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l'Italia in prima fila

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

l'Italia in prima fila

Messaggioda trilogy il 14/10/2021, 16:46

Ogni volta che si parla di nuove tecnologie, nuove scoperte leggerete sempre la frase: "L'Italia in prima fila". L'ultima grande cronistoria è stata sul vaccino covid. Secondo i media eravamo sempre in prima fila nella corsa al nuovo vaccino, poi ci siamo immunizzati con prodotti tedeschi, inglesi, americani.Per quello ad Mrna non avevamo neanche la tecnologia per produrlo su licenza.
La storia è sempre la stessa, quando queste nuove scoperte, tecnologie, diventano prodotti e servizi creando posti di lavoro, ricchezza e benessere l'Italia in prima fila non c'è mai.
Almeno una volta, almeno su una tecnologia, mettiamo da parte la solita retorica del "siamo in prima fila" e mettiamo in cantiere un piano paese concreto che abbia l'obiettivo di fare dell' industria italiana il leader di mercato mondiale nei computer quantici. Forse perderemo la partita ma almeno ci avremo provato. Il resto è fuffa. Ovviamente Sciarrino e il suo gruppo non centrano nulla. Sono bravissimi a fare ricerca, ma è il sistema paese che non funziona nel trasformare ricerca scientifica in prodotti high tech, nel creare aziende leader globali.E' in questo campo che dobbiamo essere in prima fila, o almeno tra i primi.


Sciarrino: "La corsa al quantum computing? È come la gara per la Luna negli anni 60"
di Carlotta Scozzari

Parla il fisico dell'Università La Sapienza, che il 15 ottobre sarà al Festival dell'innovazione e della scienza. "Sui computer del futuro l'Italia in prima fila grazie alle università e alla ricerca"

14 Ottobre 2021
Da sempre oggetto di fascinazione e oggi al centro delle manovre di superpotenze mondiali e colossi hi-tech, la fisica e le tecnologie quantistiche hanno conquistato il loro spazio anche al Festival dell'innovazione e della scienza, in programma a Settimo Torinese dal 9 al 16 ottobre. Ce ne parla Fabio Sciarrino, fisico dell'Università La Sapienza, che il 15 ottobre parteciperà all'evento "La fisica più bizzarra".

Come mai si registra così tanto interesse per le tecnologie quantistiche?
“C'è un interesse mondiale, che ha visto una fortissima accelerazione negli ultimi tre anni e che coinvolge Europa, Stati Uniti e Cina ma anche grandi multinazionali, con l'obiettivo di sfruttare le leggi quantistiche per elaborare informazioni. Tale interesse si spiega col fatto che le leggi quantistiche si prestano a molti ambiti di applicazione e che la tecnologia sta raggiungendo una maturità per un suo utilizzo fuori dai laboratori di ricerca”.

In che senso?
“Basti pensare ai computer che usiamo abitualmente e che sono basati su un'informazione binaria tale per cui il bit è 0 oppure 1. Ecco, con le leggi quantistiche è possibile avere forme più ibride e sofisticate, che contemplino la coesistenza di 0 e 1. Ora siamo nella fase di transizione per passare dai risultati preliminari a risultati sempre più raffinati, ma senza dubbio le leggi quantistiche spalancano nuovi scenari, con possibilità di applicazioni delle tecnologie in svariati ambiti, che spaziano dai computer alla comunicazione”.

Proprio in questi due settori il gruppo del dipartimento di fisica dell'Università di Roma La Sapienza da lei guidato ha di recente ottenuto due importanti risultati...
“Sì, prima di tutto, però, mi lasci dire che l'Italia sulle tecnologie quantistiche ha acquisito competenze molto forti grazie alle università e alla ricerca. Il mio gruppo della Sapienza, in particolare, utilizza i fotoni come sistema nel quale scrivere l'informazione. Le nostre attività sono finanziate da risorse europee e in parte anche italiane. In particolare, io coordino il progetto europeo Phoqusing e sono ‘principal investigator’ del progetto QU-BOSS finanziato dall'European Research Council”.

Tornando agli esperimenti, quali risultati avete ottenuto?
“Abbiamo effettuato due tipi di esperimenti: il primo di crittografia e il secondo di computazione quantistica. Con il primo, svolto in collaborazione con il gruppo di nanofotonica sempre del dipartimento di fisica della Sapienza coordinato da Rinaldo Trotta, abbiamo mandato singoli fotoni da un edificio all'altro dell'università per realizzare una comunicazione quantistica. Lo abbiamo fatto per la prima volta usando emettitori di luce chiamati 'punti quantici', che consentono di generare stati quantistici con proprietà uniche”.

