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BYE-BYE DITTA

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

BYE-BYE DITTA

Messaggioda franz il 13/12/2019, 8:59

Ove pare che si parli di elezioni nel regno unito ma in realtà si parla del PD e di Renzi.
Ragion per cui ne faccio argomento a parte.

LINKIESTA, editoriale del 13 dic 2019
La disfatta della vecchia sinistra in Gran Bretagna dimostra che non si può tornare indietro (e allora il PD?)

La catastrofica sconfitta dell’Old Labour smentisce le previsioni secondo cui solo un rigetto del neoliberismo avrebbe salvato la società dai reazionari. Una lezione per il Partito democratico che in odio a Renzi sta ripercorrendo lo stesso errore.

Molto bene in Gran Bretagna the firm, la ditta, l’Old Labour che avrebbe dovuto cantarle chiare al New Labour liberal-democratico e post socialista di Tony Blair ancor più che agli avversari nazional-sovranisti, e anche un poco buffoni, di Boris Johnson.

Davvero un grande successo per il ritorno al passato che finalmente avrebbe dovuto riconciliare la sinistra alle tradizionali radici sindacali e operaie strappate dall’odiato neoliberismo, ma che nel frattempo ha preferito non prendere posizione su una bazzecola chiamata Brexit né sulla quisquilia dell’antisemitismo per cercare di non scontentare nessuno, finendo però per scontentare tutti al punto da subire, ieri notte, la più catastrofica sconfitta della sinistra inglese in quasi un secolo.

Sound familiar? Se vi sembra di averla già sentita è perché siamo nella stessa situazione in Italia, con un Partito Democratico nato da un’intuizione di Walter Veltroni a vocazione maggioritaria per allargarsi alla tradizione cattolica e liberal democratica e uscire dalle secche della sinistra post comunista, ma che in odio a Matteo Renzi, il Rignano Spice della Terza Via di Tony Blair e Bill Clinton, che l’aveva condotto al 40 per cento due volte, alle Europee e al referendum costituzionale, è tornato sotto il saldo controllo della ditta Pds e Ds per trasformarsi, a essere generosi, in un’agenzia interinale che fornisce professionisti di buona qualità a governi più o meno presentabili.

Che cosa sia davvero il Pd di Nicola Zingaretti non è dato saperlo. Il progetto di un’alleanza strategica con la Casaleggio Associati è di straziante comicità. Le Cronache di Narni sono surreali. Il silenzio sul candidato a presiedere la Commissione Banche, forte dell’expertise di aver diffuso i Protocolli dei Savi di Sion quale prontuario per combattere lo strapotere dei banchieri ebrei, è sconcertante. L’apatia nell’accettare qualsiasi paturnia di Luigi Di Maio è grottesca. Gli appelli alla saggezza di Beppe Grillo e l’evocazione della leadership di Giuseppe Conte, vabbè.

Il Pd di Nicola Zingaretti non è nemmeno così orgogliosamente socialista come il Labour di Jeremy Corbyn o i Democratici di Bernie Sanders o i Millennial Socialists di Alexandria Ocasio Cortez: vorrebbe esserlo ma se ne vergogna, si limita a non contestare il reddito di cittadinanza e la pensione anticipata a quota 100 e ad accettare per inerzia la chiusura dell’Ilva, l’aumento delle tasse e la fine della prescrizione orchestrata da Fofò Dj e Marco Travaglio, mentre quando si spinge oltre, con il ministro Peppe Provenzano, rimastica tesine di sociologi d’area Old Labour per criticare Milano perché non restituisce. Soprattutto, il Pd è un partito dipendente dagli umori del primo pubblico ministero che alza la voce, quando non pensa di candidarlo, e dai loro megafoni mediatici.

Il Pd sembra non accorgersi che affidarsi ai giudici è la strada maestra per consegnarsi ai Cinque stelle, che prendere tempo non paga, che imitare Corbyn porta alla catastrofe, magari dovrebbe riconsiderare il rigetto antropologico nei confronti della Terza Via liberal-progressista che è l’unica strada ad aver avuto consenso di qua e di là dell’Atlantico e ad aver fatto crescere e progredire la società contemporanea.

