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Acqua alta a Venezia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Acqua alta a Venezia

Messaggioda Robyn il 14/11/2019, 13:24

A Venezia non ci sono solo le dighe da completare sul lido per evitare che la citta' sia sommersa dall' acqua.La citta' presenta altre criticita' perche e' trascurata.Le navi che attraversano il canale della giudecca sono pericolose e tempo fa'si e' sfiorata la tragedia per cui il percorso andrebbe deviato dall'altra parte dell'isola della giudecca per finire sul porto di Marghera.Ma c'e' anche il moto ondoso dei traghetti che attraverso le vibrazioni indeboliscono le fondamenta dei palazzi per cui sarebbero necessari traghetti che non emettono vibrazioni.Per finire il flusso dei turisti.Il ticket e' contro la liberta' di circolazione ma nulla impedisce in caso di afflusso intenso di smistare e deviare i percorsi perche a Venezia non c'e' solo Pzza San Marco ma molti angoli della citta' fra calli e campi estremamente belli.Cacciari aveva ripulito i canali perche i detriti sul fondale erano in parte responsabili dell'acqua alta.Da proteggere c'e' una citta' di incomparabile bellezza
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda pianogrande il 14/11/2019, 14:12

Venezia è ormai una vera e propria proprietà privata.

E non ti muovi senza pagare.

Fiumi di soldi dal turismo e dalla corruzione del Mose ma, nella difficoltà, vengono buoni i governi e perfino l'odiata Europa.

Salvini, su questa falsariga, ha perfino la faccia di bronzo di rimproverare il governo attuale (loro governano il Veneto da 25 anni) e si permette proposte e emendamenti per succhiare altri soldi.

Conte annuncia 5.000 Euro per le famiglie e 20.000 per le imprese.
Così, a pioggia e chissà quanti ne arriveranno ancora.

Venezia.
Una pompa di soldi e ipocrisia.
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda franz il 14/11/2019, 15:47

il principale problema sta in questa immagine
http://images.agi.it/pictures/agi/agi/2 ... 42b2cb.jpg

e anche nel fatto che tutti i soldi della manutenzione di Venezia sono confluiti nel Mose.
Quindi la città è senna manutenzione dal 2003.
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda pianogrande il 14/11/2019, 16:38

franz ha scritto:il principale problema sta in questa immagine
http://images.agi.it/pictures/agi/agi/2 ... 42b2cb.jpg

e anche nel fatto che tutti i soldi della manutenzione di Venezia sono confluiti nel Mose.
Quindi la città è senza manutenzione dal 2003.


E quindi il Mose è stato un vero flagello per questa città.

A dimostrazione che non basta dare soldi per risolvere i problemi ma ci vuole una classe politica almeno mediamente e decentemente onesta.

Questi sono gli stessi che blaterano di autonomia.
Stanno mostrandoci la più spudorata privatizzazione degli utili e pubblicizzazione delle perdite.

Chissà se Conte ha pagato i 6 Euro di ingresso per entrare a Venezia.
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda trilogy il 14/11/2019, 17:13

pianogrande ha scritto:.... E quindi il Mose è stato un vero flagello per questa città....


Il mose riassume tutti gli elementi del fallimento storico di questo paese. Anni di progetti, anni di studi e valutazioni d'impatto, ricorsi in tribunale, anni di polemiche, una procedura di gestione priva di trasparenza, un numero incredibile di enti di controllo, mazzette per tutti o quasi, una spesa enorme per non realizzare nulla di concreto. Con una cifra analoga i tedeschi hanno bonificato e riconvertito il bacino della ruhr. E terminati i lavori, l'Iba, l'ente che ha coordinato i lavori per 10 anni, è stato liquidato. Operazione impensabile in Italia :lol:
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda Robyn il 14/11/2019, 21:41

Le paratoie sono necessarie poi se sono state fatte male e' un'altra cosa ed andranno analizzate non ho capito perche sono di colore giallo e non blu' come il mare per limitare l'impatto paesaggistico e perche non si alzano verticalmente e non a libro.La legge speciale per Venezia dovrebbe avere fondi costanti e specifici ed elencati cioe' i fondi dovrebbero avere interventi <esclusivi>per proteggere e mantenere intatta e immutata nel tempo la bellezza artistica naturalistica e paesaggistica di Venezia e della sua laguna,interventi per palazzi calli ,campi e canali che ne mantengano l'aspetto <originario>,interventi sulla laguna per proteggere l'habitat marino e della fauna vaporetti che non emettono vibrazioni e non inquinano.Questi interventi di tipo esclusivo dovrebbero esserci perche in passato ci sono state idee un po' strampalate come l'Expo e la metropolitana a Venezia
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda franz il 15/11/2019, 0:11

trilogy ha scritto:
pianogrande ha scritto:.... E quindi il Mose è stato un vero flagello per questa città....


