da cardif il 03/01/2021, 22:55
sig.Viola Andrea, renziano di ferro; troppo fumo, troppe parole inutili fanno male alle idee. Se poi è propaganda per il proprio idolo, e allora...
Il baldanzoso Renzi doveva essere lungimirante dopo le elezioni del 2018, quando la composizione del Parlamento offriva nell'alleanza tra PD e M5S la migliore possibilità di fare un Governo (meno peggiore, se si vuole). E invece lui e i suoi fedeli sostenitori non ritenevano possibile stare con 'quelli che lo avevano tanto criticato', poverino. Altro che interesse del Paese: pesò la 'dignità offesa' dell'aspirante statista 'mai con i 5s'.
Questo causò la formazione del Governo M5S+Lega, con i conseguenti danni; soprattutto l'inquinamento destrorso del M5S. Lungimiranza assente, allora.
Il fanatismo di Salvini, il quale credeva che esistevano solo gli italiani che facevano la fila per farsi il selfie con lui, portò alla crisi e Conte si dimise.
Anche Zingaretti si convinse che era meglio non andare al voto, dato che il PD era stato salassato dallo spumeggiante Renzi; da 8,65 mln di preferenze del 2013 era sceso a 6,16 mln del 2018; dal 26% al 19%. Sarà dipeso dalle scelte dell'ex infatuatore se c'è stato questo calo, no? E questo nonostante le grandi speranze dell'imbonitore governante di passaggio, che si vantava di aver dato gli 80 € a 10 mln di lavoratori e lasciato l'esenzione imu sulla prima casa: chissà quanti voti si aspettava. Le minori entrate dovevano portare ad un aumento dei consumi ed hanno portato ad un aumento dei risparmi e del debito pubblico: a lui non interessava, come non interessa adesso quello che propone sul Recovery plan che porta allo stesso effetto.
Data la poca dimestichezza con la coerenza, il paroliere è entrato con i voti del PD nel Senato che voleva chiudere, dimentico di aver detto che si sarebbe dimesso se fosse stato sconfitto al referendum.
Così Zingaretti ha accettato l'unica alternativa che c'era: il Governo col M5S. Anzi ha rincarato la dose spingendo per un'alleanza strategica, che del resto è l'unica possibile con l'attuale quadro elettorale e con i danzatori che ballano da soli per mania di protagonismo.
Republica parlamentare: è questo il nostro sistema, se non viene cambiato, e così vanno le cose. Le leggi elettorali, compresa quella indecente in vigore, sono materia dei Governi e questo non è un bene, perché il Governo che la cambia pensa di fare il proprio tornaconto. Meno male che l'italicum è finito nel cestino.
Altro elemento negativo è che non si vuole accettare l'idea, stabilita in Costituzione, che un Parlamento rimanga in carica cinque anni. Gli sconsiderati, con giochi di Palazzo, mirano a sedersi sulle poltrone tanto vituperate se occupate da altri. E se non ci riescono mirano a far cadere il governo, sperando in elezioni future. Oggi la destra pensa di vincere, data l'instabilità provocata dalle schegge impazzite della maggioranza.
Eppure è ampiamente dimostrato nel mondo che Governi, che si dicono democratici solo perché eletti, come se bastasse, più stabili e con il Potere più concentrato non agiscano meglio né sul piano dell'economia né su quello dei diritti; e senza arrivare alle dittature.
Merkel è in carica da anni, e ha avuto 4 mandati per le sue capacità; da noi non c'è uno 'bravo' come lei; noi ci innamoriamo di cambiamento, rottamazione, rinnovamento e cavolate varie. Come se cambiando necessariamente si migliora. Votiamo un po' a cavolo, lasciandoci infatuare dal messia di turno.
Ma non mi pare tanto nera, visto che se in Germania dal 1971 ci sono stati 6 persone che hanno fatto i Capi di Governo e in Italia ben 22, è vero pure che il pil in Germania è cresciuto di 15,79 volte e in Italia 16,71 volte nello stesso periodo.
E' tutto secondo me. Posso cancellare gli aggettivi, ma i fatti restano.
La domanda a cui non trovo risposta nelle chiacchiere dell'articolo è: se l'attuale Governo cade, cosa seguirà?
Che risponde il cianciante paroliere? A che previsione lo porta la sua lungimiranza? Qual è la sua strategia?
Come al solito non capisco. Boh
Ma mo' mi so' capito bene?