Questa sinistra liberale e democratica ha i suoi problemi, a cominciare dalla devozione fideistica nei confronti dell’innovazione e della globalizzazione, ma l’alternativa a una ricetta di successo degli anni Novanta non può essere quella degli anni Ottanta, superata già trent’anni fa, né la scorciatoia giudiziaria al socialismo, semmai un adeguamento ai tempi e alle nuove esigenze sociali dell’unico approccio che ha funzionato. Abbattuti i muri della libera circolazione delle idee, dei capitali e delle persone semplicemente non si può tornare indietro.

Proprio ieri, mentre Corbyn guidava la vecchia sinistra a una sconfitta landslide, a valanga, Renzi ha pronunciato al Senato uno dei discorsi più potenti degli ultimi anni in difesa della politica, dei partiti e delle istituzioni democratiche e contro le ingerenze della magistratura che fa indagini a strascico, che intimidisce i privati cittadini che contribuiscono legalmente e in modo trasparente alle attività pubbliche della Repubblica e che pretende di guidare la politica dei partiti e anche la politica economica.

Il leader del mondo liberale e progressista italiano, né ex comunista né reazionario, di quell’area politica che negli ultimi dieci anni ha votato dal Partito democratico ai radicali e dai socialisti a Forza Italia, la famigerata “alleanza contro gli stronzi” aperta a chiunque non sia sovranista, populista e sconsiderato, piaccia o no è Matteo Renzi. Magari, come il Labour, un New Renzi, non un Old Renzi. Prima lo digeriranno il Pd, Carlo Calenda, Emma Bonino, Mara Carfagna, Stefano Parisi, Beppe Sala, Giorgio Gori e, attenzione, innanzitutto lui stesso, il senatore di Rignano che ne ha da farsi perdonare, meglio sarà per tutti noi.

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... nzi/44745/



PS: raramente ho letto lodi più sperticate e Renzi ma vista l'abbondanza di critiche, diciamo che per par condicio qualche lode ci sta. E chi ha scritto quell'editoriale ha detto cose decisamente ragionevoli.
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Re: BYE-BYE DITTA

Messaggioda pianogrande il 13/12/2019, 10:58

Forse in troppi mettono il cappello sul disastro delle sinistre.

Forse gli unici che hanno pieno diritto a metterlo sono gli elettori che le hanno abbandonate per seguire altre strade.

Forse i meno desinistra al mondo sono proprio le "masse operaie" che ho visto vivere nel doppio lavoro e nel sindacalismo di comodo.

Sì.
Di comodo.

La gente va dove vede un vantaggio.
Magari lo vede soltanto e vede la fregatura quando è troppo tardi.

Fregature e marce indietro sono l'elemento base di queste classi politiche ormai ridotte e imprese commerciali a caccia di clienti.

Il vero crollo è quello di qualsiasi ideale, di qualsiasi aspirazione di medio lungo termine.

Il crollo delle sinistre fa parte di un processo più generale di decadenza/squallore delle classi politiche.

Sarà fatalmente seguito dal crollo delle destre e a rimetterci saranno i soliti e cioè i furbi deboli che le prenderanno regolarmente dai furbi forti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: BYE-BYE DITTA

Messaggioda Robyn il 13/12/2019, 11:40

Queste elezioni ridisegnano la sinistra anche Cuperlo pare avere nostalgia del blairismo quando dice di non demonizzare la terza via che manteneva in equilibrio liberalismo welfare e protezione dei più deboli almeno in Inghilterra.Stiamo parlando della nascita del blairismo non di quello degenerativo del secondo tempo che ha inizio con la guerra in Iraq.Le due forme,blairismo degenerativo e di Corbyn difatti creano spazi vuoti a sinistra che poi è la destra a riempire.Dispiace per gli ord liberalism dispiace per gli ord statalism.La palla fatta scendere sù una superfice convessa oscilla ord liberalism--> ord statalism,successivamente ord statalism-->ord liberalism ma poi trova un suo punto di equilibrio dove si ferma sù giù sù giù pliè relevè.Gli ord liberalism dovranno accettare il rmg e un welfare rimodellato gli ord statalism il liberalismo
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Re: BYE-BYE DITTA

Messaggioda Robyn il 13/12/2019, 13:12

Adesso Corbyn dice che non si dimette ,ma non si può più aspettare bisogna cambiare se non si dimette potrebbe essere sfiduciato dal suo partito.Ed Milliband si dimise il giorno dopo le elezioni.Sù giù sù giù pliè relevè egoist rabane parfum e deodorant
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