Ci spieghi meglio la portata di questa scoperta: in pratica si guadagna una maggiore sicurezza nel passaggio del messaggio e nello scambio di informazioni?
“Sì. Per capire come, bisogna tenere conto che le sorgenti sviluppate generano stati cosiddetti 'entangled'. E con 'entanglement' si intende appunto 'aggrovigliamento', fenomeno che si verifica quando due particelle, come in questo caso due fotoni, essendo aggrovigliate tra loro, si comportano in qualche modo all'unisono. Ecco, questi stati 'entangled' garantiscono protocolli con un livello di sicurezza incondizionato. In altri termini, nemmeno se il nemico fosse un alieno sarebbe in grado di decriptare il messaggio”.

E con il secondo esperimento sulla computazione quantistica cosa avete ottenuto?
“In collaborazione con il gruppo guidato da Roberto Osellame dell'istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr, abbiamo messo a punto un prototipo di processore programmabile tridimensionale per effettuare computazione quantistica basata su una piattaforma di fotoni. Per farlo, abbiamo realizzato un chip dove si propaga la luce, dispositivo che ha la particolarità di avere tre dimensioni rispetto alle due consuete”.

Perché si è rivelata una scoperta particolarmente importante?
“Il computer quantistico è al momento una delle grandi sfide dell'umanità, paragonabile per molti aspetti a quello che negli anni '60 significava andare sulla Luna. In molti ci stanno lavorando, compresi grandi aziende quali Google e Ibm, con approcci diversi. Il grande vantaggio, in questo caso, sono gli algoritmi molto più rapidi che la computazione quantistica offre rispetto a quella tradizionale per la risoluzione di alcuni problemi”.

E i prossimi progetti?
“Nella computazione, stiamo realizzando una nuova piattaforma di calcolo, chiamata Qolossus, che sarà fotonica ibrida e sfrutterà l'assemblaggio di diverse tecnologie. Mentre sulla crittografia lavoriamo all'estensione del link a una rete aumentando così la complessità della comunicazione”.

fonte: https://www.repubblica.it/tecnologia/20 ... 320048695/
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda pianogrande il 14/10/2021, 22:27

Smettiamola di far scappare i laureati e aumentiamo la meritocrazia il quel mondo chiaramente familistico che è l'università.

Ovviamente diamo innanzitutto i dovuti finanziamenti.

E' la tecnologia che fa ricco un paese e non le redistribuzioni del nulla o il libero debito pubblico.
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda diffidente il 15/10/2021, 4:00

Bisogna dire che molti laureati dopo uno o due anni tornano indietro, vedendo che l' "Estero" è più un purgatorio che un paradiso. Ma il divario tecnologico non è causato tanto dallo Stato che non investe in ricerca, quanto DALLE AZIENDE che non investono Nè vogliono, salvo eccezioni, fare ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda i farmaci le aziende italiane producono molecole già abbondantemente note, su licenza, oppure "infialano" farmaci in forma liquida scoperti e prodotti altrove, una parte del processo produttivo relativamente poco tecnologica.
Per quanto riguarda il "computer quantistico", sono venti anni che se ne parla... e tutt'ora se ne parla, ma di funzionante non è stato realizzato nulla.
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda pianogrande il 15/10/2021, 17:52

diffidente ha scritto:Bisogna dire che molti laureati dopo uno o due anni tornano indietro, vedendo che l' "Estero" è più un purgatorio che un paradiso. Ma il divario tecnologico non è causato tanto dallo Stato che non investe in ricerca, quanto DALLE AZIENDE che non investono Nè vogliono, salvo eccezioni, fare ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda i farmaci le aziende italiane producono molecole già abbondantemente note, su licenza, oppure "infialano" farmaci in forma liquida scoperti e prodotti altrove, una parte del processo produttivo relativamente poco tecnologica.
Per quanto riguarda il "computer quantistico", sono venti anni che se ne parla... e tutt'ora se ne parla, ma di funzionante non è stato realizzato nulla.


Siamo, quindi, puri esecutori di tecnologie altrui.

E quindi subiamo la concorrenza di altri esecutori.

Se gli altri esecutori costano meno, noi ci attacchiamo al tram ed ecco perché tante aziende vanno all'estero e ci lasciano a piedi.

Di questo passo, saremo pura manovalanza; insomma una specie di raccoglitori di pomodori dell'industria.
E andremo in mano ad altrettanti caporali.

E' così che si diventa poveri.

Quanto alla ricerca, come può avere una visione orientata alla ricerca una classe imprenditoriale polverizzata e in gran parte costituita da mantenuti ed evasori fiscali?

Piccolo è bello, dicevano tempo fa.
Piccolo e furbetto e politicamente coperto, è meraviglioso.
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda franz il 15/10/2021, 18:36

Bravo pianogrande! queste cose già le pensavo (e scrivevo) 30 anni fa
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda pianogrande il 15/10/2021, 20:09

franz ha scritto:Bravo pianogrande! queste cose già le pensavo (e scrivevo) 30 anni fa


Veramente, anche io.
Quando ero nel sindacato.
Esempio, quando nella mia fabbrica chiusero un centro ricerche dove, nel momento migliore, lavoravano 300 persone.
O in qualche "congresso" di più o meno elevato livello.

