini, costretti a lasciare il loro Paese", spiega. Per lei quella festa è "un rito laico imprescindibile". Insieme al marito, internato militare, "sapevamo cosa volesse dire perdere la libertà e lo abbiamo insegnato ai nostri figli". Ecco perché, tiene ad affermare la senatrice, "la Festa della Liberazione appartiene a tutti gli italiani e non dovrebbe mai scatenare divisioni".
https://www.huffingtonpost.it/politica/ ... e-9227624/
Unico motivo di disaccordo, considero i russi, intesi come popolo, cittadini, elettori, responsabili delle azioni del loro governo così come lo furono i tedeschi e gli italiani durante WWII.
Non occorre essere "contro" un popolo ma occorre precisarne le responsabilità.