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Federalismo differenziato

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Federalismo differenziato

Messaggioda franz il 14/02/2020, 13:39

Federalismo differenziato: il potere delle regioni si rafforza ovunque.

https://www.lavoce.info/archives/63497/ ... o-il-mondo

ISTITUZIONI E FEDERALISMO
Regioni sempre più autonome. In tutto il mondo
14.02.20
Andrea Ballabio

Il potere delle regioni si rafforza ovunque. L’aumento di forme di decentramento differenziato, a livello fiscale, politico e amministrativo, è una delle tendenze del federalismo. Lo testimoniano le esperienze di Italia, Spagna, Regno Unito e Canada.

Una struttura amministrativa sempre più decentralizzata

Se in Italia la discussione sull’applicazione del meccanismo che consente alle regioni a statuto ordinario di ampliare le proprie competenze – ai sensi dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione – sembra essersi nuovamente arenata, l’incremento di forme di decentramento differenziato è una delle dieci tendenze principali che oggi caratterizzano il federalismo nel mondo. I numeri, del resto, lasciano poco adito a dubbi. Nel contesto globale, il potere delle regioni è in continua crescita, come certifica l’incremento in termini di Regional Authority Index (Rai) per 52 paesi su 81 analizzati (tutte le nazioni Ocse, Ue e dell’America Latina, oltre ad altre 10 nazioni europee e 11 del Sud-Est Asiatico e del Pacifico): due terzi di questi stati presentano infatti una struttura amministrativa con almeno un elemento di differenziazione, che si declina lungo le dimensioni fiscale, politica e amministrativa. Incoraggiare e realizzare appropriate forme di federalismo differenziato è poi una delle linee guida che l’Ocse suggerisce per rendere il decentramento funzionale allo sviluppo regionale.

L’indice in Italia, Spagna, Regno Unito e Canada

Partendo dai singoli punteggi del Rai, è stato possibile costruire due misure sintetiche: il differenziale e il punteggio medio. Il primo indicatore è calcolato come differenza tra lo score più alto e quello più basso fatti segnare all’interno di ciascuno stato, offrendo una approssimazione della varianza dell’autorità regionale e confermando le asimmetrie esistenti. La seconda misura rappresenta il potere che, in media (ponderando per la popolazione residente), le regioni esercitano nei vari paesi.


Se guardiamo in particolare alle esperienze di Italia, Spagna, Regno Unito e Canada, vediamo che il nostro paese è quello dove le differenze interne sono più contenute, con un solo punto a separare regioni a statuto ordinario e speciale. Il Regno Unito, invece, è il paese dove le differenze sono più consistenti e derivano dalla fortissima discrepanza tra la Scozia e le regioni inglesi, che tra l’altro sono state abolite a partire dal 2012. Circa le medie, si nota che le regioni spagnole e canadesi godono complessivamente di un maggior potere rispetto a quelle italiane e, soprattutto, rispetto a quelle inglesi.

Ma vediamo gli elementi distintivi delle esperienze di federalismo differenziato nei tre paesi.

Il tratto caratteristico del decentramento asimmetrico spagnolo è il cosiddetto “regime forale” concesso alle regioni di Navarra e Paesi Baschi, due delle regioni differenziate spagnole. È un regime che garantisce una fortissima autonomia fiscale, con la possibilità di decidere indipendentemente l’aliquota e la base imponibile della maggior parte dei tributi. Se l’elemento principale è di natura fiscale, ciascuna comunità autonoma ha comunque potuto negoziare con il governo centrale un numero differente di competenze e poteri, distinguendosi così dalle altre.

La differenziazione nel Regno Unito assume i connotati di una vera e propria devolution, in quanto alcune regioni (Scozia, Galles e Irlanda del Nord) sono costituite legalmente come livelli separati di governo. È una forma particolarmente rafforzata di decentramento. Le differenze, radicate a livello sia politico sia fiscale e amministrativo, si acuiscono alla luce del fatto che le regioni inglesi, eccezion fatta per quella di Londra, sono state abolite a partire dal 2012 e che il grado di potere esercitato è alquanto differente.

Similmente a quello italiano, anche il modello canadese denota tratti asimmetrici principalmente politico-amministrativi. L’elemento caratterizzante è la cosiddetta opzione di “opting out”, ossia la facoltà permessa alle province e ai territori canadesi – le entità che costituiscono il livello regionale – di recedere dai programmi federali ricevendo le necessarie risorse per la gestione in proprio del programma. Nel corso del tempo, la clausola di rinuncia è stata esercitata soprattutto dal Quebec, la provincia dove l’identità locale è più forte, anche per questioni linguistico-culturali.
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