I discorsi di medio-lungo termine non entusiasmano mai il pubblico,

E questi fanno ormai parte del senno di poi ma, per fortuna, non del tutto.
Siamo ancora in tempo.
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda trilogy il 15/10/2021, 22:00

Al giro di boa di fine giugno, l'Italia delle startup si è esaltata per il semestre più prolifico di sempre, che proietta il Paese verso il miliardo di investimenti a fine anno.

L'entusiasmo si è però presto diradato una volta passati all'analisi dei dati e al confronto col resto d'Europa, dove in 6 mesi sono stati raccolti 49 miliardi di euro, 8 in più rispetto al totale dell'anno precedente, il valore degli unicorni (startup valutate un miliardo di dollari) è raddoppiato e ne sono nati una trentina di nuovi.
Articolo completo:
https://www.italian.tech/2021/07/09/new ... 309690201/
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda pianogrande il 16/10/2021, 9:44

Ecco un'altra autorevole opinione in materia.

Giulio Parisi, premio Nobel per la fisica, in due minuti e mezzo....

https://video.repubblica.it/cronaca/il- ... 9-P5-S3-T1

Ripeto che la vera competizione è scientifico-tecnologica.

E' lì che sta la ciccia dello sviluppo economico/della collocazione internazionale.
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda diffidente il 16/10/2021, 14:41

La ricerca, da quello che possiamo dire, nasce dalla cooperazione delle Università, perché è lì che si studia e nascono le idee che diventeranno poi progetti e a loro volta realizzazioni pratiche, con le aziende, perché nelle aziende, dove vi sono persone "pratiche" orientate a fare cose concrete, che si traducono le idee e le equazioni in realtà concrete. In Italia, stranamente, quresta collaborazione è troppo spesso mancante o, se va bene, sporadica, senza convinzione. A Genova la facoltà di medicina sta portando avanti ricerche sui mediatori molecolari dell' aterosclerosi, i laboratori cercano di scoprire quali siano le molecole usate dalle cellule per comunicare tra loro (= chemochine) e fare aterisclerosi e le aziende cercano di svluppare inibitori di tali molecole, in modo che le cellule non parlino e non prenda forma la placca aterosclerotica ( da cui poi si originano gli infarti mortali). Bene, in dieci anni non è stata trovata UNA azienda italiana interessata, sempre a cincischiare e a trovare difficoltà, mai una volta che abbiano portato soluzioni. Tanto è vero che la partnership è con un'azienda svizzera che molto probabilmente si ritroverà un farmaco che vale nonn oro, ma diamante. Questo credo sia sintomatico
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Re: l'Italia in prima fila

Messaggioda pianogrande il 16/10/2021, 23:28

diffidente ha scritto:La ricerca, da quello che possiamo dire, nasce dalla cooperazione delle Università, perché è lì che si studia e nascono le idee che diventeranno poi progetti e a loro volta realizzazioni pratiche, con le aziende, perché nelle aziende, dove vi sono persone "pratiche" orientate a fare cose concrete, che si traducono le idee e le equazioni in realtà concrete. In Italia, stranamente, quresta collaborazione è troppo spesso mancante o, se va bene, sporadica, senza convinzione. A Genova la facoltà di medicina sta portando avanti ricerche sui mediatori molecolari dell' aterosclerosi, i laboratori cercano di scoprire quali siano le molecole usate dalle cellule per comunicare tra loro (= chemochine) e fare aterisclerosi e le aziende cercano di svluppare inibitori di tali molecole, in modo che le cellule non parlino e non prenda forma la placca aterosclerotica ( da cui poi si originano gli infarti mortali). Bene, in dieci anni non è stata trovata UNA azienda italiana interessata, sempre a cincischiare e a trovare difficoltà, mai una volta che abbiano portato soluzioni. Tanto è vero che la partnership è con un'azienda svizzera che molto probabilmente si ritroverà un farmaco che vale nonn oro, ma diamante. Questo credo sia sintomatico


Se oggi la ricerca è solo università e le aziende rimangono solo "pratiche" questa è una vera e tragica decadenza rispetto al passato.

Negli anni sessanta, la mia spettabile ditta; la Montecatini (Poi Montecatini Edison) si permise il lusso di un premio Nobel per la chimica con un certo Giulio Natta.
In quei laboratori si inventò un polimero a catena controllata che si chiapava col pomposo nome di "Polipropilene isotattico" (Commercialmente Moplen).

In quei laboratori, misero in fila le molecole come tanti soldatini.

Altro che "pratica"!

Nella mia fabbrica (prima di chiudere la ricerca) inventavano polimeri e resine nuove e con processi originali brevettati.

L'imprenditoria non può essere solo "pratica"!

Mi sembra quasi un elogio dell'ignoranza.
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