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L'Europa? Non esiste

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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda trilogy il 15/11/2021, 22:20

Anche il presidente Mattarella si è accorto che c'è qualcosa che non va ..

Firenze
Mattarella: "Migranti al freddo e affamati, sconcertante quanto avviene ai confini dell'Unione"

Il capo dello Stato all'inaugurazione dell'anno accademico a Siena. Il saluto del rettore Frati
15 NOVEMBRE 2021

"E' sconcertante quanto avviene ai confini dell'Ue, c'è un divario con i principi proclamati". Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella parlando del dramma dei migranti all'inaugurazione dell'anno accademico a Siena. "Sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e non tenere conto della fame e del freddo a cui sono esposti esser umani ai confini dell'Unione", ha aggiunto il presidente della Repubblica.

Parla di "un fenomeno, che si è visto in diverse parti dell'ambito europeo, di strano disallineamento, di incoerenza, di contraddittorietà tra i principi dell'Unione, le solenni affermazioni di solidarietà nei confronti di afghani che perdono la libertà, e il rifiuto ad accoglierli". Sergio Mattarella affronta così di petto il dramma che si consuma ai confini dell'Europa e censura "un singolare atteggiamento, pensando ai propositi dei fondatori dell'Unione europea che indicarono orizzonti vasti e importanti, pur consapevoli delle difficoltà per raggiungerli, e che affrontarono con coraggio e determinazione....

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2 ... 326453979/
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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda pianogrande il 16/11/2021, 10:46

Anche a prescindere dal fatto in se; dove ci possono essere opinioni e reazioni diverse, mi piace questo fatto dell'Italia che fa scuola in campo internazionale.

Peccato che Mattarella rappresenti molto meno il paese reale visto che il paese reale è più rappresentato dal fatto che la classe politica (che, al di là di retorica populista, ne fa parte integrante) ci propone nientemeno che Silvio Berlusconi come presidente della repubblica.

Da Mattarella a Berlusconi.

Il marcio e il degrado di questo paese emergono e ammorbano l'aria.

Tutto questo a prescindere da chi andrà davvero al Quirinale.

Il solo fatto che una parte della classe politica si sia permessa questo insulto alla decenza marchia il paese in modo davvero vergognoso.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda franz il 16/11/2021, 19:18

Polonia, migranti: sei cose da sapere

https://www.lucalovisolo.ch/polonia/pol ... f508e2566d

Sulla vicenda delle migliaia di cittadini mediorientali senza titolo d’ingresso che si ammassano alla frontiera tra Bielorussia e Polonia, vi sono alcuni elementi sui quali richiamare l’attenzione, per collocare i fatti. Riguardano sia la Polonia sia la Bielorussia, che è in realtà il centro degli eventi, con il decisivo apporto della vicina Russia.

Il flusso di cittadini in maggioranza iracheni, in parte afghani e siriani, che preme sulla frontiera polacca è diverso da quello che nel 2015 giunse in Germania, in fuga dalla Siria. I migranti di allora giunsero in Europa di loro iniziativa, sapendo dove andavano. Quelli attuali arrivano a Minsk convinti da campagne di disinformazione diffuse su Facebook, dalle quali apprendono che dalla Bielorussia sarebbe facile passare in Unione europea.

Come arrivano alla frontiera e cosa fanno
Volano su compagnie aeree compiacenti che gestiscono voli appositi, dall’Iraq e da altri Paesi della regione

I migranti pagano alcune migliaia di euro, secondo le informazioni raccolte da giornalisti tedeschi e francesi che hanno potuto interrogarli. Volano su compagnie aeree compiacenti che gestiscono voli appositi, dall’Iraq e da altri Paesi della regione. Arrivati a Minsk via Istanbul – fatto che apre uno spiraglio sulla complicità della Turchia – i migranti ricevono un visto di permanenza di breve termine. Alcuni sarebbero stati trovati in possesso di improbabili permessi di soggiorno come studenti.

