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Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda franz il 20/01/2020, 10:59

Già stabilito ai temi del bonus renziano (80€) che la misura non ha rilanciato i consumi ma ha gravato sul bilancio dello stato di circa 10 miliardi ogni anno. Però il PD di Renzi raggiunse il 40% alla europee.

Ora quindi ci riprovano aumentando l'importo ed estendendo la platea.
Ne parlano ora, ma sarà per luglio. E ne parlano ora, immagino, perché a fine mese ci sono le regionali.

ma ... sentiamo cosa dice la rete:


Massimo Fontana

Oggi parliamo del taglio del cuneo fiscale che dovrebbe diventare operativo a luglio di quest’anno, qui:
https://www.ilsole24ore.com/art/taglio- ... u-ACVkbiCB?

Nella fattispecie proveremo a capire se può essere utile al rilancio dell’economia.
Secondo infatti una parte della narrativa che ci viene raccontata, il fatto che vengano messi un po' di euro in più nella busta paga dei lavoratori, dovrebbe spingere i consumi e quindi rilanciare la crescita.
Ma le cose stanno veramente così?
Purtroppo no.
Vediamo il perché.

Tutto parte da una domanda: come si finanzia una riduzione fiscale, visto che alla fine di questo stiamo parlando?
Le risposte sono tre. (1)
In sequenza, una riduzione delle tasse può avvenire:
- facendo nuovo deficit pubblico
- aumentando le tasse a qualcuno e utilizzando il nuovo gettito per abbassare le tasse a qualche altro soggetto
- tagliando la spesa pubblica e utilizzando i risparmi di spesa per tagliare le tasse.
Cerchiamo di analizzare le tre vie.

La prima è semplice ed è quella fatta da Reagan negli anni ‘80 e da Trump oggi.
Sia nell’esperienza di Reagan che in quella di Trump, abbiamo visto che l’economia è cresciuta, non molto nel caso più recente, ma in ogni caso non a livelli tali da ripagare il maggiore deficit e quindi debito pubblico, che è sempre cresciuto successivamente alla riduzione fiscale.
Non solo: nell’esperienza di Reagan, il maggiore debito accumulato ha costretto i governi venuti dopo a rialzare le tasse per mettere sotto controllo i conti pubblici.
La riduzione fiscale fatta a debito quindi, spinge la crescita ma ancor di più il debito totale e rischia così di veder aumentare le tasse successivamente per coprire i buchi di bilancio.

La seconda è la via preferita dalla sinistra estrema.
Non ha nulla a che vedere con Keynes (che comunque prevede anch'esso la riduzione delle tasse come mezzo espansivo), ma parte dall’interpretazione marxista dell’economista inglese.
In questo framework la crescita economica debole è dovuta ad una cattiva distribuzione dei redditi che avvantaggia il capitale e i ricchi.
Il maggiore reddito verso le classi “capitaliste”, porta il sistema economico ad avere un eccesso di risparmio e di converso un difetto di consumo.
Ecco allora che prelevando con le tasse una quota anche consistente del reddito dei ricchi e distribuendolo poi alle fasce più povere, si riattiverebbe il consumo permettendo così un aumento della crescita economica.
Ora, tutta questa teoria (tecnicamente: la funzione del consumo di Kaldor) è anche interessante, ma è semplicemente falsa (vedere a proposito i lavori di Modigliani, anche per l'Italia).
I ricchi non tengono nascosti nel materasso i loro soldi, e anche quelli risparmiati non sono “tolti” dal circuito economico.
Il risparmio o è investito direttamente in attività produttive (le azioni) o se parcheggiato nelle banche o in altre forme di investimento non attivo (conti deposito, obbligazione, titoli di stato, etc.) è comunque investito in attività produttive dai rispettivi soggetti depositari dei risparmi (banche, società, stato, etc.)
Quindi la maggiore tassazione di un soggetto, anche ricco, andrà semplicemente a diminuire la sua domanda aggregata, che ricordiamo è data dal consumo ma anche dagli investimenti, lasciando inalterata la domanda aggregata globale e quindi la crescita economica.

