Il ministro Boccia, che porta nel cognome il destino di certe sue intuizioni, vuole investire i disoccupati che percepiscono un reddito di cittadinanza del ruolo di censori esistenziali. Avrebbero, costoro, l’incarico di sgridare chi per strada abbassa la mascherina o si avvicina eccessivamente a qualche non congiunto. Qualora il redarguito non si piegasse alla loro invadenza, gli improvvisati questurini dovrebbero riportarne il nome alle Autorità. L’idea di consegnare un potere piccolo ma urticante a persone sprovviste delle competenze per esercitarlo non è nuova, nelle dittature. Metti delle mostrine su una spalla qualsiasi e avrai un apostolo zelante dell’ordine. La memoria va ai capi-caseggiato fascisti e sovietici che avevano il compito di garantire un controllo capillare delle vite altrui. Ed essendo statisticamente inevitabile che tra i controllori si annidino anche individui frustrati e rancorosi, un governo che li mettesse nella condizione di sentirsi importanti finirebbe per legittimarne i ricatti e le meschinità.
Non dico che il mite Boccia si auguri quelle conseguenze. Ma il fatto che nel concepire la proposta non le abbia soppesate, lascia ancora più perplessi.Voglio sperare che il parto di uno Stato poliziesco non vedrà mai la luce, ma nel caso mi premurerei di suggerire agli «assistenti civici» (pare si chiamerebbero così) di rispettare per primi il distanziamento sociale. Girandomi alla larga.
Fonte: https://www.corriere.it/caffe-gramellin ... a61e.shtml