Da Minsk, utilizzando taxi e altri mezzi, i migranti vengono portati alla frontiera con la Polonia, superano il confine bielorusso e si installano nella terra di nessuno tra i due Paesi. Da quel momento, le guardie di frontiera bielorusse non permettono loro di tornare indietro. I migranti, usando pale, cesoie e con altre azioni di forza, tentano di abbattere il confine fisico con la Polonia, formato da reti di filo spinato.

Il canale televisivo Nastojaščee Vremja, canale europeo di lingua russa, ha diffuso immagini di migranti che abbattono alberi, servendosi di asce, e con i tronchi così ricavati tentano di abbattere l’infrastruttura di confine. Sentiti dai numerosi giornalisti presenti nella zona, fin quando la Polonia non ha vietato l’accesso ai media alla zona di frontiera, tutti affermavano di voler recarsi in Germania, per cercarvi opportunità economiche.

Legga anche: Cos’è la guerra ibrida della Russia in Europa e perché non è invincibile
Sono richiedenti asilo?
Questo quadro fattuale non ha nulla a che vedere con la richiesta di asilo politico. Si tratta di un flusso di persone organizzato che il regime bielorusso di Aljaksandr Lukašėnka utilizza per mettere sotto pressione l’Unione europea, lavorando in stretto contatto con Mosca. I media di Stato della Russia si sono rapidamente impossessati della vicenda, persino invertendo l’usuale narrativa contro le migrazioni, per accusare l’Europa di disumanità.

sulla strategia russa in Europa
Il regime di Lukašėnka critica la Polonia, poiché questa tenta di rimandare i migranti verso Minsk, accusandola di non rispettare gli obblighi umanitari. Dimentica, però, che la stessa Bielorussia ha firmato la Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati: se i cittadini mediorientali che giungono in Bielorussia fossero davvero richiedenti asilo, la Bielorussia dovrebbe permettere loro di depositare una domanda di protezione sul suo territorio, non stampare sul loro passaporto un visto di pochi giorni e spedirli in Polonia.

Non si tratta, perciò, di fuggiaschi aventi una reale prospettiva di ottenere asilo politico perché perseguitati. Si tratta, piuttosto, di persone che trovano e versano migliaia di euro per pagare viaggi e passatori verso l’Europa; individui e famiglie intere che si lasciano illudere da sconosciuti e da campagne sui social network che questa procedura permetterebbe loro di giungere in Europa, e precisamente in Germania. Dalle immagini riprese sul posto emergono persone curate e ben vestite, che non corrispondono alla retorica dei «disperati» diffusa in queste ore dai media italiani.

Si può avere compassione per queste persone manipolate, ma con misura: per quanto appaia cinico, si deve riconoscere che una parte di responsabilità è anche loro. Senza controllare la veridicità delle informazioni che ricevono, versano somme ingenti e si imbarcano su aerei che li portano verso Paesi che non conoscono e dei quali ignorano le leggi, inseguendo le loro illusioni.


Polonia, migranti: cosa succede se l’asilo è un pretesto
Come sempre, a fare le spese di queste distorsioni sono i veri perseguitati e aventi diritto a protezione. I rappresentanti delle organizzazioni umanitarie intervistati in questi giorni dai media internazionali sembrano incapaci di considerare gli aspetti politici e giuridici della questione: ripetono il disco rotto dell’accoglienza e del principio di non respingimento. Questi principi, però, pur molto nobili, non sono stati scritti per gestire migliaia di persone che tentano di forzare una frontiera, per giunta pilotate da un Paese confinante. In fondo, affermava una rappresentate di Amnesty International, sentita da un giornalista di France24, sarebbe poca cosa, far entrare in Europa le persone che si trovano alla frontiera, per consentire loro di depositare una domanda d’asilo.

Chi può pagare i voli organizzati dai passatori, e usa la forza per varcare la frontiera, ottiene accesso

Tale posizione, però, si scontra con due evidenze: la prima, che la grande maggioranza, se non la totalità di quelle persone non ha i presupposti per richiedere protezione. La seconda, che quelle persone hanno mostrato di possedere somme di denaro considerevoli, relativamente al tenore di vita dei loro Paesi. Permettere loro di passare significa affermare il principio che chi può pagare i voli organizzati dai passatori, e usa la forza per varcare la frontiera, ottiene accesso all’Europa, mentre chi sverna nell’indigenza africana e asiatica vale meno e resta là.

