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Caso "marò" in India

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Caso "marò" in India

Messaggioda diffidente il 15/06/2021, 14:43

Il 15 Febbraio 2012, in Italia si era da poco insediato il Governo Monti, esecutivo tecnico formato per venire a capo di una grave situazione economica, il capitano di un peschereccio del porto indiano di Kerala, Freddy Bosco, arriva trafelato alla locale Capitaneria dicendo di essere stato oggetto di molti colpi di arma da fuoco mentre stava pescando al largo di Kerala e che due pescatori erano morti per le ferite riportate. Come sarebbe emerso tempo dopo, il capitano Bosco riferì che il fatto era avvenuto a 14,5 miglia dalla costa e alle 21:30 ora locale- quando a quelle latitudini è già crepuscolo avanzato- quando da una "petroliera nera con la chiglia rossa" (praticamente sono tutte così) sarebbe partita una "valanga di proiettili" per circa due minuti, nel corso della quale i due marinai sono stati colpiti mortalmente. Lì per l^ non ricordava il nome della nave. La Capitaneria contatta subito le navi, non poche, che sono in zona, ma fra tutte l' unica che risponde è proprio l' italiana Erica Lexie, a bordo della quale, dato che in quegli anni i pirati che agivano dalla Somalia erano attivissimi e avevano già catturato molte navi nellazona fra Corno d'Africa e Yemen, Tra l' altro, proprio quel giorno, stando alle dichiarazioni di chi era a bordo, una imbarcazione assai veloce si era avvicinata alla nave e vi erano uomini armati, i soldati avevano sparato alcuni colpi di avvertimento e l' imbarcazione - forse un gommone, forse un motoscafo, non è chiaro- si era allontanata celermente. Dopo essersi consultari con l' armatore il capitano decise di ritornare in porto dove la Polizia arrestò i soldati e sequestrò i loro fucili. Negli anni successivi si ci sarebbe focalizzati su cavilli giuridici, come giurisdizione, scudi penali e via di seguito, però i grandi assenti di questa vicenda sono i fatti: una prima perizia fatta sui corpi dei defunti rilevò proiettili la cui lunghezza era di 3,1 cm e la base di 2,4 cm (diametro 7,64mm) compatibili con il diffusissimo calibro 7,62 x 39 mm russo, mentre è noto che l' aR70 in dotazione ai "marò" spara proiettili 5,56x 45 mm NATO. Successivamente, con una perizia a cui nessuno ha potuto assistere, un altro perito stabilì, guarda caso, che erano proiettili da 5,56 mm, ma non fu concesso alla difesa dei "marò" di fare proprie indagini. Il tutto in un clima intriso di nazionalismo e "odio verso gli stranieri" e con una certa ritrosia da parte italiana ad esigere che venissero accertati i fatti, non con indagini faziose, ma con una vera inchiesta volta a scoprire la verità.
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