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Lavoro agile

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lavoro agile

Messaggioda Robyn il 25/05/2020, 21:06

Il lavoro agile cioe' il telelavoro e' parificabile a tutti gli effetti al lavoro subordinato se fatto on-line ad eccezione delle pause che sono off-line.La differenza e' che il lavoro anziche essere fatto in azienda e' fatto a casa.Se invece il lavoro e' fatto completamente off-line e' parificabile ad un lavoro a P IVA e in questo caso il collegamento on-line c'e' solo quando si spedisce il lavoro fatto on-line tramite posta elettronica certificata.Le parti sociali possono regolare il lavoro agile perche ci sono anche aspetti legati alla privacy del dipendente
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Re: Lavoro agile

Messaggioda pianogrande il 26/05/2020, 2:23

Va fatto un con tratto di lavoro ad hoc.

Tutto va definito e regolamentato.

Diversamente mancano anche i parametri per stabilire un livello di inquadramento e i rimborsi e le indennità.

Il punto più dolente è l'orario di lavoro (le ore di impegno, più che l'orario vero e proprio).

Insomma ci vogliono unità di misura concordate per quantificare il lavoro svolto e questo per evitare il pozzo senza fondo dell'impegno e di una distorta valutazione del lavoro svolto.
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Re: Lavoro agile

Messaggioda franz il 26/05/2020, 22:57

pianogrande ha scritto:Insomma ci vogliono unità di misura concordate per quantificare il lavoro svolto e questo per evitare il pozzo senza fondo dell'impegno e di una distorta valutazione del lavoro svolto.

L'unità di misura è alla fine sempre e solo la produttività, direi.
Se uno che lavora a casa è produttivo come in ufficio, o anche di più, tutto bene.
Non importa quante ore uno lavora. Che poi siano la sera o durante il w-e non importa.
Ognuno si gestisce l'orario come vuole.
Per le donne sarà più facile conciliare casa e lavoro.
Piuttosto sento dire che il fatto di lavorare da casa dovrebbe essere compensato economicamente perché il lavoratore mette a disposizione i suoi locali privati e l'azienda risparmia sull'attrezzatura da ufficio.

Occhio però ad alcuni strani risvolti ...
https://www.inews24.it/2020/05/25/smart ... sondaggio/
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Re: Lavoro agile

Messaggioda Robyn il 27/05/2020, 14:33

Per il lavoro agile devono valere tutte le regole previste dal ccnl del livello impiegatizio inizio orario di lavoro fine orario pause ferie permessi gatifica natalizia etc.Per un'orario piu' flessibile bisogna ricorrere ad una intesa fra l'impiegato le rappresentanze sindacali e la parte datoriale su' libera scelta dell'impiegato e poi c'e' l'aspetto della privacy da assicurare al dipendente.Per di piu' c'e' ancora l'annoso problema del part-time da definire affinche diventi una libera scelta.Fare una tassazione piu' bassa per le donne affinche abbiano una corsia preferenziale sarebbe incostituzionale.Forse sarebbe necessario stabilire delle quote.Per l'80% il part-time e' riservato al sesso femminile la parte restante del 10% al sesso maschile perche la costituzione afferma che alla donna va' garantito l'esercizio del lavoro con la sua funzione insostituibile della maternita.L'assegno di maternita' in caso di parto va'a gravare interamente sul welfare per evitare problemi vari
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Re: Lavoro agile

Messaggioda trilogy il 26/06/2020, 16:01

Rebecchini: «Altro che agile, pubblica amministrazione ferma per smart working»
Il presidente dell’Acer: stallo totale, si torni a lavorare in sede negli uffici di Comune, Regione e in quelli statali. Altrimenti si ostacola la ripartenza dopo la pandemia
Lilli Garrone

«Ogni ipotesi di rilancio del paese resterà lettera morta, con tutte le drammatiche conseguenze che ne deriveranno, se la pubblica amministrazione non si rimetterà al lavoro concretamente, tornando a confrontarsi con il pubblico, sia pure in modalità smart». L’atto d’accusa arriva dal presidente dei costruttori romani (Acer), Nicolò Rebecchini.

Con il «lavoro agile» gli uffici pubblici non funzionano?
«Macché. Oggi, la gran parte degli uffici statali, regionali e comunali è ferma. Lo smart working introdotto per decreto, in un sistema ancora strutturato sulla carta, sta paralizzando ogni procedura».

Ci fa qualche esempio?
«Certo. Recentemente sono state indette delle gare d’appalto da parte delle Rfi, le ferrovie italiane, per la manutenzione dei loro fabbricati: avere i certificati per partecipare a queste gare è difficilissimo, si rischia di far scadere i termini e non poterne prendere parte. E questo purtroppo vale per tutte le gare pubblicate. In più vi è assenza di dialogo con le direzioni lavori degli enti pubblici, durante tutte le fasi, quando questo dovrebbe essere costante».

Quindi lei boccia per gli uffici pubblici lo smart working?
«Sono sempre più frequenti le lamentele degli operatori per ottenere i documenti necessari per partecipare ad una gara d’appalto, così come infiniti i tempi per ottenere le autorizzazioni, come ad esempio quelle del Genio civile. È necessario che chi ci governa si renda conto che i servizi al cittadino ora sono più importanti che mai: non possiamo più permetterci il blocco delle istruttorie urbanistiche ed edilizie e solo qualche sporadico rilascio di permessi di costruire. È necessario il ritorno in ufficio per confrontarsi anche in termini smart con il pubblico».

E come mai adesso non avviene?
«Noi possiamo colloquiare da remoto. Ma gli addetti della pubblica amministrazione non trovandosi in ufficio non hanno sotto gli occhi le procedure, gli incartamenti, le pratiche, per poterci dare sollecite risposte. La presenza in ufficio pertanto al momento è indispensabile».