Inoltre, far entrare in Polonia questi migranti e permettere loro di chiedere asilo vorrebbe dire assistere a ciò che mille volte si è visto anche in Italia: appena riescono, i migranti sfuggono al controllo delle autorità e cercano di raggiungere il Centro Europa. Il loro scopo non è richiedere protezione, se non come pretesto per trattenersi in Europa: sono consapevoli di non averne i presupposti. Il loro fine è la migrazione economica, lo affermano loro stessi. Le norme a tutela dei rifugiati non sono state scritte per questo.

E’ vero che in questo momento alla frontiera con la Polonia si trovano alcune migliaia di migranti, ma più di 4000 sono già arrivati in Germania negli scorsi mesi e altri stanno continuando ad affluire in Bielorussia dal Medioriente. La Bielorussia ha annunciato un aumento dei voli.

Il regime di Minsk spiega l’intensificarsi dei collegamenti con quelle regioni del mondo dicendo che le compagnie aeree del Paese devono trovare nuove direttrici e nuovi mercati, a causa del blocco imposto ai voli in Europa dopo il dirottamento di un aereo europeo da parte delle autorità bielorusse, nel maggio scorso (ne parlo >qui).

Le immagini diffuse dagli stessi migranti e riprese dai pochi media di lingua russa liberi mostrano quantità crescenti di cittadini mediorientali accampati nelle vie e nei parchi di Minsk, in attesa di proseguire verso la frontiera con l’Europa. Del tutto analoga la situazione nell’aeroporto della capitale bielorussa, dove sono state riprese folle di migranti che dormono e si aggirano nell’aerostazione. Andrej Savinych, presidente della Commissione affari esteri del parlamento bielorusso, si è detto felice che tante persone trovino attraente la Bielorussia e la sua cultura, tanto da raggiungerla in tale quantità.

Dobbiamo «costruire un muro?»
Altrettanto fuori luogo è chi continua a ripetere che «l’Europa non deve costruire muri,» spesso evocando, con una distonia sempre più assordante, l’immagine del Muro di Berlino. Nelle settimane scorse, alcuni Stati membri hanno chiesto all’Unione europea di rafforzare le frontiere dell’Unione verso est, proprio per contrastare i fenomeni di sfruttamento della migrazione clandestina a fini di guerra ibrida. L’Ue, nella persona della Commissaria agli affari interni Ylva Johansson, ha risposto nel peggiore dei modi possibili: «l’Unione europea non finanzia la costruzione di muri di confine.»

E’, ormai, una questione di credibilità degli Stati membri e della stessa Unione.

Il Muro di Berlino fu costruito da una dittatura, quella della Germania est, per impedire ai cittadini di fuggire dai suoi rigori. Costruire un’efficace frontiera dell’Unione europea a Est non significa imprigionare i cittadini europei. Significa fermare il regime della Bielorussia e tutti i governi autoritari che ci circondano e cercano di restare in sella ricattando l’Occidente con i flussi migratori pilotati. Ieri, dopo un incontro con altri leader europei, anche l’esitante signora Merkel ha accennato alla necessità di rafforzare la frontiera. E’, ormai, una questione di credibilità degli Stati membri e della stessa Unione.

Sia chiaro: il regime di Lukašėnka dall’Europa vuole soldi, per non mandare migranti, come li volle la Turchia allo stesso scopo. Nel 2016, la signora Merkel scavalcò addirittura le decisioni europee, pur di versare a Erdoğan il denaro che chiedeva per non lasciar passare altri migranti verso la Germania. Oggi la storia si ripete: per chi avesse ancora dei dubbi, il Ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, ha affermato che l’Unione europea dovrebbe versare aiuti alla Bielorussia, come alla Turchia, affinché questa trattenga i migranti sul suo territorio.