Qui ci fermiamo temporaneamente.
Il perché lo si capirà quasi subito.
Rispondiamo a questa domanda: in quale delle tre ipotesi si inserisce la riduzione del cuneo fiscale approvata dal governo attuale?
A grandi linee, nascendo dalla manovra finanziaria approvata a fine dicembre, dovrebbe rientrare in modo imperfetto nella seconda ipotesi.
Noi sappiamo infatti che la manovra finanziaria prevedeva all’incirca per metà un aumento del deficit, destinato a coprire l’aumento dell’iva, e per l’altra metà, le riduzioni fiscali di cui stiamo parlando, accompagnate però da un certo aggravio fiscale, che nelle intenzioni iniziali doveva andare a colpire essenzialmente le classi più agiate.
Questo l’intento originario, che almeno da parte del Pd, il vero depositario dell’ortodossia post-keynesiana di stampo neomarxista, dovrebbe essere ripreso in futuro.
Ma la politica, soprattutto di coalizione, non è mai perfetta.
Ecco allora che la manovra uscita dal parlamento ha approvato degli aumenti fiscali che alla fine colpiscono più o meno tutti.
Il punto ovviamente non cambia, anzi, si aggrava: già tassare i ricchi per dare ai poveri non stimola l’economia, se però tassiamo tutti per dare a qualcuno, sicuramente l’economia non si stimola.
E la ragione è semplice: la domanda aggregata globale finale rimane semplicemente la stessa.

Ma allora, se una riduzione fiscale non ha effetti positivi facendo maggiori debiti o tassando i ricchi, come si può stimolare l’economia per aumentare la crescita?
Risposta: riducendo la pressione fiscale.
Controsenso?
No.
Il senso c’è, uscendo però dal framework keynesiano e abbracciando l'unica vera interpretazione economica corretta, il sistema neoliberista, e quindi aggiungendo un particolare alla formulazione: riducendo la pressione fiscale…...tramite i risparmi ottenuti da un taglio della spesa pubblica.
E’ la terza ipotesi vista sopra.
Ma perché un taglio della spesa pubblica con successiva riduzione fiscale dovrebbe stimolare l’economia?
In fin dei conti non è lo stesso meccanismo visto sopra della domanda aggregata che rimane inalterata con la tassazione dei ricchi?
Si, lo è, ma solo nel breve periodo.
Nel breve periodo un taglio della spesa pubblica con riduzione successiva delle tasse lascia in effetti inalterata la domanda aggregata.
Ma nel lungo periodo le cose cambiano.
Perchè?
La risposta è solo una: la produttività.
La spesa pubblica infatti è generalmente meno produttiva di quella privata.
Pensate infatti a riguardo anche solo ai miliardi che lo stato sta buttando per tenere in vita aziende decotte.
Travasando risorse dal settore pubblico improduttivo verso quello privato più produttivo quello che si otterrà sarà un aumento del tasso di crescita strutturale dell’economia.
Tasso di crescita strutturale dell’economia che in Italia è oggi poco sopra lo zero e che non viene stimolato di un centesimo dalla riduzione del cuneo approvata dal governo e che alla fine è il vero responsabile della mancata crescita dell'economia.
Ovviamente per rilanciare la crescita non basta solo e ripeto, solo, tagliare la spesa e abbassare le tasse.
Bisogna anche rendere flessibili tutti i prezzi dei fattori della produzione, aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione che rimane dopo la sua riduzione e soprattutto, aumentare il livello di concorrenza interna del paese, perché altrimenti, il rischio è quello di sostituire monopoli pubblici con monopoli privati, e i monopoli sono un danno per il paese chiunque ne sia il proprietario.

Quindi, concludendo, ridurre le tasse non solo si può, ma anzi si deve fare.
Ma ha senso farlo solo dopo un taglio della spesa pubblica.
Ogni altra ipotesi non solo non rilancia strutturalmente la crescita, ma anzi rischia di aggravarla nel futuro.

(1) Già so’ che qualche genio verrà a dirmi che esiste anche un altro modo per ridurre le tasse, ovvero finanziando il deficit tramite la stampa di moneta.
Ma tralasciando l’impatto inflattivo di questa misura, questa via è semplicemente un modo di finanziamento del deficit pubblico, rientrando quindi nel primo punto già esaminato.

https://www.facebook.com/massimo.fontan ... 9990784883
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda Robyn il 20/01/2020, 12:33

Questo riguarda il dipendente.Adesso la diminuzione del cuneo fiscale per le aziende puo' esserci attraverso la separazione della previdenza dall'assistenza?Perche dalla confusione fra previdenza e assistenza pare ci siano molte voci che gravano sui contributi che fanno in modo che i contributi siano alti.Facendo chiarezza cioe' separando previdenza e assistenza forse i contributi sarebbero piu' bassi
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda franz il 20/01/2020, 14:43

Un fatto che dovrebbero conoscere ormai anche i sassi, è che il cuneo fiscale italiano è determinato per 2/3 dai contributi previdenziali e solo per 1/3 dalle imposte.