Il mose riassume tutti gli elementi del fallimento storico di questo paese.

Pianogrande: è la tesi di Cacciari, che di Venezia è stato sindaco e che è ha sempre indicato le criticità di quel progetto.
Trilogy: vero, soprattutto se pensiamo che il canale di Suex (164 km) è stato aperto il 17 novembre 1869 dopo 15 anni di lavori. Il canale di Panama, lungo 81,1 km, fu costruito in 7 anni ed aperto il 1914.

Altri tempi, anche altri ingegneri, direi.
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda trilogy il 15/11/2019, 8:57

Tragica fotografia del totale fallimento dell'Italia burocratica. Con le nuove 450.000 assunzioni previste per i prossimi tre anni il paese andrà verso la paralisi completa.Un Esercito di funzionari fermi in attesa di qualcuno che dia un ordine. Ordine su cui eventualmente fare ricorso al Tar, o rivolgersi al sindacato perché "non è di mia competenza" :lol:
Poverini non hanno tutti i torti, attivarlo senza collaudo? Il magistrato che gli manda un avviso di garanzia lo trovi in 5 minuti. Meno rischioso lasciare sprofondare la città sotto l'acqua alta, ma nel rispetto della legge.

Il Mose sotto accusa e il test che dieci giorni fa non è stato autorizzato

La rabbia dei veneziani. I due commissari: forse abbiamo sbagliato. Se c’è un’altra emergenza, che fate? «Deve venire qualcuno e dare l’ordine. Se c’è un ordine, si azionano la paratoie anche parzialmente»

di Francesco Battistini inviato a Venezia

«Forse abbiamo sbagliato…». Piove forte sul Mose. E un po’ su Giuseppe Fiengo, uno dei due commissari, «l’americano» (nato nel Massachussetts) che Renzi non volle più all’avvocatura dello Stato e che l’anticorruttori Raffaele Cantone invece ripescò, proponendolo all’infinita incompiuta di Venezia: i grillini che accusano lui e il collega Francesco Ossola d’essere stati troppo prudenti la notte del disastro, i bottegai veneziani che scrivono furiosi sulla saracinesca «siamo chiusi grazie al Mose!», qualcuno che s’indigna dei superstipendi di tutti questi commissari… «Forse abbiamo sbagliato dieci giorni fa a bocciare i test di sollevamento, non lo so… Io ero perplesso, ma Ossola ha detto che non se la sentiva di dare l’ok: “Può accadere di tutto…”.Sottoscrivo quel che ha dichiarato per spiegare la nostra scelta. Del resto, eravamo soli a decidere».Sia sincero: tornasse a martedì, risponderebbe ancora picche al sindaco di Chioggia, quando l’Acqua Grandissima saliva e lui vi chiedeva d’azionare il Mose anche senza collaudi? «Non è facile dirlo. Forse insisterei di più col prefetto: non è che in quelle situazioni muovi una cosetta piccola...». Ma se domani c’è un’altra emergenza, che fate? «Deve venire qualcuno e dare l’ordine. Se c’è un ordine, si azionano la paratoie anche parzialmente».

