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lockdawn generazionale

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lockdawn generazionale

Messaggioda Robyn il 31/10/2020, 10:12

Si parla sempre di piu` di lockdawn generazionale.Si potrebbe prevedere in forma opzionale per le fasce di eta` piu` vulnerabili che sono dai 60 anni in su`.Se si sceglie di rimanere a casa si potrebbero prevedere delle agevolazioni a partire dal servizio a domicilio per i generi di prima necessita` e altri acquisti oppure acquisti con il web per chi se lo puo` permettere,altre agevolazioni fiscali ad ex detassando di piu` la retribuzione oppure la prestazione previdenziale.Per chi supera i 60 anni prevedere lo smart working quando e` possibile e nell`impossibilita` di praticare lo smart working permettere solo il percorso casa-lavoro se si sceglie l`opzione di rimanere a casa dopo il lavoro,per di piu` servirebbero vaccini antinfluenzali gratuiti fatti a domicilio dall`Asl per la fascia di eta` che supera i 60 anni.Al contrario obbligare ad un lockdawn generazionale porterebbe a problemi di natura giuridica perche la liberta` personale e` inviolabile e sarebbe leso il principio di uguaglianza con le altre fasce di eta`.In tutti i casi bisogna continuare a suggerire alla terza eta` di rimanere a casa sterlizzare sempre gli ambienti e gli oggetti personali che non vanno trasferiti ad altri e uscire per un raggio massimo di 200 m con la mascherina
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda pianogrande il 31/10/2020, 11:14

La lotta al virus va fatta isolando gli ammalati e non i sani.

Questa storia di isolare gli anziani perché più a rischio è due volte stupida.

1) Gli anziani hanno ormai comportamenti molto virtuosi dal punto di vista della diffusione del contagio.
Sono molto più attenti al rispetto delle regole (anche perché lo sanno benissimo che le conseguenze per loro possono essere pesanti)

2) Dando questo alibi ai più giovani, questi rispetteranno le regole ancora meno; si infetteranno di più e porteranno l'infezione a domicilio ai loro parenti anziani peggiorando le cose invece di migliorarle.

Isoliamo i malati e facciamo rispettare le regole a tutti.
E' l'unica formula che può risolvere o almeno arginare il problema.
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda Robyn il 31/10/2020, 11:34

Ai giovani bisogna impedire l`aperitivo party,gli assembramenti e per quando la terza eta` possa stare attenta il virus rimane insidioso basta poco per infettarsi.Avevamo riacquistato la liberta` di movimento bastava almeno rinunciare a qualcosa per un po` di tempo invece l`incoscienza ha prevalso sulla responsabilita`discoteche affollate aperitivi party,incoscienza che significa non rendersi conto delle conseguenze
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda franz il 31/10/2020, 19:19

pianogrande ha scritto:La lotta al virus va fatta isolando gli ammalati e non i sani.

Questa storia di isolare gli anziani perché più a rischio è due volte stupida.

1) NO. Devi identificare (le tre T) e isolare gli infettivi, che potrebbero non essere ammalati.
2) SI. il problema non sono gli anziani (categoria che comunque presuppone una soglia di età da stabilire) ma le persone a rischio. Che possono anche essere il quarantenne obeso, il cinquantenne con il bypass, il trentenne con leucemia.
3) è stupida perché assomiglia a quella stupidata galattica della Great Barrington Declaration, che prevede che tutti si infettino liberalmente, raggiungendo una "naturale" immunità di gregge ma proteggendo (in modo focalizzato) quelli più a rischio.

Ma che nessuno sa, nemmeno a spanne, quanti siano.

Non solo devi sapere quanti sono (e questo in Italia nessuno lo sa) ma devi sapere CHI sono.
Nome, cognome, via, indirizzo, numero di telefono, piano, interno.

Per questo primo step potrebbe bastare una cartella clinica elettronica a disposizione delle autorità.
Ci sono due varianti:

1) il medico curante inserisce un punteggio di rischio sulla base della sua valutazione;
2) un programma di IA scansiona tutte le cartelle e individua i casi a rischio sulla base dell singola epidemia.
Basta a mettere in atto una "Protezione Focalizzata" ?
No, assolutamente no, maledettamente NO.

Il sistema sanitario dovrebbe anche conoscere la stratificazione sociale.
Ma non a livelli macro (italia, regioni, province, città, quartieri) ma micro: la famiglia.

In una famiglia (teorica) potremmo avere più generazioni (classi di età) con genitori e figli (due generazioni) e anche tre, se uno un più nonni convivono o sono a stretto contatto.
Ma questa composizione "micro" la conosciamo? No, ma immaginiamo che in uno stato alla "Orwell" (auspicabile o meno, vedete voi) la si conosca.

In una famiglia "tipo", che disegno per caratterizzarla al meglio potremo avere:
1) marito e moglie. Lui (35~40 anni) lavora al 100% in una azienda di grandi dimensioni, in che implica contatti interni, convegni e viaggi. In più come persona attiva politicamente partecipa a convegni ha ha qualche attività media a livello sportivo. Lei, coetanea, è impegnata al 50% in attività di volontariato, con persone che sono teoricamente a rischio.
2) due figli in età post obbligo. Il primo oltre a studiare ha anche un'intensa attività sportiva (allenamenti quasi tutti i giorni) e poi nel fine settimana va in discoteca, per divertirsi e cercare di cuccare. Il secondo è più sedentario, in sovrappeso, e ha un diabete di tipo I che fa fatica a compensare (e qui presumo che tutti sappiano cosa vuol dire compensare, ma chi non lo sapesse può chiedere)
3) poi abbiamo un nonno (di lui o di lei non importa) che ha diverse patologie pregresse e ben curate, che per il suo grado di autonomia non può stare da solo ma è ancora presto che stia in una RSA. Quindi la famiglia ha deciso che, logistica permettendo, il nonno per ora è in famiglia in una sua stanza.
Premesso che il nostro ipotetico sistema social-sanitario-orwelliano conosca perfettamente questa situazione, come procedere per mettere in atto una "protezione focalizzata"?

