Il senso del M5S per il MESCOSTANTINO DE BLASI·DOMENICA 5 LUGLIO 2020·5 MINUTI
Il mio europarlamentare preferito, Piernicola Pedicini - Portavoce M5S al Parlamento Europeo ha firmato insieme a Raduzzi, Maniero e Cabras, un documento contro il MES in 11 punti. Scopo del documento è dimostrare "tecnicamente" che il MES è una fregatura.
Vediamo come replicare.
1. I fondi del MES non sono immediati. Il MES può erogare fondi in 7 tranche mensili
Nulla di strano. Essendo erogazioni versate a fronte di programmi di spesa non c’è da meravigliarsi, né da dolersene, se i fondi vengono erogati per stati di avanzamento. Chi potrebbe mai spendere 36 miliardi tutti insieme? Neanche un governo sciagurato come quello italiano.
2. IL MES non è privo di condizionalità.
L’ultra citato reg. 472/2013 regola il funzionamento degli aiuti e stabilisce sorveglianza e funzionamento. Ma quello che omettono i 5 stelle, e con loro tutti i sovranisti, è che l’art.7 comma 12 esclude aggiustamenti macroeconomici per le nuove linee di credito (come la PCS) che non richiedono la firma di un memorandum of understanding. Il terrore di Pedicini & co. è che la sorveglianza rafforzata venga stabilita ex post. Ma la sorveglianza sui conti e sugli squilibri macroeconomici è legata al ripristino del Patto di stabilità; prima o poi arriverà comunque con MES o senza MES.
Quello che è successo alla Grecia (ristrutturazione dei piani di aiuti) serviva a monitorare l’efficacia delle riforme e la capacità della Grecia di uscire dai programmi e di non dipendere da essi.
3. IL MES non risponde al fabbisogno di liquidità dell’Italia.
Il fatto che servano quest’anno circa 500 mld (497 per competenza e 544 per cassa) fra nuovo indebitamento e turnover non significa che i circa 36 a disposizione dal MES non servano. Per questo la Commissione ha deciso di separare gli interventi comunitari per capitoli di spesa; il MES per rafforzare il sistema sanitario, lo SURE per le misure di sostegno al lavoro, i fondi strutturali per gli investimenti infrastrutturali nelle zone depresse ecc. Alla liquidità del sistema provvedono gli Stati con le misure di politica fiscale
4. IL MES è vincolato alle sole spese sanitarie da Covid 19
Qui si gioca con le parole. E’ evidente che la linea di credito PCS nasce per far fronte alla crisi determinata dal Covid 19, cosa ribadita in tutti i documenti della Commissione e dello stesso ESM. Ma gli stessi documenti dicono che le spese finanziate sono quelle dirette e indirette finalizzate a rafforzare il sistema sanitario. Se l’Italia si è trovata davanti alla pandemia con carenza di posti di terapia intensiva e di attrezzature ora potrebbe porvi rimedio. Se alcune aree del Paese hanno carenza di letti ospedalieri (negli ultimi 10 anni la spesa sanitaria è cresciuta in valore assoluto ma sono diminuiti i posti letto) ora c’è modo di rafforzare i presidi sanitari in quelle aree. Nessuno ha mai pensato di dire che i finanziamenti servono esclusivamente a sintetizzare un vaccino.
5. Il MES non è davvero conveniente
Questa affermazione è talmente risibile da non meritare quasi replica. Il tasso di finanziamento del debito pubblico italiano sul decennale va dall’1,4 all’1,8% oggi. Il BTP futura pagherà cedole crescenti dall’1,15 all’1,45% più un bonus a scadenza pari al tasso di crescita del PIL. I Tassi MES sono negativi sulla scadenza 7 anni e 0,08 sul decennale. La storia che gli interessi pagati alla Banca d’Italia non sta in piedi come ho spiegato in un post sul funzionamento del bilancio della BdI e perché i programmi di acquisto della BCE sono destinati ad allentarsi (tapering).
6. Per risparmiare sugli interessi serve la BCE non il MES
Le misure non convenzionali della BCE sono destinate ad esaurirsi, alla meglio a ridursi. Per troppi anni Francoforte ha fatto da supplente alla politica fiscale e una monetizzazione continua non è pensabile. Su questo si innesta la sentenza della corte costituzionale tedesca che ha richiamato i limiti del mandato della banca centrale. L’Italia è il malato d’Europa e finora la capital key è stata aggirata con sbilanciamenti temporali di portafoglio. Non durerà per sempre.
7. Il destinatario degli interessi da pagare è importante quanto il loro ammontare
I detentori diretti dei titoli di Stato non sono le famiglie; la quota degli households in dossier titoli è fra il 3 il 5%. I detentori sono soprattutto istituzionali (banche, assicurazioni, fondi pensioni che utilizzano la capitalizzazione composta), quindi gli interessi non creano denaro che poi viene speso in consumi. Su questo punto i 4 pentastellati fanno propria l’affermazione stupida di Matteo Salvini.
8. Il Tasso del MES è un tasso variabile
Qui c’è una confusione che sfocia nella malafede. I tassi delle varie emissioni di qualunque tipologia di titolo sono soggetti alla domanda e si formano normalmente in asta. Affermare che i tassi sono variabili è falso tecnicamente (i tassi cedolari sono fissi), le emissioni sono fatte a tassi determinati in asta competitiva e variano da emissione ad emissione. Esattamente come per i BTP. Pedicini et al o confondono i tassi con i rendimenti o, peggio, sono bugiardi.
Il MEF già ora, e da tempo, sottoscrive derivati sui titoli domestici per mettersi al riparo da fluttuazioni dei rendimenti.
9. Il prestito del MES è privilegiato rispetto ai titoli di Stato.
Vero, come tutte le emissioni di enti sovranazionali, ad esempio quelle IMF. Il totale circolante ammonta ora a circa 2100 miliardi; lo stesso Pedicini afferma al punto 3 che quest’anno emetteremo 500 miliardi. Il pericolo di un downgrade dovuto alla seniority di una quota dell0 0,015% dei debiti è risibile. Piuttosto come valuterebbero le agenzie uno Stato ad un notch dal junk che preferisce indebitarsi a tassi del 2% invece che a tassi negativi?
10. Nessun Paese europeo ha chiesto il MES
Per ora. Tutti i tassi, tranne quello italiano e quello greco, sono prossimi allo zero o negativi. Gli acquisti sul secondario della BCE hanno raffreddato gli spread non solo all’Italia ma a tutta l’eurozona.
La Grecia non chiederà il MES perché è appena uscita con successo da un programma di aiuti e il suo turnover di portafoglio ammonta a soli 800 milioni contro i 500 miliardi italiani. Non ha motivi di entrare in un nuovo programma. Poiché il MES eroga fino al 2% del PIL 2019 il programma destinato alla Grecia sarebbe di soli 3,6 miliardi
11. Il MES comporta il rischio effetto stigma.
Si veda il punto 9
Infine, venerdì si è votata in commissione economia dell’europarlamento una risoluzione che prevede il rendiconto delle spese sanitarie finanziate col MES. Il Movimento 5 stelle ha votato contro: non vogliono rendicontare le spese.
Il vero punto è questo, il partito che ha fatto del rendiconto delle spese dei parlamentari una battaglia politica (persa, vista i risultati con i suoi stessi rappresentanti), non vuole che chi presta o regala i soldi al governo sappia come vengono spesi. Gran bell’esempio di moralizzazione. Insomma, “dateci i soldi, dateceli gratis e non ve ne freghi nulla di come li sprechiamo.”https://www.facebook.com/notes/costanti ... 709785447/