Eppure il governo giallo verde prima (rossobruno per gli amici) e quello giallo rosso dopo, insistono per aumentare la spesa previdenziale tramite quota 100 e per diminuire le imposte. flat tax o bonus miliardari, poco cambia.
Solo solo mance elettorali.
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda franz il 20/01/2020, 16:17

Robyn ha scritto:Questo riguarda il dipendente.Adesso la diminuzione del cuneo fiscale per le aziende puo' esserci attraverso la separazione della previdenza dall'assistenza?Perche dalla confusione fra previdenza e assistenza pare ci siano molte voci che gravano sui contributi che fanno in modo che i contributi siano alti.Facendo chiarezza cioe' separando previdenza e assistenza forse i contributi sarebbero piu' bassi

È la somma che fa il totale e questo totale si chiama cuneo fiscale.
Hai ragione sullo splitting ma l'effetto sarebbe che i contributi scenderebbero di un tot (per dipendenti e indipendenti) e la cifra corrispondente andrebbe ad aumentare l'imposizione fiscale per tutti. Potrebbe essere quasi neutra per i lavoratori e un po' penalizzante per i pensionati. La coperta è corta e non è che tirandola da una parte o dall'altra il freddo diminuisce.

Il problema sta qui. Se vogliamo ridurre il cuneo fiscale (e va fatto) occorre ridurre la spesa.
Spesa per pensioni e spesa fiscale.
Non ci sono altre vie.
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda Robyn il 21/01/2020, 12:04

Si possono realizzare dei risparmi con la formula blairiana attraverso investimenti nella Pa ad ex pensiamo alle linee lan per la comunicazione fra uffici Pa alla computerizzazione del materiale cartaceo che significa meno cancelleria,oppure all'illuminazione pubblica stradale e degli edifici con il led e relativa alimentazione con pannelli fotovoltaici,pensiamo a mezzi della Pa che anziche acquistare carburante utilizzano l'elettrico,vanno contrastati gli sprechi nella sanita' perche i prezzi farmaceutuci ed altri servizi salgono per effetto di speculazioni.Il day hospital la comunicazione via posta elettronica fra paziente e medico per le patologie lievi puo' diminuire la spesa.Poi ci sono le partecipate improduttive che costano molto le persone in esse impiegate bisogna metterle da un'altra parte ad ex mancano i segretari comunali
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda Robyn il 22/01/2020, 11:40

Attraverso questi risparmi di spesa realizzati nella Pa ,cioe' gli sprechi e la spesa superflua,si fa' in modo che la tassazione per pensionati ed altre categorie non cresca per effetto della separazione fra previdenza e assistenza.Attraverso la separazione fra previdenza e assistenza i contributi sono piu' bassi ed e' possibile contrastare il lavoro nero e la precarieta'.Se i contributi sono piu' bassi e' possibile recuperare contributi e tassazione evasa piu' facilmente calcoliamo che il lavoro nero non da diritti non da' pensione non da' ferie tredicedima permessi assegni di disoccupazione.Il passo successivo e' poi la previdenza complementare pubblica e privata cioe' il sistema previdenziale a capitalizzazione
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda franz il 22/01/2020, 19:31

Robyn ha scritto:Attraverso questi risparmi di spesa realizzati nella Pa ,cioe' gli sprechi e la spesa superflua,si fa' in modo che la tassazione per pensionati ed altre categorie non cresca per effetto della separazione fra previdenza e assistenza.Attraverso la separazione fra previdenza e assistenza i contributi sono piu' bassi ed e' possibile contrastare il lavoro nero e la precarieta'.Se i contributi sono piu' bassi e' possibile recuperare contributi e tassazione evasa piu' facilmente calcoliamo che il lavoro nero non da diritti non da' pensione non da' ferie tredicedima permessi assegni di disoccupazione.Il passo successivo e' poi la previdenza complementare pubblica e privata cioe' il sistema previdenziale a capitalizzazione

Il totale non cambia, anche se in verità i contributi sono proporzionali mentre l'assistenza a carico della fiscalità graverà in modo progressivo. A mio avviso se non si interviene sulla spesa (sia previdenziale, sia statale) cambierà pochissimo.
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda Robyn il 22/01/2020, 20:25