È questo il cuore del problema.
Due ipotesi:
a) le truppe di Orwell sottraggono (rapiscono?) alla famiglia il nonno ed il figlio sovrappeso e diabetico. Li mettono in strutture protette e isolate per il tempo necessario (non si sa quanto). Settimane, mesi, semestri? Vedremo.
Intanto servono strutture che non esistono e personale che non esiste.

b) si lasciano i casi critici in famiglia ma si impedisce agli altri componenti di avere comportatemi a rischio. Quindi il figlio atleta non fa più allenamenti (o deve proteggersi al massimo) e non va più in discoteca. Occhio: qui non chiudiamo le discoteche per X settimane ma imponiamo a certi avventori di non andarci. La moglie non farà più volontariato o dovrà applicare misure di massima protezione. Idem il marito, che rinuncerà a convegni e viaggi per proteggere figlio diabetico e nonno problematico.

Nell'ipotesi b) ci scordiamo l'immunità di gregge se il numero di famiglie che ho tipicizzato supera una certa soglia. Chiaro?

Ce la scordiamo ugualmente se una discreta percentuale della popolazione dovesse liberamente decidere di proteggersi al 100% (mascherina, lavarsi le mani, minimo dei contatti sociali, auto isolamento volontario). Come dire che sia il singolo sia l'azienda, potrebbero dire che "col c@¬¬o che ci facciamo infettare e forse ammalare e forse morire". Se una grande fetta della popolazione decidesse di ostacolare il raggiungimento della mitica immunità "naturale", tutta la costosa organizzazione sarebbe stata inutile.

C'è poi tutto l'aspetto legato è al fatto che le comunità occidentali sono "open" e quindi le persone si spostano a milioni, per lavoro e per turismo. Questo scompagina i piani di un approccio GBD.
Come ammettere che uno stato organizzato, che fosse riuscito ad ottenere la SUA immunità interna, la possa mantenere aprendosi al turismo oppure ai viaggi del business?

Riassusto, la lotta al virsa va fatta isolando i contagiati e, vedendo le ultime scoperte sul "fattore K", individuando i cluster, come hanno fatto in Giappone e Corea del Sud.

Provate a tradurre questo: https://english.elpais.com/society/2020 ... virus.html?
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda Robyn il 31/10/2020, 19:50

Infatti e` sbagliato parlare di terza eta` ma di soggetti piu` vulnerabili presenti in tutte le fasce di eta`.Tutti i cittadini potrebbero avere una cartella clinica di rischio naturalmente coperta da privacy
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda pianogrande il 01/11/2020, 11:52

Grazie Franz

Leggerò tutto con più calma ma credo di aver capito il senso.

Queste sono analisi meritevoli di attenzione e spero che in qualche "Comitato Tecnico Scientifico" siano queste le basi per ragionare e non le sparate "Tra un bicchier di vino ed un caffè" (Gino Paoli).
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda trilogy il 01/11/2020, 13:27

Concordo con Franz. Segregare le categorie a rischio oltre che complesso da attuare nella realtà, è anche molto discutibile sul piano delle libertà personali.
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda Robyn il 01/11/2020, 15:20

La cartella clinica si puo` fare dal medico di base,se sei un soggetto a rischio e vai in discoteca o in palestra per un po` di tempo non ci vai almeno fino a quando la pandemia non viene debellata definitivamente,si possono fare tante altre cose e non si ha una limitazione eccessiva della liberta` e sarebbe il male minore per il paese che evita molte conseguenze negative legate ad un lockcdown generalizzato o peggio con la limitazione della liberta` per la terza eta`.Le regioni a quanto pare chiedendo di limitare la liberta` per la terza eta` non appaiono collaborative e responsabili nel confronto con il governo
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda Robyn il 02/11/2020, 12:55

La frase del presidente della Liguria secondo cui gli anziani non sono necessari alla produzione e al lavoro fa` parte di una cultura utilitaristica spogliata dell`umano secondi cui finche sei necessario e utile tutto va` bene quando non sei piu` necessario sei da tenere in diparte ai margini e` la famosa cultura dello scarto e stupisce se detta dal presidente di una regione che ha il maggior numero di persone nella terza eta` e la frase non si presta ad interpretazioni diverse perche si e` scritto nel twit quello che realmente si pensa.La china dell`utilitarismo puo` portare ad una societa` disumana e senz`anima dove non esistono sentimenti e dove tutto e` arido come nel deserto dove non c`e` acqua non ci sono piante alberi
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Re: lockdawn generazionale

Messaggioda franz il 03/11/2020, 9:47

Mi aggiungo alla lista delle doglianze sulla gaffe di Toti, pubblicata (a sua insaputa!?!?) da un collaboratore.
Sapete i fatti, quindi non riassumo.

Premesso che credo nella sincera smentita, il fatto è che comunque vada, sono gli anziani, con le loro pensioni contributive a sostenere molto spesso figli e quindi anche nipoti. Oltre che fare da baby sitter ai più piccoli.

E questi figli sono in affanno proprio perché i contributi sono elevati (e quindi il netto in busta è scarso) comprimendo la capacità di spesa di chi ha una famiglia.

Il contributo economico dei nonni, che in cambio sono spesso ospitati in famiglia, sono importanti. Direi <<indispensabili>>.

Quindi anche nella smentita, Toti dimostra di non capire.
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