La Control Room
Cerchi il Mose e trovi solo parole. Pezzi smontati. Prototipi virtuali. Vai sul mare a Malamocco e il tassista ci ride: «Dovrebbe stare più o meno qua sotto…». C’era una Control Room allestita all’Arsenale, monitor come alla Nasa, ma hanno deciso di rifarla e oggi è una stanzetta anonima e spoglia: «Non sappiamo bene cosa dobbiamo fare», l’unica verità che si fa sfuggire un impiegato all’uscita (si dice sempre che Venezia è il manico e l’Arsenale il boccale, quindi bevetevi che questa è una sala operativa...). Ci sarebbero 78 dighe mobili, ti raccontano i pr, ma «è come se avessimo costruito la Tour Eiffel in fondo al mare e nessuno la potesse ammirare»: un pezzo, finalmente, questo giovedì mattina si vede a Chioggia e alle dieci non tira un filo di vento, non cade una goccia, il mare è quieto e insomma non ce n’è più bisogno, ma una paratoia — eccola! — la testano. «Dovevamo controllare le condutture attraverso cui passa l’aria compressa: sì, oggi è andata bene, c’erano meno pericoli, ma è innegabile che oltre certi livelli di marea la struttura ancora balli...».

Il baby-Mose
Si ricomincia da Chioggia e Alessandro Ferro, il sindaco M5s, ripete che si poteva fare prima: «Noi chioggiotti abbiamo già il nostro baby-Mose, una piccola diga che blocca il canale principale, e funziona da cinque anni. Il Mose grande, bisognava testarlo sul campo martedì sera: io alle cinque del pomeriggio ho chiamato Ossola e contattato Fiengo, c’era ancora il tempo, ma mi han detto che non si poteva fare. Invece serviva un po’ di coraggio! Anche alzare le dighe parzialmente. Questo disastro si poteva evitare».

Cosa manca
L’unica cosa che manca al Mose per fermare le acque è l’accento sulla «e», scherzano nei sotoporteghi. Fosse l’unica: se Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità (Guccini), l’araba fenice del Mose è sulle tragiche fatalità — il cambiamento climatico, la bora eccezionale — che scarica le sue colpe. Il presidente veneto Zaia, che pure tagliò il nastro, si chiede perché i 5 miliardi spesi stiano ancora sott’acqua: «Io sto là a lavorare tutti i giorni, mi faccio il culo — dice Fiengo, il commissario —. Per ogni test, servono mille autorizzazioni. E sia chiaro, col Mose siamo ancora in una fase sperimentale. Quando sono arrivato, ho trovato cose pazzesche, altro che il 93 per cento del Mose già realizzato! Quelli che chiamavano impianti, erano semplici forniture. È come se io avessi quattro ruote, un volante e mezza scocca, tutto ancora da assemblare, e dicessi che quella è un’auto pronta da guidare...».

Le difficoltà
Sul Mose si trovano d’accordo perfino pareri di solito incompatibili, Emanuele Filiberto di Savoia che fa sapere di pensarla più o meno come il filosofo Massimo Cacciari: quante incompetenze e bugie, per arrivare a queste acque tanto alte quanto putride in cui rema a fatica anche Fiengo. «Il mio è un lavoro d’obbiettive difficoltà, gestisco 500 appalti— si sfoga il commissario —. Sono guardato come un nero dell’Alabama. Ma lo sa che quando stavo per chiudere un contratto d’assicurazione da 120 milioni, ho dovuto aspettare otto mesi perché l’allora prefetto di Venezia, a me, non dava la certificazione antimafia? O che, se faccio una denuncia al fisco su un contratto, poi mi trovo il fisco che fa un accertamento su di me?». Il suo stipendio è finito sotto osservazione... «A Mario Giordano rispondo che, quando sono arrivato, la retribuzione annua del commissario era di 800mila euro lordi. Noi siamo stati allineati al tetto massimo di tutti i manager pubblici, 240mila lordi». Dal governo ora si parla di cabine di regia, hanno nominato una nuova supercommissaria… «Chiunque mandino, va benissimo. Basta che sia qualcuno che mi dica di aprire le paratoie, e io le apro». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda franz il 15/11/2019, 9:19

Classico problema di empowerment.
Si dà un incarico a qualcuno ma non gli si danno le autorizzazioni per procedere quando deve decidere.
In caso di marea chi decide di usare il Mose?
Il potere esecutivo comununale (quindi il Sindaco?) quello provinciale, quello regionale, il prefetto, il commissario?
Tutti vogliono incarichi, potere, soldi ma non vogliono responsabilità.


Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.

C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno l’avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.
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Re: Acqua alta a Venezia

Messaggioda pianogrande il 15/11/2019, 11:20

Il più classico dei problemi di management.

Responsabilità senza potere e potere senza responsabilità.
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