Perche non cambia?se faccio la separazione fra previdenza e assistenza gia' e' possibile eliminare il 9% di trattenuta previdenziale sulla busta paga che probabilmente e' destinata all'assistenza e fare un cuneo fiscale piu' basso.Pero' questa spesa per assistenza andra' a gravare sulla fiscalita' generale e questo si puo' evitare realizzando dei risparmi nella Pa che andranno a mantenere costante la tassazione che poi puo' diminuire con la discesa delle 5 aliquote marginali.I risparmi di spesa nella Pa usando il metodo blairiano cioe' investendo per diminuire gli sprechi non sarebbero pochi.Se i contributi sono proporzionali bisognera'alzare leggermente la percentuale per averli come prima ma senza la componente derivante dalla trattenuta previdenziale del 9% ma nel complesso saranno inferiori
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda franz il 23/01/2020, 9:51

Robyn ha scritto:Perche non cambia?se faccio la separazione fra previdenza e assistenza gia' e' possibile eliminare il 9% di trattenuta previdenziale sulla busta paga che probabilmente e' destinata all'assistenza e fare un cuneo fiscale piu' basso.Pero' questa spesa per assistenza andra' a gravare sulla fiscalita' generale e questo si puo' evitare realizzando dei risparmi nella Pa che andranno a mantenere costante la tassazione che poi puo' diminuire con la discesa delle 5 aliquote marginali.I risparmi di spesa nella Pa usando il metodo blairiano cioe' investendo per diminuire gli sprechi non sarebbero pochi.Se i contributi sono proporzionali bisognera'alzare leggermente la percentuale per averli come prima ma senza la componente derivante dalla trattenuta previdenziale del 9% ma nel complesso saranno inferiori

Non cambia molto perchè la fiscalità generale va già in busta paga. Per il 2019 lo stato ha trasferito all'INPS 107 miliardi, proprio per pareggiare i conti delle missioni non previdenziali (anche qualche gestione previdenziale in rosso). Quei soldi sono già a carico della fiscalità generale e quindi fanno già parte del cuneo fiscale. Intanto il conto INPS è peggiorato ed in rosso: reddito e pensione di cittadinanza per 7,1 miliardi di euro, quota 100 per 5,2 miliardi di euro. Questo non verrà pagato con i contributi ma dalla fiscalità. Si ipotizza che prossimamente lo stato dovrà intervenire con 120 miliardi.
Tieni presente che il gettito IRPEF 2013 è stato di 167 miliardi, di cui 75.5 a carico del lavoratori dipendenti. Dovrebbero essere 95 miliardi ma con il bonus 80 euro pagano meno. Ma altri pagano. Ecco perché l'IVA è al 22% e si fatica ad evitare che vada al 25%. O si fatica a diminuire il deficit ed il debito.
Non ci siamo. Se non si diminuiscono le spese almeno del 10% in 10 anni, le pensioni diventeranno un miraggio non solo per i giovani, ma anche per chi è già in pensione.
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Re: Nuova misura elettorale con la scusa del cuneo

Messaggioda Robyn il 23/01/2020, 12:35

L'IVS "invalidita' vecchiaia superstiti" e' pagata attraverso la busta paga dai lavoratori e questo fa' crescere il costo del lavoro e determina lavoro nero.Allo studio c'erano diverse proposte cioe' unificare tutte queste prestazioni previdenziali che sono frammentate e fare una sola prestazione che includesse il rmg e che fosse a carico della fiscalita' generale.Quando si elimina l'IVS e si diminuisce il cuneo fiscale per le aziende bisogna fare in modo che la retribuzione netta e i contributi rimangano invariati per effetto della proporzionalita'.Pero' sul cuneo fiscale esistono altre idee e una di queste e' il welfare aziendale.Si elimina l'IVS a favore delle aziende che pero' pagheranno ai propri dipendenti asili nido bonus bebe ed altre prestazioni.Il welfare aziendale puo' pero' avere delle falle perche potrebbe favorire l'assunzioni di single e non chi ha un bimbo/a a cui pagare l'asilo nido ,il bonus bebe' ed altre prestazioni e sarebbe di difficile applicazione per le piccole aziende che hanno uno o due dipendenti.A questo problema si potrebbe porre rimedio eliminando l'IVS a favore delle aziende e mettendo una piccola trattenuta assicurativa obbligatoria pubblica o privata per tutti i lavoratori dipendenti percentualmente al reddito e il bonus bebe' l'asilo nido vengono trattati allo stesso modo dei sinistri assicurativi.La fiscalita' generale non mi paga piu' queste prestazioni ma se le paga il lavoratore anche se non ne usufruisce perche single o senza bimbo/a.Praticamente il lavoratore non paga piu' l'IVS ma alcune prestazioni di welfare non le riceve piu'.Queste prestazioni si ricevono dallo stato solo se si e' senza lavoro.L'IVS il lavoratore continua a pagarla attraverso l'IRPEF ma solo la quota relativamente che gli tocca per ragioni legate alla solidarieta'
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