cardif ha scritto:Stefano'62 ha scritto:
'Vedo che c'è un mucchio di gente che ancora si beve le favole dei media sul "debito".'
Penso che il riferimento sia a 'media di 64 mld l'anno' che ho scritto io.
In realtà mi riferivo a quanto detto poco prima da pianogrande, che mi ha rimandato la mente a tante balle che sento qusi quotidianamente un pò dai politici al tiggi un pò in giro da persone indottrinate da anni di messaggi che definirei subliminali.
Quella delle classi politiche precedenti che ci hanno riempito di debiti è una palla colossale, perchè gli unci debiti sono quelli fatti in euro dopo che l'Italia ha rinunciato a una moneta sovrama.
Me lo hanno insegnato in Facoltà che le spese di una nazione fatta in moneta di cui si ha il controllo, non sono debiti, ma sono un vero e proprio trasferimento di ricchezza alla popolazione; che il momento in cui uno Stato emette moneta "non-a-debito" è il momento in cui lo Stato crea la ricchezza (i mercati invece la trasferiscono soltanto senza creare niente) per consegnarla al suo popolo nelle forme studiate per ottenere il tipo di politica economica stabilito a monte; e che questa ricchezza poi va a generare gli effetti appunto voluti da quel piano tornando in larga parte nelle casse statali sotto forma di gettito.
Lo Stato ha anche altre vie per generare questo trasferimento, nel caso l'emissione richiesta possa divenire in grado di generare contraccolpi eccessivi sul piano estero; in quel caso emette titoli, ma la scelta dei titoli non è casuale e determina a sua volta effetti diversi.
Se per esempio lo Stato emette titoli adatti a tesaurizzare i risparmi di una vita (Bot CCT etc) allora quel "debito" contratto dallo Stato è in mano ai cittadini, che mai lo esigeranno perchè si tratta di una mera assicurazione conservativa.
Se invece i titoli (BTP et similia) attraggono personaggi di dubbia fiducia allora sorge un problema perchè le operazioni di certi soggetti hanno uno scopo speculativo, e se ne sbattono di tenere i titoli per trent'anni ma li acquistano per lucrare su una sorta di scommessa e liquidarli al momento propizio quando si verifica un evento che provoca quelle oscillazioni che gli garantiscono il lucro progettato.
E quando questi soggetti invece che una pensionata di Busto Arsizio sono grandi speculatori internazionali o enti istituzionali stranieri come per esempio la Bundesbank, soggetti cioè in grado di generare artificialmente quelle oscillazioni, allora col cappero che hanno comprato i titoli per gli stessi scopi della pensionata e possiamo scordarci che aspettino buoni per trent'anni, ma si potrà scommettere sul fatto che prima o poi determineranno quelle destabilizzazioni che garantiranno loro un lucro e metteranno in mutande lo Stato che ha emesso quei titolli.
Oppure.....potrebbe ottenere vantaggi alternativi con l'arma del ricatto: o fai cosi oppure ti metto in mutande....
Le cose, la realtà dei fatti, è questa. La reatà non è determinata da benefattori pronti a portarti in paradiso cantando bianco natale, la realtà è questa che ho descritto e solo un grande ingenuo lo può negare.
E' evidente che uno Stato monetariamente sovrano, questi pericoli li evita molto più facilmente e può resistere con estrema facilità ai ricatti.
Uno Stato che invece prende il denaro a prestito per poi pagarci addirittura un interesse, è ovvio che non potrà mai investire quel denaro in welfare a fondo perduto o anche solo nella scommessa che quel welfare produca un gettito superiore, ma avrà l'obbligo ferreo di utilizzarlo sempre e solo per progetti che producono un reddito.
Quello Stato si trasforma di fatto in una azienda e la sua politica non è più economica (nella accezione reale del termine) ma diventa una poliitica di affari, ed è inevitabile che arrivi nei denti al cittadino.
Fino a che noi emettevamo moneta, da un punto di vista estero è ovvio che questo determina ripercussioni sui cambi, ma la dimensione di quelle ripercussioni dipende sempre e solo dalla situazione a monte e dalla oggetiva necessità di quelle emissioni, che producono guasti solo in concomitanza con la piena occupazione e la saturazione del livello degli investimenti; diversamente quelle emissioni ottengono sempre un beneficio sul lato del mercato interno (quello fondamentale per il benessere di una nazione) di solito in grado di controbilanciare eventuali effetti negativi sul piano estero.
Ma il punto è che comunque lo Stato sovrano può SCEGLIERE.
può valutare se optare per quelle emissioni e sopportarne i contro, o se invece vale la pena scegliere diversamente.
Lo Stato resta sovrano e in grado di obbedire ai voleri del popolo sovrano e soddisfarne i bisogni.
Ma nel momento in cui devi prendere denato a prestito allora finisce tutto.
Sei obbligato a trasformarti in azienda e i debiti che contrai diventano REALI.
Lo Stato con valuta sovrana non può fallire, è IMPOSSIBILE che uno Stato che emette valuta sovrana possa fallire, perchè è sempre solvibile per definizione e quello che le penne prezzolate definiscono come babao un tanto a testa, non è un debito reale ma virtuale e solvibile in qualsiasi momento....(esattamente per lo stesso motivo per cui si riesce a battere miliardi su miliardi dal niente quando quelli ad essere in crisi nera non sono i pensionati ma le banche).
Possono fallire solo le nazioni che contraggono debiti in valuta estera (primo anno del corso di economia).
E anche se non falliscono, il debito in valuta straniera distrugge la democrazia
Prestare soldi a uno Stato equivale a trasformarlo in una azienda e ottenerne una quota azionaria e tenerlo per le palle.
E chi tiene per le palle uno Stato, inibisce la democrazia, quel popolo non è più sovrano.
La moneta sovrana ovviamente non è condizione sufficiente, ma è condizione necessaria senza la quale dei una azienda e di botto puoi anche fallire.
NON SI FANNNO DEBITI IN VALUTA STRANIERA.
Perchè sono gli unici-veri-debiti che possono essere definiti come tali in un bilancio statale, e sono la criptonite della democrazia.