Si è molto criticato il governo polacco, con molte ragioni, per il suo atteggiamento verso l’Unione europea. Questa volta i fatti danno ragione a Mateusz Morawiecki, capo del governo di Varsavia, quando dice che il flusso di migranti ai confini con la Bielorussia è un atto di guerra ibrida. L’Europa contesta alla Polonia il mancato rispetto dei principi dello Stato di diritto in materia di giustizia: fa bene a insistere su questo capitolo. Si contraddice, però, quando nega alla stessa Polonia e ad altri Stati membri di confine i contributi per rafforzare le infrastrutture di frontiera.

Anche il controllo del territorio, infatti, è un caposaldo dello Stato di diritto. Si può discutere, poi, sulla concessione di visti d’ingresso umanitari a persone che abbiano titolo alla protezione, ma se rinuncia al controllo fisico del confine, lo Stato rinuncia a esercitare la sua funzione di protezione della popolazione e amministrazione del territorio, che è un elemento essenziale della sua esistenza.

La frontiera esterna dell’Unione garantisce tutti, e non può essere oggetto di mercanteggio ideologico, perché è un dato di diritto pubblico

Tra gli Stati dell’Unione europea i confini sono caduti perché esistono accordi specifici. La frontiera esterna dell’Unione garantisce tutti, e non può essere oggetto di mercanteggio ideologico, perché è un dato di diritto pubblico. Nemmeno Donald Tusk, già presidente del Consiglio europeo e capo di una coalizione polacca europeista, si è espresso a favore dell’ingresso dei migranti che stanno premendo sulle frontiere del suo Paese. Anzi, ha ipotizzato l’attivazione delle clausole di solidarietà della NATO in caso di aggressione a uno Stato membro, in particolare dell’articolo 4, che prevede consultazioni fra gli Stati alleati quando uno di essi ritenga che la propria integrità territoriale, indipendenza politica o sicurezza siano in pericolo (>qui Tusk e >qui il testo del trattato).

Il partito al governo, l’euroscettico PiS («Diritto ed equità»), non perde questa occasione per accentuare i toni nazionalisti e cogliere i fatti in corso a vantaggio della retorica di partito, sapendo che gran parte della popolazione, fuori dai gruppi sociali più aperti delle grandi città, guarda con diffidenza alle migrazioni. I sondaggi sembrano dargli ragione: i consensi verso il partito, cattolico e conservatore, salgono di nuovo, dall’inizio degli eventi alla frontiera bielorussa. L’obiettivo di chi alimenta lo scontro con l’Europa è raggiunto.

Ciò che viene dipinto come uno scontro fra Polonia e Bielorussia è, in realtà, una pagina dello scontro fra Russia e Occidente. Una guerra di destabilizzazione condotta con mezzi atipici e ben funzionante: è chiaro come il sole, per chi conosce il retroterra di questi eventi; per politici e presenzialisti di varia specie, invece, è più facile ripetere sino alla nausea i ritornelli sull’accoglienza e sui muri, anche quando le situazioni di fatto parlano di tutt’altro.

Altra vittima di ciò che sta accadendo al confine tra Polonia e Bielorussia è il diritto umanitario internazionale. Norme ispirate a nobili principi, scritte decenni or sono, quando il mondo era molto diverso – la Convenzione di Ginevra entrò in vigore nel 1951 – sono diventate strumenti con i quali i peggiori autocrati del pianeta si rafforzano sui loro troni pomposi.
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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda trilogy il 18/11/2021, 10:09

Una buona lezione di geopolitica su quanto sta accadendo al confine con la Bielorussia.

https://www.youtube.com/watch?v=Vt_BUrIbiao
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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda trilogy il 10/01/2022, 12:53

Americani e russi parlano dell’Europa senza gli europei

Pierre Haski, France Inter, Francia
10 gennaio 2022

Nel 1989, poco dopo la caduta del muro di Berlino, un portavoce dell’Unione Sovietica compose una rima parlando del vertice tra George Bush e Michail Gorbaciov che si sarebbe svolto a Malta per seppellire la guerra fredda: “Da Jalta a Malta”. Jalta è stata la sede del vertice tra Stalin, Roosevelt e Churchill nel febbraio del 1945, quando secondo l’opinione comune fu ridisegnata la mappa dell’Europa del dopoguerra. La storia è più complicata, ma la leggenda è dura a morire.

