Niente da fare. Per ora ogni tentativo di aprire una trattativa ed abbassare la tensione viene affossato dai falchi. In questi casi la tattica più efficace è: congelare la situazione, ridurre le minacce da ambi le parti, concordare un tavolo di trattative senza precondizioni. Ma non si vede nessun passo avanti in questa direzione Ore 10.30 — Marcia indietro da Kiev sulle parole dell'ambasciatore
A un paio d'ore dall'intervista alla Bbc in cui l'ambasciatore ucraino in Regno Unito si era fatto «scappare» quella che sarebbe a oggi la più significativa apertura di credito dell'Ucraina nei confronti del vicino russo, cioè la possibilità di «congelare», almeno, l'adesione alla Nato allo scopo di evitare una guerra, arriva un passo indietro del ministero degli Esteri di Kiev. Le parole dell'ambasciatore ucraino a Londra, si legge in una nota, «prese fuori contesto». La prospettiva di un'adesione all'Alleanza atlantica da parte di Kiev è «incardinata nella Costituzione». Per l'Ucraina è «cruciale» avere una «garanzia di sicurezza» e «la migliore garanzia sarebbe l'immediata adesione alla Nato», ha affermato il ministero.
Ore 10 — Da domani Di Maio in missione in Russia e Ucraina
Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio partirà domani 15 febbraio per una missione a Kiev e Mosca.
Ore 9 — Ambasciatore Ucraina: «Possibile congelare l'ingresso nella Nato». Poi marcia indietro
L'Ucraina potrebbe rinunciare ad aderire alla Nato se ciò può contribuire a scongiurare una guerra con la Russia. Arriva con un'intervista mattutina della Bbc all'ambasciatore di Kiev nel Regno Unito, Vadym Prystaiko, quella che è la più significativa apertura alle richieste del Cremlino dall'inizio della crisi. «Potremmo congelare l'ingresso nella Nato, soprattutto se veniamo minacciati così, ricattati così e spinti in questa direzione», ha spiegato Prystaiko, che ha sottolineato la disponibilità dell'Ucraina a essere «flessibile» nonostante l'obiettivo di entrare nell'Alleanza Atlantica sia inserito nella Costituzione. L'ambasciatore ha subito dopo fatto marcia indietro e ha assicurato che le ambizioni atlantiche del suo Paese rimangono intatte. Ma il sasso, ormai, era stato lanciato.
Potrebbe non essere una coincidenza che l'inedita apertura di Kiev, la cui concretezza rimane da valutare, giunga nel giorno della visita del cancelliere tedesco, Olaf Scholz, nella capitale ucraina: secondo alcuni media tedeschi questa era proprio la proposta di Scholz per il presidente ucraino, anche se poi fonti di Berlino si sono affrettate a smentire. Non è però possibile escluderle del tutto. Del resto, al momento, l'Ucraina non rispetta i requisiti per l'accesso all'alleanza che, oltre all'approvazione unanime degli altri membri, ha come precondizioni una «democrazia funzionante» e l'assenza di «dispute territoriali esterne irrisolte».
Ore 8.30 — Scholz arrivato a Kiev. «Proporrà una moratoria»
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sarà oggi a Kiev, e domani a Mosca, mentre crescono i timori di un’invasione russa dell’Ucraina. Alla vigilia della sua partenza, Scholz ha detto che qualsiasi attacco della Russia avrebbe portato a «sanzioni severe che abbiamo preparato con cura e che possiamo mettere in atto in qualsiasi momento». Scholz ha poi descritto la sua missione a Kiev come «un tentativo di garantire la pace all’Europa». Durante l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l’economia ucraina. Secondo alcuni media tedeschi, però, Scholz avrebbe anche discusso con i membri del suo staff la possibilità di proporre un compromesso con Mosca che preveda una moratoria «di 10 anni» sull’adesione dell’Ucraina alla Nato. Lo riferisce Die Welt, affermando che la discussione è stata portata avanti come «esperimento mentale». Una fonte tedesca ha poi chiarito a Reuters che per Berlino una simile moratoria «non è sul tavolo». Ma gli occhi della stampa internazionale sono puntati sulla Germania, dove il partito del cancelliere, la Spd, ha almeno una corrente interna fortemente legata alla Russia, e il cui ruolo nella crisi ucraina è stato spesso definito ambiguo. Scholz ne è cosciente e questa mattina ha twittato: «Ci aspettiamo da Mosca segnali urgenti di una de-escalation. Un’ulteriore aggressione militare avrebbe conseguenze molto pesanti per la Russia. Su questo sono assolutamente d’accordo con i nostri alleati».