Ma ritenete che questo sia valido anche per il futuro?
«Il futuro dovrà essere necessariamente smart e le Pa dovranno investire per perseguire questo obiettivo. Ora più che mai sarebbe imperdonabile ostacolare il già complesso rilancio del Paese».

Contro la corruzione, l’informatizzazione potrebbe essere di aiuto?
«Non c’è dubbio che un’interlocuzione informatizzata porterà ad una grande trasparenza in tutte le procedure. E anche a velocizzare le risposte. Purtroppo c’è bisogno di essere dotati di adeguate strutture, di personale formato, al quale, soprattutto, deve essere permesso di accedere a tutte le informazioni per rendere virtuoso questo processo smart».

La pubblicazione delle convenzioni da parte della presidente della commissione Urbanistica, Donatella Iorio, può far parte di questo processo?
«Sì. Purtroppo manca l’altra faccia della medaglia. L’inefficienza della Pa che, a prescindere dall’emergenza Covid, non svolge il proprio lavoro. Un esempio: in ogni convenzione è previsto che l’amministrazione nomini una commissione di vigilanza, per attuare il programma. Ma se poi le commissioni non vengono nominate, di chi è la colpa? Se le opere pubbliche realizzate non vengono poi collaudate, è colpevole chi ha costruito? Forse bisogna fare una seria autocritica, prima di fare qualsiasi affermazione».

fonte: https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... 7c08.shtml
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Re: Lavoro agile

Messaggioda pianogrande il 26/06/2020, 18:51

Per chiusura degli uffici dell'Agenzia delle entrate, non mi è stato possibile sbloccare le mie credenziali (bloccate per un errore mio).

Loro stessi mi hanno consigliato di fare lo "Spid".
Tra l'altro lo spid è una procedura a pagamento

Per carità, non una condanna a morte; l'ho fatto, ho pagato e funziona ma mi sono meravigliato che una procedura tanto elementare come lo sblocco delle credenziali si complicasse fino al punto che lo stesso ufficio, rispondendo alla mia mail, mi consigliasse delle alternative.

Tra l'altro, neanche un centralino automatico che mi dicesse che l'ufficio era chiuso.
Il telefono semplicemente non rispondeva e ho dovuto scoprirlo recandomi sul posto e trovando un mini assembramento di gente costretta a leggere un avviso A4 dietro al vetro.

Ma quale smart?
Ma quale agile?
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Re: Lavoro agile

Messaggioda trilogy il 27/07/2020, 17:09

Milano, 26 lug. (askanews) – Lo smart working causa una riduzione dei consumi presso pubblici esercizi e ristoranti quantificabile in circa 250 milioni di euro al mese.

Questo dato si aggiunge a quello dovuto alla mancata spesa turistica, per cui si può quantificare in circa il 35% in meno il fatturato complessivo che ancora manca alle imprese del settore. A stimarlo è Confesercenti.Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro, oggi sono 1,6 milioni i lavoratori che prestano la loro opera in smart working. Un numero otto volte superiore a quanto si riscontrasse prima della diffusione del virus, quando le persone in smart working erano circa 220mila.La possibilità del lavoro a distanza ha svolto un ruolo cruciale nel piegare la curva dell’epidemia ma – avverte Confesercenti – sta determinando elevati costi sociali, che devono essere opportunamente gestiti dalla politica economica. Indagini disponibili evidenziano il rischio che lo smart working aumenti il divario fra lavoratori di livello più elevato e più istruiti e il resto della forza lavoro. Dirompente, per la sua subitanea diffusione, è poi l’impatto che il lavoro a distanza sta avendo appunto sul tessuto commerciale dei luoghi dove prima si concentrava lo svolgimento delle attività lavorative.
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Re: Lavoro agile

Messaggioda franz il 27/07/2020, 18:08

trilogy ha scritto: Dirompente, per la sua subitanea diffusione, è poi l’impatto che il lavoro a distanza sta avendo appunto sul tessuto commerciale dei luoghi dove prima si concentrava lo svolgimento delle attività lavorative.

dirompente anche l'effetto della diffusione del motore a scoppio (e le "carrozze senza cavalli") sulla filiera del cavallo, costituita da allevamenti equini, foraggio, sellerie, stazioni di riposo (le locande, per mangiare e riposarsi) con tanto di maniscalchi e veterinari. Se allora ci fosse stata confesercenti, questa diavoleria non sarebbe passata.
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Re: Lavoro agile

Messaggioda pianogrande il 29/07/2020, 0:37

Non si può pensare di non fare tele lavoro perché dobbiamo mantenere gli esercenti.

Sparisce anche il buono pasto.

Una ministra si è permessa di farlo presente ed è stata lapidata.
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Re: Lavoro agile

Messaggioda trilogy il 29/07/2020, 9:56

pianogrande ha scritto:Non si può pensare di non fare tele lavoro perché dobbiamo mantenere gli esercenti.

Sparisce anche il buono pasto.

Una ministra si è permessa di farlo presente ed è stata lapidata.


Da quello che raccontano in diversi ministeri con accordi di sede stanno a casa e ricevono comunque il buono pasto ;)
Non ho avuto modo di verificare l'informazione, ma non mi stupisce.
Comunque hanno distrutto molte attività economiche e posti di lavoro per decreto e probabilmente si poteva evitare.
Per fortuna ci sono anche attività che hanno guadagnato da questa situazione. Mi raccontava un amico fisioterapista che prima aveva la maggior parte dei clienti nelle ore serali o il sabato, ora con il cosiddetto "smart working" ha clienti tutto il giorno :lol:
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