Forse bisognerà riprendere quella formula a proposito dell’incontro tra russi e statunitensi che si tiene il 10 gennaio a Ginevra. La strofa diventa “Da Jalta a Malta e a Ginevra”. Ma il timore è quello di un ritorno alla casella di partenza in cui il destino dell’Europa si decide senza gli europei.

L’ombra di Yalta e della sua mitologia aleggia sull’incontro del 10 gennaio, che arriva in uno dei momenti più tesi degli ultimi trent’anni sul territorio europeo. Sullo sfondo ci sono i centomila soldati russi che minacciano l’Ucraina da tre lati e la pretesa di Putin di ricevere “garanzie di sicurezza”.

Attirare l’attenzione
Perché gli europei sono assenti? Vladimir Putin punta tutto sui rapporti di forza, e ammassando soldati come se si preparasse a invadere l’Ucraina ha attirato l’attenzione di Washington. Il suo obiettivo è chiaramente quello di rientrare nel club delle superpotenze e negoziare da pari a pari.

Da questo punto di vita Putin ha ottenuto ciò che voleva, perché gli Stati Uniti hanno accettato l’incontro bilaterale lasciando in disparte gli europei. I 27 sono frustrati e preoccupati, ma bisogna comunque ricordare che quando Francia e Germania, durante un vertice europeo del giugno scorso, hanno proposto un incontro con Putin per discutere i problemi attuali, sono andate a sbattere contro un rifiuto da parte della maggioranza degli altri paesi dell’Ue. Difficile restare nella partita quando ci si rifiuta di giocarla.

Gli europei evidentemente non hanno più un peso sui rapporti di forza che Putin vorrebbe stabilire

Gli europei hanno moltiplicato le concertazioni – tra loro, con l’Ucraina e con la diplomazia statunitense – per evitare di trovarsi in una situazione in cui gli Stati Uniti possano fare concessioni sulla loro pelle.

Esiste davvero questo rischio? Non ne sono convinto, perché gli Stati Uniti non hanno interesse a cedere alle pressioni di Putin. I due progetti di trattati presentati dal presidente russo, che sancirebbero il riconoscimento di una “zona d’influenza” russa sui paesi vicini (Ucraina compresa), sono inaccettabili per Washington.

Gli europei, in ogni caso, torneranno subito a essere coinvolti, perché il vertice russo-americano sarà seguito da una riunione tra la Russia e la Nato e da un’altra tra la Russia e l’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. In entrambi i casi gli europei saranno presenti di diritto.
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Tuttavia il simbolismo dell’incontro di Ginevra è allarmante per gli europei, che evidentemente non hanno più un peso sui rapporti di forza che Putin vorrebbe stabilire. L’Europa non ha altra scelta se non quella di appoggiarsi all’attuale amministrazione statunitense, a prescindere dalle sue debolezze.

Questo sarà il tema centrale in discussione a metà settimana a Brest, nell’ovest della Francia, dove la presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea riunirà i ministri degli esteri e della difesa dei 27. Brest, di sicuro, non fa rima con Jalta.

(Traduzione di Andrea Sparacino)
https://www.internazionale.it/opinione/ ... a-incontro
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Re: L'Europa? Non esiste

Messaggioda Robyn il 13/01/2022, 8:04

Nel frattempo che si trova una soluzione ai confini europei bisogna mandare aiuti umanitari,generi di prima necessità,ripari prefabbricati per proteggere i rifugiati in particolare i bambini dal freddo e dalla neve in aggiunta esistono iniziative varie dove si può dare un contributo.Sicuramente 7000 persone al confine non sono un gran numero per l'Europa
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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